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10/01/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA
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La Borsa LME attende il ritorno degli utilizzatori per la verifica della tenuta dei
prezzi degli “industriali”
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Le quote trimestrali per le importazioni da Turchia, India e Cina sono ormai esaurite,
una notizia che fa riflettere
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L’arretramento dei prezzi mette gli investitori in allarme per un avvio così carico di
incertezze
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Il Cobalto non smette di crescere, dubbi per Molibdeno e Nichel sul mantenimento degli
attuali livelli di prezzo
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Le carte sono ancora coperte, tutto dipenderà dalle richieste di semilavorati del
comparto manifatturiero
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L’Euro regge nei confronti di un Dollaro USD altalenante e migliora la soglia della
parità virtuale
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La ripresa delle attività produttive si vede anche dalla seppur timida crescita dei noli
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La ripresa delle attività produttive metterà fine al
tradizionale periodo vacanziero e soprattutto di “interregno” alla Borsa LME, dove mai
come quest’anno la conduzione degli scambi è avvenuta in modo alquanto estemporanea e
priva di preponderanza di indirizzi. La bassa concentrazione di denaro affluito in
Borsa, nonostante che con le piattaforme elettroniche di contrattazione sia sempre più
agevole accedervi, dice in modo eloquente quanto il comparto finanziario speculativo,
protagonista indiscusso di oltre un trentennio, si sia ormai chiamato fuori dalle
vicende che contano sui metalli industriali. Il mondo, nonostante tutto, va e deve
andare avanti e quello del LME non fa eccezione, per buona pace di un indotto, fatto
di trader, broker e banche d’affari, che dovranno reinventarsi un ruolo, in un ambito
di dialogo e collaborazione, più vicino a quello delle attuali esigenze della
manifattura industriale. I dati di Borsa confermano comunque che una vivacità
d’intenti c’è stata, nonostante una doppia serie di “ottave corte”, mai molto gradite
al LME. La crescita dell’indice LMEX, dal 20 Dicembre 2021 a venerdì scorso, è stata
del 3.5%, un valore di tutto riguardo nei confronti della base originaria calcolata su
prezzi espressi in Dollari per tonnellata; decisamente più basso quello commutato con
i prezzi in Euro, per via dell’attuale fase di debolezza della Moneta statunitense.
L’Alluminio è il metallo su si dovranno concentrare le maggiori attenzioni nei
prossimi giorni. La crescita registrata nel corso della scorsa settimana è da
giudicare eccessiva, poiché priva di un riscontro reale sul consumo di prodotto da
parte del comparto industriale e quindi solo fondato su aspettative e congetture
dettate soprattutto dalla situazione prezzi delle materie prime energetiche. La
quotazione USD 3mesi del Rame risulta ora in una fase di equilibrio tra domanda e
offerta, con l’effetto di un consolidamento del momento attuale per tutta la durata
dell’ottava. La crescita costante del prezzo dello Zinco ha subito una discreta
accelerazione nel corso degli ultimi giorni, tanto che il metallo è entrato in un
contesto di volatilità rialzista, con l’effetto di un posizionamento del valore USD
3mesi stabilmente oltre i 3550 e fino a lambire i 3600, situazione che non si vedeva
dallo scorso mese di ottobre. La concentrazione di denaro sullo Zinco inizia a toccare
un livello sicuramente importante, ma alla luce di quanto appena esposto, non è da
escludere una nuova fase di bilanciamento oltre questa linea di valori. Il Nichel non
ha retto l’urto del superamento della soglia dei 21mila USD 3mesi, a dimostrazione che
non sono ancora maturi i tempi per una incisiva e duratura crescita di prospettiva per
il suo riferimento di Borsa. La variabilità del prezzo in Dollari del Nichel è stata
notevole, con un’escursione settimanale complessiva di oltre il 3%, trovando poi una
collocazione relativamente stabile in area 20.700, livello sul quale non ci saranno
problemi di marcata turbolenza. Il Piombo proseguirà nella stabilizzazione della
quotazione rispetto ai valori medi degli ultimi trenta giorni, con il favore della
Borsa. La corsa dello Stagno si è fatta più intensa in queste prime sedute del 2022 e
l’obiettivo dei 40mila USD 3 mesi, solo avvicinato sul finire dello scorso anno,
diverrà una soglia dal facile superamento.
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La pratica per l’importazione di semilavorati di acciaio
sotto il regime delle quote di salvaguardia UE, può dirsi ormai archiviata per quanto
riguarda il primo trimestre del 2022 e per chi è rimasto fuori da queste assegnazioni,
dovrà attendere fino ad aprile. Una notizia questa, che non può essere definita solo
di ordinaria gestione, poiché il nuovo anno si preannuncia decisamente non privo di
sorprese e purtroppo, almeno dalle prime avvisaglie, di non facile interpretazione. La
cosa che comunque farà piacere agli utilizzatori di semilavorati di acciaio,
parafrasando il detto del “togliersi alcuni sassolini dalle scarpe”, sarà quella del
rientro sulla terra della “navicella acciaieri” e che lo farà in stile “Soyuz”
(impatto sulla superficie terrestre), producendo qualche livido o escoriazione tra i
componenti l’equipaggio, come è sempre avvenuto nelle vicende spaziali, prima
sovietiche ed ora russe. Le acciaierie italiane non hanno ancora diffuso delle linee
di listino certe, limitandosi a confermare quei pochi segnali che la settimana scorsa
avevano comunicato. I prodotti “piani” ripartono dalla sola variazione del laminato a
caldo, in crescita di 10 Euro/tonnellata e solo su lotti di piccolo tonnellaggio.
L’attività è già fervente sull’altro versante delle Alpi, con movimenti di prezzo non
proprio insignificanti, come nel caso dello zincato a caldo, il cui riferimento
risulta in calo del 4% rispetto al dato di fine dicembre. Il raffronto tra l’HDG del
nord-Europa e quello Italia, in termini di quotazioni, è nettamente a favore del
primo, con prezzi che mettono in risalto un vantaggio competitivo di circa 100
Euro/tonnellata. Le notizie sono scarse anche per quanto riguarda i “lunghi” con il
solo cambiamento, a livello di mercato Italia, della diminuzione della billetta, ora
20 Euro/tonnellata in meno rispetto al dato di dicembre. Un elemento che al momento
non determina cambiamenti significativi sulle linee di prezzo del rebar e della
vergella, confermando i riferimenti visti nelle battute finali del 2021.
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La disputa tra “beni
rifugio” continua o per meglio dire, sta finalmente entrando nel vivo. La situazione
economica degli USA, alle prese con la crescita dell’inflazione e la gestione della
pandemia, con misure non del tutto efficaci, sta pesando sulle sorti del Dollaro. La
Federal Reserve dovrà, obbligatoriamente, mettere mano alla politica dei tassi di
interesse, in chiave rialzista, già a partire da marzo. Una componente di “alea” che
fino ad ora ha permesso alla Divisa statunitense di rafforzarsi in modo
significativo su tutte le valute e per quello che ci riguarda più da vicino, nei
confronti dell’Euro. L’Oro, rispetto a questa situazione, parte dal punto migliore
in assoluto, vale a dire dal basso. L’ultima ottava del “metallo guida” dei preziosi
è stata tutt’altro che brillante, soprattutto se raffrontata alle due precedenti. La
diminuzione dell’Oro, su base settimanale e in rapporto al valore USD/ozt è stata
dell’1.65%, infrangendo verso il basso quota 1800, cosa che non accadeva da nove
sedute consecutive. La situazione di mercato, sinceramente, è ancora molto fluida,
così come equilibrata risulta essere la relazione tra domanda e offerta, ma l’Oro è
atteso ad un recupero in tempi brevi. L’Argento risente di una fase di scambi molto
rarefatti, mancando su di essi l’importante apporto del comparto industriale, che
con l’avvio a pieno regime di tutte le attività a partire da questa settimana, farà
sentire il suo peso. La relazione tra Argento ed Oro, si sa, è molto stretta ed
anche su questo metallo si può parlare di quotazioni USD/ozt estremamente basse
rispetto a quelle viste negli ultimi tempi. Un punto indiscusso di vantaggio per le
pianificazioni sul il mese di gennaio per gli acquisti di Argento del settore
industriale e di aperture di posizioni “lunghe” per quello speculativo-finanziario.
Il denaro sul metallo è ancora relativamente scarso e la quotazione di notevole
interesse, anche se non sarà da escludere una veloce escursione del prezzo al di
sotto dei 22 Dollari per oncia. Il momento del Platino non è dei più brillanti,
sebbene la scorsa ottava il prezzo USD/ozt abbia, per un brevissimo tratto, rivisto
i mille USD/ozt. Il conto settimanale si chiude sostanzialmente in pareggio e con
scarse prospettive di sviluppo nel breve periodo. La vitalità del Palladio, è
indiscutibile, non si esaurisce mai, questo non vuole dire che il metallo sia in una
fase espansiva del prezzo, forse è più appropriato giudicarla turbolenta. Il
riposizionamento sotto quota 2mila Dollari per oncia è un dato appurato, ma non sono
da escludere puntate di correzione al rialzo che andranno a lambire questa linea nel
corso della settimana.
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Il Cobalto cresce, ma non più con l’intensità dei mesi
scorsi, questo anche per il fatto di una limitata attività produttiva in Europa.
L’incremento settimanale del riferimento USD di mercato è stato dello 0,7%, un dato
che sul mercato cinese del metallo è stato vicino a quello del semilavorato in
polvere, con lo 0,8%; cifre che si raddoppiano per le altre due classificazioni, con
il solfato a più 1,5% ed il raffinato a più 1,6. I dati confermano che la “fame” di
Cobalto è ancora alta, sebbene i prezzi stiano crescendo in modo meno marcato. Il
Molibdeno sarà atteso alla prova dei fatti già a partire da questa settimana, in
questo contesto giocherà un ruolo determinante la reperibilità di rottami con la
presenza di metallo in lega, limitando così l’utilizzo dell’elemento “primario” nei
processi siderurgici. La quotazione del Titanio, già invariata quando le attività
produttive erano a pieno regime, risulta ora come in una “bolla” di referenza fine a
se stessa, segno che il metallo non sta destando un livello di interesse strategico
sia nel comparto delle leghe medicali, sia in quello degli acciai speciali. Una
settimana molto particolare attenderà il Nichel, non di certo alle prese con la
gestione di un trend ribassista, ma nemmeno di segno opposto. La stabilizzazione del
prezzo LME oltre i 20500 USD 3mesi sarà un obiettivo di facile mantenimento per il
metallo, questo all’indomani della flessione che lo ha visto lambire la soglia dei
20400, valore minimo da inizio anno. Le ferroleghe non hanno visto diminuire il loro
interesse in questa fase di transito tra il vecchio ed il nuovo anno, se da un lato la
base Cromo ha risentito di una ridottissima attività del “fisico”, con il riferimento
USD per libbra ormai invariato da quattro settimane, il Tungsteno vede nuovamente in
crescita la sua quotazione in Dollari per chilogrammo, con una correzione che la
scorsa settimana si è attestata intorno al punto percentuale.
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Gli argomenti sono ancora
pochi e continuano ad essere quelli che riguardano i rottami di acciaio. I prezzi
sul mercato italiano sono sostanzialmente quelli visti la settimana scorsa, almeno
in questo avvio di ottava. I piccoli aggiustamenti rilevati riguardano soprattutto
le demolizioni, in particolare la E3 ed il lamierino E8. La classifica che contempla
il rottame ricavato dalla raccolta più selezionata, appunto la E3, ha avuto una
correzione verso l’alto tra i 5 ed i 10 Euro/tonnellata, con un’azione di
adeguamento svolta più dai commercianti verso i propri clienti, che da mandatari e
acciaierie, questo significa che le aspettative di apertura, da parte del comparto
siderurgico, nel concedere una linea di prezzi migliori di quelli proposti in
chiusura d’anno, stanno rappresentando una semplice “desiderata”. La situazione
risulta più confusa per quanto riguarda la classifica E8, quella del rottame
ricavato dalla lavorazione di nastri, bandelle e coils, dove i movimenti di prezzo
interessano solo quelli praticati dai commercianti rispetto alle tonnellate dei
pochi lotti disponibili in raccolta, mentre le acciaierie non hanno fatto ancora
pervenire segnali di cambiamento rispetto alle quotazioni del lamierino. Le notizie
che giungono dalle principali piazze internazionali, per i rottami di acciaio, sono
comunque quelle di sostanziali avvisi rialzisti, con l’HMS indiano in aumento di
circa 10 Dollari/tonnellata, così come per quello turco e per rimanere sempre in
Turchia, da segnalare il forte incremento della classifica E6 (DKP), salita su base
settimanale tra i 25 ed i 30 Dollari tonnellata, resa CFR. I metalli e le leghe
vedranno nei prossimi giorni il delinearsi dei listini riferiti ai rottami nelle
rispettive tipologie di prodotti. Il buon livello di contrapposizione che da una
decina di giorni sta vedendo l’Euro rafforzarsi sul Dollaro USD, renderà meno
marcati i recenti incrementi del listino LME, rapportati alla Divisa statunitense.
Le situazioni per le definizioni dei prezzi di alcuni rottami, tra questi
sicuramente quelli che riguarderanno le categorie di Alluminio, si preannunceranno
estremamente contrastate tra commercianti, fonderie e raffinerie.
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LMEX:
London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di
tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index –
Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice
dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice
di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche
europee
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per
il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla
rinfusa e non liquide)
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