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20/03/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

- VISIONE IMMUTATA -

Industriali LME e Leghe

La Borsa evita le insidie di un’ondata diffusa di vendite, ma la crescita dei prezzi degli “industriali” è legata a filo doppio sulla propensione allo sviluppo dell’economia reale

Acciai e Inossidabili

Le produzioni calano in modo più che proporzionale rispetto alla domanda di “lunghi” e “piani”. Un contesto ideale per le acciaierie per confermare le tendenze al rialzo dei prezzi

Preziosi

L’incertezza che regna negli “asset” finanziari ha spostato l’attenzione sui preziosi, più per un effetto emotivo che per dei lungimiranti piani di investimento

Medicale

La ripresa del Cobalto inizia ad essere una cosa seria, così come la regressione del valore del Molibdeno. La domanda “fisica” di Nichel è il vero punto di svolta per il metallo

Rottami

I rottami di acciaio continuano a confermare il momento di crescita, nonostante la crisi dei consumi di semilavorati. I prezzi di metalli e leghe sono prossimi al cambiamento

Cambi

L’Euro riprende forza sul Dollaro, in attesa di una conferma da parte delle Federal Reserve sull’adozione di una politica monetaria più accomodante

Indicatori

Nella settimana del punto più basso dell’anno per tutti gli indicatori riferiti al settore minerario, il dato dei noli “bulk” va per la prima volta oltre la soglia di fine 2022

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Industrali LME e Leghe

La BCE non cambia idea sui tassi e forse non poteva fare altrimenti. Nel corso delle ultime due settimane molti scenari nel contesto della finanza mondiale sono profondamente mutati e tutti hanno avuto origine fuori dalla territorialità dell’Eurozona. Una retromarcia da parte di Francoforte sul proseguimento dell’adozione della fase restrittiva della propria politica monetaria, avviata da parecchi mesi, avrebbe forse avuto una chiave di lettura molto distorta e generato ulteriore confusione sui mercati. L’inflazione resta il nemico da battere, ma d’ora in avanti la BCE dovrà mettere in campo strumenti più efficaci per limitare il fenomeno della poca autorevolezza dell’Euro rispetto alle altre valute, Dollaro USD in prima istanza. Gli effetti di un possibile “default” della banca elvetica Credit Suisse, paiono essere scongiurati e questa, indipendentemente dalle modalità del suo salvataggio, rappresenta un’ottima notizia per la Borsa LME. L’istituto di credito svizzero ha da sempre operato in modo importante sulle commodities, potendo affermare che una delle cause del suo dissesto provenga proprio da un eccessivo movimento di denaro dei suoi correntisti con obiettivi marcatamente speculativi. Le posizioni sugli “industriali” che Credit Suisse ha nel proprio portafoglio non sono state chiuse in modo frettoloso per drenare liquidità e questa forma di prudenza si è immediatamente tradotta in una moderata ripresa di quota del listino LME, soprattutto a partire dalla seconda metà dell’ultima ottava di Borsa. L’indice LMEX chiude su base settimanale in negativo del 2%, ma in recupero di un punto percentuale a partire da Giovedì 16 Marzo. Il Rame ha retto egregiamente l’urto di un possibile dilagare di chiusure anticipate di posizioni “lunghe”, ma questo non ha evitato al metallo di concludere in negativo la settimana, con una flessione dell’1.8% riferita alla quotazione USD 3mesi. L’azione speculativa con indirizzo ribassista può definirsi ormai conclusa o se si preferisce, annullata e questa situazione permetterà al Rame di avviare in Borsa una fase di progressiva crescita. Lo Zinco, a differenza del Rame, può a tutti gli effetti considerarsi oltre la linea di demarcazione di indirizzo, con il posizionamento della sua quotazione USD 3mesi già nel territorio di indirizzo rialzista. La somma positiva riferita alle tendenze di questi due metalli deve risultare per gli utilizzatori di Ottone e Zama come un campanello d’allarme per considerare i prezzi attuali delle due leghe delle ottime occasioni e che avranno una difficile replicabilità in tempi brevi. L’Alluminio non risulta ancora pronto per produrre un riposizionamento rialzista che lo ponga nuovamente in modo stabile oltre la soglia dei 2300 USD 3mesi, sebbene la distanza, rispetto all’attuale valore di Borsa, non sia eccessiva. L’attenta lettura dei movimenti del Nichel porta a considerare le ultime variazioni verso l’alto con il carattere della provvisorietà, questo a significare che il metallo potrebbe essere interessato ad una fase regressiva del prezzo LME, già a partire dalle prossime sedute di Borsa. La quotazione del Piombo sta veleggiando in un’area del grafico di relativa stabilità, anche se non occorre sottovalutare la sempre eccessiva quota di denaro “lungo” in stazionamento sul metallo, che va a penalizzarlo su una potenziale fase di crescita del prezzo. Lo Stagno ha finalmente raccolto tutti gli elementi per presentarsi al LME come un metallo dalle prospettive positive, ma molto dipenderà dalla situazione generale di Borsa per poter generare l’effetto volano.

Acciai e Inossidabili

La piazza italiana dei “piani” ha perso nuovamente il poco invidiabile primato di uno dei luoghi dove i prezzi dei coils sono tra i più cari al mondo. Il “trofeo” è passato di mano a favore dei cugini del nord-Europa, che negli ultimi giorni hanno inferto delle stoccate importanti su tutti gli allestimenti: il CRC è cresciuto del 3%, l’HDG del 4 e l’HRC del 2. Il laminato a caldo risulta essere il punto di discordia nella visione di mercato tra i produttori italiani e quelli della parte nord dell’Europa. L’HRC di casa nostra ha registrato negli ultimi giorni un abbassamento dell’1% rispetto alla base praticata otto giorni fa, poca cosa, ma resta pur sempre un segnale significativo e mai più verificatosi a partire dalla seconda settimana di febbraio. I restanti allestimenti hanno seguito, seppure in tono minore, l’indicazione di tendenza vista oltre le Alpi, con “freddi” e “galvanizzati” cresciuti rispettivamente di un punto percentuale. Le prospettive sui consumi di “piani” non si basano su dati confortanti, anche se tutto il comparto continua ad ostentare ottimismo, più di facciata che di sostanza. Un dato da non sottovalutare è la massiccia svendita che molte acciaierie e centri servizio, anche di rilevanza nazionale, stanno effettuando sui cosiddetti “bobinotti”, che solo fino a dodici mesi fa, venivano segregati e conservati come un patrimonio inestimabile nei meandri dei magazzini. La consistente e perdurante crescita dei prezzi dei rottami, condiziona sempre di più la determinazione dei prezzi dei “lunghi”, con la billetta nazionale che seppure invariata su base settimanale, ha generato un movimento importante riferito al rebar, ritornato a crescere dopo quasi due mesi, registrando un incremento di 20 Euro per tonnellata. La base in giacenza di tondino per le armature è decisamente ampia ed in pochi si stanno preoccupando per una possibile stretta produttiva, favorita anche dal calendario, tra festività pasquali e ponti di fine aprile e inizio maggio. Un atteggiamento di attesa si rileva tra i produttori di vergella e di profili per carpenteria, che preferiscono non esporsi su possibili elementi di variabilità dei rispettivi prezzi di vendita. Una situazione che in modo diametralmente opposto riguarda i produttori di tubi saldati ed i ritrafilatori, che anche in vista di una possibile carenza di materia prima nel mese di aprile, hanno optato per un’ulteriore crescita dell’1% dei loro listini settimanali. Le notizie non sono buone nemmeno sul versante internazionale, ma di prossimità, come il mercato turco e a riguardo dei volumi di vendita; i prezzi FOB di rebar e vergella registrano una diminuzione di circa 20 Euro la tonnellata rispetto alla scorsa settimana. La fine della terza settimana di marzo, sancisce il termine per la determinazione degli extra di lega degli acciai inossidabili sul mese di aprile. Gli austenitici beneficeranno, senza ombra di dubbio, della consistente flessione registrata dal Nichel nelle ultime settimane. Le stime di variazione vanno da meno 5 a meno 7 centesimi di Euro per gli AISI 303/304 e 304L, fino ad un’ipotetica invariabilità di riferimento per il 316, dopo tre periodi consecutivi di aumenti. Le aspettative dovrebbero essere altrettanto buone per ferritici e martensitici con adeguamenti periodici verso il basso accomunanti a circa 3 centesimi di Euro per chilogrammo. La costante riduzione del PUN dovrebbe contribuire positivamente alle già citate stime di rallentamento dei prezzi degli inox, al termine della terza settimana di marzo la contrazione del contributo energia si attesta intorno ai 2 centesimi di Euro per chilogrammo, ma per attendere l’attribuzione definitiva occorrerà attendere la fine del mese.

Preziosi

Nell’analizzare la buona settimana dei metalli preziosi, in particolar modo di Oro e Argento, occorre uscire un momento dal più stretto contesto della favorevole situazione venutasi a creare negli ultimi tempi. Gli “asset” finanziari non stanno facendo dormire sonni tranquilli a coloro che hanno confidato sulla loro rassicurante redditività a rischi relativamente contenuti. Le vicende sulla finanza statunitense hanno messo in evidenza tutta la fragilità degli investimenti basati sui Treasury Bond, in particolare decennali, che hanno decretato il fallimento di due banche negli USA. La remunerazione dei capitali investiti non è certamente messa in dubbio, ma quello che ha determinato la causa dei “default” è stata la consistente svalutazione dei certificati di debito di vecchia emissione, in rapporto a quelli più recenti, che in alcuni frangenti hanno abbondantemente superato il 4% di rendimento annuo. La paura dei piccoli investitori di finire nella medesima “tagliola” li ha mossi per far confluire i loro risparmi sul più classico dei “beni rifugio”, l’Oro. Il metallo ha riguadagnato velocemente un livello di quotazione USD/ozt che si era vista per l’ultima volta nell’Aprile dello scorso anno e rivalutatosi del 7.6% da gennaio. La spinta rialzista sull’Oro risulta ancora sostanzialmente di buona struttura, ma certo non potrà proseguire a oltranza. L’Argento è passato da una fase di incerta collocazione del suo riferimento di Borsa, accompagnato da un consistente accumulo di liquidità “lunga”, ad un confidente consolidamento della stessa massa monetaria verso i valori attuali e presumibilmente anche a quote più alte. Un percorso simile a quello dell’Argento sarà seguito dal Platino, la cui fase di escursione rialzista è solo all’inizio e la sua ampiezza dipenderà dalla durata del momento espansivo che sta interessando tutto il comparto dei preziosi. Il Palladio non sarà fuori da questo diffuso clima di positività anche se l’avvio di ottava sarà di avviso opposto, ma la soglia dei 1400 USD/ozt resterà ancora l’obiettivo minimo di riferimento per il metallo.

Medicale

Gli indirizzi di tendenza stanno subendo dei consolidamenti di significativo interesse e quasi inimmaginabili fino a poco tempo fa. Nel corso dell’ultima settimana il Cobalto è cresciuto dell’1.6% rispetto al suo riferimento USD di mercato, mentre il Molibdeno ha prodotto una “picchiata” del 14% in soli otto giorni e nei confronti della quotazione in Dollari. Delle storie già viste negli ultimi anni, anche se a parti invertite, con Cobalto e Molibdeno molto spesso seguire più gli indirizzi del “sentiment modaiolo” di tendenza del comparto speculativo-finanziario, rispetto al più affidabile pragmatismo del settore manifatturiero, Cina compresa. La ripresa del Cobalto, seppure con una serie di lievi progressi settimanali, ha più una connotazione di tipo fisiologico del minimo assoluto; preoccupante è invece la consistente flessione del Molibdeno. Il metallo risponde direttamente alle istanze di acquisto delle acciaierie, essendo nel processo fusorio un importante elemento di lega. La diminuzione del prezzo del Molibdeno va letta come una consistente contrazione della quota di produzione di acciaio a livello mondiale, con i mesi venturi sancire l’avvio di questo opaco periodo. Il Titanio, in mezzo a queste altalene di prezzi, continua a mantenere stabile il suo riferimento, anche se esperienze precedenti ci hanno insegnato che il metallo, il più delle volte, maschera il suo reale valore con un “numero” e questa potrebbe essere l’ennesima dimostrazione in tal senso. La lettura della quotazione del Nichel non risulta sicuramente un esercizio di semplice esecuzione. Il prezzo LME, pur essendo in crescita da alcune sedute dopo un minimo relativo importante, non presenta elementi di significativa evidenza per lasciar supporre un significativo momento di inversione di tendenza per la quotazione di Borsa del Nichel. Un momento di riflessione pare esserci anche per le ferroleghe, con riferimenti deboli in considerazione delle ultime quotazioni. La base Cromo ha riportato una diminuzione dell’1,8% in rapporto alla fissazione Dollari per libbra, mentre quella USD per chilogrammo, che riguarda il Tungsteno, è risultata in flessione di 0,8 punti percentuali.

Rottami

La tendenza dei prezzi dei rottami continua a dare supporto alla crescita dei prezzi dei semilavorati di acciaio, nonostante il loro consumo sia in costante regressione. Il timore di rimanere senza materia prima per alimentare i forni elettrici, spinge le acciaierie ad una spasmodica corsa all’accaparramento di tutto quello che sia rottame, indipendentemente dalle classifiche di attribuzione. Il mese di marzo, al suo giro di boa, sicuramente può essere definito come uno dei mesi più spumeggianti degli ultimi tempi, senza togliere alcun merito ai precedenti, con l’indice MetalWeek in incessante crescita dallo scorso mese di luglio. L’incremento su base settimanale dell’indicatore medio dei prezzi dei rottami è stato dello 0.8%, mentre risulta dell’8% da inizio marzo. Le classifiche hanno tutte riportato degli aumenti compresi tra i 5 ed i 10 Euro/tonnellata, anche se non può passare in secondo piano la fase di “impasse” che sta attraversando la fissazione del rottame di acciaio frantumato E40, che potrebbe rappresentare il preludio di una nuova fase di arretramento dei valori di tutti i rottami, a cominciare dalle demolizioni pesanti E1 e dalle torniture. Il settore dei non ferrosi, in coincidenza con l’inizio della primavera, avrebbe la possibilità di risvegliarsi dal lungo periodo di letargo, accompagnato da numeri importanti. I metalli guida del settore, in primo luogo Rame e Alluminio, stanno avendo una collocazione di prezzo davvero interessante alla Borsa LME. La situazione della valorizzazione del Rame pare più avanti rispetto a quella dell’Alluminio, ma in ambedue i casi le attuali quotazioni USD 3mesi messe in evidenza dal listino londinese, presuppongono l’avvio di una fase di indubbio interesse, che se ritardata nell’azione di acquisto da parte di fonderie e raffinerie, darà senza ombra di dubbio effetti benefici ai fatturati dei commercianti. Un’ultima riflessione sul Nichel e conseguentemente ai rottami di inox austenitici, con il metallo di riferimento condizionare in modo importante le loro quotazioni di riferimento, vista la sua non chiara linearità in chiave rialzista nel breve periodo.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

Si ricorda che il servizio è per uso personale.

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