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10/07/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

- PARAMETRI ZERO -

Industriali LME e Leghe

I valori degli “industriali” ritornano a collocarsi al punto di origine visto ad inizio ottava, segno questo che la domanda di metalli da parte degli utilizzatori risente della generale riduzione dei consumi per i primi stop produttivi dovuti alle vacanze estive

Acciai e Inossidabili

Il mercato italiano ritorna ad avere il poco invidiabile primato del più caro al mondo per i semilavorati di acciaio, nel corso dell’ultima settimana è stato il turno del coil laminato a caldo (HRC) e del tondino per le armature CA (rebar)

Preziosi

L’Oro risulta in forte difficoltà nel poter mantenere il trend di crescita visto negli ultimi tempi. I riscontri positivi non mancheranno per Argento, Platino e marginalmente, anche per il Palladio

Medicale

Il Cobalto rinforza la sua crescita settimanale, mentre Molibdeno e Titanio riducono le perdite accumulate nel corso dell’ultima settimana di giugno. Il Nichel risente delle incertezze legate all’andamento della domanda di metallo “fisico”

Rottami

I prezzi dei non ferrosi hanno riportato variazioni prossime allo zero su base settimanale, ma anche le richieste di rottami non sono cresciute. Gli acciai hanno registrato interessi sulle classifiche di derivazione industriale, in prospettiva preoccupano i prezzi in discesa delle demolizioni

Cambi

Nella continua altalena delle variazioni di tendenza il Dollaro concede un momentaneo frangente di respiro all’Euro, con il cambio ritornato sopra la linea di 1.090, ma la parità virtuale resta a 1.088

Indicatori

I noli “bulk” e l’indice azionario dei titoli minerari registrano significativi aggiustamenti verso il basso. Gli indicatori relativi ai metalli hanno variazioni prossime allo zero

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Industrali LME e Leghe

La Borsa LME ha chiuso la settimana con i valori degli “industriali” sostanzialmente equilibrati, a dimostrazione di questo risultato, l’indicatore MetalWeek™ sugli indirizzi delle sedute settimanali, sempre sotto il valore dei 15/30 e il dato sull’LMEX in recupero dello 0.47% rispetto all’ottava precedente. Gli scambi sono stati caratterizzati da una certa apatia, condizionati soprattutto dallo stato generale delle richieste di “fisico” decisamente contratte, con la maggior parte degli utilizzatori ormai concentrati a ridurre gli acquisti in vista della pausa estiva, che in alcuni mercati, come quelli del nord – Europa, risultano già parzialmente assoggettati a questa contingenza. Le fasi di tensione viste al LME nel corso dell’ultima settimana di giugno, sono svanite con una rapidità sorprendente e soprattutto hanno interessato i metalli guida del listino, come Rame e Alluminio ed il Nichel in seconda battuta. La vicenda del “metallo rosso” aiuta a comprendere meglio le dinamiche in atto alla Borsa londinese dei metalli. La quotazione USD 3mesi del Rame è stata supportata nel corso della settimana da un pressante accumulo di liquidità “lunga”, con il suo apice in concomitanza della massima escursione rialzista nel corso dell’ottava. L’evoluzione settimanale del metallo non dovrebbe essere differente da quella vista nella fase conclusiva dell’ultima cinquina di sedute LME, con le componenti domanda e offerta in sostanziale equilibrio. Un problema, quello della presenza eccessiva di denaro con indicazioni rialziste, che sta interessando anche lo Zinco e oltretutto in una collocazione di prezzo USD 3mesi non è certo in un punto di massimo, ma appiattito nel valore a quella linea ideale sotto quota 2400 Dollari, tale da rappresentare la discriminante tra i due possibili scenari. Le prospettive risultano decisamente incerte anche per le quotazioni delle leghe, con Ottone e Zama seguire i destini di Rame e Zinco, dove alla linearità dei loro prezzi indicati in Dollari, proprio il fattore valutario entra prepotentemente in gioco per determinare le variazioni dei riferimenti di mercato. Una variabile che nelle ultime quattro settimane ha giocato un ruolo importante e che ha portato l’Euro ad apprezzarsi dell’1.4% rispetto alla Divisa statunitense. L’Alluminio continua a collocarsi ai margini di una ripresa del prezzo LME che sta via via perdendo d’intensità, questo anche a causa di una sempre meno spiccata propensione di richiesta del metallo da parte dei vari comparti manifatturieri di riferimento. Il limitato sussulto rialzista che ha interessato il Nichel nel corso dell’ultima ottava perderà molta della sua “intensità”, con il metallo che andrà a ricollocarsi sulla linea di minimo relativo disegnata sul suo grafico di riferimento a partire dalla quarta settimana di giugno. Nel complesso, l’effetto inerzia sta tenendo il Nichel ancora in territorio positivo in termini di crescita del prezzo USD 3mesi, anche se l’ipotesi più plausibile al momento resta quella di una quotazione LME in area 20700 Dollari. Il Piombo, all’interno della sua nicchia, sarà ancora in grado di riservare qualche sorpresa interessante, anche sulla base dell’evidenza di alcuni piccoli movimenti speculativi operati sul metallo con una prospettiva di carattere “lungo”. La backwardation dello Stagno tra i valori “settlement” e 3mesi sta assumendo un valore decisamente più accettabile, anche se questa fase di normalizzazione del differenziale ha portato il prezzo del metallo a crescere in modo significativo, oltrepassando la soglia dei 28mila Dollari sulla prima quotazione a termine (3mesi). Le prospettive restano comunque supportate da una visione di sostanziale equilibrio tra le componenti domanda e offerta e questo porterà lo Stagno a lambire la soglia dei 29mila USD 3mesi.

Acciai e Inossidabili

Un argomento non certo di forte motivazione per gli utilizzatori italiani di semilavorati, quello di sapere che le acciaierie stiano operando per mantenere estremamente alti i loro prezzi di riferimento. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e nel caso del coil laminato a caldo (HRC) e del tondo per le armature per il cemento armato, il meglio conosciuto rebar, l’evidenza di presentare i prezzi di vendita più alti al mondo. Una situazione di mercato volutamente portata alla massima esasperazione dai produttori di casa nostra, a causa di tre fattori. Il primo riguarda il prolungamento di dodici mesi delle politiche protezionistiche imposte da Bruxelles sulle importazioni extra UE dei semilavorati, il secondo dal paventato blocco sulle esportazioni dei rottami di acciaio ed il terzo dalla criptica applicazione del CBAM. Il Carbon Border Adjustment Mechanism riguarderà un complesso dispositivo di compensazioni sulle emissioni di CO2 prodotte in siti siderurgici collocati oltre i confini dell’Unione Europea. Un occhio di riguardo sarà riservato verso alcuni Paesi, come Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera e gli utilizzi per scopi militari, con apposite sospensive di applicazione della misura CBAM. Il dispositivo normativo avrà piena attuazione a partire dal primo Gennaio 2026, ma si dovrà prendere una “coercitiva dimestichezza” già a partire dal primo di Ottobre dell’anno in corso. La definizione settimanale dei prezzi dei “piani” sul mercato italiano, come già accennato in precedenza, è risultata piuttosto movimentata, con il solo zincato a caldo seguire il trend ribassista generalizzato in atto da un paio di ottave, con il parziale in calo del 2% (benchmark MW HDG 800 €/ton), mentre in rialzo sono risultati gli altri due allestimenti. Il laminato a freddo ha riportato una crescita pari al punto percentuale (benchmark MW CRC 765) e quello a caldo il sorprendente balzo all’insù del 3% (benchmark MW HRC 665). Le acciaierie del nord-Europa, alle scorribande italiane dei prezzi, hanno preferito non variare alcun riferimento di valore sui “piani”, in attesa di elementi più chiari su due fattori, la situazione della domanda di “piani” nel Vecchio Continente ed una maggiore chiarezza sulla direzionalità delle quotazioni dei rottami. Un altro non invidiabile primato messo a segno dai produttori italiani riguarda il rebar, ora il più caro d’Europa. La mancanza di reattività da parte delle nostre acciaierie a situazioni legate ad una domanda in sensibile contrazione, è stata invece letta con imprescindibile tempismo dai produttori che operano su mercati “premium”, come quello della Germania e ora in grado di proporre il tondino per armature fino a 50 Euro/tonnellata in meno rispetto al pari prodotto italiano. La billetta nazionale dopo il calo della settimana scorsa ha anch’essa invertito la rotta, con un aumento dell’1% su base settimanale, variazione non percepita dalla vergella, rimasta ferma ai valori precedenti e soprattutto dalla barra comune per carpenteria, in calo del 5% rispetto al riferimento di ottava precedente. Il settore dei tubi saldati riscontra ormai un’assoluta anarchia nella definizione dei prezzi, dove gli utilizzatori non vogliono sentire ragione alcuna sulle motivazioni che stanno adducendo i ritrafilatori in merito al recente aumento del prezzo Italia dei coil HRC. L’effetto ribasso dei prezzi delle principali classifiche dei rottami sulla piazza turca ed in quelle di prossimità (HMS 80:20 con provenienza UAE -5%) ha determinato sensibili diminuzioni dei prezzi FOB di rebar e vergella, in intervalli complessivi per i due allestimenti tra i 10 ed i 20 Euro per tonnellata. Il secondo segmento di fissazione degli extra lega degli inossidabili per il mese di agosto si chiude con valori ancora in ribasso, sebbene il recupero del Nichel al LME abbia determinato dei valori di proiezione per gli austenitici decisamente più contratti. Gli AISI 303 e 304 risultano in diminuzione di 9 centesimi di Euro per chilogrammo, mentre 304L e 316, hanno toccato i 10 di riduzione stimata. I valori di riferimento relativi ai martensitici ed ai ferritici confermano al momento le quotazioni in vigore su luglio. La situazione del PUN Italia, per il calcolo del contributo energetico, risulta nuovamente in leggero calo dopo un finale di giugno decisamente in crescita. Il dato medio ha agganciato il valore rilevato nella parte centrale dello scorso mese e quindi verso una presumibile diminuzione di circa 2 centesimi di Euro per chilogrammo rispetto a quello visto in avvio di luglio.

Preziosi

Il metallo su cui occorrerà riservare la maggior parte di attenzioni nel corso di questa settimana sarà proprio l’Oro. L’affermazione si basa su una serie di indicazioni riferite al metallo, che purtroppo non si basano su elementi di positività in ottica della sua quotazione Dollari per oncia. I segnali di una importante azione speculativa in chiave ribassista si sono evidenziati sull’Oro a metà della settimana scorsa e proprio in concomitanza di un piccolo momento di massimo relativo. La formazione di un fenomeno di spinta al ribasso del valore espresso in Dollari per oncia, verrebbe a formarsi in un contesto di quotazione dai contorni non proprio ottimali, con un risultato che tra qualche settimana potrebbe mettere addirittura in discussione la permanenza della quotazione dell’Oro oltre la linea dei 1900 Dollari. L’Argento si trova in una situazione diametralmente opposta o almeno le prime avvisaglie portano ad evidenziare un contesto di quotazione che potrebbe significare il superamento di criticità importanti viste negli ultimi tempi. La prima tra tutte è quella della soglia del prezzo USD/ozt a quota 23 dall’Argento, che per ben dodici sedute consecutive non è più stata superata in modo significativo, ma lo scenario muterà a breve. Un percorso simile lo potrà percorrere anche il Platino, con l’attenzione su questo metallo che è sempre risultata alta da parte del comparto speculativo-finanziario. Un atteggiamento, quello di chi lucra sulle variazioni dei prezzi delle commodity, che sta vedendo nel Platino un “asset” di indubbio interesse, dal momento che il minimo relativo è ormai alle spalle. Una fase di quiete la attraverserà anche il Palladio, dopo un lunghissimo periodo di costante erosione del suo riferimento di Borsa USD/ozt, fino a superare un terzo nel primo semestre.

Medicale

Il ritorno della crescita congiunta delle quotazioni USD di Cobalto e Molibdeno, può essere vista come un momento di svolta per quanto riguarda il comparto delle leghe per usi medicali. La conferma del buon stato di salute del Cobalto è più che evidente dalla fase incrementale del valore di mercato su base settimanale, che negli ultimi otto giorni ha riportato una crescita pari a 5,8 punti percentuali, un dato importante, considerando che nella prima settimana di luglio il metallo ha quasi pareggiato l’incremento totale prodotto nel mese precedente. Il Molibdeno ritorna a crescere dopo la pesante riduzione del suo valore USD avvenuta nelle battute finali di giugno. La ripresa su base settimanale dello 0,7 % non è molta cosa rispetto ai 2 persi nel periodo di confronto precedente, ma resta un segnale importante per il metallo. Un riscontro significativo e sempre in termini di positività, e arrivato anche dal Titanio con l’1,9 % di crescita, ma anche qui parlare di cambio di paradigma risulta prematuro. Il Nichel segue ormai gli andamenti ciclici della domanda di metallo “fisico” anche nel contesto della Borsa LME. Nel corso dell’ultima ottava il metallo ha tentato la via della crescita e lo ha fatto varcando verso l’alto la soglia dei 21mila Dollari 3mesi, dopo che le precedenti due settimane avevano messo in evidenza le difficoltà del metallo a riaffermarsi a dei livelli di prezzo più alti. Il problema attuale del Nichel si chiama eccesso di liquidità “lunga” e questo non sarà un dettaglio trascurabile per considerare ancora possibile una fase ascendente della quotazione LME nel corso dell’ottava. Le ferroleghe hanno vissuto l’ennesima settimana di difficoltà con i rispettivi prezzi delle basi Cromo e Tungsteno ancora in calo. La quotazione Dollari per libbra del ferro-Cromo ha riportato una diminuzione dell’1% rispetto alla settimana precedente, mentre il ferro-Tungsteno ha fatto segnare un ribasso dello 0,6%, sempre su base otto giorni, in riferimento al valore Dollari per chilogrammo.

Rottami

Una serie di fattori intercalati tra loro ha determinato delle variazioni prossime allo zero a riguardo dei differenziali di prezzo dei rottami di metalli e leghe rispetto alla settimana precedente. Il prolungamento della validità dei prezzi dei non ferrosi è stato determinato dalla spiccata variabilità del cambio tra Euro e Dollaro, in grado di neutralizzare le spinte rialziste dei prezzi LME. Una situazione di artificiosa stabilità che tutto sommato non dispiace certo ai commercianti e che getta nello sconforto fonderie e raffinerie, sempre alle prese con ordini in contrazione da parte dei clienti e che nello stesso tempo vorrebbero centrare acquisti di materie prime a dei prezzi interessanti. Le prospettive di cambiamento dei prezzi restano comunque ancorate a dei momenti di ribasso del listino LME, con riferimenti in calo che interesseranno principalmente Alluminio e Nichel, in funzione delle valorizzazioni dei rottami inox austenitici. Il Rame seguirà un andamento altalenante, così come le quotazioni delle leghe che fanno riferimento al metallo, anche se non è da escludere l’ipotesi che al termine di questa settimana i prezzi dei rottami a base “metallo rosso” saranno gli stessi o quasi, di quelli visti tra fine giugno e l’inizio di questo mese. Il mercato italiano dei rottami di acciaio continua a registrare variazioni di prezzo inusuali, soprattutto in relazione all’andamento dei consumi di semilavorati, siano essi “piani” o “lunghi”. Nell’ultima settimana acciaierie e fonderie hanno concentrato i loro acquisti su lotti di materie prime che avessero come fattore determinante le classifiche riferite agli scarti di derivazione industriale, come il lamierino e le torniture e spingendo i prezzi in crescita tra i 5 ed i 10 Euro/tonnellata per il primo e fino a 15 per le seconde. Un segnale di allerta si è acceso in riferimento ai valori delle demolizioni, che negli ultimi giorni hanno arrestato il trend rialzista con diminuzioni parziali di 5 Euro tonnellata, con particolare pressione sulla E1. Un’indicazione di mercato molto importante e che a breve potrebbe portare ad una diminuzione generalizzata di tutti i rottami ferrosi. La variazione su base settimanale dell’indice MetalWeek™ sui valori medi dei rottami di acciaio ha riportato ancora un salto positivo, più 1.21 Euro/tonnellata (335.15), anche se la quantificazione risulta in calo rispetto ai riferimenti precedenti. L’aspettativa previsionale dell’indice MetalWeek™ permane in territorio positivo, in ogni caso è opportuno evidenziare una diminuzione di intensità della crescita, che al momento risulta di 0.1 Euro per tonnellata.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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