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30/01/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

- PUNTO MAPPA -

Industriali LME e Leghe

La Borsa apre l’ottava dopo la “scivolata” dei prezzi di Rame e Nichel. La ripresa delle attività in Cina rappresenta un grande punto di domanda per l’intero listino LME

Acciai e Inossidabili

L’indifferenza è l’arma più efficace che hanno gli utilizzatori di coils per contrastare le sempre più esigenti richieste di prezzo delle acciaierie. La situazione sui “lunghi” è ormai drammatica, tutto scende, ma nessuno compra

Preziosi

L’Oro e l’Argento non segnano dei miglioramenti nelle rispettive quotazioni USD per oncia, ma almeno non fanno registrare le marcate regressioni di Platino e Palladio

Medicale

Il comparto attende le prossime mosse del Nichel, vera incognita in funzione evolutiva dei prezzi delle leghe, con Cobalto e Molibdeno consolidare le opposte tendenze

Rottami

Le ultime variazioni al LME accrescono l’incertezza sui non ferrosi. La discesa mirata di alcune classifiche dei rottami di acciaio crea tensioni tra commercianti e mandatarie

Cambi

La BCE dovrebbe doppiare la Federal Reserve sul rialzo dei tassi, è questa la ragione della debolezza del Dollaro rispetto all’Euro

Indicatori

Gli indici sui metalli sono tutti prossimi allo zero sulla base delle variazioni settimanali. I noli “bulk” hanno subito una riduzione del 50% dall’inizio dell’anno

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Industrali LME e Leghe

La repentina flessione dei prezzi di alcuni “industriali”, Rame e Nichel in prima istanza, avvenuta nel pomeriggio di venerdì scorso al LME e alla vigilia della riapertura cinese dopo il periodo di festività dovute al Capodanno, rappresenta un importante “punto mappa”. La collocazione attuale dei valori LME riferiti ai metalli risulta fondamentale per definire le coordinate su cui basare le strategie d’acquisto nell’immediato e fino al termine della stagione primaverile, senza dimenticare le incognite a livello congiunturale, dove una cifra importante sarà rappresentata dalle linee di politica monetaria che intenderanno adottare la Federal Reserve negli USA e in modo particolare la BCE nell’Eurozona. Gli argomenti certamente non mancano, considerando che tutti i metalli del listino LME sono collocati molto alti nelle rispettive aree di grafico prezzi. La resistenza a presidiare questi livelli di quotazioni USD 3mesi risulta pertanto determinante per capire e soprattutto anticipare i movimenti di indirizzo futuri che stabiliranno i valori dei semilavorati utilizzati per i propri scopi produttivi. Il Rame, come già accennato precedentemente, ha demoltiplicato l’impatto di riduzione venutosi a creare in Borsa nella seconda parte dell’ultima seduta della scorsa ottava. La posizione attuale del metallo risulta molto delicata, dove qualsiasi sviluppo di indirizzo sarà possibile, anche se nel complesso non determinerà variazioni significative in ambedue le direzioni. Il prezzo del Rame scaturito, potrebbe rappresentare un punto d’incontro interessante sia per chi compra, sia per chi vende, anche se bisognerà mettere in conto qualche estemporanea “fiammata” di origine speculativa di natura rialzista, ma di limitato disturbo. La stabilizzazione del prezzo USD 3mesi dello Zinco è ormai una cosa acquisita, con il metallo che ha dato prova di resistere a qualsiasi turbolenza vista negli ultimi tempi al LME. Un contesto generale di Borsa relativamente tranquillo sarà determinante per ancorare lo Zinco ai valori riportati nelle ultime sedute. Le leghe di Ottone e Zama risentiranno in maniera diretta delle variabilità dei metalli di riferimento, con la prima, che grazie al Rame, continuerà nella sua progressione di ribassi, già visti a partire da Mercoledì 25 Gennaio e la seconda stabilizzarsi sui valori massimi del periodo. L’Alluminio trova nell’attuale prezzo USD 3mesi una collocazione dove domanda e offerta stanno avendo vedute affini. Il dato di Borsa è in una fase di equilibrio perfetto e quindi nell’immediato non emergono elementi tali da determinare degli scostamenti di indirizzo significativi in ambedue le direzioni. La discesa del prezzo del Nichel, vista la poco omogenea compagine che ruota attorno a questo metallo, potrebbe avere una lettura prettamente di tipo speculativo, il cui comparto si troverà a breve ad operare con denari sempre più cari. Il valore USD 3mesi dello scorso venerdì è comunque da considerare troppo basso in rapporto alle più recenti quotazioni del metallo, pertanto una leggera correzione rialzista non è da escludere nell’immediato. La parola fine può essere messa in modo pressoché definitivo alle scorribande del Piombo, con il metallo che confermerà la linea di prezzo che ha agganciato dalla metà in avanti della scorsa settimana. Gli eccessi di crescita registrati nelle ultime sedute dallo Stagno paiono essere rientrati, anche grazie alla contrazione generale dei prezzi LME. Il superamento della soglia dei 30mila USD 3mesi, risulta un valore acquisito, che viste le recenti evoluzioni della quotazione, difficilmente potrà essere infranto verso il basso.

Acciai e Inossidabili

La “spalla fredda” fu l’eroico atteggiamento che il popolo danese mise in atto all’indomani dell’invasione nazista della Danimarca durante la seconda guerra mondiale. I soldati tedeschi e tanto più gli ufficiali, non vennero mai degnati dello scambio di una parola e di uno sguardo e la loro presenza in un qualsiasi luogo pubblico al chiuso come, chiese, teatri o negozi, determinava l’uscita sdegnata dei danesi. La recente fase di crescita dei prezzi dei coils che le acciaierie hanno imposto agli utilizzatori, meriterebbe, fatte le debite collocazioni dell’evento e lungi dall’accostare qualcuno alle vicende storiche menzionate, una “spalla fredda” da parte di coloro che stanno subendo questa assurda crescita dei prezzi dei “piani”. I nervi degli acciaieri, soprattutto italiani, lo sanno bene gli utilizzatori, non sono saldi e basterebbe semplicemente negare le visite agli agenti o ai direttori commerciali e derubricare i momenti per una richiesta di offerta per “sgasare” un ambiente che al momento risulta eccessivamente tossico; anche alla luce dell’altra metà del cielo, i “lunghi”, con i prezzi che settimana dopo settimana registrano dei significativi arretramenti di prezzo. I conti non tornano assolutamente, anche per l’evidenza di una situazione, quella sugli approvvigionamenti di rottami da parte delle acciaierie e quindi produttrici di coils e lamiere, che sul mercato italiano hanno deciso di tagliare drasticamente i prezzi delle demolizioni (E3) e del lamierino (E8), rispettivamente di 5 e 8 punti percentuali in rapporto alla fissazione precedente. La piazza italiana dei “piani” risulta in piena fibrillazione, con gli aumenti su base ottava che hanno riportato un incremento “flat” del 6% su tutti gli allestimenti. La risposta del nord-Europa è stata molto più contenuta e circostanziata, con il solo HRC evidenziare una correzione del 2% in termini di rialzo. Un aspetto non di secondaria importanza è dato ora dai differenziali di quotazione tra i “piani” italiani e quelli provenienti dall’Europa occidentale; dopo gli aumenti “monstre” dei nostri acciaieri i termini dei vantaggi risultano residuali: HRC e HDG non vanno oltre i 20 Euro/tonnellata, mentre per il CRC risulta più vantaggioso quello acquistato a nord delle Alpi, tra i 10 ed i 15 Euro. La situazione dei “lunghi” è veramente pesante, con un mercato totalmente fermo nei consumi, nonostante la costante contrazione dei prezzi dei semilavorati. Il rebar è sceso di un ulteriore 2%, mentre i profili per carpenteria hanno riportato una retrocessione settimanale del prezzo nell’ordine del punto percentuale. La billetta non ha registrato variazioni, questo anche in funzione della sforbiciata sui prezzi dei rottami vista negli ultimi giorni. La vergella sta tenendo con difficoltà il prezzo, anche per un effetto di “rilascio lento” delle disponibilità di rotoli dal pronto alla volta dei reparti produttivi degli utilizzatori di questo semilavorato. Nel comparto della “terra di mezzo”, quella dei tubi saldati, l’effetto crescita dei coils laminati a caldo ha portato i prezzi a più 4% rispetto alla settimana scorsa, toccando così i massimi dell’anno e andando a pareggiare le quotazioni viste per l’ultima volta nel corso della seconda settimana di novembre. La situazione in Turchia su tondino per armature e vergella non differisce molto rispetto a quella rilevata otto giorni fa, sebbene i prezzi FOB del rebar e della barra in rotoli abbiano in alcune circostanze riportato aumenti di 5 Euro per tonnellata. La formulazione ponderata relativa alla definizione degli extra lega degli inossidabili non permette di percepire in modo immediato le variazioni di prezzo degli elementi di composizione, sia dei metalli LME, come il Nichel per gli austenitici, sia delle ferroleghe per martensitici e ferritici. Il quadro complessivo della situazione di stima dei sovrapprezzi per il prossimo mese di marzo risulta con una proiezione di incrementi generalizzati tra i 3 e gli 8 Euro/chilogrammo per gli austenitici e tra i 2 e 3 Euro per martensitici e ferritici; valori calcolati sempre al netto dei contributi energia.

Preziosi

Un contesto di mercato sempre più “asciugato” dai sottostanti monetari che negli ultimi tempi hanno conosciuto una considerevole battuta d’arresto nel loro impiego, soprattutto a causa della crescente corresponsione della quota interessi verso il sistema creditizio da parte del comparto speculativo-finanziario. La possibilità di marginare sulle sole variazioni di prezzo è tuttora possibile, ma facendolo con il denaro in prestito, risulta sempre meno remunerativo. Non bisogna andare indietro di molto tempo per assistere alle forti variabilità dei prezzi di Borsa dei metalli preziosi, per lo più governati dai flussi di denaro che il comparto speculativo-finanziario muoveva a quasi suo indisturbato piacimento. La solida ripresa della quotazione USD/ozt dell’Oro ed in parte dell’Argento, sono la dimostrazione che qualcosa di diverso si sta stagliando all’orizzonte. Il metallo guida del comparto, leggi Oro, da oltre una decina di giorni ha trovato il suo ambiente ideale nell’area di grafico collocata abbondantemente oltre i 1920 Dollari per oncia. Un livello di prezzo ragguardevole e raggiunto, come già più volte sottolineato in questa sede, da un confluire di denaro volto ad accrescere la componente “reale” e quindi non finanziaria, attorno al metallo. La prospettiva di un’ulteriore crescita del valore di mercato dell’Oro non è tra le più plausibili al momento, ma neanche quella di una repentina discesa, meglio parlare di situazione stabile. L’Argento non va oltre una chiave di lettura tanto differente rispetto a quella dell’Oro, anche se non bisogna mai sottovalutare i movimenti di “fisico” generati sul metallo dal settore industriale. Il rallentamento diffuso delle attività industriali, nonostante gli organi d’informazione colorino il quadro con tinte meno fosche, sarà uno degli elementi da considerare maggiormente per la tenuta del prezzo USD/ozt dell’Argento sulla scala attuale di valori. La tendenza non sarà certo quella di vedere la quotazione del metallo in crescita, ma piuttosto considerare un periodo di riposizionamento ribassista per l’Argento. Le note dolenti giungono da Platino e Palladio, che seppure con intensità differenti di diminuzioni, mettono in evidenza le difficoltà del comparto finanziario-speculativo al sostegno di tendenze generate dalle sole movimentazioni delle posizioni di Borsa. Il Platino in soli otto giorni ha riportato una regressione del valore in Dollari per oncia del 3.7%, proiettando la quotazione verso l’importante soglia dei mille USD, che se verrà varcata verso il basso, sarà la prima volta nel 2023. I riferimenti negativi e “iconici”, sul Palladio non si contano più, la settimana scorsa è stata una sequela di prezzi sempre più bassi, qualcosa, è innegabile, dovrà cambiare in tempi molto brevi, ma vedere il Palladio sotto la soglia dei 1600 Dollari per oncia sarà un evento molto probabile, l’ultima volta avvenne nel mese di Marzo del 2020.

Medicale

La maggiore preoccupazione per il comparto dei metalli per usi medicali è legata alle prossime mosse del Nichel. La pesante diminuzione del prezzo USD 3mesi del metallo, che al LME nella sola seduta di Venerdì 27 Gennaio ha fatto registrare una perdita di 1.6 punti percentuali, ha portato in dote una serie infinita di dubbi sul futuro del Nichel e leghe di più stretta correlazione. L’andamento previsionale più plausibile sarà quello di una veloce fase di riposizionamento del valore di Borsa e che andrà ad agganciare i valori medi dei minimi LME registrati nell’ultima cinquina di sedute che, tradotto “in soldoni”, dovrebbe aggirarsi in area 29150/29300 Dollari 3mesi. La variazione del Nichel ha rubato la ribalta agli altri protagonisti, Cobalto e Molibdeno, che ancora una volta non hanno brillato come originalità di “performance”. Il Cobalto ha fatto registrare l’ennesima regressione per quanto riguarda il riferimento di mercato USD, dell’1% e il Molibdeno nella ripetuta crescita periodica, è salito del 13% in soli otto giorni. Una riflessione importante su questi due metalli, il Cobalto scende, ma non crolla e visti i tempi, un dato da non sottovalutare, mentre sul Molibdeno è presente un eccesso di entusiasmo decisamente mal riposto, soprattutto sulle prospettive incerte della crescita economica cinese. Il Titanio, dopo l’incremento della settimana scorsa, ha “tenuto il punto”, questo anche in funzione di una limitata richiesta da parte del settore siderurgico di elementi di correzione per l’attività fusoria e a seguito di una bassissima richiesta di semilavorati proveniente dal comparto manifatturiero. La ridotta disponibilità “a terra” di ferroleghe, risulta l’elemento preponderante per giustificare la crescita delle due basi metallo che interessano più da vicino il settore. Il composto di Cromo ha registrato una crescita settimanale di quasi il 2% nel riferimento USD per libbra, mentre la più nobile miscellanea di Tungsteno ha riportato un incremento della quotazione espressa in Dollari per chilogrammo del 2.3% negli ultimi otto giorni.

Rottami

L’ultima “scivolata” del listino LME, che ha riguardato principalmente il Rame, ha comunque messo in stato di fibrillazione l’intero comparto dei non ferrosi. La situazione generale di mercato che nelle prime tre settimane del nuovo anno non aveva ancora dato connotazioni chiare in ambito indirizzo prezzi per i rottami di metallo e leghe, dovrà riflettere anche sull’episodio dello scorso venerdì. La questione Rame è quindi centrale su tutto il comparto, perché un’eventuale e ulteriore flessione del “metallo rosso” al LME porterebbe a delle inevitabili ripercussioni sull’intero listino di Borsa, andando a coinvolgere anche quei metalli che in questo avvio di 2023 hanno dato segnali di buona solidità, come lo Zinco ed in seconda battuta, l’Alluminio. La presenza di un clima molto incerto sull’evoluzione dei prezzi degli “industriali” ha come conseguenza diretta il totale immobilismo del mercato dei non ferrosi, dove i tre attori principali, commercianti, fonderie e raffinerie sono letteralmente attanagliati dal dubbio di come affrontare questo momento, privo anche di un solo barlume di prospettiva. Le ultime riflessioni vanno per il Nichel, il cui prezzo LME risulta sicuramente troppo compresso verso il basso, ma da considerare inavvicinabili le quotazioni toccate dal metallo nei primi giorni di gennaio, anche se si andranno inevitabilmente a ripercuotere sulle dinamiche di fissazione prezzi dei rottami inox austenitici. Lo “zampino” delle acciaierie risulta decisivo nell’autentico stato confusionale in cui sta versando il comparto dei rottami di acciaio. Le mandatarie hanno diffuso sul finire della scorsa settimana una serie di dati contraddittori sui prezzi di alcune classifiche, in particolare quelle delle demolizioni E3 e del lamierino E8, senza che al momento la E1 riferita al rottame di risulta più ingombrante e la E40 ricavato dalla frantumazione, abbiano risentito di variazioni. Una scelta molto difficile da sostenere per il comparto produttivo, leggi acciaierie, che con il calo dei due rottami strategici per la produzione dei “piani”, va in controtendenza con l’orientamento rialzista delle quotazioni dei semilavorati di riferimento, ovvero i coils. La discesa del prezzo riferito alla classifica E3, fino a 5 Euro/tonnellata, e di quello dell’E8 (lamierino), tra i 5 ed i 10 Euro, hanno inevitabilmente spinto il valore dell’indice MetalWeek su base settimanale verso il basso, con il dato medio di acquisto rottami da parte delle acciaierie, passato da 363.27 a 361.50 Euro/tonnellata.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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