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04/04/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

Industriali LME e Leghe

Gli utilizzatori di metalli e leghe devono cambiare il modo di gestire i dati del listino LME, il caso dello Zinco

Acciai

I “piani” arrestano la salita, mentre tra i “lunghi” il rebar fa registrare un nuovo prezzo record

Preziosi

Una settimana di valori altalenanti, ma con spazi di oscillazione molto ristretti

Medicale

Le notizie sono sempre le stesse, le materie prime non mancano, ma i prezzi continuano a crescere

Rottami

Una fase di studio per l’intero settore

Cambi

L’Euro ha tentato il recupero sul Dollaro, ma le vicende sul gas da pagare in Rubli hanno rallentato l’azione

Indicatori

Gli indici risentono di una situazione economica incerta, i noli “bulk” sono in forte calo

Industrali LME e Leghe

I due anni di pandemia non sono stati sufficienti per far prendere coscienza agli utilizzatori di metalli e leghe, ovvero il comparto industriale che trasforma i semilavorati in prodotti finiti, che il solco che li separa dai propri fornitori si è allargato a dismisura. Una fase nuova e senza soluzione di continuità si è affacciata sul mercato e per di più con risvolti che nessuno sarà in grado di prevedere in termini di tempo e cosa ancora più importante, quale epilogo avrà l’invasione russa dell’Ucraina. L’evidenza che quella parte d’Europa, ora coinvolta in una guerra, rappresentasse un’inesauribile fonte di approvvigionamento di materie prime e prodotti semilavorati per il mercato dell’Unione Europea, data in certi versi quasi per scontata prima del conflitto, inizia a pesare in modo insostenibile sulle catene di fornitura. Dalle difficoltà nascono sempre delle opportunità, almeno per chi le vuole cogliere, ma in un questo caso l’obbligo di trovarle è imprescindibile per la sopravvivenza di ciascuna Impresa. La soluzione è davanti agli occhi di tutti e non occorre sconvolgere assetti aziendali o sostenere ingenti somme di denaro per attuarla, si tratta, in sintesi, di integrare la funzionalità delle Borse merci, come il London Metal Exchange, ai processi decisionali degli acquisti di metalli e leghe. Un caso su tutti lo Zinco, dall’inizio dell’anno questo metallo, rispetto al dato USD 3mesi, è cresciuto del 17%, prevedibile o meno, questa impennata di prezzo ha in buona parte correlazioni con quello che sta avvenendo tra Russia e Unione Europea, nell’intricata questione delle sanzioni economiche. La storia ci insegna che quando i prezzi crescono così rapidamente, come nel caso dello Zinco, la disponibilità sul mercato si riduce in modo più che proporzionale, fomentando una spirale “inflattiva” dal decorso incontrollabile. La domanda che ciascun imprenditore dovrebbe porsi è una soltanto ed è la seguente: “i miei concorrenti stanno già adottando delle misure di contenimento sull’aumento dei prezzi?” La risposta è: certamente sì e come avviene sempre nei cambiamenti importanti, la soluzione è lineare e davanti agli occhi di tutti, per meglio dire sugli schermi degli smartphone, attraverso la consultazione dei prezzi di Borsa. Nel tempo di poter metabolizzare questo fondamentale concetto di correlazione tra la quotazione di mercato ed il prezzo del “fisico” è opportuno verificare le effettive variazioni degli “industriali” alla Borsa LME. Il Rame sta attraversando una fase di relativa stabilità, seppure su livelli alti di prezzo, lo sviluppo nei prossimi giorni sarà ancora quello visto nelle sedute della settimana scorsa e quindi senza eclatanti oscillazioni del valore USD 3mesi. L’Alluminio negli ultimi tempi ha messo in evidenza un discreto bilanciamento tra la domanda e l’offerta nella definizione del prezzo LME. L’attuale valore è certamente un punto di partenza per una nuova fase di aumento della quotazione del metallo. La vicenda della costante crescita del prezzo USD 3mesi dello Zinco, sta assumendo delle dimensioni dal non facile controllo, polverizzando il precedente massimo del Gennaio 2018. La spinta rialzista non è ancora terminata per lo Zinco, anche per il fatto che il denaro che sta ruotando intorno a questo metallo è ben al di sotto dei limiti di guardia. Il Nichel, sempre con grande fatica, sta cercando di trovare una sua dimensione reale di prezzo nel contesto del listino LME. L’idea che sta emergendo è quella di un prezzo “artificiosamente” mantenuto ai livelli attuali e quindi con un valore intrinseco decisamente più alto del riferimento espresso in Borsa. Il Piombo sta stazionando su una linea di prezzo non più sostenibile in termini di rialzo, visti anche gli sviluppi degli ultimi tempi. Lo Stagno ha archiviato un finale di settimana decisamente interessante e su questa spinta positiva potrà esprimere una sequenza di prezzi in costante crescita.

Acciai

L’eccesso di notizie non è un buon segnale, così come la loro mancanza. La settimana degli acciai è stata caratterizzata da una rarefatta serie di informazioni trapelate dalle acciaierie e in modo particolare da quelle di casa nostra. Il comparto siderurgico italiano dovrà dare ampie argomentazioni alla propria clientela che la folle corsa al rialzo dei prezzi sia stata supportata da un’adeguata visione strategica del mercato continentale dell’acciaio, adesso che Russia e Bielorussia, per via delle sanzioni e Ucraina, per le devastazioni dei bombardamenti, per lungo tempo non saranno più in grado di fare “da sponda” all’output nostrano. Il rallentamento della crescita dei prezzi, in particolare dei “piani”, lascia intendere che le acciaierie italiane dovranno rimboccarsi le maniche in ambito produttivo e soprattutto mettere molto “mestiere” in ambito commerciale, ora che in molti casi il differenziale tra i prezzi italiani e del “far East” ha superato la soglia di attenzione del 25%. La normalizzazione dei flussi marittimi, che si sta riscontrando settimana dopo settimana è un ulteriore elemento da non sottovalutare per il comparto siderurgico italiano ed europeo. Un’evidenza che il settore dei “piani” sta iniziando a percepire, tanto che, a distanza di sei settimane, il prezzo dei laminati a freddo in Italia e nel nord-Europa non ha subito variazioni, così come lo zincato a caldo sulla piazza italiana, da rilevare invece un inaspettato adeguamento al ribasso di circa 50 Euro/tonnellata per l’HDG in Germania e Austria. La fase di aumento sta proseguendo per il laminato a caldo italiano, cresciuto del 2%, mentre la risposta nordeuropea è stata quella di mantenere invariato il prezzo dell’HRC. La sicurezza di non avere situazioni di concorrenza nell’immediato sta spingendo i produttori dei “lunghi” a non prendere in seria considerazione la competitività dei prezzi asiatici, soprattutto del rebar. Le acciaierie italiane hanno corretto il rialzo di ulteriori 50 Euro/tonnellata il prezzo EW del tondino per CA, che porta quasi ad essere il doppio del pari prodotto venduto in Cina, sempre franco partenza produttore. I profili per carpenteria seguono l’aumento percentuale della billetta, cresciuta del 6%, mentre la vergella, per la terza settimana consecutiva, non ha riportato variazioni sulla piazza dell’Europa occidentale.

Preziosi

Una situazione di relativa stabilità è quella che ha contraddistinto la settimana dei metalli preziosi. Le variazioni delle quotazioni USD/ozt sono state decisamente contenute, sia in termini di valori assoluti, sia in termini di indicazioni di tendenze, soprattutto di medio periodo. Le aspettative sull’Oro erano legate alle mosse che la Russia avrebbe potuto mettere in atto per la difesa del valore del Rublo, ma la sola pressione sulle modalità di pagamento delle forniture di Gas verso l’Unione Europea ha sortito l’effetto voluto dal Cremlino, senza quindi dover mettere mano alle riserve auree della Banca Centrale russa. L’Oro non essendo più al centro degli equilibri valutari si è potuto permettere di fare la sua corsa o per meglio dire, continuare la fase di “basso profilo”, questo per la terza ottava consecutiva. I piatti della bilancia, composti dai volumi di acquisto e di vendita, hanno ricevuto gli stessi pesi, un gioco di equilibrio di valori che ha del sorprendente nonostante il periodo che stiamo vivendo e che la dice lunga su quanto ormai l’Oro non sia più nei “radar” degli investitori. La vivacità è migrata dall’Oro all’Argento, sebbene anche questo metallo nella settimana appena trascorsa non ha lasciato nessuno con il fiato sospeso, ma è comunque opportuno spendere qualche parola in più su questo metallo. Il prezzo USD/ozt si è contratto su base ottava di circa due punti percentuali, un risultato non certo di importanza secondaria e che nasconde un altro elemento su cui occorre riflettere, quello del calo di denaro affluito sull’Argento. È questo un fattore da approfondire, in ragione del fatto che per la seconda volta, a distanza di venti giorni, l’Argento è ritornato a popolare un’area del grafico considerata di minimo relativo del periodo. Il Platino ha sofferto la mancanza di indirizzo da parte dell’Oro il cui effetto è stato quello di un ridimensionamento del valore del metallo al di sotto della soglia dei mille Dollari per oncia, cosa che si era più verificata dallo scorso gennaio.  Le aspettative sul Platino non sono rilevanti, pertanto la linea a ridosso di quota mille sarà una costante per tutta questa settimana. La discesa del prezzo USD/ozt del Palladio è proseguita in modo graduale per tutta l’ottava, una situazione di indirizzo che potrebbe assumere un’importanza più significativa ora che il comparto speculativo-finanziario, visto il perdurare del prezzo debole, ha fatto intravvedere la possibilità di operazioni “corte” sul metallo, fenomeno che innescherà anche una fase di volatilità ribassista.

Medicale

La rendita di posizione potrebbe essere il vero tallone d’Achille per l’intero comparto. I prezzi continuano a crescere in misura considerevole su alcune tipologie di prodotti, soprattutto per difficoltà presunte di acquisizioni future. È il caso della ferrolega a base di Titanio, che continua in modo incessante a crescere, nella scorsa settimana l’incremento è stato del 2.5%, poca cosa rispetto alle variazioni precedenti. Un fenomeno questo, che è tipico di coloro che detengono materie prime definite di nicchia, i quali determinano i prezzi più per intuito, che sulla base delle reali situazioni dei mercati su scala globale. I prezzi crescono al crescere delle richieste, come è ovvio che sia, ma lo spettro di un flusso mancante di approvvigionamenti ha permesso al prezzo del ferro-Titanio, pressoché immobile tra Agosto 2021 e Febbraio 2022, di crescere del 140% nel solo mese di marzo, senza che si siano rilevati movimenti importanti di merce in uscita dai siti di stoccaggio di questo importante materiale da correzione. Una cosa analoga si è vista con il ferro-Cromo, sebbene questa commodity abbia registrato nel corso del 2021 un apprezzamento di valore dell’80% circa, mentre nel mese di marzo ha riportato una crescita del 65. La panoramica su questo settore si completa con la base Tungsteno il cui riferimento settimanale non ha subito variazioni, mente su base mensile ha fatto segnare un incremento di circa il 22% nel valore indicato in Dollari. Le cose stanno comunque cambiando su mercati che hanno delle dimensioni più grandi, come quelli di Cobalto e Molibdeno. I semilavorati a base di Cobalto hanno fatto registrare una piccola, ma significativa flessione delle quotazioni nei riferimenti settimanali, con il raffinato in discesa dello 0.5% ed il solfato dello 0.8, con la sola polvere di metallo mantenere il livello di prezzo di otto giorni fa. Un dato da non sottovalutare è comunque quello della crescita dello 0.9% del riferimento ufficiale del Cobalto nello stesso periodo. Le notizie sul Molibdeno sono alquanto contraddittorie, con il prezzo riferito alla Borsa invariato rispetto all’ottava precedente, ma che sugli scambi effettivi di metallo, venditori e compratori si sono accordati su quotazioni in Dollari di quasi due punti percentuali oltre la base ufficiale di riferimento. Il Nichel sta vivendo in un cono d’ombra la cui operatività non è ancora ben delineata e questo è senza dubbio un ostacolo nella definizione certa di un prezzo attendibile in ottica futura.

Rottami

In tempi di pace sarebbe più semplice rappresentare quello che sta avvenendo nel mondo dei rottami. La rappresentazione scenica è quella di rispettivi “arroccamenti” (leggi trincee), in attesa che la controparte faccia la prima mossa significativa. Il settore dei metalli e delle leghe sta vivendo una prolungata fase di prezzi relativamente piatti, con la sola esclusione dello Zinco, in grado di vivacizzare una serie di rottami estremamente di nicchia, in cui pesano notevolmente le componenti di impurità, di ferro ed alluminio, come nel caso delle “matte” ottenute dai processi di zincatura. Il resto del panorama sui “non ferrosi” risulta privo di spunti di interesse, se non quelli di momentanei storni dei prezzi LME, come nel caso delle leghe di Alluminio e parzialmente per quanto riguarda quelle di Rame. Il vero problema resta comunque la debole richiesta di rottami da parte di fonderie e raffinerie. La difficile reperibilità di materie prime di base, come la ghisa, che un tempo proveniva dalla Russia e soprattutto dall’Ucraina, non sta smuovendo più di tanto le richieste di rottami da inserire come surrogato a questo preziosa materia prima nei processi fusori. I prezzi dei rottami sul mercato nazionale restano sempre bassi, questo anche per la difficoltosa attività dei commerciali delle acciaierie nel piazzare nuovi ordini di semilavorati presso i clienti. L’effetto si riflette sui prezzi delle principali classifiche, solamente la demolizione pesante E1 ed il frantumato E40, hanno trovato qualche interesse tra gli acquisitori delle acciaierie e con aumenti compresi tra i 10 ed i 15 Euro tonnellata. Non hanno ricevuto attenzioni le proposte di vendita del lamierino E8, con il prezzo invariato su base settimanale. La situazione di forte rallentamento delle richieste di rottami da parte delle acciaierie viene evidenziata anche dall’indice settimanale MetalWeek, sceso di 10 Euro/tonnellata, mentre su base mensile il prezzo medio dei rottami acquistati dalle acciaierie italiane è risultato in progresso, passando da 443.35 a 480.61 Euro/tonnellata.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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