Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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21/06/2021 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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Gli effetti del crollo del listino LME saranno minimi solo per coloro che non hanno creduto alle voci sui rincari perpetui dei prezzi dei metalli |
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Le clausole di salvaguardia UE proteggeranno il mercato ancora per tre anni, una vittoria per le acciaierie europee che avrà pesanti ripercussioni |
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Un ciclo rialzista in via di chiusura, ma soprattutto una nuova collocazione dei metalli preziosi in ottica investimenti |
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Un settore che ha subito solo in parte la fase di flessione delle quotazioni. Il Molibdeno continua a correre ed il Cobalto è in sensibile ripresa |
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Le acciaierie arrestano in modo brusco la crescita dei prezzi dei rottami, molte le ragioni dietro questa decisione |
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La Federal Reserve alzerà i tassi solo a partire dal 2023, ma il Dollaro risponde immediatamente alla notizia |
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La settimana difficile per i metalli si percepisce anche dai dati fortemente negativi degli indici di settore |
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Una settimana che era partita sotto i migliori auspici, sebbene molti metalli del listino LME si trovavano da tempo alle prese con un eccesso di denaro “lungo”. I problemi sono iniziati all’indomani della decisione del “Board” della Federal Reserve, di comunicare, con largo anticipo, l’attuazione di una politica monetaria più restrittiva, ma solo a partire dal 2023. Una notizia che ha avuto effetti immediati in ambito valutario, con il Dollaro in netto recupero sull’Euro, passato da area 1,21, fino a popolare la parte alta di 1,18, con un deprezzamento della Divisa Unica nei confronti di quella statunitense, nell’ordine dei due punti percentuali. Una linea comunicativa, quella della FED, che non trova precedenti analogie e collocata in un asse temporale di attuazione eccessivamente ampio. Il condizionamento esterno dato dal fattore valutario è stato sicuramente un elemento che ha pesato sulle vicende LME, i metalli, quotati tutti in Dollari, sono diventati più cari per gran parte degli utilizzatori, a cominciare da quelli europei. Un elemento invece tutto interno alle dinamiche LME è l’approssimarsi della scadenza 3mesi di molti contratti aperti nello scorso marzo e che hanno contribuito a creare un eccesso di “lettera” (leggi offerta) su tutti gli “industriali”, ad iniziare dal Rame. Il calo su base ottava è stato consistente per la Borsa LME, con l’indice settimanale LMEX in riduzione del 6%, ma questo non è il primo e non sarà l’ultimo in ordine di tempo per la Borsa londinese. Ai fini statistici una situazione analoga avvenne sul finire dello scorso settembre durante la settimana 39/2020 (LMEX -4%). Il manifestarsi di cali improvvisi non sono quindi degli eventi legati all’eccezionalità, sicuramente la situazione risulterà più difficile per coloro che questa eventualità non l’avevano messa in conto. La fase di recupero dei prezzi USD si differenzierà da metallo a metallo, tra essi i più reattivi saranno Rame, Nichel e solo parzialmente, lo Stagno. Il resto del listino metterà in atto una serie di incrementi caratterizzati da degli andamenti più progressivi, unica eccezione il Piombo, la cui quotazione attuale trae origine da un momentaneo equilibrio tra domanda e offerta. |
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La Commissione Europea formalizzerà entro la fine di questo mese la reiterazione delle clausole di salvaguardia sulle importazioni di acciaio dai Paesi extra UE per il prossimo triennio. Un fattore da non sottovalutare resta comunque quello che avverrà a Giugno 2022, ovvero la verifica sull’efficacia di questi strumenti e li tutto potrebbe cambiare, fino all’eventualità di sopprimerle in seduta stante. In sostanza, per un anno nulla cambierà, con i quantitativi che saranno incrementati del 3% su base annua per la maggior parte dei codici doganali inseriti nella lista prodotti. Una decisione, quella del prolungamento delle salvaguardie per il prossimo triennio, che ha messo in evidenza una significativa spaccatura tra gli Stati membri, 17 a favore, i principali Paesi che rappresentano l’88% della popolazione, 2 astenuti (Austria e Cipro) e 8 contrari (Estonia, Lettonia, Lituania, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Malta e Irlanda), per Statuto UE la decisione viene approvata con la maggioranza qualificata di 15 Stati la cui popolazione sia almeno il 65% di quella totale. La decisione in ogni caso rappresenta il volere di pochi, le acciaierie e quindi la scadenza del prossimo Giugno 2022 sarà determinante per il futuro del comparto siderurgico europeo, che per la sua sopravvivenza dovrà, in ogni caso, mettere in campo il meglio di sé, non solo da un punto di vista finanziario, ma di autentiche e reali capacità imprenditoriali per poter raccogliere le sfide obbligate imposte dai competitor che operano a livello mondiale e con solo continentale. Una situazione di confronto, quella del mantenimento delle salvaguardie per il prossimo triennio, che sarà molto accesa da adesso in avanti e che vedrà contrapposte l’Eurofer, l’associazione europea dei produttori siderurgici, a favore delle misure e l’Eurometal, che raggruppa a livello continentale gli utilizzatori di acciaio ed i centri servizio indipendenti, da sempre schierata contro le disposizioni protezionistiche UE sull’acciaio. Nel rendicontare quanto avvenuto sul mercato reale dei semilavorati, poche sono le informazioni, sebbene di importanza non secondaria. La notizia più significativa riguarda il prezzo settimanale dell’HRC Italia, risultato in calo del 2% sulla base minima (da 20 a 50 Euro/tonnellata in meno), invariati invece i prezzi di CRC e HDG. Nel comparto dei “lunghi” da rilevare una leggera diminuzione del rebar Italia, 10 Euro/tonnellata sui prezzi praticati alla clientela primaria e un incremento settimanale, ancora importante, per quanto riguarda il prezzo europeo della vergella, in crescita tra i 30 ed i 40 Euro/tonnellata. Le notizie che giungono dalla piazza turca non sono di rilievo, con i prezzi di vergella e rebar in entrambi i casi cresciuti di 10 Euro/tonnellata resa FOB. |
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La dialettica tra differenti “scuole di pensiero” è un elemento che rende sempre vivaci gli scambi di opinioni ed in questo le tematiche legate agli investimenti non costituiscono di certo un’eccezione. In momenti come quello attuale gli assertori che i metalli preziosi, Oro in particolare, siano, a prescindere “bene rifugio”, trovano un forte contrasto in quell’altra frangia di sostenitori che concepiscono come unico caposaldo di difesa al mantenimento del valore patrimoniale dei propri investimenti, la correlazione valutaria tra le Divise, una su tutte il Dollaro USD. Non è difficile intuire che al termine di una settimana come quella che si è appena chiusa, i secondi abbiano avuto ragione sui primi. Le importanti flessioni dei prezzi USD/ozt dei preziosi riportano l’intero listino indietro di mesi, di due, come Oro e Argento, a tre come il Palladio e fino a sei come il Platino. Il tutto è avvenuto in una settimana e questo non è assolutamente un elemento da sottovalutare nelle dinamiche di formazione e definizione dei prezzi di tutto il comparto dei metalli preziosi. La notizia sui futuri tassi FED ha sicuramente inciso in modo sostanziale sulle correzioni dei prezzi dell’intero listino ed anzi, in alcuni casi, come per l’Argento, ha ampliato le dimensioni di una fase di dismissioni di posizioni lunghe che risultava avere, già di suo, una certa consistenza. La logica impone che all’indomani di un importante riposizionamento generale di tutti i prezzi, ovunque si vada, a “pescare”, gli investimenti risulteranno essere con esito positivo, ma in questo contesto occorrerà muoversi con la dovuta prudenza. Una fase, per così dire, di inerzia al fenomeno ribassista la farà registrare ancora l’Argento, il metallo sarà destinato a risalire, ma non prima di aver esaurito il suo ciclo ribassista, che da adesso in avanti non sarà più di entità rilevante. L’Oro risulta in equilibrio nel rapporto tra domanda e offerta, il prezzo attuale rappresenta un’opportunità invitante per l’acquisto di nuove posizioni lunghe, ma lo è anche per coloro che avendo “Oro fisico” in giacenza, ricorrono a degli acquisti strategici per riposizionare la media del prezzo, verso il basso. Una situazione decisamente più interessante in una prospettiva di breve periodo l’avrà il Platino, piuttosto che il Palladio, ambedue i metalli hanno subito un pesantissimo ridimensionamento di prezzo, ma il primo ha dalla sua una certa dualità, speculativa e industriale, cosa che il secondo è tendenzialmente più legato agli impieghi produttivi. |
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Le vicende che hanno condizionato gli eventi alla Borsa LME non hanno coinvolto in modo significativo, Nichel a parte, il comparto delle leghe per usi medicali. Il Molibdeno continua a macinare record su record e nel corso dell’ultima ottava l’incremento è stato a dir poco sorprendente, più 21%. Le previsioni di un ridimensionamento del prezzo sono smentite puntualmente ogni settimana ed ora il Molibdeno, è in termini assoluti, il metallo che ha performato meglio di qualsiasi altro, con una crescita di oltre 2,5 volte il suo valore rispetto a dodici mesi fa, molto strano che nessun organo di informazione, giornali, TV o web, si sia ancora accorto di questa incredibile crescita e che tutto questo resti nella più totale indifferenza. Le ragioni di questa costante fase incrementale del valore del Molibdeno non mutano e sono soprattutto correlate alla sua difficile reperibilità sul mercato, sia in termini estrattivi, sia in termini di disponibilità “fisica” di lotti. Un ulteriore motivo di questo incremento è ora rappresentato dagli scambi “trasversali” tra acciaierie, dove alcune di esse non stanno disdegnando di privarsi di Molibdeno per fare cassa in modo importante, a spese dei concorrenti. Un riscontro significativo in termini positivi è giunto anche dal Cobalto, cresciuto nel riferimento in Dollari USD di quasi un punto percentuale negli ultimi otto giorni e fino a tre nel valore in Euro per via del rafforzamento della Divisa statunitense. Le notizie che giungono dal mercato cinese confermano un’ulteriore crescita del prezzo USD del Cobalto, con i valori di apertura riferiti a questa settimana in incremento del 2,5%. La situazione del Nichel è lo specchio esatto di quello che sta avvenendo, alla Borsa LME. Il metallo ha subito un forte arretramento nonostante la scorsa settimana i segnali in apertura di ottava fossero di aspettativa opposta. Il Nichel in un paio di sedute è passato dal massimo degli ultimi due mesi a lambire la soglia del prezzo minimo USD 3mesi fatto registrare nello stesso bimestre. Gli indicatori danno la quotazione USD del Nichel orientata verso un aumento certo e in tempi brevi, ma per vederla ben indirizzata verso la crescita occorrerà attendere la seconda metà di questa ottava. Il Titanio continua a mantenere inalterata la sua quotazione USD, che cresce solo in funzione del deprezzamento dell’Euro. La stessa situazione si registra per il Tungsteno, mente la ferrolega base Cromo è risultata in crescita nel valore di riferimento in Dollari USD per libbra dell’1,6%, ma sul mercato del “fisico” i lotti di Ferrocromo “low carbon” hanno fatto registrare un calo di 0,3 cents di Dollari per libbra e di 3 centesimi di Euro per chilogrammo. |
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I prezzi dei rottami di acciaio non hanno subito variazioni nel corso dell’ultima settimana, con la sola eccezione di piccoli aggiustamenti, sempre verso l’alto, delle classifiche che riguardano le demolizioni E1 e E3 e le torniture E5M, ma solo su lotti di entità rilevante. La sintesi dell’ottava può essere raccolta in queste poche righe, risulta invece interessante leggere il mercato tra esse. La prima cosa che salta all’occhio è l’assenza di variazioni sul lamierino E8, che fino alla settimana precedente risultava la classifica più movimentata, portando questo rottame a crescere di circa 50 Euro/tonnellata nel corso delle prime tre settimane di giugno. A ben vedere il lamierino ha subito un leggerissimo ritocco, ma verso il basso, 5 Euro/tonnellata e solo per le partite con resa fusoria sotto la media e con presenza di Rame in lega, limitatamente al prezzo minimo per carichi completi. Un’ulteriore prova che il mercato dei rottami di acciaio si è preso un momento di pausa o meglio di riflessione, si evidenzia dalla crescita limitata dell’indice MetalWeek riferito al prezzo medio settimanale dei rottami acquistati dalle acciaierie, salito meno di tre Euro/ton, passando da 456,97 a 459,73. La situazione di mercato denota comunque una certa fluidità per non dire di “stallo”, con i contendenti, acciaierie e mandatarie da una parte e commercianti dall’altra, in fase di studio. Le acciaierie hanno dalla loro la definizione dei calendari di chiusura dei “piazzali” per le ferie e i commercianti, la disponibilità di ingenti stock di rottami accumulati nei mesi scorsi che per scelta loro, hanno deciso di non vendere. L’ago della bilancia resta il mercato dei semilavorati e le richieste degli utilizzatori che in termini di tonnellaggi risulterebbero non più quelle degli ultimi 12 mesi. Il mercato dei non ferrosi sta vivendo una fase a dir poco surreale, con i commercianti che rimpiangono di non aver chiuso le vendite ai prezzi di qualche settimana fa, giudicati “troppo bassi” e le fonderie e raffinerie, sollevate nell’aver rigettato le contro-offerte. La morale di questa vicenda è comunque una ed una soltanto, con i commercianti in attesa di momenti migliori per vendere e gli utilizzatori di rottami con le “bocche dei forni” aperte, ma senza materia prima per alimentare gli impianti. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra. |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA). |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali. |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee. |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi. Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide). |
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