Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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14/06/2021 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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La settimana si apre con un listino LME decisamente positivo, ma i prezzi di alcuni metalli nascondono insidie |
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La Turchia risponde al mantenimento delle clausole di salvaguardia UE con la riduzione del 10% del prezzo del coil laminato a caldo HRC |
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Le aspettative sono positive per Oro, Argento e Palladio, ancora segnali contraddittori per il Platino |
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Il Molibdeno continua a stupire, mentre il Cobalto cede, ma non crolla. Il Tungsteno registra una sensibile crescita |
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La paura di rimanere senza rottami spinge le acciaierie italiane ad una costante correzione verso l’alto dei prezzi |
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L’Euro subisce la pressione del Dollaro USD e ora la parità virtuale si sposta a favore del “biglietto verde” |
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I noli “bulk” sono in netta ripresa, complice anche il prezzo in calo del minerale di ferro |
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La Borsa LME ha chiuso la settimana con un listino sicuramente interessante, presentando i valori di tutti gli “industriali” in crescita rispetto all’apertura di ottava. In molti casi, come per Rame e Nichel, si è trattato di un movimento positivo ampiamente previsto, differente l’incremento dell’Alluminio, che in alcune fasi è andato ben oltre le aspettative attese. La nuova fase di Borsa sia apre in un contesto di relativo ottimismo, ma occorre fare scelte oculate, perché la situazione generale presenta delle criticità di tenuta del movimento tendenziale rialzista, proprio a cominciare dal Rame. Il “metallo rosso” ha prodotto durante gli ultimi otto giorni un’interessante serie di sedute LME molto positive, tanto che la massima estensione di crescita del prezzo USD 3mesi ha sfiorato l’1,4% e cosa più significativa, la quotazione di riferimento è ritornata sopra la soglia dei 10mila Dollari, che al cambio in Euro corrisponde a 8300 circa, scadenza 3mesi. La tenuta del Rame, al disopra del livello dei 10mila Dollari, non è certa nel corso di questa ottava, un elemento da non sottovalutare è la concentrazione di denaro che si sta formando attorno alle aperture “lunghe”, un contesto che ancora una volta trae origine delle attività di Borsa del comparto industriale. La progressione del Nichel ha invece una struttura più solida, tanto che contrariamente a quello che sta avvenendo sul Rame, la convergenza di domanda risulta superiore all’offerta, un elemento che sarà determinante per far crescere il prezzo del metallo anche nei prossimi giorni. L’Alluminio merita un’attenzione del tutto particolare nel profilare una linea di previsione del prezzo USD 3mesi. La notizia è sicuramente quella che il metallo ha rivisto la quotazione di 2500 Dollari, cosa che non accadeva da inizio mese e come avvenne in quel frangente è stato un episodio di durata molto breve. La struttura del prezzo dell’Alluminio è ora improntata alla stabilità, che in ogni modo risulterà popolare l’area del grafico posta tra i 2450 e i 2500 USD 3mesi. Lo Zinco manterrà anch’esso un profilo di prezzo sostanzialmente orientato verso la stabilità, con fluttuazioni nella media del recente periodo. Gli andamenti di Piombo e Stagno faranno registrare orientamenti contrapposti, con il primo alle prese con un eccesso di denaro rialzista da smaltire ed il secondo capace di concentrare ulteriori attenzioni su di sé e quindi destinato a correggere ulteriormente verso l’alto il suo riferimento LME 3mesi. |
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Una totale assenza di visione allargata che coinvolga anche i mercati più lontani a noi, come quelli dell’estremo continente asiatico, ma se vogliamo anche su zone di relativa vicinanza come Turchia e Mar Nero, sono lacune che si sommano ad un atteggiamento generalizzato piuttosto remissivo o se si preferisce, rassegnato, che sta affliggendo gli utilizzatori di semilavorati di acciaio di casa nostra. Il mondo al di fuori dell’Europa, intesa come Unione Europea, si sta muovendo in modo rapido, interpretando i notevoli cambiamenti che stanno avvenendo in queste settimane in maniera a dir poco fulminea. Il riferimento va alla fase di flessione della quotazione dell’Iron Ore e al ridimensionamento diffuso dei prezzi dei rottami. Gli effetti si sono visti immediatamente sui prezzi dei coils, in particolare dell’HRC, con consistenti ridimensionamenti verso il basso delle quotazioni di riferimento, meno 10% in Turchia (resa CFR) e meno 4% nella zona Mar Nero. Un mercato, quello dei “piani” che, UE esclusa, inizia a risentire di un eccesso di offerta, con alcuni produttori di Paesi, tra essi il Vietnam, che oltre a dimostrarsi “aperti” a trattative sui prezzi, si stanno mostrando collaborativi nella definizione dei termini di consegna, che possono in molti casi essere anticipati fino a quaranta giorni, contrariamente alle date indicate sulle conferme d’ordine. Una situazione che purtroppo potranno beneficiarne in pochi tra gli utilizzatori italiani ed europei, poiché la potente lobby delle acciaierie del Vecchio Continente sta facendo da “filtro” al sopraggiungere di queste notizie, ma è giusto conoscerle nei loro dettagli. Il comparto siderurgico europeo ha comunque da “festeggiare” un notevole successo in termini di difesa dei mercati domestici, con il prolungamento di un anno delle salvaguardie in essere, ovvero fino al 30 Giugno 2022, sebbene le quote, in termini generali, saranno incrementate del 5%. Il mercato dei “piani” è quindi destinato a orientarsi verso un contesto di maggiore fluidità, soprattutto per coloro che potranno gestire in modo diretto quantità che gli consentiranno delle trattative dirette con produttori extra UE. Il comparto dei “lunghi”, notoriamente legato a gestioni di volumi più ridotte da parte degli utilizzatori, risente fortemente dell’attuale trend del mercato europeo, con un notevole nervosismo sui prezzi dei prodotti di riferimento. Il rebar Italia è risultato ancora in crescita, con una correzione più marcata sulla parte bassa della forchetta del prezzo, più 20 Euro/ton, rispetto a quella alta, cresciuta di soli 10 Euro. Invariato il prezzo settimanale del tondino CA in Turchia, mentre da rilevare una diminuzione generalizzata del 3% del prezzo CFR del rebar nell’area mediorientale. Il riferimento settimanale della vergella prodotta in Europa fa segnare un ulteriore aumento settimanale che oscilla tra i 10 ed i 20 Euro/ton, mentre i produttori turchi hanno mantenuto i prezzi fermi rispetto ad otto giorni fa. |
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Una situazione di massima fluidità ha accompagnato le giornate di Borsa della scorsa ottava, dove sono emersi i tratti distintivi delle quotazioni USD/ozt che ciascun metallo ha messo in evidenza negli ultimi tempi. L’Argento è stato, senza ombra di dubbio, il più vivace per tutta la durata della settimana, una situazione che gli ha permesso di riposizionare il suo riferimento per oncia al di sopra dei 28 Dollari, che non si vedeva da inizio giugno. Il prezzo è ora soggetto ad una pressione di significativo interesse da parte della speculazione, anche se in questo momento gli effetti positivi sulla tenuta del livello attuale della quotazione dell’Argento sono più evidenti nel comparto industriale che considera questa soglia di prezzo ancora interessante per operare acquisti in ottica di copertura. La costante fase di recupero del prezzo USD/ozt dell’Oro nel corso della settimana subirà un’ulteriore spinta, complice anche un forte interesse da parte del comparto speculativo, con visione lunga. Il prezzo nel corso delle ultime sedute è cresciuto nonostante un bilanciamento pressoché perfetto tra domanda e offerta, la soglia dei 1900 Dollari per oncia resta quindi il target di riposizionamento da raggiungere nel più breve tempo possibile. Il prezzo del Platino continua a flettere settimana dopo settimana ed ora ha raggiunto il minimo che aveva toccato a marzo, proprio all’indomani della serie di quotazioni record fatte registrare dal metallo durante il mese precedente. Gli elementi per vedere nuovamente il Platino mantenere un trend rialzista per un periodo di tempo sufficientemente lungo non sono ancora molti, ma indubbiamente e a questo punto, una “sterzata” sul prezzo è auspicabile da molti, in particolare da parte del comparto speculativo, che da diverse settimane sta attendendo il ritorno economico sul denaro investito. Il Palladio ha ora tutti i presupposti per riprendere a salire, elemento principale, una discreta quantità di denaro “lungo” confluito in modo consistente nelle ultime sedute della scorsa settimana. Un dettaglio di non poco conto è che comunque il Palladio non si trova in una situazione di minimo relativo, tutt’altro, essendo dallo scorso febbraio in una fase di massimo storico del suo prezzo. |
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La vera notizia è che il Cobalto ha ceduto qualche Dollaro rispetto alla quotazione settimanale precedente, ma non è crollato. Il metallo sta mettendo in atto una sorta di stabilizzazione, seppure verso il basso, ma il segnale di un evidente stop alla infinita serie di riduzioni pare ora più plausibile. Una notizia in tal senso giunge anche dalla Cina, dove i prodotti industriali del Cobalto, solfato, raffinato e polvere, da dieci giorni non hanno fatto registrare variazioni sensibili di prezzo. Il timore di considerare questa fase di arresto alla diminuzione della quotazione del Cobalto, soltanto momentanea, è molto alto tra gli operatori, ma determinanti saranno i fattori esterni, a cominciare dal prezzo del Molibdeno. Il punto di arresto della crescita della quotazione di riferimento USD del Molibdeno è stato la scorsa settimana ulteriormente spostato in avanti e anche di molto, il 13%. La domanda di questo metallo resta incredibilmente alta, anche per il timore di carenze di materia prima “fisica” sul mercato. Gli utilizzatori di Molibdeno preferiscono in questo momento, approvvigionarsi di metallo a qualsiasi prezzo e stoccarlo, visto anche che nella stragrande maggioranza dei casi, la percentuale di Molibdeno nelle composizioni di lega è relativamente bassa, così da non essere un sensibile elemento di influenza nella formazione dei prezzi delle stesse. In una fase di linearità prolungata è invece il valore del Titanio, non più soggetto a variazioni di prezzo, un segnale di difficile interpretazione, ma che denota anche una certa tranquillità sul mercato di questo metallo. Gli argomenti non mancano se si parla di Nichel, soprattutto dopo una settimana molto vivace al LME. La quotazione del Nichel ha ripreso a salire dopo un periodo di grande incertezza e gli spunti di riflessione non stanno venendo meno per quanto riguarda la prospettiva di crescita del prezzo, in sensibile rinforzo. Una settimana positiva lo è stata anche per le ferroleghe, con la base Cromo in crescita dell’1,3% e quella Tungsteno con un incremento su base ottava di ben quattro punti percentuali. |
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Non passa giorno che le acciaierie italiane modifichino i prezzi di qualche classifica di rottame. Il segnale è evidente, il timore di rimanere senza materia prima spinge inesorabilmente le quotazioni verso l’alto. Un altro fattore molto interessante è che questi adeguamenti di prezzo non sono richiesti dai commercianti, ma proposti dalle stesse acciaierie, attraverso le mandatarie. L’indice settimanale MetalWeek sui prezzi medi di acquisto dei rottami da parte delle acciaierie è cresciuto del 7,5%, toccando quota 456,97 Euro/ton, un livello che va a “erodere”, si fa per dire, il differenziale tra acquisto rottami e vendita semilavorati, al netto delle rese fusorie. Una strategia, quella delle acciaierie, che sta spingendo all’estremo l’innalzamento del differenziale tra le classifiche E1 ed E40 (rottame frantumato), che ha toccato di recente gli 80 Euro/tonnellata, per non parlare del lamierino E8, cresciuto in soli otto giorni di 50 Euro la tonnellata. È comunque importante chiarire una cosa, l’acciaio sotto forma di semilavorato non è a rischio di fornitura per gli utilizzatori, se i quantitativi di rottami presenti sul mercato verranno a diminuire, come sarà probabile nel prossimo futuro. Le alternative di fornitura per alimentare i forni ad “arco elettrico” si chiameranno, ferro DRI/HBI “bricchettato”, ghisa, ferroleghe nobili e di massa, fino al cosiddetto “biscotto” o materiale da correzione. Il motivo di questo accanimento nella ricerca dei rottami da parte delle acciaierie italiane è uno ed uno soltanto, la perdita della percezione reale di quanto avviene sul mercato dell’utilizzo dei semilavorati con le industrie in forte difficoltà nel trasferire gli aumenti sconsiderati di questi ultimi tempi alla propria clientela, a fronte di una avida e miope politica commerciale messa in atto dal comparto siderurgico. La situazione sul versante dei non ferrosi, non ha fatto registrare sensibili variazioni rispetto alla scorsa settimana, con i lotti di rottami che continuano a latitare sul mercato e i commercianti più importanti che operano sulla piazza nazionale costretti ad accumulare giacenze sempre maggiori per via degli smobilizzi, di scarti di metalli e leghe, effettuati dai piccoli raccoglitori. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra. |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA). |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali. |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee. |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi. Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide). |
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