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23/05/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

Industriali LME e Leghe

L’ottima settimana della Borsa LME, potrebbe essere il preludio di un periodo di relativa instabilità dei prezzi

Acciai

Le acciaierie sotto la pressione di una domanda sostanzialmente debole stanno dando segnali di forte discontinuità sulle quotazioni di “piani” e “lunghi”

Preziosi

L’Oro e l’Argento hanno corretto al rialzo il trend deludente delle ultime settimane

Medicale

La quotazione del Cobalto inizia a scendere e il Molibdeno prosegue nel suo ridimensionamento, dubbi sulla tenuta del prezzo del Nichel

Rottami

Le acciaierie chiedono ulteriori sacrifici ai commercianti. I prezzi dei non ferrosi crescono, ma non convincono

Cambi

Il Dollaro USD allenta la pressione sulle altre valute, una buona notizia per gli utilizzatori di metalli e leghe europei

Indicatori

Tutti positivi gli indici di settore su base settimanale

Industrali LME e Leghe

Una settimana interessante per la Borsa LME, con il listino aver parzialmente recuperato la fase di “impasse” che aveva caratterizzato le prime due ottave di maggio. La crescita dell’indice LMEX, ritornato anch’esso in territorio positivo, con un progresso del 4% non lascia dubbi sulla qualità della cinquina di sedute appena lasciata alle spalle. La sintesi è quindi quella di aver visto più luci che ombre nel contesto di Borsa degli “industriali”, ma non tutti i metalli saranno in grado di ripetere i buoni risultati della scorsa ottava. Il Rame sarà sicuramente uno di questi, sebbene le evidenze della serie progressiva del prezzo USD 3mesi della scorsa settimana lascerebbe intendere una naturale prosecuzione rialzista del suo trend. La maggiore riserva nel vedere la quotazione del Rame ancora in crescita nel corso delle prossime sedute è rappresentata dall’eccessiva concentrazione di denaro che il metallo ha saputo attrarre su di sé e questo anche se le aperture di posizioni “lunghe” sono state operate direttamente dagli utilizzatori. La soglia di prezzo in area 9400 Dollari 3mesi non è certo un livello di insostenibilità del valore per chi il metallo lo impiega nei propri processi produttivi o come nelle leghe, il Rame rappresenta quota parte del “benchmark” di riferimento. Il dato che emerge da questa riflessione è comunque quello di assistere ad una stabilizzazione del prezzo del Rame per un tempo relativamente lungo. Un discorso analogo può essere fatto per l’Alluminio, anch’esso alle prese con una resistenza da parte dell’utenza industriale a non far lievitare troppo il prezzo e soprattutto a collocarlo in un’area di stabilità, visto che ora il leggerissimo recupero dell’Euro sul Dollaro renderebbe meno spinosa la questione della conversione valutaria. Sullo Zinco non si hanno molte cose da dire, se non quella di una sostanziale tenuta del prezzo raggiunto sul finale della scorsa ottava, sgombrando il campo sulle supposizioni di alcuni, che vedevano il metallo prossimo ad un ridimensionamento di valore in relazione al riferimento USD 3 mesi. La reazione rialzista del Nichel è un fattore positivo, segno che l’attuale prezzo desta un forte interesse tra gli utilizzatori, consci che questo metallo meriterebbe una collocazione di quotazione più alta dell’attuale. La speculazione in ogni caso sta ancora presidiando in modo attivo le sorti del Nichel, quindi non saranno da escludere azioni di contro-bilanciamento da parte del comparto finanziario, che non ha ancora mollato la presa sul metallo e che lo preferirebbe ribassista. Il Piombo farà registrare la migliore performance di tutto il listino LME, il minimo relativo riportato una decina di giorni fa, sta risultando stretto al mercato, il miglior presupposto per assistere ad una veloce crescita del prezzo di riferimento USD 3mesi, con l’aggiunta dell’effetto collaterale della volatilità rialzista. Il contesto di progressione positiva caratterizzerà anche lo Stagno, ormai da lungo tempo collocato in un’area di minimo relativo.

Acciai

I numeri che sono comparsi la settimana scorsa sono stati davvero importanti, ma a differenza di due mesi fa, che avevano fatto segnare una ritrovata ripresa dei prezzi dei semilavorati “lunghi” e “piani”, ora questi sono in deciso ribasso, segno inequivocabile di un mercato in forte crisi di identità, ma soprattutto condizionato da enormi incertezze su quello che sarà il contesto congiunturale di intere aree economiche e soprattutto quella che ci interessa più da vicino, l’Eurozona. La frustrazione delle acciaierie è evidente, basta leggere i punti percentuali di variazione di molti allestimenti e dove, ancora una volta, i paradossi si percepiscono in modo più evidente nel comparto dei “piani”. I dati sulle vendite non sono soddisfacenti è quindi i produttori stanno cercando di stimolare le richieste apportando variazioni di prezzo, in negativo, che fino a qualche tempo fa potevano essere classificate come “fantascientifiche”, ma che alla fine si sono avverate e che forse rappresenteranno solo l’inizio di un periodo non certamente facile, né per chi vende, né soprattutto per chi compra. Le visioni strategiche tra le acciaierie italiane e quelle d’oltralpe sono accomunate soltanto dal segno meno, ma ogni bacino di produzione evidenzia, con la grandezza del numero che lo accompagna, evidenti difficoltà nel piazzare i coils tra le proprie clientele. Gli italiani hanno scelto di ridurre del 9% settimanale la quotazione del laminato a freddo, contro il 6% dei nordeuropei. Una situazione più sotto controllo per quanto riguarda lo zincato a caldo, dove al meno 3% delle acciaierie di casa nostra, quelle d’oltralpe hanno risposto con la correzione negativa di un solo punto percentuale. È comunque molto interessante evidenziare la penuria di coils da destinare alla zincatura, un dato che si evince anche dal differenziale tra il prezzo del CRC e quello dell’HDG che in Italia oscilla ora tra gli 80 ed i 100 Euro in più per i galvanizzati, uno scostamento mai visto prima. Una situazione diametralmente opposta si rileva invece sui laminati a caldo dove alla correzione settimanale di meno 4% effettuata in Italia, le acciaierie del nord-Europa hanno optato per una riduzione “draconiana” dell’HRC, tagliando del 10% il riferimento di otto giorni fa e portando il differenziale tra i prezzi italiani e nordeuropei a soli 40 Euro/tonnellata, ancora a nostro favore. Il clima risulta meno carico di tensione nel settore dei “lunghi”, con la vergella Italia cedere ancora 10 Euro/tonnellata sul dato settimanale e guidando così al ribasso i prezzi di tutti i più importanti allestimenti del comparto, con barra per carpenteria e rebar in diminuzione di 20 Euro. La vergella risulta in diminuzione sia sul mercato nazionale, con una variazione di meno 40 Euro/tonnellata sul prezzo di aprile, sia su quello europeo, con un arretramento del riferimento su base settimanale di 20 Euro. Una scelta obbligata per i produttori di “lunghi” del Vecchio Continente, poiché i concorrenti turchi, al netto della politica daziaria vigente, stanno facendo molto sul serio, con i prezzi FOB di rebar e vergella in diminuzione rispettivamente di 40 e 60 Euro tonnellata, rispetto ad otto giorni fa.

Preziosi

Una settimana tutto sommato positiva per i metalli preziosi, non ci sono stati certo dei risultati eclatanti, ma visto quello che è avvenuto nel recente passato, hanno rappresentato nel complesso un punto di discontinuità non di secondaria importanza. L’Oro e l’Argento, si sono mossi all’interno di due segmenti di variazione sicuramente interessanti e che hanno permesso a questi metalli di fluttuare in range di prezzo USD/ozt, rispettivamente del 3 e del 4,5%, seppure raggiunti, in entrambi i casi, proprio al termine dell’ottava. L’avvio di settimana sarà pertanto in una fase di massimo relativo sia per l’Oro che per l’Argento, ma già dai prossimi giorni i due metalli saranno chiamati a fornire delle conferme, da intendere più di tenuta, che di importanti proiezioni incrementali dei rispettivi valori. Le scelte degli speculatori saranno quindi fondamentali per gli indirizzi di prezzo, considerando determinante il controllo dei movimenti di denaro che ruoteranno intorno a Oro e Argento. Le ultime sedute di Borsa hanno visto l’Argento recuperare in modo significativo il terreno perduto nelle ottave precedenti, un percorso quasi obbligato all’indomani del varco di soglia al di sotto dei 21 Dollari per oncia; il lambire, adesso, quella dei 22 potrebbe rappresentare una conferma dell’indirizzo rialzista. L’Oro assumerà un profilo meno netto in termini di crescita del prezzo USD/ozt, ma molto rassicurante sulla tenuta dell’attuale rifermento, che si tradurrà in prezzi relativamente stabili. La compressione verso il basso del prezzo del Platino è ancora in atto ed al momento non si intravvedono spiragli di miglioramento. Nelle battute finali della seduta dello scorso venerdì si sono addirittura evidenziate concentrazioni di denaro “corto” e quindi non saranno da escludere ulteriori escursioni ribassiste per il prezzo USD del Platino. Il Palladio sta rimandando da settimane il momento di un nuovo periodo di aumenti, ma nel corso di questa, gli elementi per pensare alla crescita del valore USD/ozt aumenteranno ed il più importante, il livello di concentrazione di denaro speculativo, con il “long” maggiore dello “short”, sposterà le aspettative in ottica rialzista.

Medicale

L’interruzione della serie infinita di aumenti del prezzo di riferimento del Cobalto ha avuto luogo la settimana scorsa. La quotazione indicata in Dollari ha subito una contrazione dello 0.35% rispetto al dato degli otto giorni precedenti, la quantificazione numerica non è certo significativa, ma sicuramente ha una valenza importante. Il quadro si completa con i dati dei semilavorati di Cobalto sul mercato cinese, che già in significativa diminuzione da diverse settimane, hanno fatto registrare un’ulteriore correzione al ribasso nella scorsa. Al termine dell’ottava il prezzo della polvere è risultato in calo del 2.5%, quello del raffinato del 3.6 e del solfato addirittura di quattro punti percentuali. Le cose non sono andate meglio per il Molibdeno, a conferma del momento di debolezza del suo riferimento USD di mercato, aggiungendo un ulteriore aggravio ribassista del 2.8% rispetto al rilevamento settimanale precedente. I riscontri negativi di Cobalto e Molibdeno non sono stati sufficienti a smuovere il prezzo del Titanio, ancora “incollato” ai valori improponibili delle settimane scorse, decisamente poco sostenibili e quindi credibili in un contesto di acquisto da parte degli utilizzatori. Il Nichel ha chiuso una settimana molto interessante al LME, con i valori USD 3mesi in crescita rispetto al periodo precedente, anche se la proiezione rialzista del metallo, non occorre dimenticarlo, è scaturita a seguito di una situazione di Borsa molto favorevole per tutti gli “industriali” la cui tenuta andrà verificata nel corso delle prossime sedute. Un fatto di rilievo è avvenuto anche nel comparto delle ferroleghe e se la nuova flessione della base Tungsteno non rappresenta una novità, cedendo un ulteriore 1% su base settimanale, desta molto interesse quello che potrebbe avvenire in futuro sul ferro-Cromo. Il composto con base Cromo ha confermato il valore in Dollari per libbra dell’ottava precedente, un episodio da non sottovalutare e che necessiterà di un’importante conferma già al termine di questa settimana.

Rottami

Le vendite dei semilavorati di acciaio continuano a scendere e le acciaierie stanno ribaltando questa momentanea difficoltà nel piazzare le loro produzioni in vario modo, in primo luogo agendo sulla leva dei prezzi degli approvvigionamenti di materie prime, leggi rottami. Nel corso degli ultimi otto giorni le principali classifiche hanno subito diminuzioni quasi continue, portando l’indicatore di riferimento del settore, l’indice MetalWeek, a diminuire di quasi 10 Euro/tonnellata (da 434.65 a 424.85), con il prezzo del lamierino E8 cedere più delle altre categorie. Negli ultimi giorni però la situazione risulta molto più fluida, con un’apparente evoluzione a favore dei commercianti, infatti le mandatarie stanno trovando forti resistenze tra i propri fornitori, non più disposti a vedere ridotti i propri prezzi settimana dopo settimana e conseguentemente i propri margini. “Il rottame bello deve essere pagato adeguatamente”, questo è quello che antepongono i commercianti prima di qualsiasi trattativa di vendita, un approccio di metodo che sembrerebbe fare breccia soprattutto tra le mandatarie di piccole e medie dimensioni, le più capaci ad intercettare sul mercato i migliori lotti e quindi con le “rese forno” più alte. La crescita dei prezzi LME sta ridando una leggerissima brezza di ottimismo al settore dei non ferrosi e se non altro sta mettendo, anche se momentaneamente, la parola fine alle continue istanze di prezzi stracciati da parte di fonderie e raffinerie. Le giacenze di rottami nei piazzali dei commercianti stanno crescendo, anche se non a dei ritmi preoccupanti, una cosa è certa, il mese di maggio sta volgendo al termine e l’aria delle ferie si sta facendo sentire sempre più forte. Le giacenze “in parcheggio” giocheranno un ruolo fondamentale nella determinazione dei prezzi dei rottami, soprattutto per quelli che possono essere definiti più di nicchia per i loro impieghi, tra le leghe di Rame, il Bronzo e quelle tra quelle di Zinco, la Zama.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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