Vuoi ricevere quotidianamente aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai? Accedi a MetalWeek™OLTRE: la piattaforma che ti permette di ottimizzare le tue strategie di acquisto grazie a dati e tabelle interattive e il nuovo REAL TIME.

Richiedi una prova, le prime due settimane sono gratuite.

RICHIEDI LA PROVA GRATUITA

14/03/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

Industriali LME e Leghe

I nuovi equilibri di Borsa generati dal momentaneo “delisting” del Nichel

Acciai

La scelta di molte acciaierie di fermare gli impianti o di ridurre la capacità produttiva, potrebbe rappresentare un tunnel senza via d’uscita

Preziosi

Una settimana da protagonista per l’Oro, ritornato ad essere visto come “bene rifugio” ideale, ma al metallo si sta preferendo il Dollaro

Medicale

La carenza di materie prime sul mercato sta generando una serie di aumenti di difficile gestione da parte degli utilizzatori

Rottami

I valori dei rottami di acciaio crescono nonostante gli annunci di chiusura di molti impianti fusori. L’attesa di prezzi migliori blocca ancora il settore dei “non ferrosi”

Cambi

La guerra russo - ucraina, conferma la centralità del Dollaro rispetto a tutte le altre valute

Indicatori

La crescita bilanciata degli indici legati ai metalli è un dato da valutare positivamente in ottica futura

Industrali LME e Leghe

Una terapia d’urto necessaria, quella della sospensione del Nichel dal listino del London Metal Exchange. Il “delisting” del metallo potrebbe rappresentare la conclusione di un ciclo fatto di “magheggi” e di finanza creativa orchestrati da società di brocheraggio la cui contiguità con il mondo industriale era la sola ricerca di extra-profitti e non il controllo delle dinamiche di mercato dei prezzi delle materie prime da impiegare nei processi di produzione.

La sospensione del prezzo del Nichel non è quindi da considerare un evento disastroso, ma anzi una circostanza fortuita o fortunosa, qualsivoglia accezione; usando una metafora, è stato come aver arrestato la marcia di un treno in piena velocità ad un centimetro da un dirupo, accorgendosi che il ponte che avrebbe dovuto percorrere, era solo nell’immaginario collettivo. La repentina salita del prezzo del Nichel è stata quindi una concatenazione di eventi e di gravi negligenze nei controlli contabili che regolano il funzionamento dell’intero LME. All’indomani di questo evento, che ha avuto un solo precedente nel 1985 con lo Stagno, è stato interessante osservare sugli “industriali” il massiccio ritorno del “contango” su un gran numero di scadenze e sulle posizioni ancora in “backwardation”, una drastica riduzione delle entità di correzione. I prezzi dei metalli, sia ben inteso, continueranno a rimanere alti e ai massimi relativi del periodo, ma sono tornati ad essere regolamentati dai loro “fattori di governo”, la domanda e l’offerta. La possibilità di ragionare nuovamente sulle dinamiche delle quotazioni in un ambito più diretto e semplificato sarà sicuramente, come si dice in alcune parti d’Italia, “tanta roba”. Il Rame non abbandonerà quota 10mila USD 3mesi molto facilmente, anzi per molto tempo questo valore rappresenterà la sua soglia minima. L’Alluminio non ha visto crollare la sua quotazione, semplicemente ha ritrovato un prezzo di riferimento attendibile su cui poter lavorare. Il dato attuale rappresenta comunque un limite minimo della scadenza 3mesi, pertanto il prezzo dell’Alluminio sarà destinato a crescere. Una situazione analoga per lo Zinco, che deve fare i conti con un momento di minimo del periodo. Il Piombo è salito di valore per via di un contesto generalizzato, in ambito LME, di forti rialzi e anche per questo metallo la quotazione attuale non è altro che la collocazione di un minimo relativo. Lo Stagno è la rappresentazione simbolo di quello che è accaduto al Nichel. La vicenda del “delisting” ha segnato molto chi negli ultimi due anni ha operato indisturbato sullo Stagno, avendo soldi relativamente facili per i finanziamenti dei “margin call”, ottenuti da molti soggetti finanziari più o meno vicini alla Borsa LME. La chiusura “obtorto collo” delle posizioni debitorie, ha avuto come effetto una sensibile contrazione del prezzo dello Stagno, con la quotazione LME 3mesi ritornata ai livelli di inizio anno, una “finestra” di opportunità per chi utilizza questo metallo nei propri processi produttivi. Il Nichel è stato volutamente lasciato per ultimo, non per mancanza di informazioni sui prezzi, è vero quello LME al momento non è disponibile, ma il metallo tra gli operatori viene comunque scambiato, seppure con molte difficoltà mancando un punto di riferimento certo e quindi “attendibile”. La quotazione attuale del Nichel si aggira intorno ai 51mila Dollari/tonnellata, un valore decisamente alto, ma che nel 2007 rappresentava la normalità.

Acciai

La doppia cifra è la costante degli aumenti settimanali di “piani” e “lunghi” su tutti i mercati europei. La progressione, causata da innumerevoli fattori, primo fra tutti il contrasto all’aumento dei costi energetici di luce e gas, sta facendo propendere le acciaierie, soprattutto italiane, ad una ricollocazione dei turni di lavoro nelle ore notturne o nei fine settimana, quando, nella sola teoria, i costi di erogazione dell’energia elettrica dovrebbero essere più contenuti. Le chiusure totali degli impianti si stanno comunque allargando a macchia d’olio, sia per le problematiche legate all’energia, sia per la mancanza di forniture, soprattutto dalla zona del Mar Nero. Una situazione resa ancora più difficile dalle notizie che stanno giungendo dalla Cina, che oltre a tenere estremamente contenuti gli adeguamenti settimanali dei prodotti siderurgici tra l’uno ed i quattro punti percentuali, è ormai pronta a consegnare le commodity di cui l’Europa è affamata, in primis l’acciaio, con la modalità del “fast track”, con l’attracco delle navi nei porti del Vecchio Continente dopo aver mollato gli ormeggi solo trenta giorni prima da quelli cinesi e con stallie prossime allo zero. Una situazione che viene ancora presa sottogamba dalle acciaierie italiane e nord-europee, che preferiscono fare pressione sul mercato proponendo adeguamenti sempre più paradossali, facendo leva su probabili ammanchi di semilavorati, visti i ridotti “output” dai loro impianti. La sintesi di questa nuova campagna di aumenti, superando così i picchi storici del Luglio 2021, sta rendendo omogenee le entità delle variazioni percentuali dei “piani” sopra e sotto le Alpi, con una sola differenziazione per il laminato a freddo. Il CRC è aumentato del 14% in Italia, mentre nel nord-Europa il pari allestimento si è fermato al 9, permettendo di avere un vantaggio di circa 30 Euro/tonnellata EW, rispetto a quello prodotto a casa nostra. Le unità d’intenti si hanno invece sul galvanizzato a caldo, e sull’HRC, tutti in crescita dell’11%, ma è doveroso sottolineare che il laminato a caldo Italia ha ancora uno spunto competitivo di circa 70 Euro/tonnellata rispetto a quello prodotto oltralpe. La situazione è più grave per quanto riguarda i “lunghi” con aumenti percentuali molto più marcati, a fronte di una sempre più evidente difficoltà nel reperimento di billette da laminazione, questo perché le maggiori problematiche nella gestione della componente energia vengono proprio dai siti produttivi che realizzano questi semilavorati di base. La crescita della barra per carpenteria è stata del 14%, mentre quella del rebar Italia del 13%, portando la quotazione del tondino CA, poco sotto i mille Euro/tonnellata, un semplice “numero”, più che un “prezzo”. L’unico distinguo si ha sul valore della vergella prodotta in Europa, adeguata al rialzo del 6% settimanale, ma che porta l’ammontare complessivo dell’aumento sul mese in corso a più 200 Euro/tonnellata EW ed una quotazione di base mai vista prima.

Preziosi

Al crescere della tensione della crisi russo-ucraina, in molti hanno visto l’Oro come unica soluzione di momentanea allocazione delle proprie masse monetarie. Gli effetti si sono visti e anche in modo evidente, con la quotazione Dollari per oncia dell’Oro avviata a replicare i valori registrati nell’Agosto 2020. Un dato significativo quello del mancato “aggancio” alle quotazioni dell’estate di quasi due anni fa e che rende evidente di quanta poca liquidità effettiva sia presente sui mercati. La spinta al rialzo della settimana scorsa non è quindi stata una corsa alla ricerca di “metallo fisico”, ma una vera e propria scelta di opportunità, per non dire di scaltrezza usata da molti investitori che hanno visto nella drammaticità di questo momento l’opportunità di fare cassa, comprando e poi vendendo rapidamente posizioni a livello di “futures” sull’Oro. La quotazione del metallo, sia chiaro, resta pur sempre alta e in area duemila USD/ozt, ma la flessione su base settimanale del 4% resta un dato da non sottovalutare. Una fase di momentanea debolezza dell’Oro che potrebbe essere acuita da un eccesso di smobilizzo di posizioni “lunghe”, aperte nei mesi scorsi, anche se il “sentiment” non è certo ribassista. La situazione dell’Argento risulta più fluida e per certi versi articolata. Il metallo dopo le puntate vicine alla soglia dei 27 Dollari per oncia, ha subito un importante riposizionamento verso il basso, riportando l’Argento ad una più ben nota linea di prezzo collocata nell’intervallo tra i 25 ed i 26 USD/ozt. La direzionalità verso il basso della quotazione di riferimento è più che un’eventualità, ma non sarà di entità rilevante. Il Platino riserverà sorprese interessanti per chi ha avuto la fermezza di non chiudere frettolosamente le posizioni “lunghe” ed un buon supporto alla crescita del prezzo USD/ozt verrà dato, strada facendo, da nuove aperture sul metallo in ottica rialzista. La logica, nella lettura dei dati settimanali del Palladio, direbbe che il metallo ritornerà nuovamente a crescere, dopo che nel corso dell’ultima ottava ha accumulato una perdita del 18.5% rispetto alla quotazione USD/ozt. La collocazione attuale del prezzo è nella media dei valori registrati a fine febbraio, momento che rappresenta la miglior performance del Palladio degli ultimi sei mesi.

Medicale

Il comparto evidenzia, più di ogni altro settore, la propria criticità nella reperibilità delle materie prime di base, ora ancora più forte dopo le vicende del Nichel alla Borsa LME. Un contesto molto particolare quello dell’evolversi della vicenda dei metalli e delle leghe medicali, che intreccia le criticità di molti settori di produzione, primo fra tutti quello siderurgico. Le cose non stanno cambiando per il Cobalto, che visti gli eventi che stanno toccando il mondo delle commodity, ha prodotto un allungo del 4,3% della quotazione settimanale USD. Una situazione percepita solo parzialmente sul principale mercato di trasformazione del Cobalto, vale a dire quello cinese, con incrementi settimanali più limitati, il 2% rispettivamente per raffinato e polvere e l’1,3 per il solfato. Le maggiori criticità, come accennato in precedenza, si evidenziano soprattutto nei canali distributivi delle materie prime necessarie per la produzione delle leghe a base Nichel. Il metallo momentaneamente fuori dal listino LME, non ha una riconducibilità di quotazione tale da far percepire, a chi vende e a chi compra, la reale collocazione dei prezzi di semilavorati e rottami, nonostante gli stock non siano affatto oggetto di “shortage”, anche se le sanzioni adottate verso la Russia qualche problema in futuro lo daranno. Una situazione simile è quella che sta avvenendo con Molibdeno e Titanio, due metalli che fino allo scoppio della guerra non avevano un grosso seguito di richiesta da parte del comparto siderurgico. La domanda continua a rimanere debole su queste due materie prime, ma chi le ha a magazzino le sta proponendo in vendita a prezzi sempre più alti, pur non marginando nulla per la quasi assenza di richieste; rispetto ad otto giorni fa il Molibdeno è cresciuto del 4,7% ed il Titanio addirittura del 21%, entrambi nel riferimento in Dollari USD. La stessa visione di mercato sta coinvolgendo le ferroleghe, visto che molto spesso coloro che operano su Cromo e Tungsteno allargano il campo d’azione su Molibdeno e Titanio. La settimana scorsa la base Cromo ha fatto registrare un amento del 18% sul prezzo in Dollari per libbra, mentre l’incremento del Tungsteno è stato del 13% riferito al valore USD per chilogrammo.

Rottami

I prezzi dei rottami di acciaio hanno subito degli aumenti, ma poca cosa nei confronti degli adeguamenti che le acciaierie italiane hanno imposto agli utilizzatori di semilavorati. La cosa rasenta la “beffa” se si considera che la classifica E8, quella del lamierino e che interessa gran parte del comparto industriale, negli ultimi giorni non ha riportato nessun adeguamento al rialzo, mentre le demolizioni E1 ed E3 hanno beneficiato di un aggiustamento ridotto, tra i 5 e i 10 Euro/tonnellata. La “premialità”, accezione generosa rispetto al contesto attuale, è stata riservata ai soli rottami che subiscono delle lavorazioni nel dopo raccolta presso i mulini di frantumazione che hanno i commercianti più grandi e attrezzati a questa trasformazione, una variazione per l’E40 che comunque non è andata oltre i 45 Euro/tonnellata e nulla di più per parlare del panorama italiano dei rottami ferrosi. Nel paragone con le piazze di prossimità nord-europee, i prezzi di casa nostra non reggono il confronto, in Germania le demolizioni sono state pagate mediamente 70 Euro/tonnellata in più rispetto alla settimana precedente, per non parlare del rottame HMS 1/2 consegnato su gomma o ferrovia, tra Francia e Belgio, salito fino a 80 Euro. I piccoli progressi sui prezzi del mercato italiano dei rottami, sono comunque stati rilevati dall’indicatore MetalWeek, passato da 483.05 a 490.05 Euro/tonnellata. Le fonderie e le raffinerie sono passate dall’attendere il passaggio della bufera sui “non ferrosi” della settimana scorsa alla speranza che il forte arretramento avvenuto durante l’ottava appena conclusa possa rappresentare il preambolo di un nuovo periodo di ribassi per i prezzi di metalli e leghe. Una situazione che difficilmente potrà manifestarsi a breve, nonostante la domanda di rottami sia ancora destinata a calare in modo vistoso nelle settimane e mesi a venire. L’incognita Nichel sta giocando un ruolo non secondario anche nel comparto dei rottami, dove la mancanza del riferimento LME, priva i commercianti di una base di elaborazione dei prezzi sia in acquisto, sia in vendita, con i lotti di inox austenitico giacenti nei “piazzali”, spettatori inermi di questo assurdo momento.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

RICHIEDI LA PROVA GRATUITA

Vorresti ottimizzare le tue strategie di acquisto metalli?

Grazie ad un costante monitoraggio dei principali mercati, i professionisti founder di Metalweek possono offrirti una consulenza ad hoc sulla base delle tue esigenze reali, aiutandoti a raggiungere una maggiore efficienza ed un rafforzamento del tuo potere contrattuale.

Parti con il piede giusto: prenota una consulenza con i professionisti di Metalweek

RICHIEDI UN APPUNTAMENTO
*in alternativa invia una mail a: info@metalweek.it

Segui tutte le nostre novità

 

Copyright © 2022 - Kairos Management s.r.l. · all rights reserved

%Csa:nominative% - %Csa:ivaFCode% - %Csa:address% - %Csa:city% - %Csa:cap% - %Csa:province% - %Csa:country% - %Csa:email% - %Csa:telephone%
Clicca qui per annullare la sottoscrizione