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28/02/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

Industriali LME e Leghe

Una settimana carica di tensione, dove i movimenti dei prezzi sono rimasti in un ambito di assoluta normalità

Acciai

I produttori italiani parlano di fermi produttivi che potranno durare anche mesi. Le acciaierie cinesi sono pronte a scongiurare gli inevitabili disguidi

Preziosi

I prezzi in calo di tutti i metalli preziosi, raccontano di una vicenda internazionale dai contorni poco chiari

Medicale

La flessione del prezzo del Nichel, accompagnata dal costante declino del Molibdeno, lascia il solo Cobalto in territorio positivo

Rottami

Una settimana fatta di prezzi in crescita per i rottami di acciaio, nervosismo sui “non ferrosi”

Cambi

La pressione del Dollaro USD rischia di accendere nuovi focolai di inflazione nell’area Euro

Indicatori

I mercati attendono sviluppi sulla crisi ucraina

Industrali LME e Leghe

Gli elementi che determinano la formazione dei prezzi, domanda e offerta, mai come in questi giorni risultano determinanti nella definizione degli stessi. Più che alle voci ed alle illazioni è fondamentale controllare in ogni istante come denaro e lettera siano in grado di convogliare i flussi di liquidità presso la Borsa LME. Non è certo stato facile argomentare per molti analisti una repentina caduta dei prezzi degli industriali tra giovedì e venerdì, l’indice LMEX ha perso lo 0.6%, quando ventiquattro ore prima aveva fatto registrare un incremento pari allo 0.95%. Le Borse, come abbiamo detto più volte, metabolizzano le criticità meglio di qualunque essere umano, anche se si muovono sulle specifiche volontà e competenze delle persone che operano attraverso i sistemi tecnologici di riferimento, il Select nel caso del LME. Le cose viste la scorsa settimana al London Metal Exchange sono state di enorme interesse, dove gli eccessi di denaro accumulati da molti metalli hanno determinato delle autentiche “inversioni ad U”, che hanno lasciato molti operatori letteralmente di stucco, confidenti di un ulteriore rinforzo delle tendenze allo scoppiare delle ostilità tra Russia e Ucraina. Lungi dal formulare analisi geopolitiche, molto probabilmente la chiave di lettura è da ricondursi nella derubricazione di questa crisi, da mondiale a regionale, anche per il rapido evolvere delle vicende belliche tra i due eserciti. La settimana del Rame si è aperta in maniera a dir poco spumeggiante, con il prezzo USD 3mesi in area 10mila, cosa che avrebbe lasciato in molti la consapevolezza di un ulteriore rinforzo allo scoppiare delle ostilità tra Russia e Ucraina, ma all’opposto la situazione del “metallo rosso” è peggiorata, con un deprezzamento su base ottava di un punto percentuale e rispetto all’intervallo tra le sedute del 24 e 25 Febbraio, in negativo dell’1.6%, sempre nei riferimenti USD 3mesi. La situazione del Rame va ora soppesata bene, sicuramente in evidente stato di difficoltà e dove un cambio di tendenza, che nonostante tutto non tarderà ad arrivare, avrà un punto di partenza collocabile ben al di sotto dell’attuale livello di quotazione. La concentrazione di denaro “lungo” da smaltire è anche il problema dell’Alluminio, nonostante il metallo si sia alleggerito di molti Dollari, oltre cento, nell’ultima seduta della scorsa ottava. La progressione del prezzo rimarrà comunque l’effetto caratterizzante della situazione dell’Alluminio per lungo tempo, pertanto la contingenza del momento può essere vista come un’interessante finestra di acquisto. L’evidenza di accumulo di denaro “lungo” si sta manifestando anche sullo Zinco, sebbene la correzione con il segno meno non avrà un decorso veloce e molto dipenderà dal contesto generale di Borsa ed in particolare da come il Rame contrasterà la sua attuale fase di debolezza. La Russia è uno dei più grandi produttori al mondo di Nichel e sicuramente i “venti di guerra” avevano messo in allarme gli utilizzatori di questo metallo. La reazione del Nichel è stata la stessa dei metalli di cui si è parlato finora, con una riduzione del valore USD 3mesi, che mentre sul piano settimanale si è limitata allo 0.2%, ha poi assunto dimensioni importanti nel differenziale negativo tra le ultime due sedute LME della settimana, sfiorando il 4.5%. Una situazione che per il Nichel non potrà durare a lungo e che quindi nel breve ritornerà ad essere rialzista. Il Piombo ha approfittato della tensione del momento per riposizionarsi sui valori alti della media del periodo, una direzionalità che comunque non abbandonerà nel corso di questa settimana. La soglia dei 45mila USD 3mesi è stata infranta dallo Stagno, molto prima del previsto, portandosi quasi a toccare il livello dei 46mila. Lo storno collettivo non ha reso immune questo metallo, con una contrazione sul finale di ottava del 2.4%, immutata resta comunque la direzionalità futura dello Stagno, vale a dire rialzista.

Acciai

I fermi produttivi di molti impianti siderurgici potrebbero diventare il vero problema del 2022. Le acciaierie, in modo arbitrario e per di più improvviso, stanno annunciando lunghe interruzioni produttive a seguito della insostenibilità dei costi legati ad energia elettrica e gas. Al riguardo una domanda viene però spontanea, ma gli acciaieri, soprattutto quelli italiani, sanno dell’esistenza di due figure professionali di rilevanza strategica come il risk manager e l’energy manager, averli avuti in effettivo impiego e non solo nelle caselline degli organigrammi avrebbe evitato prese di posizione così imbarazzanti nei confronti del mercato e dei clienti. Il soccorso, da voci certe e verificate, in caso di “blackout produttivi”, arriverà dalla Cina. Gli elementi ci sono tutti, le acciaierie cinesi stanno perfezionando l’ingresso in grande stile sul mercato italiano, dal differenziale di prezzo, che andrebbe quasi a coprire il pagamento dei dazi “full size” imposti dalla Commissione Europea, all’aspetto, non di certo secondario, della logistica, trasporti marittimi annessi. È certa l’esistenza negli scali cinesi di banchine “fast track” gestite in stretta collaborazione tra il Governo e le autorità portuali per attracchi di navi che presentino delle liste di carico di commodity dove su altri mercati ci sia carenza; i semilavorati di acciaio sono, a pieno titolo, tra queste. Nella quotidianità degli eventi e sempre che ai prezzi, in un prossimo futuro, possano essere anche affiancati i tonnellaggi fisici di semilavorati prodotti, sta pesando in modo determinante il rallentamento della domanda da parte del comparto manifatturiero. In Italia i prezzi dei “piani” hanno fatto segnare una significativa inversione di tendenza, dopo che per circa tre settimane le quotazioni avevano registrato solo degli aumenti. Il laminato a caldo è risultato l’unico allestimento a non subire variazioni, contrariamente al freddo, in calo dell’1% e al galvanizzato a caldo, sceso del 2%. Un approccio differente è stato invece quello dei produttori nordeuropei concentrati su azioni di revisione prezzi in ottica rialzista, con l’HRC in crescita del 2% e l’HDG in aumento di un punto percentuale, stabile invece il CRC. Il settore dei “lunghi” risentirà maggiormente delle tensioni di mercato, sia per i tagli produttivi di cui si è parlato in precedenza, sia per una nuova impennata dei prezzi della billetta, ritornata a salire al ritmo del 3% settimanale. Il rebar Italia si è subito adeguato al trend del semilavorato da laminazione, con una crescita del riferimento base EW di circa 10 Euro/tonnellata, sono invece rimasti invariati i prezzi della barra per carpenteria e della vergella. Un aspetto non di secondaria importanza riguarderà il sensibile aumento della vergella (resa FOB) sulla piazza turca, con adeguamenti nell’ordine tra i 15 ed i 20 Euro per tonnellata.

Preziosi

Il contesto lo imporrebbe, ma la realtà dei fatti differisce in modo evidente. Stiamo parlando di “beni rifugio”, dei quali i metalli preziosi, in particolare l’Oro ed il Dollaro, rappresentano i cardini del sistema. In questi giorni le tensioni sui prezzi dell’Oro e il rafforzamento della Divisa statunitense rispetto alle corrispondenti valute nazionali, tra cui l’Euro, hanno avuto una durata limitata e soprattutto delle escursioni complessive decisamente contenute. Il Dollaro per alcune ore ha varcato, verso il basso, la linea di 1.12, andando a posizionarsi a 1.1106 nei confronti dell’Euro, un cambio che non si vedeva dal Giugno 2019. Una picchiata verso il basso avvenuta in poche ore nel corso della giornata di Giovedì 24, ma che già nella tarda serata del giorno successivo l’Euro correggeva con un recupero dell’1.4%, ricollocandosi intorno a 1.1270. La stessa cosa si può dire per l’Oro; il metallo è passato da un massimo di 1973 USD/ozt di giovedì, a 1877 di venerdì sera, quindi tracciando una parabola ribassista del 5% tra il valore che non si riproponeva più dal Gennaio 2021, ad una quotazione che per l’ultima volta si era vista una decina di giorni fa. Le vicende di Dollaro ed Oro sono avvenute mentre la crisi tra Ucraina e Russia assumeva toni sempre più drammatici, ma che molto probabilmente i mercati stanno considerando ormai come una crisi circoscritta tra questi due Paesi, senza il coinvolgimento diretto di altre potenze militari, a partire dagli USA. La settimana dell’Oro inizierà dunque da un livello di prezzo USD/ozt molto basso, con un inevitabile riposizionamento verso l’alto, dalle entità comunque non rilevanti. Una situazione analoga all’Oro l’ha vissuta l’Argento, con un’escursione su base 48 ore ancora più marcata, il 6%. L’Argento ha chiuso una settimana il cui prezzo USD/ozt è stato oggetto di una situazione speculativa “corta” verificatasi ad inizio settimana, ma poco è valso l’aiuto del “picco emozionale” dovuto al conflitto militare nel cuore dell’Europa. L’aggiustamento ribassista dell’Argento è ancora in atto, il quale proietterà il metallo verso un nuovo minimo del periodo. Il Platino non ha fatto altro che mutuare le situazioni illustrate sugli altri due metalli, sebbene le prospettive di tenuta del prezzo USD/ozt saranno più forti, anche per effetto di un ottimo bilanciamento temporale tra domanda e offerta. I numeri sono stati impressionanti per il Palladio, passato da 2730 Usd/ozt a 2340 in meno di 24 ore, con un decremento di oltre il 14%; da rilevare che il metallo non toccava più certi livelli di prezzo massimo dal mese di Agosto 2021. Una fase di assestamento estremamente marcata per il Palladio, che pone il riposizionamento del prezzo in area 2300 come un valore più che equilibrato nella contingenza del momento.

Medicale

Il rialzo del Cobalto non conosce sosta, anzi da un paio di settimane la progressione di crescita è ripresa con più decisione rispetto ai tempi recenti. Nel corso dell’ultima ottava l’incremento del valore USD di mercato è stato dell’1.3%, mentre i semilavorati del Cobalto come raffinato e solfato, hanno addirittura avuto crescite superiori, rispettivamente l’1.8% e il 2.6, più ridotto l’aumento della polvere, pari allo 0.8%. L’ampiezza di queste progressioni è determinata dal crescente impiego dei prodotti a base di Cobalto da parte del settore industriale cinese. Nella costanza degli incrementi settimanali del Cobalto, all’opposto occorre parlare del decremento del Molibdeno, in ulteriore discesa dello 0.6%, che porta il dato complessivo sul mese di febbraio a meno 4.1%. Le ragioni, inutile dirlo, sono sempre le stesse e devono essere ricercate nella bassa richiesta di Molibdeno da parte del settore siderurgico, cosi come di Titanio. Una situazione che potrebbe ulteriormente peggiorare, dal punto di vista prezzi, se le voci di lunghe interruzioni produttive nel comparto siderurgico dovessero effettivamente esserci. La confusione regna sovrana per quanto riguarda il Nichel, una delle commodity, insieme al gas, più coinvolte nei futuri rapporti tra la comunità internazionale e la Russia. Il calo che ha avuto il Nichel sul finire della scorsa settimana alla Borsa LME, oltre il 4%, lascerebbe intendere che le sanzioni contro il Cremlino non andranno ad incidere sull’uscita di materie prime dalla nazione. La situazione al riguardo resta comunque estremamente fluida, soprattutto in ambito UE dove le indecisioni e le differenti vedute tra i Paesi membri nell’applicazione delle sanzioni alla Russia potrebbero generare molte tensioni sul Nichel. Le ferroleghe nel corso dell’ultima settimana hanno seguito indirizzi contrapposti, con la base Cromo ritornata a crescere in frazione di punto percentuale, lo 0.5 riferito al prezzo in Dollari per libbra, mentre il Tungsteno ha fatto registrare una contrazione vicina all’1% rapportata alla quotazione USD per chilogrammo.

Rottami

Un contesto di mercato già non semplice di suo, è reso ancora più complesso dalle vicende dello scontro militare tra Russia e Ucraina. Il comparto dei ferrosi ha fatto registrare un significativo balzo in avanti dei prezzi, in modo particolare del lamierino E8, cresciuto fino a 15 Euro per il basso Rame in composizione e delle demolizioni, in particolare la E3, che ha riportato un incremento nell’ordine di 10 Euro/tonnellata. Alla luce di queste notizie l’indice MetalWeek, riferito al valore medio settimanale dei prezzi d’acquisto delle acciaierie, è passato da 437.62 a 443.35 Euro/tonnellata. Le notizie fin qui riportate lascerebbero ben sperare, ma purtroppo le cose non stanno di certo andando in una direzione favorevole per il settore dei rottami di acciaio. Il motivo, come già detto ampiamente in precedenza, è quello di una possibile sospensione delle attività produttive in numerose acciaierie per l’insostenibilità dei costi legati ad energia elettrica e gas. L’applicabilità di tale misura da parte del comparto siderurgico, se adottata su larga scala, comporterebbe uno stato di forte criticità, con i commercianti costretti a garantire i ritiri di rottami dai siti industriali di trasformazione dei semilavorati, a fronte di una chiusura pressoché totale dei piazzali delle acciaierie. È quindi inevitabile, per i commercianti, esplorare nuove opportunità di business sui mercati esteri, con i primi riscontri estremamente interessanti. In ambito HMS 1/2 la Turchia e l’India hanno alzato i prezzi resa CFR di circa 10 USD/tonnellata, mentre la Cina è pronta a far sbarcare in Europa un numero considerevole di container da 40ft, indiscrezioni parlano di una prima tranche di 300 unità, da riempire con rottami di differenti classifiche. Sul versante dei “non ferrosi” le cose non stanno andando meglio, con la cronica instabilità dei prezzi di Borsa degli “industriali”. I metalli e quindi leghe e rottami, più coinvolti in questa situazione di incertezza saranno l’Alluminio ed il Nichel, determinante nella definizione dei prezzi degli scarti degli inox austenitici, molto più tranquillo pare il Rame e conseguentemente l’Ottone e il Bronzo.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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