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22/05/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

- SPIRITO D’OSSERVAZIONE -

Industriali LME e Leghe

I movimenti del listino LME, seppure impercettibili, nascondono delle tracce di tendenza che non possono essere sottovalutate

Acciai e Inossidabili

I prezzi dei “piani” sulla piazza domestica scendono, ma non in modo lineare e soprattutto congruo con le diminuzioni dei prezzi dei rottami. I coils prodotti e commercializzati in Italia continuano ad essere i più cari del mondo

Preziosi

La fase di flessione del prezzo USD dell’Oro si pone in un contesto di un perdurante massimo relativo dallo scorso mese di marzo, l’intero comparto dei “preziosi” beneficerà di questa situazione nelle prossime settimane

Medicale

Il Molibdeno recupera parzialmente i cali delle settimane precedenti, mentre il Cobalto continua a scendere. Il Nichel risulta ancora pieno di incognite nella rilevazione LME

Rottami

La drastica sforbiciata settimanale dei prezzi dei rottami di acciaio riporta il valore medio ai livelli di inizio anno. I metalli e le leghe non hanno compratori nonostante le quotazioni molto interessanti

Cambi

La pressione del Dollaro USD sull’Euro prosegue in modo incessante, portando l’incrocio sotto la soglia di 1.08, mentre la parità virtuale si trova a 1.085

Indicatori

L’incertezza del momento si legge anche attraverso gli indici del settore metalli, con variazioni nell’ordine dello “zero virgola”. I noli “bulk” arretrano di oltre il 10% su base settimanale

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Industrali LME e Leghe

I movimenti del listino LME vanno messi sotto la lente d’ingrandimento, non tanto per trovare dettagli significativi nell’evoluzione dei prezzi settimanali degli “industriali”, quanto per il loro ridotto movimento, anche in ragione della variazione del LMEX nel periodo. L’indice di riferimento della Borsa londinese dei metalli è cresciuto su base ottava dello 0.035%, un dato assimilabile allo zero. Il nulla è quindi la misura su cui andare a trovare gli indirizzi evolutivi dei prezzi USD del listino LME, con le situazioni del “fisico” che non stanno fornendo riscontri confortanti in termini di consumi. L’evoluzione settimanale del prezzo del Rame rende più chiaro questo concetto. Il “metallo rosso” ha chiuso la cinquina di sedute al LME con un dato che nel suo complesso è rimasto lineare in termini di valore USD 3mesi. Le prossime mosse del Rame andranno comunque lette in un ambito di indirizzo che quasi sicuramente vedrà l’ultimo valore della settimana scorsa come la soglia di massimo relativo. Lo Zinco ha chiuso la precedente ottava di Borsa sotto la linea dei 2500 USD 3mesi, un riscontro quasi impensabile solo qualche mese fa, ma che mette in evidenza la scarsa dinamica di richiesta di metallo sui mercati dell’utilizzo. La prospettiva è quella di una stabilità del prezzo di Borsa nel corso di questa settimana. La “stanchezza” delle quotazioni di Rame e Zinco avrà ripercussioni dirette su quelle delle leghe, con Ottone e Zama orientati più a far registrare valori verso il basso, che al mantenimento dei riferimenti visti la scorsa settimana. L’Alluminio ha tenuto fede alle aspettative, con una crescita su base ottava, in positivo, di quasi 2 punti percentuali. La corsa al rialzo, seppur blandamente, proseguirà con l’obiettivo di posizionare il suo valore 3mesi oltre la soglia dei 2300 Dollari in modo stabile. Il Nichel permetterà dei margini di attesa nella definizione di acquisti di rilievo in ottica futura, questo a significare che per il metallo la discesa del prezzo non è ancora giunta al suo epilogo, anche se non potrà continuare all’infinito. Una situazione molto particolare la sta vivendo il Piombo, con il riferimento USD 3mesi che non sarà di certo orientato verso il basso, in netta contrapposizione con la tendenza generale del listino LME. Le incertezze stanno affiorando anche sullo Stagno, con gli utilizzatori disorientati dagli ultimi valori altalenanti registrati dal metallo. La struttura decisamente “sottile” di questo mercato è in grado di determinare variazioni significative di indirizzo del prezzo, ma il recente accumulo di denaro “lungo” sul metallo va letto come un riposizionamento verso l’alto dello Stagno al LME.

Acciai e Inossidabili

L’evidenza dei fatti non risulta ancora un elemento sufficientemente plausibile per le acciaierie di casa nostra nel considerare concluso il ciclo rialzista dei prezzi dei semilavorati, in particolare dei “piani”. La forte diminuzione dei prezzi dei rottami su tutte le piazze del Vecchio Continente, in Italia la contrazione è stata di qualche decimo di punto superiore al 5%, salvo il crollo della billetta che vedremo più avanti, ha fatto segnare degli adeguamenti dei semilavorati ben al di sotto della variazione settimanale delle materie prime da fusione con forni elettrici. Il mercato italiano dei “piani” continua a collocare i prezzi dei principali allestimenti in vetta alle quotazioni mondiali, questo a causa dei ridotti adeguamenti settimanali ribassisti. Il laminato a freddo è sceso dell’1% (Benchmark MW/CRC a 890 Euro/tonnellata), lo zincato a caldo del 2, (Benchmark MW a 935), fino all’irrazionale scelta di lasciare invariato su base settimanale il riferimento del “caldo” (Benchmark MW fissato a 820 Euro). Gli adeguamenti dei prezzi dei coils nel resto dell’Europa nord occidentale hanno registrato riscontri più “generosi” rispetto alle contrazioni delle quotazioni dei rottami, con il CRC presentare un mega-adeguamento ribassista del 7% e HDG e HRC calibrare le riduzioni rispettivamente del 5 e del 3% sulla base degli otto giorni precedenti. La crisi delle vendite sta interessando in modo sempre più marcato il comparto dei tubi saldati, dove i ritrafilatori, per stimolare la clientela allo stacco di qualche ordine, proporranno prezzi fino al 2% più bassi di quelli definiti otto giorni fa. L’unico prodotto semilavorato italiano che “segna” oltre misura l’ultima diminuzione dei rottami è la billetta, che va a totalizzare il 9% di calo settimanale. I prodotti di diretta derivazione da laminazione sono invece scesi con modalità decisamente più contenute, con i profili per carpenteria calati dell’1%, mentre rebar e vergella hanno riportato il 3% di riduzione periodica. L’incerta situazione politica venutasi a creare dopo il primo turno delle elezioni presidenziali turche, con il ballottaggio tra Erdogan e Kilicdaroglu, sta portando la Lira nell’infausto terreno della speculazione verso le valute forti, Dollaro in primo luogo. I prezzi FOB dei tondi per armature e vergella si sono mantenuti sui livelli della settimana precedente e quindi più alti rispetto ai valori di inizio mese. La giornata di Venerdì 19 Maggio è stata l’ultima del periodo di fissazione per gli extra lega degli acciai inossidabili su Giugno 2023. Gli austenitici per tutte e quattro le settimane sono stati condizionati dalla debolezza del Nichel, con le stime di revisione che variano dai 4 centesimi di Euro per chilogrammo per gli AISI 303, 304 e 304L, fino a circa 30 per il 316. I martensitici ed i ferritici saranno invece orientati, con decorrenza giugno, a confermare i valori attualmente in vigore. L’adeguamento per il caro-energia si è mantenuto stabile rispetto alla stima settimanale precedente, presupponendo un incremento massimo di 2 centesimi di Euro per chilogrammo sul dato calcolato ad aprile.

Preziosi

L’Oro non ha ancora finito di stupire in questo mese di maggio. I dati della settimana scorsa non lasciano dubbi nel giudicare le ultime due ottave del “metallo guida” come fortemente negative. I dati comunque vanno sempre contestualizzati, così come i giudizi basati sulle pure entità numeriche dei riferimenti USD/ozt che devono obbligatoriamente essere calati nell’ambito attuale di quotazione. L’Oro, dal massimo relativo del 4 Maggio, ha perso circa 100 USD per oncia, una ricollocazione del valore di Borsa che comunque pone il metallo in un’area del grafico oltre la soglia dei 1900 Dollari ininterrottamente da marzo. Un dato da non sottovalutare, considerando che sulla base delle tensioni politiche finanziarie su scala mondiale, l’Oro non scende dall’indice di gradimento degli investitori che intendono garantire da situazioni avverse i loro capitali. Il metallo nei prossimi giorni sarà nuovamente al centro di fenomeni importanti in ottica rialzista, anche se si escludono, a priori, nuovi riposizionamenti in vicinanza della quotazione registrata ad inizio mese. Il solco rialzista che traccerà l’Oro agevolerà l’Argento, il cui momentaneo “basso profilo” non deve trarre in inganno, ma anzi portare gli indecisi a compiere acquisti di metallo in un contesto di relativo vantaggio in termini di quotazione USD/ozt. La nuova fase di rialzi che interesserà Oro e Argento, porterà un diretto beneficio al Platino, visto questo in termini di prolungamento della sua fase estremamente positiva, che senza l’apporto esterno degli altri due metalli avrebbe sicuramente preso una china ribassista. La recente escursione sotto la soglia del 1500 USD/ozt del Palladio ha avuto un carattere temporaneo, la situazione di bilanciamento tra le componenti domanda e offerta non può che essere un valido elemento per una nuova fase di crescite ripetute del prezzo nel breve e medio periodo.

Medicale

Una cosa positiva dei mercati, questo in termini generali, è la loro forma di sostanziale “autogoverno”, ovvero una sorta di regolatore automatico in grado di normalizzare gli eccessi di variazione di qualsiasi segno. La settimana scorsa questo fenomeno ha visto come protagonista il Molibdeno. Il metallo ha momentaneamente invertito la rotta, costellata da ripetuti ribassi, con un incremento del 3.7% sul riferimento di mercato espresso in Dollari, mostrando una variazione di correzione parziale rispetto al tonfo del 7.6% della settimana precedente. La variabilità dei prezzi resta comunque un fattore endemico di questi mercati di nicchia, risultando prematuro considerare il Molibdeno fuori dalla fase regressiva del suo riferimento di mercato. Una situazione che invece non muta se parliamo di Cobalto, con il prezzo settimanale in Dollari in calo ulteriore del 2.3% e del conseguente trascinamento verso il basso del Titanio, in flessione di 2 punti percentuali rispetto al dato USD di otto giorni prima. Il Nichel sta mettendo in evidenza una serie di prezzi al LME che, visti nella cruda rappresentazione dei numeri, potrebbero significare una difficile situazione di replicabilità nel medio periodo. La domanda rarefatta vista in Borsa la scorsa settimana ed in particolare sul Nichel, lascia supporre che i tempi per le decisioni importanti su quando e quanto di questo metallo acquistare, possono essere rimandate, ma prestando sempre un occhio vigile alle articolate ultime vicende del LME. Le avvisaglie di una difficile situazione sul mercato delle ferroleghe ed in particolare per la base Cromo, si sono manifestate in modo definitivo con la riduzione dell’8% del suo riferimento espresso in Dollari per libbra, andando a rinforzare, in termini negativi, la stima dei 7 punti percentuali previsti precedentemente. Un contesto più equilibrato si è registrato per il Tungsteno, che conferma il riferimento in Dollari della settimana precedente. Il fattore correttivo della valuta risulta ancora sfavorevole per gli acquisti effettuati in Euro, questo a causa dell’ulteriore rivalutazione dello 0.6% del Dollaro nell’ultima ottava.

Rottami

Il momento non è dei migliori per il comparto dei rottami. Le recenti incertezze della Borsa LME, soprattutto legate ad una forte incertezza nel mantenimento dei livelli di consumo attuali di metalli da parte del comparto manifatturiero, fa il paio con il settore siderurgico, alle prese con un crollo importante dei consumi di semilavorati “lunghi” e “piani” su scala mondiale. I toni non devono essere pessimisti sulla futura evoluzione dei due mercati di riferimento, anche se un sostanziale pragmatismo, tipico degli operatori del settore, lascia intendere che se qualcosa prima delle ferie non avverrà in termini positivi, il 2023 chiuderà un ciclo fatto di numeri, in termini di fatturati e utili, decisamente sorprendenti. I rottami non ferrosi hanno subito negli ultimi tempi notevoli ridimensionamenti nei prezzi, seppure sporadicamente, come nel caso dell’Alluminio la settimana scorsa, qualche barlume di vitalità emerge sempre. L’attività ridotta del comparto industriale contrae significativamente i lotti di rottami presenti sul mercato, un dato questo positivo nella teorica formazione dei prezzi, ma occorre prendere atto della quasi totale assenza di richieste da parte di fonderie e raffinerie. I punti deboli del mercato dei rottami di metalli e leghe si chiamano Rame e Nichel, con quest’ultimo riferito principalmente agli inox austenitici. Nel corso dell’ultima settimana le cose sono andate di male in peggio per il settore dei ferrosi, con diminuzioni veramente importanti e che hanno riguardato tutte le classifiche. Il valore di sintesi, l’Indice MetalWeek su base settimanale, ha fatto registrare un dato, 353.28 Euro/tonnellata ed una variazione negativa di periodo del 5.4%, che ricolloca il prezzo medio dei rottami all’inizio del 2023. Le classifiche maggiormente colpite da questa drastica sforbiciata operata dalle mandatarie su specifica richiesta di acciaierie e fonderie sono state le demolizioni, fino a 30 Euro/tonnellata, le torniture, ridimensionate di 20 ed il frantumato con punte fino a 25 Euro. Un discorso a parte merita il lamierino E8, che pure in calo, ha resistito all’ondata dei ribassi con un “ordinario” 10 Euro/tonnellata di contrazione.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

Si ricorda che il servizio è per uso personale.

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