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11/09/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA

- NUOVI MINIMI -

Industriali LME e Leghe

Una settimana di Borsa decisamente sottotono con i prezzi di molti metalli ritornare ai livelli di metà agosto. Una flessione che sarà di breve durata ad esclusione del Nichel, in forte difficoltà

Acciai e Inossidabili

La domanda di semilavorati in calo impone maggiore prudenza nella definizione dei prezzi da parte delle acciaierie, i “piani” sono tutti in diminuzione, mentre la billetta in crescita spinge la vergella verso l’alto

Preziosi

La speculazione continua ad essere il vero arbitro nella definizione dei prezzi, in particolare per Argento e Platino

Medicale

Il Molibdeno prova a riprendersi dopo le ultime settimane molto problematiche, mentre il Cobalto prosegue nel suo inarrestabile decremento. I dubbi sulla tenuta del Nichel dopo l’ultimo calo settimanale sono sempre più forti

Rottami

Le acciaierie individuano in alcune classifiche il fulcro dei loro acquisti evidenziando condizioni di prezzo vantaggiose. I metalli e le leghe risentono direttamente della non brillante settimana al LME

Cambi

La pressione del Dollaro USD continua ad essere molto forte sull’Euro, il saldo settimanale si chiude con un incremento dell’1% a favore della valuta USA

Indicatori

I noli “bulk” riprendono quota, sebbene ancora sotto del 20% rispetto a fine 2022. La linea del meno 3% su base settimanale interessa tutti gli indici riferiti ai metalli, titoli minerari compresi

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Industrali LME e Leghe

La sensazione generale per il listino degli “industriali” è quella di un nuovo riposizionamento verso il basso, dopo un inizio di mese molto promettente in Borsa. La situazione congiunturale è preponderante rispetto alle aspettative, anche logiche, di un generale un incremento di richieste di metalli da parte del comparto manifatturiero nel dopo vacanze. La flessione di quasi tre punti dell’indice settimanale LMEX sintetizza quanto siano state complesse le vicende in Borsa. Il Rame cercherà di concentrare, come frequentemente accade nei momenti critici, la ricerca di argomenti tendenti al positivo e in grado di poter dare elementi di discontinuità ad un listino LME ritornato depresso nei valori di riferimento. Gli ottimisti dovranno però attendere qualche tempo, sebbene proprio il Rame a breve fornirà validi elementi di un cambio di passo, che comunque avverrà solo al termine di una parabola ribassista che fisserà il punto di minimo relativo sotto la linea degli 8200 Dollari 3mesi, ma vista la discesa prodotta sul finale della scorsa ottava, la strada sarà breve. L’arretramento registrato dallo Zinco non desta preoccupazioni e questo in termini di prospettiva quotazione LME, sostanzialmente la tenuta sopra la soglia dei 2400 USD 3mesi porta a considerazioni di stabilità prolungata del prezzo. Le leghe con base Rame e Zinco avranno delle escursioni di quotazione che saranno la diretta conseguenza di quanto appena descritto per ogni singolo metallo; il tutto senza dimenticare l’effetto compensatore del cambio, con il Dollaro ancora in pressione sull’Euro. L’Ottone registrerà variazioni che saranno la diretta conseguenza delle oscillazioni del Rame al LME, mentre la Zama procederà con degli adeguamenti minimi, attestandosi sostanzialmente sui valori di fine luglio. L’attesa su qualcosa di importante per l’Alluminio, dovrà essere rimandata. L’attuale quotazione di Borsa del metallo non rende agevole una lettura di prospettiva del prezzo USD 3mesi, sebbene non sia da considerare plausibile un’ulteriore importante flessione del suo valore. Il Nichel è alle prese l’ennesimo momento di crisi, generando una notevole sensazione di disorientamento tra gli utilizzatori che avevano letto nei recenti progressi del prezzo LME una nuova stagione di relativa stabilità. Le aspettative sul Nichel, a questo punto, sono piuttosto incerte, anche se non drammatiche, con un incontro fattivo tra domanda e offerta che sarà comunque collocato sotto la demarcazione dei 20mila Dollari 3mesi. La tenuta del prezzo del Piombo è ormai un fatto assodato, sebbene il picco di massimo relativo dello scorso 1° settembre ha rappresentato un fatto estemporaneo, pur mettendo in evidenza che la crescita del prezzo degli ultimi tempi è costruita su fondamentali piuttosto importanti. Lo Stagno nella settimana appena conclusa ha introdotto un segnale di disagio da parte degli utilizzatori rispetto alla crescita del riferimento LME. La contrazione improvvisa della domanda ha giocato un ruolo fondamentale nella discesa del prezzo di Borsa dello Stagno, che comunque è risultata meno importante del previsto, anche a causa di un improvviso accumulo di liquidità rialzista avvenuto in chiusura di settimana.

Acciai e Inossidabili

Le ferie sono sempre più lontane, ma quelli che a luglio erano i dubbi di un mercato fortemente instabile a settembre, sono ora una realtà. La produzione di acciaio fuso non è ancora partita a pieno regime e quindi il “polso” della domanda viene tastato esclusivamente dai tonnellaggi di semilavorati “piani” e “lunghi” in giacenza presso i depositi di produttori e rivenditori. La ridotta e potenziale disponibilità “a terra” di coils e barrame non ha destato forti preoccupazioni, fino a questo momento, tra gli utilizzatori e trasformatori, questo a causa di una sempre più latente richiesta di manufatti lavorati da parte dei committenti di molteplici filiere. I prezzi dei “piani” sulla piazza italiana sono risultati tra lo stabile e la diminuzione, a differenza della settimana scorsa, dove ci furono valori di indirizzo decisamente più scostanti. L’unico allestimento che non ha riportato variazioni nell’arco degli otto giorni è stato il laminato a freddo (benchmark MW 735 Euro/tonnellata), mentre il “caldo” (benchmark MW 635) ed il “galvanizzato” (benchmark MW 765) hanno fatto segnare diminuzioni del 2 e dell’1% rispetto alla settimana precedente. La risposta dei produttori nord-europei, fino ad ora attendisti, è risultata piuttosto perentoria, con adeguamenti al ribasso per CRC e HDG, entrambi a meno 3%, mentre si si sono posti in controtendenza con la quotazione dell’HRC, in crescita di un punto percentuale, vista una situazione critica di reperibilità per questo allestimento, con i magazzini presso i porti pieni all’inverosimile di laminato a caldo, ma non liberi dalla salvaguardia, la cui finestra si aprirà solo a partire dal primo Ottobre. Il mercato domestico dei “lunghi” risulterà a breve condizionato dall’escursione rialzista della billetta, capace di incrementare del 3% il suo riferimento di base, con l’indirizzo di variazione seguito solo dalla vergella, peraltro con identico incremento. I prezzi del rebar e della barra per usi comuni di carpenteria hanno invece fatto segnare degli arretramenti rispetto agli otto giorni precedenti, rispettivamente di 4 e 1 punti percentuali. La situazione risulta molto complessa anche per i tubi saldati, dove i produttori trovano poca “udienza” tra i propri clienti, soprattutto quando accennano a dei possibili incrementi dei prezzi, senza motivare argomentazioni incisive che possano giustificare orientamenti in tal senso. Il mercato turco dei “lunghi” ha fatto segnare una battuta d’arresto in termini di prezzi in diminuzione, con qualche concessione di sconto, entro i 5 Euro per tonnellata resa FOB, solo per ordini su rebar e vergella effettuati da clienti di primaria importanza e per volumi imbarcati importanti. La settimana centrale nell’intervallo di fissazione degli extra lega degli inossidabili per ottobre ha messo in evidenza una certa tensione sui previsionali di tutti gli allestimenti. Nel campo degli austenitici risulta ancora un elemento di significativo condizionamento l’incremento del Nichel avvenuto ad inizio mese, mantenendo gli AISI 303, 304 E 304L su una stima di crescita tra i 4 ed i 5 centesimi di Euro per chilogrammo, decisamente più alto il fattore correttivo previsto per il 316, prossimo ai 10 centesimi per chilogrammo. I martensitici ed i ferritici risentono nei loro ambiti previsionali di valore dell’instabilità di quotazione di molte ferroleghe, il cui effetto rincaro risulta implementato dalla debolezza dell’Euro rispetto al Dollaro; i risultati di sintesi accomunano le due serie con un incremento ora attestati a circa 3 centesimi di Euro per chilogrammo. Le quotazioni riferite al PUN di settembre riportano un marcato e inaspettato calo, un dato che se confermato nel corso del mese porterebbe ad un significativo calo del contributo energia, contraendo di ulteriori 2 centesimi di Euro il riscontro attualmente applicato dalle acciaierie.

Preziosi

Una calma solo apparente sta al momento interessando il comparto dei metalli preziosi. La contrapposizione con il Dollaro nella continua ricerca di ipotetici equilibri tra “beni rifugio”, al momento sta premiando coloro che hanno scelto di proteggere le loro disponibilità liquide usando come vettore preferenziale le valute, in primo luogo la Divisa statunitense. I metalli preziosi sono da tempo scesi nel livello di gradimento di questa ridotta cerchia di investitori, ma che muove la maggior parte della massa monetaria allocabile a livello mondiale. Negli ultimi tempi, diciamo dopo la fine dell’emergenza pandemica, i prezzi dei metalli preziosi sono stati oggetto di forti oscillazioni, senza che queste abbiano inciso con dei trend di lunga durata. Gli equilibri sono quindi dettati da fenomeni speculativi che esulano dalle dinamiche di domanda e offerta che hanno come sottostante le disponibilità effettive di “fisico” rilevabili per ciascun metallo. L’Oro, prendendo come riferimento l’asset guida del comparto, sta mantenendo una quotazione USD per oncia sostanzialmente elevata, ma questo dato estremamente confortante per i “cassettisti del fisico”, non costituisce interesse per il comparto speculativo-finanziario, che vede nell’attuale valore insito del metallo una scarsa opportunità di marginalità. La spiccata variabilità del prezzo dell’Argento trova invece terreno fertile per la speculazione a compiere importanti movimenti su questo metallo. La flessione che ha avuto l’Argento nel corso dell’ultima ottava, con un calo del 5,1% in riferimento al valore Dollari per oncia, rende evidente questa situazione. Nella settimana precedente all’ultima il mercato dell’Argento fu totalmente in mano agli operatori del “fisico”, senza che il comparto speculativo procedesse ad alcuna azione correttiva nella definizione del valore di Borsa. Le cose negli ultimi giorni sono però mutate, con un crescente numero di aperture “corte” con connotazioni prettamente speculative, pertanto l’aspettativa sull’Argento è quella di ulteriori ribassi. Il Platino è uscito fortemente ridimensionato dalla settimana di Borsa, con un calo complessivo pari a 8 punti percentuali nella base di valore USD/ozt. La stessa visione d’investimento descritta per l’Argento, è paragonabile per il Platino, con il comparto speculativo ancora confidente per un superamento di soglia sotto i 900 Dollari, ma pronto a chiudere la maggior parte delle posizioni ribassiste, per poi astenersi ad operare su questo metallo per un certo periodo. Il Palladio ha chiuso la sua fase di debolezza acuta proprio nel corso dell’ultima settimana, ora il metallo percorrerà una linea di moderato rialzo, senza che questo gli permetta di abbandonare l’area di minimo relativo che caratterizza la quotazione Dollari per oncia dall’inizio di settembre.

Medicale

La principale notizia della settimana è quella della ripresa della quotazione del Molibdeno, dopo oltre due settimane di quotazioni in calo, con una crescita dello 0,9% rispetto agli otto giorni precedenti. Un incremento non certamente significativo in termini numerici, ma importante perché interrompe un’azione ribassista che da metà agosto ha portato il metallo a ridimensionarsi di quasi 4 punti percentuali. Un trend in costante calo riguarda il valore in Dollari del Cobalto, che nell’ultima frazione di mese ha aggiunto il 2,4% di dato negativo rispetto a quelli già precedentemente rilevati, sena che si possa intravvedere un cambio di indirizzo a breve. Il Titanio mostra invece una certa vitalità, anche se con parziali di incremento molto contenuti, nell’ultima settimana la quotazione è cresciuta dello 0,75% nel riferimento in Dollari, con la discriminante rappresentata da una ridotta disponibilità di materia prima dal pronto. Il Nichel ha ripreso a scendere, cosi come le aspettative di impiego diretto di metallo nei processi di lavorazione. La flessione su base ottava del 4,5% della quotazione LME Dollari 3mesi, riaccende ansie e dubbi sul futuro di questo metallo, in molti casi sopravvalutato nella sua evoluzione di prezzo dagli utilizzatori diretti e questi fortemente condizionati dai report previsionali degli analisti finanziari. La dimensione complessiva della diminuzione potrebbe superare quella registrata a metà agosto e quindi sforare verso il basso la soglia dei 20mila Dollari in rapporto alla scadenza LME 3mesi. Nelle ferroleghe si assiste al rinforzo costante del prezzo della base Cromo, con una crescita settimanale del 3% riferita alla quotazione Dollari per libbra, segno evidente che le acciaierie, ma soprattutto le fonderie, avevano chiuso per ferie con giacenze di questa materia prima molto vicine allo zero. Una maggiore prudenza nell’acquisto viene invece riservata per il composto di Tungsteno, sia per la sua maggiore onerosità di prezzo, sia per un attuale limitato impiego specifico di questo metallo; la conseguenza è stata una diminuzione dello 0,4% nel dettaglio di quotazione USD/chilogrammo.

Rottami

Il mercato nazionale dei rottami di acciaio rimane in attesa delle decisioni delle acciaierie in termini di ripartenza a ritmi più sostenuti delle attività fusorie. Le mandatarie hanno comunque ricevuto disposizioni estremamente precise su che cosa ricercare sul mercato e la scelta selettiva si sta concentrando principalmente su due classifiche, la E8, quella del lamierino e la E40 del rottame frantumato. I piani delle acciaierie sono molto chiari, prediligendo materiali ad alta resa fusoria, come il lamierino o ad alta capacità di riempimento delle “ceste”, come il frantumato, portando così ad innalzare l’efficienza economica di ogni singola “spillatura”. La prova di questa particolare scelta viene evidenziata dal valore in calo delle demolizioni, dove la E3 (quella leggera) risulta più penalizzata nell’adeguamento al ribasso rispetto alla pesante E1. La variazione complessiva dei prezzi di mercato dei rottami presenta comunque un saldo negativo su base settimanale, con l’indice MetalWeek passato da 327.72 a 324.83 Euro/tonnellata, con una stima di posizionamento al termine della settimana in area 323 Euro. I metalli e le leghe hanno risentito di una settimana decisamente opaca al LME, per non dire qualcosa di più preoccupante. La situazione generale volge comunque a favore dei commercianti, per il semplice fatto che fonderie e raffinerie rimangono ancora sostanzialmente attendiste negli acquisti, principalmente per due fattori: il primo correlato alla situazione degli ordinativi clienti, decisamente sotto le attese dopo la riapertura e ad una riposta aspettativa che i prezzi su base LME dei metalli possano ancora diminuire. La tendenza generale di Borsa potrebbe dare ragione agli utilizzatori di rottami, ma da quello che si evince analizzando le ultime evoluzioni del listino LME la fase ribassista sta ormai assumendo una dimensione residuale per le quotazioni di Rame e Alluminio e dove il solo Nichel costituirà un’incognita non ben definita nella quantificazione di ulteriori diminuzioni.

Cambi

Indicatori

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA)

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide)

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