Tutti gli aggiornamenti
su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai
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24/01/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA
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Una situazione molto contradditoria, con un listino LME che non sta fornendo nessuna
indicazione di rilievo
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I “lunghi” non arrestano la corsa al rialzo ed ora i “piani” provano, timidamente, a
seguirli
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I prezzi hanno toccato il massimo del 2022, ma non c’è euforia per questo risultato
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Il Cobalto cresce a piccoli passi, fermata del Molibdeno, mentre il Nichel mette sotto
pressione il comparto
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Il “lowest” questo sconosciuto; un dato fondamentale per la fissazione dei prezzi dei
rottami di metalli e leghe
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I rendimenti dei Treasury Bond USA, ai massimi degli ultimi 12 mesi, ridanno forza al
Dollaro
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Il traffico marittimo resta sempre congestionato, ma i noli “bulk” scendono di un
ulteriore 20% in una settimana
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L’ultima ottava LME non è stata di certo noiosa, ma di
sicuro non ha prodotto entusiasmi particolari, sebbene i prezzi degli “industriali”
abbiano toccato dei livelli che non si vedevano da tempo. La crescita dell’indice LMEX
su base settimanale è stata del 3.3%, importante di sicuro, ma occorre approfondire
una serie di dettagli se si vuole comprendere al meglio quello che potrà avvenire nei
prossimi giorni. Il Rame ha rivisto quota 10mila, continuando ad avere un profilo di
“backwardation” su tutte le scadenze, a cominciare dalla tre mesi, la più importante.
La quotazione del Rame, seppur alta, non sta convincendo, sebbene maturata da una
forte quota di denaro messo in campo dal comparto industriale e con un Dollaro USD che
ha ristabilito il suo rapporto di forza con le altre valute, Euro in particolare. Un
dato è comunque certo, occorrerà convivere a lungo con il prezzo del Rame a questi
livelli. I dubbi e non pochi, giungono dall’Alluminio, non in grado di reggere un
livello di prezzo USD 3mesi oltre la soglia dei 3100, ma il valore 3mila potrebbe
rappresentare una linea di ancoraggio importante e sostenibile nel rapporto tra
domanda e offerta. Lo Zinco approfitterà della situazione di Rame e Alluminio, anche
in ottica leghe (ottone e zama), per consolidare il suo attuale livello di prezzo, in
costante ascesa dallo scorso novembre. Le scorribande del Nichel sono state il vero
effetto “destabilizzante” della settimana LME. Una cosa è comunque importante da
rimarcare, il prezzo attuale del metallo è inadeguato, anche se l’escursione di
crescita del riferimento USD 3mesi avrà ancora un segno positivo nel breve. Le
prossime sedute chiariranno molte cose sul Nichel, la prima su quale soglia di prezzo
avverrà l’inversione di tendenza e la seconda, su quale livello si stabilizzerà in
futuro la sua quotazione di Borsa. Nel corso dell’ultima ottava il Piombo ha
subito una metamorfosi importante, passando da un ambiente di relativa instabilità ad
uno più tranquillo, il cui effetto sarà il mantenimento dei riferimenti attuali per
tutta la settimana. Nulla è invece scontato per lo Stagno, ora che il confine dei
44mila USD 3mesi è stato varcato non si possono più porre limiti a questo metallo,
anche se le ultime puntate al rialzo hanno avuto come effetto immediato l’avvio di una
fase di volatilità con connotazione ribassista.
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Un mercato povero di
spunti e di proposizioni volte a intercettare adeguati motivi di interesse da parte
degli utilizzatori, con il consueto “volantinaggio” organizzato dalle acciaierie per
informare sugli extra aggiuntivi di prezzo per la crescita delle bollette di energia
e gas. La carenza di ordini in portafoglio da parte della committenza industriale
rende molto “apatico” l’atteggiamento degli utilizzatori di semilavorati di acciaio
nei confronti di questi provvedimenti. Il valore delle scorte di semilavorati che si
stanno accumulando presso gli stabilimenti industriali, soprattutto di “piani”,
rischia di avere un corrispettivo di imputazione più alto di quello corrente e
quindi il sentire che i nuovi listini saranno orientati al rialzo, per vari capitoli
di costo, non può che far piacere agli utilizzatori. Alla tanto paventata
interruzione delle produzioni da parte delle acciaierie per l’insostenibilità dei
costi energetici, i clienti farebbero, al momento, “spallucce”. I dati generali sono
in contrasto tra loro, con la componente acquisti delle acciaierie, leggi rottami, i
cui prezzi sono in sensibile calo (demolizioni – 20 €/ton e lamierino – 15 €/ton),
mentre l’orientamento generale dei prezzi dei semilavorati, indistintamente “piani”
o “lunghi”, è quello di farli crescere. La sorpresa della settimana è stata quella
di vedere i prezzi Italia dei coils in salita, il laminato a freddo del 2% e quello
a caldo dell’uno; invariato il prezzo dello zincato a caldo. Nello stesso periodo,
la risposta dal nord-Europa è stata quella di mantenere invariati i prezzi di CRC e
HDG, mentre per quanto riguarda l’HRC, il differenziale con il pari prodotto
italiano si è ridotto del 2%. Nell’analizzare gli andamenti settimanali dei
“lunghi”, occorre mettere in evidenza una notizia che va in controtendenza con gli
indirizzi generali di crescita dei prezzi e riguarda i profili commerciali per
carpenteria, in calo del 2%, ma in questo caso gioca un ruolo non secondario la
gestione del “pronto a magazzino”, i cui tonnellaggi di invenduto iniziano a destare
qualche pensiero, soprattutto tra i rivenditori. La situazione è invece caldissima,
con forti frizioni tra acciaierie e utilizzatori, nel settore del rebar Italia, con
il prezzo dei tondini in ulteriore crescita rispetto al già importante aumento della
settimana scorsa. La questione è estremamente tesa per il fatto che la maggior quota
di aumento è stata riservata alla clientela primaria ed ora una tonnellata di rebar
costa 50 Euro in più rispetto ad otto giorni fa, di “soli” 20 Euro la correzione per
i prezzi di fascia alta e sempre franco partenza acciaieria. Il prezzo settimanale
della vergella prodotta in Europa segue l’indirizzo rialzista dell’intero comparto,
sebbene in modo più contenuto, con un incremento di circa 10 Euro per
tonnellata.
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I grafici degli andamenti dei prezzi USD/ozt dei metalli
preziosi, riferiti alla settimana scorsa, non possono che mettere ottimismo o meglio,
hanno lasciato un buon ricordo per chi ha saputo muoversi in una modalità “go and
stop”, nello spazio delle cinque sedute dell’ottava e in un contesto “lungo”. I dati
sono stati questi: Oro più 0.7%, Argento più 5.9%, Platino più 6.2%, Palladio più
10.8%. Una settimana a dir poco sorprendente, ma le cose potrebbero mutare in tempi
rapidi per quasi tutto il listino, l’escluso illustre sarebbe l’Oro. Il motivo per
tenere fuori il “metallo guida” del comparto ha la sua motivazione principale nella
consistenza della sua crescita, come evidenziato in precedenza. L’incremento dell’Oro,
compresso in una frazione di punto percentuale, non deve essere visto come un dato
negativo, anzi avvalora una tesi espressa da tempo, il metallo sta vivendo una fase di
lenta preparazione ad un momento di forte espansione futura. La situazione è
decisamente differente per gli altri metalli, in primo luogo l’Argento. La crescita,
oltre ogni limite di sostenibilità, avrà a breve un’inevitabile conseguenza nella
repentina contrazione del prezzo in Dollari per oncia. Gli elementi non sono ancora
visibili sulla semplice analisi di quotazione dell’Argento, la quale sfrutterà ancora
un effetto d’inerzia rialzista per un breve periodo, ma poi il metallo muterà
contesto. Il Palladio ha rivisto quota mille USD/ozt, superando e anche di molto,
questa agognata soglia. L’eccesso di denaro “lungo”, anche in questo caso non gioverà,
con immancabili effetti sulla tenuta attuale del prezzo. Una vicenda tutta da vivere
sarà quella relativa al Palladio, dove la quotazione sta andando oltre ogni limite
strutturale di sostenibilità per la domanda di “fisico”. Il metallo, è vero, negli
ultimi tempi ci ha abituati a delle “performance” ai limiti dell’assurdo, non
dimentichiamo che nella seduta del 15 di Dicembre 2021 il Palladio veniva quotato
intorno ai 1570 USD/ozt e venerdì scorso è andato oltre i 2110, con un incremento
mensile del 34%, dati fuori ogni limite di congruità, gestiti in un ambito di Borsa
estremamente “sottile” per questa commodity.
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La notizia principale è
sicuramente quella riferita al Cobalto. Il metallo, seppure ai livelli massimi degli
ultimi anni, riesce solo più a progredire settimanalmente per alcune frazioni di
punto, nella scorsa ottava il dato di incremento si è fermato allo 0.3, rispetto
alla quotazione USD di mercato. Il tempo per accumulare l’1% di progresso per la
quotazione in Dollari del Cobalto è stato di ben due settimane. Le cose non stanno
andando bene anche sulla piazza di maggiore utilizzo di questo metallo, vale a dire
quella cinese. Il dato è sicuramente condizionato dalla prossimità del lungo periodo
di pausa per il Capodanno e per l’imminenza delle Olimpiadi invernali di Pechino che
renderanno discontinua la produzione di molti siti industriali per almeno due mesi.
L’effetto sulle quotazioni dei semilavorati di Cobalto si sente in maniera
tangibile, con raffinato e polvere confermare i valori della settimana precedente e
solo il solfato progredire dello 0,5%. Una situazione di mercato che potrebbe
protrarsi oltre le scadenze programmate dal calendario e dal Governo cinese. La fase
di “stanca” prende maggiore rilievo se si considera quanto non abbia fatto il
Molibdeno la settimana scorsa, ovvero quotazione USD invariata rispetto agli otto
giorni precedenti, il primo stop dopo un mese e mezzo ininterrotto di correzioni al
rialzo, che hanno visto il metallo progredire complessivamente del 3.5% nel valore
in Dollari per chilogrammo. La cronaca riporta anche il protrarsi della stabilità
del Titanio. Nella quiete generale del comparto, il Nichel ha avuto modo di
vivacizzare, oltre i limiti, tutto quello che si è visto la settimana scorsa nella
definizione dei listini delle leghe per usi medicali. Il metallo alla Borsa LME ha
confermato, tra alti e bassi, il forte interesse che gli sta ruotando intorno,
beneficiando anche della situazione di marcata instabilità che ha caratterizzato il
listino londinese degli “industriali”. La crescita di quasi il 9% del prezzo USD
3mesi rappresenta solo un dettaglio di quello che ha fatto vedere il Nichel la
scorsa ottava, ma ora occorrerà verificare il reale supporto della domanda
industriale in rapporto al prezzo attuale di Borsa. La vivacità non è venuta meno
anche sul versante delle ferroleghe, con la base Cromo in progresso dello 0.5%
settimanale ed il composto al Tungsteno in crescita del 3% rispetto agli otto giorni
precedenti. Le ultime righe di annotazioni vanno alla situazione del cambio
Euro/USD, con la Divisa statunitense in recupero, rendendo così più gravose le
incidenze degli acquisti degli elementi di lega quotati in Dollari.
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Uno degli elementi meno conosciuti nel complesso panorama
della Borsa LME è la quotazione “lowest”. Un prezzo che non trova una collocazione
degna di menzione in nessun manuale che spiega come funziona il London Metal Exchange,
ma che riveste un’importanza significativa nella determinazione dei prezzi dei rottami
di metalli e leghe. Un dato convenzionale, questo è il modo più appropriato per
chiamare il “lowest” che viene determinato dal valore più basso nella successione
delle quotazioni tra il prezzo Settlement (quello del giorno) e la scadenza 15 mesi,
che interessa tutti i metalli, Stagno compreso. La quotazione “lowest” riveste
un’importanza ancora più significativa, ora che tutti gli “industriali” si trovano in
“backwardation”, vale a dire che i prezzi “a scadenza” sono più bassi dei valori Spot
e Settlement, la situazione opposta si chiama “contango”. La conoscenza di questo
dato, che come detto determina la formazione dei prezzi dei rottami, in punti
percentuali “sotto lowest”, sarà a partire dal mese di febbraio disponibile sulla
piattaforma MetalWeek, www.metalweek.it , così come i prezzi online di tutti i metalli
LME e l’acciaio al carbonio. Nella quotidianità, i valori dei rottami di metalli e
leghe hanno subito i dovuti aggiustamenti in funzione di quanto accaduto alla Borsa
LME, sebbene le trattative andate in porto tra commercianti, fonderie e raffinerie
siano state molto poche. La causa di questa “rarefazione” è soprattutto dovuta a
fattori contingenti, come la scarsa presenza di ordini e ad una ridotta convinzione
che le recenti quotazioni LME possano rappresentare delle più che valide motivazioni
per acquisti di prospettiva. L’unico elemento di riflessione riguarderà il Nichel,
visti gli attuali incrementi in Borsa, il cui effetto porterà ad una significativa
variazione in aumento del “punto di lega metallo”, finalizzato a nuove quotazioni per
i rottami di inox austenitici. Il comparto dei “ferrosi” risente della scarsa
“recepibilità”, in termini di tonnellate in entrata e di disponibilità nel pianificare
dei calendari di fornitura da parte delle acciaierie. Le due evidenze si riassumono
nelle nuove e drastiche riduzioni dei prezzi che, come prevedibile, stanno
interessando anche i rottami industriali, come il lamierino E8. Il dato dell’indice
MetalWeek è inequivocabile, passato in soli otto giorni dal valore Euro/tonnellata di
420,18 a quello di 408,66.
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LMEX:
London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di
tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index –
Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice
dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice
di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche
europee
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per
il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla
rinfusa e non liquide)
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