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13/03/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

- GRANDI DETTAGLI -

Industriali LME e Leghe

La Borsa LME divisa tra gli eventuali effetti diretti sulla vicenda del fallimento della banca USA e la più probabile svolta di un listino ormai arrivato a dei punti di ribasso davvero importanti

Acciai e Inossidabili

La frammentazione del mercato dei “piani”, in lotti sempre più esigui, trasforma i riferimenti di prezzo definiti dalle acciaierie come dei valori base su cui applicare gli sconti da parte di rivenditori e centri servizio indipendenti

Preziosi

La sindrome del “bene rifugio” è ritornata in auge non appena le notizie in arrivo dagli Stati Uniti hanno assunto contorni più chiari sul default della SVB

Medicale

Il Cobalto ed il Molibdeno confermano le tendenze viste la settimana precedente. Il Nichel non mette in chiaro il suo futuro indirizzo e gli utilizzatori attendono nuovi ribassi

Rottami

La fase selettiva della definizione dei prezzi dei rottami di acciaio prosegue, anche se le richieste di semilavorati sono in costante diminuzione. I metalli e le leghe continuano a sostare nel limbo

Cambi

Il grande stato di confusione sui mercati finanziari non aiuta a definire il reale peso degli eventi in corso, con il Dollaro concedere all’Euro una rivalutazione significativa

Indicatori

I noli continuano a recuperare terreno in vista delle aspettative positive sui trasporti “bulk” a livello globale. Gli indici sui metalli confermano le difficoltà di un comparto manifatturiero con impianti sempre più sotto-utilizzati

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Industrali LME e Leghe

La reale portata di quello che potrebbe accadere alla Borsa LME in riferimento alla vicenda della Silicon Valley Bank, non è ancora molto chiaro, ma quasi sicuramente gli effetti si faranno sentire in modo lieve. Il motivo di un coinvolgimento marginale nella vicenda legata al fallimento della banca statunitense, ha in prima istanza la piccola “zona di contatto” tra i metalli industriali quotati sulla piazza londinese ed il business legato al settore della information technology, lontanissimo dal concetto di produzione manifatturiera. Un altro vantaggio si trova dal sempre più rarefatto impegno del comparto speculativo-finanziario alla Borsa LME, che quindi mette i “ring” al riparo da un effetto contagio, che si sarebbe tradotto con un massiccio numero di chiusure delle posizioni in essere sugli “industriali”. La maggiore preoccupazione viene dal fattore di concambio, ovvero il Dollaro, che ha bruscamente interrotto la sua fase di rinforzo rispetto alle principali valute e con l’Euro in particolare. Il deprezzamento della Divisa USA è stato significativo nei confronti dell’Euro, con una diminuzione su base ottava di quasi un punto percentuale. La scarsa propensione alla richiesta di metalli da parte degli utilizzatori, che a loro volta si trovano a constatare una sempre più sottile domanda da parte dei clienti di ormai tutti i comparti manifatturieri, rappresenta il vero problema al London Metal Exchange. Negli ultimi otto giorni l’indice LMEX è sceso del 2.9%, riposizionandosi sotto la soglia psicologica dei 4mila punti. Il Rame è stato uno dei principali contributori, in forma negativa, di questo importante ridimensionamento dell’indice di Borsa, con una flessione della quotazione USD 3mesi dell’1.7% e questo su base settimanale. La proiezione del “metallo rosso” permane scarsamente reattiva anche in questo avvio di periodo, sebbene inizino ad affiorare i primi elementi per un significativo cambio di indirizzo nel breve. La questione tempo caratterizzerà le prossime mosse dello Zinco, ancora alle prese con una fase ribassista andata oltre le aspettative e di conseguenza aver trascinato la quotazione USD 3mesi a dei livelli che non si vedevano dallo scorso novembre, ma anche in questo caso la situazione sarà prossima a mutare. Un quadro previsionale che coinvolgerà inevitabilmente Ottone e Zama, che viste le possibili evoluzioni a breve di Rame e Zinco, portano a considerare le attuali quotazioni delle due leghe dei minimi relativi importanti. La quota di denaro che sta ruotando intorno all’Alluminio è in crescita, un fattore significativo che porta a pensare che sul metallo si stia iniziando a ragionare sull’imminente avvio di una fase dai contorni rialzisti. L’inerzia costituita da un gran numero di posizioni “short” ancora aperte sull’Alluminio sta rallentando comunque, oltre previsione, il momento dell’inversione. Una settimana da evidenziare in modo opportuno sarà questa, parlando del Nichel. La discesa che da quasi trenta sedute di Borsa ha visto solo segni meno sul Nichel ha portato ad una contrazione del riferimento USD 3mesi prossima al 25% e vedrà in questa cinquina un momento significativo di cambiamento della tendenza. Il Piombo sarà associato ad aspettative ancora deboli sul suo cambio di indirizzo e quindi la settimana si tradurrà in una nuova stringa di dati che correggeranno al ribasso la sua quotazione di Borsa. Gli utilizzatori di Stagno avranno l’obbligo di seguire i movimenti riferiti al metallo alla Borsa LME, sicuramente prossimi a mettere in evidenza un significativo momento di cambiamento nella definizione del valore in Dollari con scadenza 3mesi.

Acciai e Inossidabili

Una situazione di mercato a dir poco surreale e fino a qualche settimana fa ipotizzabile solo a livello di congettura, ma mai si sarebbe pensato che potesse diventare realtà. La paventata sospensione delle produzioni da parte delle grandi acciaierie europee e italiane è ora un dato di fatto. Nel comparto dei “lunghi” ed in particolare delle travi, i principali produttori in campo continentale stanno operando una stretta produttiva con la finalità di sostenere le quotazioni in essere dei semilavorati, a causa di una domanda decisamente debole. Il mondo dei “piani” non è certo messo meglio, ma occorre fare dei ragionamenti più ampi su questo comparto, sia per i tonnellaggi in gioco, sia per la frammentazione della proposta in acquisto, fatta di rivenditori e di centri servizio indipendenti, che oltre alla necessità di mantenere le rispettive quote di mercato, devono, attraverso i fatturati, far fronte alle spese di gestione, stipendi compresi. Le leva dei prezzi dei coils, in modalità inversa, potrebbe diventare un grande problema di presidio del mercato da parte delle acciaierie di casa nostra, ora che la piazza italiana ha riguadagnato il poco invidiabile primato delle quotazioni più care a livello europeo. La crescita su base settimanale è stata la seguente: HRC più 5%, CRC e HDG accomunati da un incremento pari al 2%, mentre nel resto d’Europa le variazioni si sono collocate in un intervallo compreso tra l’1 ed il 2% per il laminato a caldo ed il galvanizzato. La grave crisi idrica che sta attanagliando il Vecchio Continente ha costretto i produttori del Nord Europa a praticare un consistente aumento per il laminato a freddo, di cinque punti percentuali, per la ridotta disponibilità di acqua necessaria per le operazioni di decapaggio delle bobine. La situazione dei “lunghi” è già stata anticipata in precedenza, che oltre alle chiusure dei reparti di produzione deve far fronte all’incremento dei prezzi dei rottami di tutte le classifiche, con la risultante della variazione in crescita del 3% del prezzo della billetta. L’incremento del semilavorato per la laminazione ha portato i profili per carpenteria a crescere dell’1% dopo ben otto settimane di continue diminuzioni, mentre sui rebar la situazione non muta, ancora in calo del 4% su base ottava. La vergella resta in equilibrio rispetto alla quotazione settimanale precedente, nonostante gli incrementi della billetta. La forte crescita dei coils HRC ha costretto i produttori di tubi saldati ad adeguare al rialzo di un ulteriore punto percentuale i prezzi dei listini nazionali, portando a quasi il 12% l’aumento dei profili ottenuti da nastri rispetto allo scorso dicembre. La flessione che per tutta la scorsa settimana ha interessato la quotazione LME del Nichel ha condizionato in forma importante i valori degli inox austenitici durante il segmento tre di fissazione degli extra lega, con gli AISI303, 304 e 304L riportare una stima di variazione al ribasso di circa 6 centesimi di Euro per chilogrammo. Il 316 fa segnare un significativo ridimensionamento della componente in crescita del valore di allestimento, ora stimata in 4 centesimi di Euro. I comparti dei martensitici e dei ferritici chiudono la terza settimana del periodo di definizione degli extra lega verso riferimenti provvisori ancora in calo di circa 2 centesimi di Euro per chilogrammo. Le buone notizie arrivano anche dal versante del contributo energia, che grazie alla sensibile riduzione del PUN nelle ultime giornate della scorsa settimana, permette di ridurre di un  centesimo la stima complessiva della componente di sovrapprezzo.

Preziosi

Una reazione emotiva potrebbe essere la causa dell’improvviso innalzamento di tutti i prezzi dei metalli preziosi nel tardo pomeriggio di Venerdì 10 Marzo, a seguito delle notizie che giungevano dalla Silicon Valley californiana. L’effetto è stato quello di un repentino cambio di indirizzo che ha coinvolto e senza distinzione, tutti i metalli del comparto dopo un’ottava non certo contraddistinta da moventi di spiccata vivacità. Il recupero dei prezzi USD/ozt è andato oltre la soglia di un consolidamento progressivo dei valori in essere in rapporto ai dati più recenti, rappresentando questo autentico rimbalzo un episodio a cui dovrà essere dato il giusto peso. I fattori in gioco sono molteplici e tutti a favore di un mantenimento di uno stato di apprensione sugli sviluppi del fallimento della banca statunitense nel contesto internazionale del settore creditizio. Il concetto di “bene rifugio”, che funziona a fasi alterne, troverà nei prossimi giorni un terreno decisamente fertile e se questa tesi sarà veritiera, gli effetti si vedranno in una serie di prezzi al rialzo di tutti i metalli preziosi. L’Oro, senza ombra di dubbio, guiderà la ripresa dei prezzi, andando a rinforzare il riferimento USD 3mesi, che nel solo pomeriggio di Venerdì 10 Marzo, ha prodotto un incremento del 2% rispetto ai dati di apertura dello stesso giorno. Un incremento che comunque dovrà essere soppesato in relazione all’effetto contagio che avrà la vicenda in termini reali o per meglio dire che si vorrà far trapelare attraverso i “media” di tutto il mondo, avendo di riflesso, dirette ripercussioni sulla tenuta del trend rialzista dell’Oro. Una situazione che potrebbe avere delle connotazioni decisamente differenti per quanto riguarda l’Argento, il quale oltre al fenomeno prettamente speculativo, deve allargare i propri confini di visione a quello dell’acquisto di “fisico” da parte del comparto industriale. Il margine incrementale appare ancora importante in prospettiva, con una situazione di Borsa sostanzialmente bilanciata e che aiuta al mantenimento del segno più, riferito all’indirizzo. Il Platino ha prontamente “copiato” la traccia fatta segnare dall’Oro e così facendo nei prossimi giorni seguirà in modo pedissequo le evoluzioni del metallo guida del listino. Una situazione di tensione diffusa che non potrà che portare effetti positivi anche al Palladio, ritornato a collocarsi intorno alla soglia dei 1400 USD/ozt che al momento rappresenta un’importante linea di demarcazione tra i due possibili indirizzi di tendenza del metallo.

Medicale

La premura nel definire degli importanti cambi di paradigma in riferimento alle quotazioni USD di Cobalto e Molibdeno non deve prendere il sopravvento in rapporto a quello che sta accadendo a questi due metalli. Nelle ultime due settimane, è comunque opportuno sottolinearlo, i segni riferiti alle variazioni periodiche si sono invertiti e sempre più con entità numeriche importanti. L’ottava del Cobalto è stata contraddistinta da un incremento del suo riferimento USD del 2.5%, mentre quella del Molibdeno, sempre in Dollari, ha riportato una diminuzione pari a 9 punti percentuali, correlando il valore di questo metallo sempre più ad un prezzo e non ad un “numero” come era accaduto non più di qualche settimana fa. I limiti di sostenibilità delle tendenze prima o poi si evidenziano, ma come detto in precedenza, è ancora prematuro tracciare delle linee nitide su quelli che saranno i possibili sviluppi sui prezzi di questi due metalli. I riflessi sul Titanio sono riferiti ad uno stato di diffusa fluidità sul mercato e questo non può che tradursi attraverso una sostanziale stabilità del riferimento in Dollari, che tra l’altro si sta protraendo da tre settimane. Gli interrogativi sul Nichel sono sempre tanti e soprattutto ora che la quotazione LME ha raggiunto un livello sul quale occorre fare delle riflessioni importanti sui futuri movimenti del prezzo di Borsa. La corsa al ribasso avrebbe tutti i presupposti per considerarsi al suo epilogo, ma ora che il metallo si è equiparato agli altri “industriali”, ovvero privo della manipolazione del prezzo da parte del comparto speculativo-finanziario, dovrà confrontarsi con gli equilibri delle componenti domanda e offerta determinate dagli utilizzatori, diretti e indiretti, di Nichel. Le ferroleghe seguono delle logiche di indirizzo differenti tra le composizioni di metallo. La base Cromo continua a fornire conforti sostanzialmente positivi per trader e commercianti, con la quotazione di riferimento Dollari per libbra riportare un incremento su base settimanale del 2.5%. Il composto di Tungsteno registra una flessione sotto il punto percentuale, lo 0.6, ma andando ad accrescere la pesante riduzione della quotazione Dollari per chilogrammo già messa in evidenza la settimana precedente.

Rottami

Una logica inversa è quella che sta caratterizzando il mercato dei rottami di acciaio. La domanda di materia prima non è in crescita, anche in ragione di una consistente contrazione dei consumi di semilavorati da parte del comparto manifatturiero legato alla meccanica e più in particolare della lavorazione dei prodotti siderurgici. Il motivo dell’incremento dei prezzi dei rottami è quindi dato dalla loro scarsità sui principali mercati di riferimento, sia per il cosiddetto “nuovo”, sia per il sempre più esiguo apporto dei materiali da “risulta” ottenuti dalle demolizioni di vecchi macchinari/attrezzature e siti produttivi dismessi. Il ridotto tonnellaggio di rottami spinge quindi le acciaierie ad “osare” prezzi sempre più alti, con il diretto obiettivo di poter mettere le mani sulla maggior quantità di materiali da accumulare in prossimità delle rispettive “bocche da forno”. Nell’ultima settimana le quotazioni sul mercato italiano dei rottami di acciaio hanno avuto degli incrementi di tipo esponenziale su tutte le classifiche, con le demolizioni registrare degli aumenti fino a 20 Euro/tonnellata, il lamierino di 10, cosi come le torniture. Un insieme di incrementi che ha prodotto un significativo balzo in avanti dell’indice MetalWeek sul prezzo medio di tutti i rottami, passato in soli otto giorni da 371.81 a 385.04, con il conseguente innalzamento dell’indicatore di settore di oltre 13 Euro per tonnellata, che visti i “chiari di luna” presenti ultimamente tra i produttori del comparto siderurgico, potrebbe essere l’ultimo in ordine tempo e per un lungo periodo. Una situazione che invece il comparto dei non ferrosi si trova nella spasmodica ricerca di invertire, ma ostacolato non dalla carenza di materiale presente sul mercato, bensì da uno stillicidio di riduzioni dei prezzi degli “industriali” al LME. Le prerogative di aumenti sui prezzi dei rottami in metallo e leghe al momento fanno fatica ad essere messe in evidenza, sebbene alcuni elementi del listino di Borsa, come Alluminio e Nichel risultano compressi oltre misura nelle loro quotazioni di riferimento al London Metal Exchange.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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