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09/01/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

- LA PAROLA AI MERCATI -

Industriali LME e Leghe

Le ore pomeridiane della seduta di Venerdì 6 Gennaio hanno messo in evidenza una forte instabilità dei prezzi degli “industriali” alla Borsa LME

Acciai e Inossidabili

L’Europa ha sempre meno fame di acciaio, negli ultimi otto giorni i noli resa Rotterdam del minerale di ferro brasiliano sono scesi del 20%, mentre in Italia le acciaierie tentano la strada dei rialzi dei prezzi, in particolare dei “piani”

Preziosi

La forte variabilità del valore dell’Oro mette in evidenza che il listino dei preziosi è ancora alla ricerca di stabilità

Medicale

Il Cobalto continua nella sua discesa, mentre il Molibdeno non muta indirizzo rispetto al 2022. Il Nichel tra molti dubbi e incertezze è già pronto a risalire la china

Rottami

Le maggiori incognite vengono dal settore dei ferrosi, con i valori delle principali classifiche molto altalenanti. Gli ultimi dati LME peseranno sulla definizione dei prezzi di metalli e leghe

Cambi

La perdurante debolezza del Dollaro permette all’Euro di agganciare la parità virtuale ai valori effettivi del cambio tra le due valute

Indicatori

La prima settimana dell’anno si chiude con riscontri sostanzialmente stabili per il comparto dei metalli

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Industrali LME e Leghe

L’importante incremento delle quotazioni degli “industriali” avvenuto nel corso della seconda parte della seduta LME di Venerdì 6 Gennaio, andrà verificato nella sua sostenibilità già a partire dalla data odierna. Una crescita inaspettata che ha sparigliato le carte di molti produttori di metalli e leghe, già pronti a confermare i prezzi di vendita ai livelli pre-festivi. I mercati degli utilizzatori saranno i veri arbitri nel decidere quanto questi ultimi aumenti registrati al LME saranno in grado di durare nel breve periodo, considerando una vitalità della domanda non di alto livello. La situazione di Borsa è quindi molto fluida, con Rame e Nichel risultare al centro di questo momento così particolare del listino. La formazione di un accumulo di denaro “lungo” ha generato una forte crescita del prezzo USD 3mesi del Rame, la cui quotazione si trova attualmente oltre la soglia degli 8600 Dollari, una collocazione che non si vedeva dalla terza settimana dello scorso giugno. I dubbi sulla tenuta prolungata del prezzo attuale del metallo sono molti, senza dimenticare la possibile generazione di una fase di volatilità ribassista nei prossimi giorni. Lo Zinco presenta la stessa situazione del “metallo rosso”, dove la decisa crescita del prezzo 3mesi sorta da un eccesso di domanda ha avuto come conseguenza inevitabile una consistente concentrazione di denaro rialzista. Il superamento della linea dei 3mila Dollari per lo Zinco costituisce comunque un obiettivo di naturale collocazione di prezzo e quindi di facile mantenimento nel breve periodo. Gli effetti sulle quotazioni delle leghe con base Rame e Zinco, in riferimento agli attuali sobbalzi rialzisti dei valori LME, avranno conseguenze differenti su Ottone e Zama, con il primo riportare una stima di crescita di circa 100 Euro tonnellata, mente per la seconda presentare un quadro d’insieme abbastanza lineare, in entrambi i casi rapportati alla terza settimana di dicembre. L’Alluminio approfitterà di questa situazione per consolidare il proprio livello di prezzo oltre la linea dei 2300 USD 3mesi, avendo visto nella prima ottava dell’anno scendere la quotazione in un’area di grafico decisamente preoccupante. La vivacità generale che caratterizzerà gli scambi LME in questo avvio di settimana, porterà il prezzo dell’Alluminio a fare delle puntate di crescita anche significative, ma pur sempre momentanee. La collocazione del valore del Nichel continua ad essere caratterizzata dalla “provvisorietà” e se otto giorni fa era più che evidente un eccesso di rialzo, ora si può parlare di una riduzione non sostenibile in uno scenario di breve termine. Negli ultimi otto giorni il Nichel ha messo in atto un’oscillazione complessiva di ben 2500 Dollari sul prezzo LME 3mesi, un dato indubbiamente poco veritiero nel contesto generale del listino. La parola passa ora agli utilizzatori, veri arbitri del destino del prezzo del Nichel, che cercheranno di mantenere il livello del metallo ai riferimenti attuali. L’attesa ricollocazione ribassista del Piombo risulta a tutti gli effetti compiuta, sebbene alla luce degli ultimi eventi la componente domanda troverà difficoltà a chiudere le trattative agli attuali livelli di prezzo, a fronte di proposte di vendita più pretenziose. L’avvio di una fase rialzista di volatilità per lo Stagno, già in evoluzione sul finire della seduta LME del 5 Gennaio, sarà ulteriormente alimentato dal contesto venutosi a creare venerdì scorso, potendo così dare seguito alla progressione positiva del prezzo che risulta incessante da quasi quattro settimane.

Acciai e Inossidabili

Il settore della siderurgia ha vissuto tempi migliori degli attuali, soprattutto alla luce di quello che si è visto negli ultimi due anni e mezzo. La fame di acciaio è recentemente diminuita nei principali bacini produttivi del mondo, nonostante, cinesi in testa, si stiano adoperando nel ribadire che il futuro della crescita economica mondiale dovrà ancora ostinarsi a “battere sul ferro”. Gli accumuli di minerale nei porti brasiliani e australiani stanno raggiungendo i limiti fisiologici di stoccaggio, tanto che per invogliare i compratori di Iron ore le principali compagnie di navigazione stanno proponendo dei noli a prezzo di saldo; la resa Rotterdam negli ultimi giorni è scesa del 20% su base settimanale nella rotta Brasile - Europa e del 16% tra Australia e Cina. Il pressoché totale abbandono del processo produttivo dell’acciaio attraverso altoforno, nel contesto italiano, lascia alquanto disinteressate le acciaierie di casa nostra sulla vicenda del minerale di ferro, alle prese invece con l’ormai cronica mancanza di rottami per alimentare i forni elettrici. È comunque a tal proposito opportuna una precisazione importante e doverosa, la penuria di materie prime per alimentare gli impianti fusori è in modo sostanziale dovuta alla determinazione delle mandatarie, su indicazioni delle acciaierie, nel non concedere ai commercianti adeguati margini di aumento sui rottami. L’auspicio dei produttori nazionali è comunque quello di imporre al mercato un’azione di contrasto, in particolare sui “piani”, presentando dei valori in sensibile crescita in raffronto a quelli visti nell’ultima parte del 2022. Le nuove linee di prezzo sul mercato Italia, ad inizio 2023, sono le seguenti: HRC più 5%, mentre CRC e HDG accomunati da un incremento del 3%. L’adeguamento rilevato nel nord-Europa è risultato più contenuto su base otto giorni, con “caldo” e “galvanizzato” cresciuti di un punto percentuale ed il freddo di due. La situazione sui “lunghi” è ancora attendista su rebar e vergella, rimasti ancorati alle ultime quotazioni dello scorso anno, mentre i profili per carpenteria hanno già messo in evidenza un cedimento del 2% rispetto ai valori precedenti, così come la billetta che ha aperto il 2023 in contrazione dell’1% nei confronti dell’ultimo riferimento disponibile. Le acciaierie turche stanno pagando le conseguenze dei consistenti incrementi dei prezzi dei rottami avvenuti sul mercato locale nel passaggio d’anno. Il tondino per cemento armato è salito di circa 20 Euro per tonnellata, mentre la vergella ha sfiorato i 30, ambedue i riferimenti con resa FOB. Le scorribande del Nichel al LME lasceranno certamente un segno evidente sugli extra lega degli inox austenitici per il mese di Febbraio, sebbene manchino ancora una decina di giorni al termine del periodo di fissazione. Le note più dolenti sono ora, come prevedibile, per l’AISI 316 con un aumento stimato in oltre 30 centesimi di Euro/chilogrammo e con incidenze più “contenute”, di 20 per il 304L e di 15 centesimi per il 304 ed il 303. La ripresa delle quotazioni delle principali ferroleghe impiegate nella produzione degli inossidabili ferritici e martensitici, sta condizionando inevitabilmente anche questi due gruppi di allestimento, con variazioni in crescita rispettivamente di 8 e 7 centesimi di Euro per chilogrammo.

Preziosi

La spiccata variabilità della quotazione in Dollari per oncia dell’Oro, ha vitalizzato fortemente il comparto dei preziosi nel corso in questa prima settimana dell’anno. La crescita complessiva del metallo guida del listino è stata su base settimanale di circa 40 Dollari per oncia, un dato di tutto rispetto, se consideriamo che il superamento della soglia al di sopra dei 1850 USD/ozt non si riproponeva dallo scorso mese di giugno. Le prospettive sull’Oro si manterranno buone nel breve periodo, anche per effetto di una “inerzia” rialzista che permetterà al prezzo di riferimento del metallo di puntare verso quota 1900, anche se per un periodo di breve durata. L’Argento continuerà a fornire indicazioni di prezzo relativamente scostanti, sebbene il valore del metallo permanga in una zona di massimo relativo da inizio dicembre e con alle spalle, elemento non secondario, lo smaltimento di una situazione di eccesso di accumulo di denaro lungo, con il conseguente riposizionamento del valore USD/ozt al di sotto dei 24 Dollari di soglia. Il comparto industriale difficilmente, a questi prezzi, si lascerà convincere per pianificare consistenti acquisti di metallo, pertanto non sono da escludere correzioni ribassiste del riferimento USD/ozt dell’Argento già nel corso di questa settimana. Un fine d’anno da incorniciare per il Platino e per coloro che hanno confidato sull’incremento del metallo, oggi in super performance del 23% in rapporto al prezzo Dollari per oncia rispetto a quel periodo. Le belle abitudini si abbandonano a fatica, ma per coloro che si sono accorti solo negli ultimi tempi del Platino, dovranno mettere in conto che la quotazione del metallo sarà destinata ad una progressiva rimodulazione verso il basso in tempi prossimi. Le difficoltà del Palladio sono sempre più evidenti, con il prezzo di riferimento USD/ozt “planare” verso una soglia di minimo relativo decisamente preoccupante vista solo in tempi recenti nei primi giorni di Dicembre 2021 e preludio del “Mercoledì nero” del 15 dello stesso mese. Una considerazione finale sullo stato di salute generale del listino dei metalli preziosi, che ritrova nell’Oro il suo peculiare baricentro. Lo stato di salute del “metallo guida” è prossimo all’eccellenza, anche alla luce delle ultime progressioni di prezzo. Gli investitori tradizionali del comparto, che vedono nel “fisico” la convenzionale allocazione dei loro capitali, tendono a prediligere la stabilità delle quotazioni durante il periodo d’investimento, una situazione che al momento risulta non essere quella a loro più congeniale.

Medicale

I primi riscontri su Cobalto e Molibdeno denotano che gli indirizzi di tendenza non sono mutati, anzi da un punto di vista numerico le rispettive forchette di variazione si sono addirittura accentuate. Nei primi otto giorni dell’anno il Cobalto ha fatto segnare una contrazione del 3% nel riferimento ufficiale indicato in Dollari, mentre il Molibdeno è cresciuto, nello stesso tempo e ambito, di ben 13 punti percentuali. Le situazioni di ambedue i metalli sottolineano  dei sostanziali mutamenti negli indirizzi complessivi delle rispettive quotazioni, con il Cobalto presentare uno scenario di prossimo cambiamento di tendenza ed il Molibdeno, che evidenziando una crescita a dir poco eccessiva, potrebbe significare il preludio ad una fase negativa di riposizionamento del suo valore in Dollari. Il Nichel ha chiuso in ribasso del 12% l’ottava, dopo che ad inizio periodo aveva presentato un nuovo massimo relativo a distanza di quattro settimane dal precedente. La turbolenza che nel pomeriggio di Venerdì 6 Gennaio ha sovvertito gli indirizzi dei prezzi al LME che si stavano delineando, determineranno anche per il Nichel dei cambi di paradigma, che a questo punto ritornerebbero rialzisti. Il fermento cinese sul comparto legato alla siderurgia ha prodotto un effetto positivo anche nel campo delle ferroleghe, con le basi Cromo e Tungsteno in crescita, la prima del 2.5% nel riferimento Dollari per libbra e di mezzo punto di incremento nella quantificazione USD per chilogrammo per la seconda.

Rottami

Le notizie sono ancora poche e provengono tutte dal comparto dei ferrosi. Negli ultimi otto giorni i prezzi delle principali classifiche in ambito nazionale hanno visto delle variazioni minime, quantificabili entro i 5 Euro/tonnellata e in ribasso. Una direzionalità dei prezzi che trova come unico elemento di discontinuità il rottame frantumato E40, ottenuto dalle demolizioni, che ha fatto registrare 5 Euro di incremento su base settimanale. I prossimi giorni saranno importanti, seppure non decisivi, per tracciare una linea generale di indirizzo sui prezzi dei rottami di acciaio di maggiore impiego da parte delle acciaierie, come le demolizioni E1 ed E3 ed il lamierino E8, sempre meno disponibile sul mercato. La prima sintesi della situazione prezzi sulla piazza italiana dei rottami ferrosi non mette in evidenza particolari variazioni rispetto al dato di fine 2022, con l’indice MetalWeek passato da 346.30 di Dicembre a 345.13 Euro/tonnellata dello scorso venerdì. Le ultimissime fluttuazioni dei prezzi LME degli “industriali”, accrescono la curiosità per come si muoveranno le quotazioni dei rottami di metalli e leghe. Le proposte di prezzo che i commercianti comunicheranno a fonderie e raffinerie saranno tendenzialmente in rialzo per Rame e categorie correlate ad esso, mentre più articolati si presenteranno i contesti di mercato su Alluminio e Inossidabili, in questo caso per la situazione del Nichel.  

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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