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03/01/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

Industriali LME e Leghe

Un caratteristico momento di bassi scambi, ma di forte variabilità delle quotazioni

Acciai

I risultati economici delle acciaierie, frutto della crescita dei prezzi, ma non dei tonnellaggi venduti

Preziosi

Le ultime sedute di dicembre hanno messo in evidenza una fase molto interessante per tutti i preziosi

Medicale

Uno stallo per Cobalto e Molibdeno, mentre il Nichel chiude l’anno in crescita

Rottami

Il 2022 si apre con i prezzi dei rottami di acciaio in ribasso, ancora attesa per quelli di metalli e leghe

Cambi

I dubbi sulla tenuta dell’economia USA e la non chiara linea di azione della FED per contrastare l’inflazione, fanno recuperare vistosamente l’Euro

Indicatori

Il 2021 si è chiuso con gli indici di settore in crescita, del 30% per i prezzi dei metalli e del 20% per i titoli dei minerari

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Industrali LME e Leghe

Un mercato “sottile” quello della Borsa LME la scorsa settimana, anche per effetto di un calendario di sedute che ha visto un’operatività di soli tre giorni. Gli spunti comunque non sono mancati, sebbene il listino dovrà attendere la prova dei fatti, che avverrà solo a cavallo tra questa e la prossima ottava. La variazione al rialzo dell’indice LMEX su base settimanale al di sotto del punto percentuale, lo 0.8%, non mette sufficientemente in risalto i movimenti che hanno avuto gli “industriali” nel corso delle ultime sedute. La proiezione rialzista del Rame non pare, almeno per il momento, conoscere sosta, forte dello sbilanciamento tra domanda e offerta a favore della prima. La quotazione USD 3mesi a ridosso di quota 9800 si era vista l’ultima volta nel corso della quarta settimana di novembre, situazione che, tutto sommato, sta incontrando i favori degli operatori presenti sul mercato. L’Alluminio, dopo una lunga fase di appannamento, ha ripreso a salire o meglio, si è ricollocato intorno a quello che può essere definito il valore ottimale di stabilità, ovvero oltre la linea dei 2800 USD 3mesi. La riapertura delle attività produttive, che a pieno regime avverrà solo a partire dal 10 Gennaio, dirà se quello che è maturato in Borsa sul finire del 2021, sarà il punto di riferimento per definire le future strategie sul “fisico”. Lo Zinco, ancora nelle ultime sedute del vecchio anno, ha inanellato una serie di prestazioni sicuramente convincenti, a dimostrazione che la fase di storno del prezzo, se mai ci fosse stata un’evidenza, non è imminente, questo anche per il fatto che il metallo si trova ancora in una fase di volatilità con connotazione rialzista. Una riserva deve essere espressa sul Nichel, che seppure in piena fase espansiva del prezzo USD 3mesi, rivela una eccessiva “fuga in avanti” del suo riferimento. La quantità di denaro sul metallo sta iniziando a crescere in modo eccessivo e questo, a breve, potrebbe trasformarsi in un effetto di contenimento dell’incremento della quotazione in Dollari. Il Piombo sta trovando il giusto assetto di prezzo sulla linea dei 2300 USD 3mesi, rendendo molto tranquillo tutto quello che ruota attorno a questo metallo. Le vicende dello Stagno sono sempre quelle legate alla sua attuale quotazione, che si attesta a quasi il doppio di quella che si vedeva in Borsa lo scorso inizio d’anno. La sensazione è quella di una sorta di “fine corsa” per il metallo, anche se la contrazione del prezzo avverrà in modo progressivo e senza grandi sussulti.

Acciai

Il 2021 è stato l’Anno del Bue, il 2022 è quello della Tigre, questo secondo il calendario cinese. La secolare tradizione ad intitolare la successione dei dodici mesi ad un animale, potrebbe essere trasposta in un ipotetico “calendario degli acciaieri” e così il 2021 sarebbe stato, “dell’anatra zoppa” ed il nuovo anno, “del cavallo che non mangia”. La scelta di queste due metafore per rendere in modo chiaro quello che è avvenuto l’anno scorso e quello che si sta prospettando in questo avvio di 2022 nel modo della siderurgia italiana e del suo indotto. Il tanto sbandierato anno eccezionale delle acciaierie di casa nostra, inserendo in questo gruppo anche i principali centri servizio, sebbene non dotati di impianti fusori, stride con la cruda realtà dei fatti. L’anatra zoppa di cui si è parlato in precedenza trae origine dal fatto che gli aumenti dei ricavi sono stati ottenuti dal solo incremento dei prezzi dei semilavorati e non da una conseguente e quindi determinante, crescita dei tonnellaggi venduti, rimasti in linea con quelli degli esercizi precedenti. In dodici mesi, per gli amanti della statistica, i prezzi dei principali semilavorati hanno subito i seguenti aumenti, per i “piani” le variazioni sono state: HRC +32.5%; CRC +47.6% e HDG +50%, mentre per i “lunghi” gli incrementi su base annua hanno fatto registrare: Vergella +56.4% e Rebar +42.4%. Uno degli elementi più sconcertanti su come sono maturati questi dati così eccezionali per le acciaierie italiane, viene messo in evidenza da questo raffronto, che riguarda essenzialmente il settore dei “piani”. Nel periodo primo Gennaio - 30 Aprile 2021, i prezzi dei coils sono aumentati, in media, di circa 300/Euro tonnellata, mente i prezzi dei rottami acquistati dalle acciaierie, nello stesso arco di tempo, sono cresciuti di 5 (fonte indice MetalWeek - prezzi medi acquisto rottami da parte delle acciaierie). È naturale che in un contesto del genere chiunque produrrebbe utili. Il 2022, ritornando a quanto detto all’inizio, potrebbe essere quello del “cavallo che non mangia”, ovviamente tutti ci auguriamo che non sia così, ma vista l’ultima parte del 2021, con gli ordinativi dell’industria in sensibile calo e solo dal PNRR giungere un ipotetico sostegno all’economia di certi settori, in primo luogo quello edile, risulterebbe non sufficiente per garantire la soglia dei consumi, in tonnellate di acciaio, registrati negli anni scorsi.

Preziosi

Una linea di demarcazione importante è stata la seduta di Mercoledì 15 Dicembre, la “giornata nera” dei preziosi. Il recupero dopo questo avvenimento è stato importante per tutti e quattro i metalli, segno che la speculazione ha orchestrato uno smobilizzo generalizzato di posizioni corte, con guadagni stimabili nell’ordine del 18%, il tutto nell’arco temporale di sole quattro ottave. L’Oro, come è avvenuto per tutto il 2021, è rimasto sostanzialmente fuori dai giochi della elevata variabilità dei prezzi, disegnando una curva che ha messo in evidenza una relativa stabilità di quotazione, onorando appieno il ruolo di “bene rifugio”. La crescita del prezzo USD/ozt dell’Oro sta avvenendo in un sostanziale equilibrio tra denaro e lettera e questo è un fattore di grande interesse per la tenuta dell’attuale quotazione per un tempo relativamente lungo. La fase di recupero dell’Argento prosegue in maniera spedita e come sta avvenendo per l’Oro, in un rassicurante ambito di bilanciamento tra domanda e offerta. I conti andranno comunque fatti sul livello di gradimento che il comparto industriale avrà rispetto al superamento della soglia dei 23 Dollari per oncia, varcata dall’Argento nel corso delle ultime due sedute del 2021. Gli scambi ridotti sul Platino potrebbero diventare il vero elemento di criticità, dove pochi movimenti andrebbero a generare importanti situazioni di variabilità del prezzo, ora collocato in un’area del grafico non proprio rassicurante e ad un 5%, nel valore USD/ozt, dal minimo relativo del 15 Dicembre. Nel restare in argomento “Mercoledì nero”, da segnalare il sorprendente recupero del Palladio, vera vittima sacrificale di quella giornata. In pochi avrebbero confidato su una repentina ripresa del prezzo del metallo, andando ad infrangere verso l’alto la fatidica soglia dei 2mila Dollari/oncia sul finale di seduta di Giovedì 30 Dicembre. Un salto di quotazione di quasi il 24% in soli quindici giorni, che denota comunque per il Palladio ancora una fase di alta instabilità, preludio, a breve, di un nuovo ciclo di riduzioni del prezzo.

Medicale

Il Cobalto rallenta sensibilmente il suo trend di crescita ed il Molibdeno, di conseguenza, segna il passo, dopo che a metà dicembre aveva dato segnali di risveglio. Una situazione tipica di un periodo di pausa dovuto alle vacanze di fine d’anno sui mercati europei e nord-americani. Il Cobalto sulla piazza cinese e tutt’altro che stazionario con le quotazioni dei semilavorati di riferimento in gran fermento, con crescite comprese tra l’1.5 ed il 3% per il prodotto raffinato ed il solfato, mentre il composto in polvere e balzato a più 6.8% su base settimanale. Le notizie che giungono dalla Cina avranno un inevitabile e sensibile riflesso sulla quotazione di mercato del Cobalto, già a partire dai prossimi giorni. Il Molibdeno, vista la rinnovata correlazione con il Cobalto, è atteso ad una ulteriore correzione al rialzo, anche se molto dipenderà da come aprirà il mercato degli acciai speciali e le richieste da parte della manifattura industriale. Il Titanio attenderà gli umori del comparto siderurgico per vedere di muovere e in quale direzione il prezzo, bloccato da inizio dicembre. L’ultima settimana del Nichel è stata alquanto movimentata, sebbene al LME le sedute tra Natale e Capodanno siano state solamente tre. L’azione rialzista è in piena evoluzione, anche se il Nichel ci ha abituati a dei repentini cambi di indirizzo contestualmente al raggiungimento del massimo relativo del periodo. Una situazione che potrebbe avere luogo nuovamente ed anche in tempi molto ravvicinati. I prezzi delle ferro-leghe ritornano ad avere indirizzi non omogenei, con la base Cromo non più in grado di crescere, tanto che per la terza ottava consecutiva è stato confermato il prezzo fissato nella prima parte di dicembre. Il Tungsteno ha invece ripreso a scendere dopo un periodo di rinforzo del prezzo indicato in Dollari per chilogrammo, la diminuzione settimanale è stata dell’1.3%. La situazione valutaria risulta in sensibile miglioramento per l’Euro nei confronti del Dollaro e questo rappresenterà un importante elemento di contenimento per i costi riguardanti gli approvvigionamenti delle materie prime che richiedono dei pagamenti con la Divisa statunitense.

Rottami

Le attenzioni sono tutte rivolte verso il comparto dei “ferrosi”, non tanto per l’attività di mercato, in fase di fermo fino alla prossima settimana, ma perché le acciaierie, a ridosso della chiusura per le festività di fine 2021, hanno voluto “mettere in chiaro” su che cosa si dovrà parlare alla riapertura. La parola d’ordine è: diminuzioni, su tutta la linea dei prezzi ed un assaggio si è avuto proprio alla vigilia di Natale. La diminuzione media si attesta intorno ai 10 Euro/tonnellata, sebbene il dettaglio dell’indice MetalWeek riporta un valore di calo di 7 Euro/tonnellata rispetto al dato rilevato lo scorso 17 Dicembre. Le classifiche più penalizzate sono quelle delle demolizioni, con la E1 spinta fino a 15 Euro/tonnellata di diminuzione. La relativa tenuta del prezzo del lamierino E8 e del frantumato E40, con un calo limitato a soli 5 Euro/tonnellata, potrebbe avere una breve durata, soprattutto se gli ordinativi di semilavorati da parte del comparto manifatturiero dovessero mantenere la flessione intrapresa nell’ultimo trimestre del 2021. Il mercato dei rottami “non ferrosi” è ancora, a tutti gli effetti, in vacanza e la variabilità dei prezzi dei metalli alla Borsa LME non sta aiutando ad intercettare una tendenza, anche solo a livello di previsione. La scelta di molte fonderie e raffinerie, di aspettare il nuovo anno per definire le poche coperture di rottami in metallo, rispetto agli ordini ricevuti a ridosso delle festività natalizie, al momento, non risulterebbe una strategia pagante in termini di efficacia economica.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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