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31/01/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

Industriali LME e Leghe

Il listino è ancora molto contrastato, una fase di Borsa che potrà essere superata solo in presenza di un punto di minimo condiviso da tutti i metalli

Acciai

Il mese di gennaio si chiude con dei dati piuttosto deludenti sul versante domanda, timidi segnali di aumenti anche dal comparto dei “piani”

Preziosi

La discesa dei prezzi di Oro e Argento è avvenuta, l’attenzione si sposta su come e quando ricominceranno a risalire

Medicale

La pausa cinese per il Capodanno si percepisce anche sui prezzi dei metalli, Cobalto e Molibdeno condizionati dalla sosta e il Nichel segna il passo

Rottami

La resistenza dei commercianti spinge le acciaierie a rivedere al rialzo i prezzi dei rottami. Il mercato dei “non ferrosi” continua ad essere fermo

Cambi

Le vicende internazionali riportano il Dollaro al centro della scena e l’Euro ritorna ai livelli del Dicembre 2019

Indicatori

I metalli chiudono gennaio con i dati settimanali in ribasso, ma i saldi su base mensile restano positivi

Industrali LME e Leghe

La condanna della “damnatio ad metalla”, rappresentava nel diritto della Roma antica l’espiazione di una colpa dovuta a fatti per cui non era prevista la pena capitale, senza molti giri di parole, lavori forzati presso una cava mineraria. Le analogie con la realtà del momento sono molte, lungi dal considerare l’acquisto di materie prime e semilavorati una coercizione detentiva, ma questa attività risulta essere fonte di tormentata frustrazione, dove la metafora della catena stretta alle caviglie è rappresentata dalle peripezie del listino LME.  I dubbi che accompagnano la decisione nel procedere o meno ad un acquisto di metalli o leghe sono inevitabilmente molti e seppure in modo estremizzato, l’operare una scelta in tal senso rappresenta un verdetto quasi inappellabile, con conseguenze che possono essere dilatate per parecchi mesi sulla redditività dell’Azienda in cui si lavora. Una buona soluzione è quella di dotarsi di strumenti semplici ed affidabili di “market intelligence” che non portino a distorcere la visione complessiva riferita al proprio ambito di relazioni, costituita dai contatti con fornitori e clienti, soppesando così, in modo appropriato, i “rumors” di certa stampa “specializzata” o i prolissi report di molti analisti e trader, ridondanti di variopinti grafici, ma di dubbia efficacia. L’esempio viene proprio dall’ottava appena conclusa, dove la sola analisi, “da punto a punto”, quindi nell’ampiezza temporale delle cinque sedute settimanali, non ha fornito un quadro generale di prospettiva sulle future quotazioni di tutti gli “industriali”. Il Rame, da questo punto di vista, è il metallo che ha privato i suoi utilizzatori dei maggiori punti di riferimento, con una chiusura di ottava in sensibile calo, il 2.5% su base USD 3mesi. Un mese di alti e bassi che ha riportato il “metallo rosso” ai livelli di inizio anno rispetto al valore in Dollari. Un dato che invece ha rappresentato per lo sparuto gruppo di Aziende italiane che adottano una corretta e puntuale azione di hedging, una ricollocazione del prezzo del Rame, pari all’88% del valore medio del mese di gennaio. La “damnatio ad metalla” prevede per questo “industriale” un’ulteriore contrazione del prezzo USD 3mesi, almeno fino a metà settimana. L’Alluminio ha messo in mostra tutto quello che ha riguardato l’evidente limite nel trovare un posizionamento stabile in ambito rialzista e per un periodo che possa andare oltre una singola decade. La tenuta della soglia a 3100 USD 3mesi è sicuramente una collocazione che in prospettiva rappresenterà una costante per il metallo, ma prima di essere raggiunta occorrerà superare un’importante azione di volatilità del prezzo. Il contesto generale LME non risparmia nessuno e così lo Zinco si trova anch’esso a fare i conti con la realtà. La crescita degli ultimi tempi ha portato un’inevitabile massa di denaro sul metallo, la cui concentrazione ha dato enormi benefici in ottica quotazione USD 3mesi. Lo Zinco si trova ora “prigioniero” della situazione venutasi a creare nell’arco dell’ultimo trimestre, pertanto non è da escludere una ricollocazione ribassista della sua quotazione. Il Nichel ha esaurito la fase periodica di ribasso, questo sta a significare che nel contesto di elevata instabilità in cui opera il metallo tutto è pronto per un riposizionamento su valori più alti degli attuali. La quotazione di minimo relativo del Piombo, di prossimo raggiungimento, non sarà altro che il preludio per una rapida ricollocazione del prezzo sui valori medi conosciuti nell’ultimo periodo. L’auspicio nel vedere lo Stagno nuovamente sotto la soglia dei 40mila USD 3mesi non sarà di questi giorni, al contrario, occorrerà domandarsi quale sarà il nuovo limite rialzista del prezzo.

Acciai

L’impressione è quella che le acciaierie italiane non siano più in grado di governare l’andamento dei prezzi dei semilavorati, fenomeno più evidente sui “piani” che sui “lunghi”. La resistenza alla riduzione dei prezzi viene principalmente da due fattori, il primo di natura commerciale, vista la rigidità dei prezzi del CRC e dell’HDG che i produttori del nord-Europa stanno imponendo e per una crescente crisi di reperibilità dei rottami, questo indipendentemente dai prezzi di mercato. La costrizione nel non poter mettere mano ai prezzi dei laminati a caldo e degli zincati, non è di certo un elemento che vada a dispiacere alle acciaierie di casa nostra e soprattutto ai centri di servizio e taglio, le cui scorte di materiale in attesa di lavorazione stanno crescendo settimana dopo settimana, a fronte di una richiesta da parte della committenza sempre più rarefatta. L’evidenza che il margine d’azione risulti imposto alle nostre acciaierie da condizionamenti esterni si denota da come viene invece gestita la base prezzo del laminato a caldo, contesto in cui la quotazione del prodotto Italia è ancora estremamente competitiva rispetto a quella dell’Europa del nord. Il differenziale, va comunque detto, si sta riducendo settimana dopo settimana, mediamente al ritmo del 2% e se ad inizio anno questo valore oscillava tra i 110 ed i 150 Euro/tonnellata, ora è tra gli 80 ed i 110. L’orientamento di mercato per l’HRC è comunque quello di un generalizzato aumento dei prezzi, importante in tal senso è la notizia che giunge dalla Turchia, con il laminato a caldo salito del 6% su base settimanale. La domanda non più solida come qualche settimana fa, inizia ad essere vista con una certa preoccupazione anche dalle acciaierie che producono dalla laminazione delle billette, diminuite sulla piazza italiana di un punto percentuale rispetto al riferimento settimanale precedente. I profili commerciali per carpenteria sono ulteriormente scesi dell’1%, mentre il prezzo Italia del rebar ha subito un ulteriore ritocco, al rialzo, di 20 Euro/tonnellata, ma solo sulla parte “bassa” del prezzo, quella riservata alla clientela primaria, lasciando invariata la gamma “alta” delle quotazioni. È importante rilevare che se a inizio gennaio la forchetta tra i due prezzi del tondino CA si posizionava intorno ai 50 Euro/tonnellata, attualmente non va oltre i 10. I prezzi della vergella sul mercato europeo non hanno riportato variazioni significative, ma sicuramente non passerà inosservato il movimento al rialzo che il pari prodotto turco ha subito la scorsa settimana, con un aumento di 10 Dollari/tonnellata della resa FOB.

Preziosi

Il punto di partenza è stato raggiunto o quasi. Un’affermazione calzante per le quotazioni di Oro e Argento e riferite all’intero mese di gennaio. I due metalli guida del comparto hanno sicuramente manifestato importanti segnali di vitalità nell’arco delle ultime quattro settimane, con progressioni che nella prima parte del periodo avevano quasi dato la convinzione che il peggio fosse ormai alle spalle. Il ridimensionamento che è avvenuto la scorsa ottava, dai toni decisi, obbliga ad una serie di considerazioni su come e quando i due metalli riprenderanno la strada della crescita. L’Oro ha messo in evidenza un’improvvisa debolezza, il cui effetto si è materializzato nello spazio di due sole sedute e con una contrazione totale del 2.8% del riferimento USD/ozt; la medesima escursione che, in positivo, l’Oro aveva raggiunto tra il 7 ed il 26 Gennaio. Una decrescita che pone molti interrogativi sulla direzionalità futura del prezzo in Dollari del metallo, oltretutto fatta registrare all’indomani del suo massimo relativo dal Novembre 2021. La situazione volge verso un sostanziale equilibrio tra domanda ed offerta, cosa che se da un lato esclude un’ulteriore escursione al ribasso del prezzo in Dollari per oncia, dall’altro non lascia intravvedere una crescita strutturata e quindi importante, per l’Oro. La visione d’insieme sull’Argento è invece più delineata, potendo evidenziare una serie elementi di positività che porteranno ad un contesto rialzista per il metallo, questo fin da subito. L’andamento della quotazione sarà comunque caratterizzato da una sinusoide continua, pertanto intercettare le frequenze dei minimi sull’Argento sarà molto importante, soprattutto per il comparto industriale che lo utilizza in grandi quantità. La dipendenza del Platino rispetto alle vicende di Oro ed Argento è un fatto da considerare congenito e l’evidenza si è avuta nei giorni scorsi. La quotazione USD/ozt è ritornata a lambire quota 1000, dopo che per otto sedute consecutive il riferimento si era mantenuto largamente sopra questa soglia. Il comparto speculativo sta seguendo con particolare attenzione le vicende del Platino e questo non è un dettaglio secondario, anche alla luce di un prevedibile ricollocamento del metallo rispetto a valori più alti degli attuali. Il Palladio sta facendo una corsa a sé, priva di ogni controllo e logica, preludio di movimenti imprevedibili e ingovernabili. Il margine di crescita della quotazione in Dollari risulta ancora ampio, questo anche per l’apporto di denaro “lungo” che sta continuando ad affluire in modo significativo e che ha permesso al Palladio di posizionarsi su livelli di prezzo in Dollari per oncia mai più visti dallo scorso settembre.

Medicale

La settimana che ha preceduto il periodo di sosta per la festività del Capodanno cinese ha avuto alcune ripercussioni sul Cobalto, fornendo al mercato segnali alquanto contradittori. La quotazione ufficiale USD su base ottava è cresciuta, come consuetudine negli ultimi tempi, di una frazione di punto percentuale e quello che rappresenta un aspetto non trascurabile è la costante contrazione della progressione settimanale, ora attestata a 0,3. Un avvicinamento allo zero che non rappresenterebbe alcuna sorpresa se finito il periodo di stop per la vacanza cinese il metallo invertisse la sua direzionalità da positiva a negativa. Gli ultimi dati riferiti al mercato dei semilavorati vedono il Cobalto fornire segnali piuttosto contraddittori, con Polvere e Solfato ancora in crescita, rispettivamente dello 0.8 e del 3.3%, mentre il prodotto raffinato ha fatto segnare una perdita nell’ordine del 0.6%. Il Molibdeno, così come il Titanio non hanno variato i riferimenti della scorsa settimana, questo sempre per quanto riguarda i valori in Dollari per chilogrammo. Un contesto che cambia e non di poco, se questi prezzi vengono rapportati all’Euro, per via del sensibile rafforzamento del “biglietto verde”. La correzione al rialzo è risultata in media dell’1.8% rispetto ai valori USD. Il Nichel non smette mai di essere protagonista nelle vicende del comparto delle leghe medicali e se la settimana scorsa risultava determinante per una cospicua crescita dei prezzi, in questa si assisterà all’effetto contrario, per via di una importante riduzione del prezzo LME del metallo, avvenuta la scorsa ottava. Il calo del prezzo USD 3mesi del Nichel è stato dell’8.2%, percepito nel valore in Euro solo per la parte al netto della rivalutazione del Dollaro, ma si tratta pur sempre di una riduzione del 6%. Un aspetto che non deve essere messo in secondo piano è quello della contestualizzazione mensile della fissazione dei prezzi di molte leghe a base di Nichel e che quindi non determinano il valore di adeguamento con cadenza settimanale. Le ferroleghe non hanno mutato gli scenari delineati negli ultimi tempi. La base Cromo è risultata sostanzialmente stabile, mentre quella Tungsteno ha proseguito il trend di crescita, con una correzione dello 0.7% nel riferimento Dollari per chilogrammo.

Rottami

Il braccio di ferro tra commercianti e acciaierie, la scorsa settimana ha fatto segnare un punto a favore dei primi. Non può essere definita una vittoria eclatante, ma è comunque emerso un dato di importanza non secondaria ed è quello che l’azione volta a rimodulare verso il basso i prezzi dei rotami di acciaio, dovrà essere condotta con maggiori attenzioni da parte di acciaierie e mandatarie. Il mese di gennaio ha messo in evidenza un calo significativo dei prezzi delle principali classifiche dei rottami, tanto che l’indice MetalWeek è passato da 456,09 Euro/tonnellata a 426,86 della scorsa settimana. Il dato significativo su cui occorre riflettere è legato al recupero medio dei prezzi, se si considera che il valore riferito alla chiusura settimanale del 21 Gennaio si era attestato a 408,66. È quindi importante rimarcare che più di aumenti si è trattato di ricollocazioni dei prezzi, quantificabili nell’ordine delle 20 Euro/tonnellata per le demolizioni E1 ed E3 e di circa 10 per il lamierino E8. L’incertezza regna sovrana nel comparto dei “non ferrosi”, dove le componenti in gioco sono molte, non ultima la situazione di forte instabilità della Borsa LME. L’altalena dei prezzi dei metalli industriali ha aggiunto un ulteriore elemento di turbativa ad un mercato che da mesi sta vivendo una fase di continua attesa di segnali di stabilità, il tutto poi ricondotto ad un evidente difficoltà da parte di fonderie e raffinerie nell’intercettare ordini dai propri clienti, i quali lamentano dei portafogli ordini sempre più assottigliati. Le incognite del momento si chiamano Rame e Nichel, con il primo produrre dei valori di Borsa estremamente variabili, anche oltre le attese ed il secondo, che tra alti e bassi, sta bloccando il mercato per il fatto che domanda ed offerta non stanno trovando l’incontro sui prezzi dei rottami di inox austenitici. Una parvenza di tranquillità la sta offrendo la componente dei rottami di Alluminio aiutata anche da un prezzo di riferimento LME collocato in un’area di relativa stabilità.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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