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07/03/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

Industriali LME e Leghe

MetalWeek apre la sua “officina” per verificare quanto i prezzi LME attuali abbiano un effettivo fondamento di mercato

Acciai

Il panico sta prendendo il sopravvento, dopo che guerra e sanzioni hanno messo fuori gioco Ucraina e Russia

Preziosi

L’Oro è l’Argento sono tornati sotto la lente di osservazione del comparto speculativo

Medicale

La possibilità di ridotti approvvigionamenti di Molibdeno e Titanio, smuove al rialzo i prezzi di questi due metalli

Rottami

Un mercato paralizzato dai prezzi eccessivi e dalle richieste di acciaierie, fonderie e raffinerie, prossime allo zero

Cambi

La forza del Dollaro colpisce duramente l’Euro e così le materie prime costano sempre di più

Indicatori

L’esclusione delle rotte del Mar Nero condiziona la crescita dei noli “bulk”

Industrali LME e Leghe

La situazione del momento non permette di fare analisi e previsioni su prezzi e tendenze degli “industriali”, il fattore numerico delle quotazioni deve essere visto sotto un aspetto più tecnico, verificando quanto il peso del denaro, a supporto di questa forte variabilità, acquisirà nel corso di ciascuna seduta futura. Le vie d’uscita da questa situazione sono essenzialmente due: una fortemente auspicabile, la cessazione delle ostilità tra Russia e Ucraina, ma visto il procedere degli eventi, poco probabile; l’altra, meno evidente, ma che ha una forte implicazione economico/finanziaria, è quella su come verranno rimpinguate, in valuta pregiata, le casse del Cremlino e dei suoi oligarchi. La storia è utile per ricordare un avvenimento accaduto al LME oltre vent’anni fa e che potrebbe ripetersi. Nel Novembre del 2001 il colosso minerario statunitense Enron, per salvarsi dalla bancarotta, che poi non evitò, conferì nei magazzini LME tonnellate e tonnellate di Rame per rastrellare la maggior quantità di denaro; tra qualche tempo non una società privata, ma un’intera nazione, la Russia, potrebbe seguire le stesse sorti, anche se le misure di embargo imposte, precluderanno l’utilizzo diretto dello “stock network” del London Metal Exchange alle compagnie minerarie del paese. Il sottosuolo russo è ricco di qualsiasi materia prima, pertanto l’elemento del blocco delle esportazioni è un fattore di elevata turbativa per i mercati, siano esse dovute per una misura di ritorsione da parte della stessa Russia, siano esse causate dall’embargo finanziario imposto dalla comunità internazionale. La gravità del momento impone quindi una visione più particolareggiata, verificando quanto il “numero prezzo”, quello attuale, possa acquisire nuovamente lo status effettivo di “quotazione” e quindi gestibile da un punto di vista economico industriale. L’elaborazione dati da parte di MetalWeek si è sempre basata su indici di attribuzione collegati ai prezzi USD 3mesi, che hanno permesso di mantenere molto alta l’affidabilità dei profili previsionali pubblicati. La correlazione tra indici e prezzo è quindi fondamentale per verificare la sostenibilità di un valore rispetto alle esigenze del mercato, nello specifico la Borsa LME. Gli indici MetalWeek aiutano pertanto ad intercettare i trend previsionali, ma anche a determinare quando un prezzo sia solo un dato numerico o ad esso possa essere attribuito un valore economico e quindi considerarlo oggetto di uno scambio di Borsa sufficientemente sicuro ed economicamente sostenibile per i contraenti. L’attuale indice MW del Rame è pari a 1020 (media ultimi 30 giorni 1001), quindi oltre la soglia di sicurezza, occorrerà verificare se la quotazione LME USD 3 mesi, rimarrà stabile o l’indicatore di riferimento decrescerà in area 1000, a quel punto il valore acquisirà nuovamente lo “status” di prezzo. Al momento l’Alluminio ha un indice MW di 1029 (media ultimi 30 giorni 1005), estremamente lontano per considerarlo come una “quotazione vera”. Lo Zinco ha toccato lo scorso venerdì il valore MW di 1030, quando nell’ultimo mese il dato medio si era attestato vicino alla soglia ottimale dei 1000 punti. Il Nichel è il metallo che sta dando i maggiori segnali di destabilizzazione, con un valore MW di 1042, in questo l’effetto Russia sta giocando un ruolo di non secondaria importanza (media ultimi 30 giorni 1001). Il Piombo è l’unico metallo del listino LME ad avere, al momento, un “prezzo effettivo” con un indice MW a 1002, anche se tendenzialmente in crescita (media ultimi 30 giorni 1001). Lo Stagno non si può considerare fuori da questo contesto, la contropartita MW è pari a 1018, mentre la media dell’ultimo mese si è attestata a 1002 punti MetalWeek.

Acciai

La confusione regna sovrana sull’intero comparto; dalle smentite e contro-smentite di aperture, chiusure e poi riaperture nel giro di qualche giorno, di intere acciaierie, coinvolgendo le sorti di centinaia e centinaia di addetti, agli aumenti “monstre” di molti semilavorati, i cui numeri percentuali di incremento sembrano essere stati estratti dai sacchetti vellutati delle tombole natalizie. La sensazione è quella che ancora una volta gli utilizzatori di semilavorati in acciaio siano costretti a modulare la redditività delle proprie imprese sulle decisioni degli acciaieri, fatte più di “pancia” che di logica. La Russia e l’intero bacino del Mar Nero sono, da sempre, un’enorme zona di influenza e produzione per l’acciaio, soprattutto a livello di base, come bramme e billette, dalle quali si ottengono rispettivamente “piani” e “lunghi” e non essendo più della partita, hanno provocato inevitabili scompensi nelle forniture alle acciaierie di casa nostra. I prezzi italiani dei coils hanno subito una serie di aumenti da “togliere il fiato”, con incrementi settimanali fissati tra il 6 ed il 7% per i laminati a freddo e gli zincati a caldo, fino ad un “mostruoso” 22% per il laminato a caldo. Il dato acquista maggiore significato se si considera che in Cina l’HRC resa FOB, nello stesso intervallo di tempo, ha subito una diminuzione dell’8%. La crisi russo-ucraina rappresenta un fianco scoperto anche per i produttori del nord-Europa, che hanno dovuto rivedere al rialzo gli allestimenti in CRC del 13% e i laminati a caldo, alla stregua di quelli italiani, quindi del 22%.  Lo zincato a caldo ha subito inspiegabilmente un incremento di un solo punto percentuale, che pone il galvanizzato d’oltralpe più basso di oltre 60 Euro/tonnellata rispetto a quello italiano. L’autoproduzione di billette per la laminazione potrebbe diventare un vero “collo di bottiglia” nel panorama produttivo dei “lunghi” in Italia. La ragione di questa criticità avrebbe origine dal differenziale, sempre più accentuato tra i prezzi dei rottami in acquisto e dei semilavorati in vendita, leggi billette. Alla fine della scorsa settimana, a fronte di un aumento medio dei prezzi dei rottami di circa 10 Euro/tonnellata, il prodotto per la laminazione dei “lunghi” è cresciuto di 30. L’incremento del valore billetta ha dato pertanto il via ad una serie consistente di aumenti sui semilavorati di diretta derivazione, come la barra per carpenteria ed il rebar, aumentati entrambi di 50 Euro/tonnellata. Il prezzo della vergella in Europa ha subito un aumento percentuale a due cifre, il 16% e questo ha significato un incremento di oltre 130 Euro/tonnellata per la resa EW. L’aumento del pari prodotto in Turchia ha sfiorato i 100 Dollari per tonnellata resa FOB, ma in questo caso le acciaierie stanno pagando il rottame HMS 1/2 sul mercato locale fino a 110 USD in più rispetto alla settimana precedente.

Preziosi

Il comparto speculativo-finanziario riscopre l’Oro e gli altri metalli preziosi, dopo un lungo periodo di riflettori spenti. L’Oro ha riguadagnato la ribalta dopo la presa d’atto che le tensioni internazionali dovute al conflitto tra Russia e Ucraina più che stemperarsi si stanno acuendo. Il “bene rifugio” per eccellenza sta, con il passare del tempo dal fatidico 24 Febbraio, guadagnando “popolarità” tra gli investitori, soprattutto di metallo “fisico”, alla stregua di un Dollaro USD, che seppure in continuo rafforzamento da due settimane a questa parte, vede il suo limite quanto Divisa nazionale e soggetto all’instabilità dei cambi, soprattutto in un contesto di mercato parallelo o per dirla in modo più schietto, nero. La statistica settimanale ha premiato l’Oro con un incremento del prezzo USD/ozt del 3.5%, un risultato di tutto rispetto che riporta il metallo oltre che ai livelli massimi del 2022, alla riproposizione del valore in Dollari per oncia che mancava dal mese di Gennaio 2021. Una soglia notevole, ma che a breve potrà mostrare il suo limite nella più che lecita azione di smobilizzo alla quale molti investitori potrebbero dare seguito, visto l’importante valore raggiunto dall’Oro. L’Argento ha seguito pedissequamente la traccia dell’Oro, chiudendo un’ottava molto positiva e incrementando il valore di riferimento USD/ozt di quasi il 6%, riproponendosi sopra soglia 25 Dollari a distanza di dieci giorni. La propensione rialzista dell’Argento resta forte, pertanto gli attuali riferimenti potrebbero facilmente essere lasciati alle spalle, puntando a dei livelli di prezzo che per l’ultima volta si sono visti nello scorso mese di luglio. Il Platino “sta facendo il suo”, la previsione di crescita settimanale è stata forte, terminando l’ottava con un incremento del prezzo USD/ozt del 5%, anche se gli elementi di un ulteriore rinforzo stanno venendo meno. Il comparto industriale è molto preoccupato su quello che farà il Palladio, ora che le politiche “green”, improvvisamente, non sono più il mantra di molti governi e quindi i combustibili fossili, come carbone e soprattutto petrolio, stanno ritornando in auge. Un rilancio della mobilità “ibrida” per le autovetture, vedrebbe il Palladio fortemente coinvolto, tanto che la quotazione USD/ozt ha già fornito uno straordinario indirizzo di crescita del 20% su base settimanale.

Medicale

Il comparto dei metalli e leghe per usi medicali non può essere indenne dai condizionamenti di questo momento. La ormai consueta progressione settimanale del Cobalto ha prodotto un ulteriore incremento del 2.4% per il riferimento USD di mercato. Una situazione sorprendentemente fluida è risultata invece quella delle variazioni dei prezzi dei semilavorati, con il solo solfato seguire la crescita rilevata dalla commodity di Borsa, fa invece riflettere, anche in ottica previsionale per il Cobalto, la fase di sensibile rallentamento della progressione del raffinato, che non ha superato lo 0.4% e la polvere, ferma al prezzo della settimana precedente. L’ipotetica carenza di tonnellaggi, causati dalla guerra tra Ucraina e Russia, ha smosso e non di poco, le quotazioni del Molibdeno, con più 3% nel riferimento USD di mercato e del 34% per il Titanio, quest’ultima una situazione di forte “incoerenza”, dettata soprattutto da chi detiene a terra scorte di metallo invendute da mesi e che sta facendo pressione sugli utilizzatori del comparto siderurgico per garantirsi la fornitura di questo elemento di lega. Un azzardo per chi detiene Titanio, vista anche la situazione non certo rosea sulle previsioni di vendita delle acciaierie italiane ed europee. Il Nichel, come già detto precedentemente, non ha un prezzo, ma solo un “numero” ad esso correlato; ora occorrerà verificare se la Borsa LME sarà in grado di riportare il metallo, seduta dopo seduta, in un ambito di sostenibilità della quotazione USD 3mesi. Le ferroleghe, da sempre molto liquide negli scambi, hanno fatto un ulteriore balzo in avanti rispetto alle quotazioni della scorsa ottava, pur rimanendo all’interno di intervalli incrementali già visti di recente. La base Cromo è cresciuta dello 0.6% nel riferimento Dollari per libbra, mentre il Tungsteno è risultato in salita del 3.4% nel dato USD per chilogrammo, un valore importante, ma che va a compensare il decremento accumulato nei quindici giorni precedenti.

Rottami

Le cose da dire sono poche, così come le quantità che “girano” nel mercato, indipendentemente che si parli di ferrosi o non ferrosi. Il dubbio che sta attanagliando acciaierie, fonderie e raffinerie è quello su come muoversi in un contesto così incerto e inesplorato, dove il rischio di rimanere senza materia prima non è dato dalla mancanza di lotti in vendita da parte dei commercianti, ma dal non accettare i prezzi da loro proposti. Il deprezzamento dell’Euro nei confronti del Dollaro USD sta ulteriormente aggravando una situazione già carica di tensione o per meglio dire di disorientamento, con un apprezzamento del “biglietto verde” del 2.4% su base settimanale rispetto alla Divisa europea. Gli incrementi dei “lowest” LME-Euro/tonnellata, determinanti per la definizione dei prezzi dei rottami di metalli e leghe, sono impressionanti, in soli otto giorni il Rame è passato da 8650 a 9450, l’Alluminio da 2850 a 3250, lo Zinco da 3050 a 3250 ed il Nichel addirittura da 21000 a 25700, elemento fondamentale per la fissazione del punto metallo per gli sfridi di inox austenitici. Una situazione generalizzata che ha determinato l’improvviso incremento delle quotazioni di tutti i lotti “a terra” presso i commercianti e che fonderie e raffinerie hanno utilizzato immediatamente come parametro di riferimento per stabilire i nuovi prezzi di vendita dei semilavorati, indipendentemente dagli acquisti di rottami effettuati. La matassa è ancora più intricata nel comparto dei ferrosi, dove acciaierie e mandatarie hanno lanciato timidi segnali di apertura sul mercato italiano, con incrementi, a seconda delle classifiche, oscillanti tra i 5 ed i 15 Euro settimanali. L’evidenza si è avuta anche da un discreto riposizionamento dell’indice MetalWeek, passato da 443.35 a 451.47 Euro/tonnellata. Gli incrementi di prezzo registrati sul mercato italiano dei rottami di acciaio, restano comunque poca cosa se paragonati alle crescite settimanali dell’HMS 1/2 (CFR) sulla piazza turca, più 110 USD/tonnellata e dell’HMS 80:20 indiano, sempre resa CFR, cresciuto mediamente di 40 Dollari/tonnellata.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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