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30/10/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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La manovra cinese volta a portare nuovi stimoli all’economia nazionale ha avuto ripercussioni importanti anche al LME, ora occorrerà verificare gli effetti sui prezzi degli “industriali” nelle prossime settimane |
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La fermata produttiva dei forni è un’ipotesi che sta prendendo sempre più corpo. I prezzi dei semilavorati sono risultati ancora in discesa, con la sola eccezione del rebar |
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L’Oro si sta dirigendo in prossimità di quota 2mila Dollari per oncia. Il comparto speculativo-finanziario sarà l’unico regolatore sulla durata di questa tendenza nel breve periodo |
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Il Cobalto ed il Molibdeno si ritrovano a crescere in contemporanea dopo numerose settimane, anche in questo caso l’effetto Cina potrebbe avere implicazioni importanti |
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L’aumento generalizzato dei prezzi LME dovrà trovare una diretta corrispondenza sui valori dei rottami non ferrosi in rapporto ai loro utilizzi. Nel comparto degli acciai le fonderie sono molto attive nella ricerca di rottami di qualità alta |
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Il Dollaro preme sull’Euro, che cede oltre mezzo punto percentuale su base settimanale e con la parità virtuale riposizionata nuovamente sotto la linea di 1,060 |
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I noli “bulk” precipitano ai livelli di metà settembre e questo in soli otto giorni. L’effetto Cina si sente sugli indici correlati ai metalli, con una crescita media dell’1,5% e sui titoli dei minerari, in salita di oltre il 3,5% su base ottava |
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I mercati da tempo non sono più condizionati dalle scorribande del comparto finanziario-speculativo, ma da un altro elemento di variabilità ed imprevedibilità, gli stimoli del Governo cinese destinati al rilancio economico del Paese. L’ultimo intervento da parte di Pechino è stato di 1000 miliardi di Yuan, che corrisponde ad un valore di circa 140 miliardi di Dollari. Le reazioni sono state importanti su tutte le Borse merci del mondo, nella giornata di Martedì 24 Ottobre l’indice LMEX è cresciuto dell’1% rispetto al riferimento giornaliero precedente ed a fine ottava l’incremento è stato di 1,4 punti. Gli stimoli all’economia cinese si stanno ormai susseguendo con una frequenza sempre più elevata, a dimostrazione della carenza di elementi positivi nei suoi fondamentali. L’unico effetto certo di questi incentivi risulta essere l’innalzamento del deficit del bilancio statale, passato dal 3 al 3,8% e riconducibile a quest’ultimo provvedimento. Il Rame rappresenta l’elemento del listino LME in grado di intercettare le maggiori aspettative di realizzo da parte del comparto speculativo-finanziario, sempre attento a non farsi sfuggire momentanee anomalie nelle conduzioni delle sedute di Borsa, come appunto la manovra cinese. Il “metallo rosso” sta testando nuovamente la possibilità di collocarsi stabilmente nella zona di massimo relativo delle ultime quattro settimane, ma l’operazione non sarà semplice. La struttura del prezzo USD 3mesi è costituita da una significativa presenza di fattori speculativi, che non appena l’effetto Cina svanirà, porterà il Rame a collocarsi sulla linea degli 8mila Dollari. Lo Zinco si troverà a gestire un forte accumulo di liquidità “lunga” sulle sue posizioni, con il conseguente effetto a breve di un raffreddamento del suo riferimento di Borsa. Le leghe hanno risposto in modo decisamente blando ai momentanei picchi di prezzo di Rame e Zinco, sebbene gli adeguamenti al rialzo dei prezzi di Ottone e Zama ci siano stati sui semilavorati di maggior consumo. La prospettiva di sviluppo delle quotazioni delle due leghe risulta quindi direttamente proporzionale in rapporto alle evoluzioni di Rame e Zinco al LME. L’incertezza sulla tenuta del prezzo, risulta molto evidente anche per l’Alluminio, “caricato” dal comparto speculativo da eccessi di aspettative rialziste che non collimano con la situazione del “fisico”, non certo supportato da una domanda elevata da parte degli utilizzatori. Il Nichel ha reagito molto bene all’improvvisa ventata di effervescenza che ha interessato la Borsa, lasciandosi velocemente alle spalle il minimo relativo a ridosso dei 18mila Dollari 3mesi. Una soglia di prezzo che non ha reso indifferenti molti utilizzatori di questo metallo, che seppure non mossi da un significativo bisogno effettivo di Nichel, non hanno voluto perdere l’occasione del momento. La conseguenza è stata l’inevitabile crescita del livello di liquidità rialzista, che funge da utile strumento a sostegno dell’attuale riferimento di Borsa del Nichel. Il Piombo ha messo in evidenza una buona reattività alla situazione venutasi a creare nella scorsa cinquina di sedute. Il dubbio che accompagna da alcune settimane gli utilizzatori diretti di Piombo è la mancanza di prospettiva sulla tenuta effettiva del prezzo Dollari 3mesi oltre quota 2100, rappresentando quindi un elemento importante per un possibile ridimensionamento del valore LME del metallo. Non ben definita risulta anche l’attuale collocazione di Borsa dello Stagno, al centro di aspettative contrapposte tra utilizzatori e speculatori, mai sopite del tutto. La settimana che si apre potrebbe risultare determinante per dare una parola quasi definitiva sul confronto che mette al centro lo Stagno, ma senza dimenticare la natura “sottile” del suo sottostante di Borsa. |
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I prezzi dei semilavorati di acciaio potrebbero presentare forti elementi di instabilità nel mese di novembre. L’affermazione un po’ criptica necessita di maggiore pragmatismo e chiarezza, in poche parole le acciaierie della sfera occidentale dell’Europa ed in particolare quelle italiane, adotteranno una serie di misure volte a far aumentare i prezzi in questo finale d’anno. Un “whatever it takes” da parte dei produttori di “piani” e “lunghi”, che avrà come punto saliente la ridotta disponibilità di allestimenti presso magazzini e depositi, originata da un quasi certo arresto delle attività fusorie già a partire dal mese di novembre e che si protrarrà fino a gennaio inoltrato, portando con sé il sensibile rallentamento iniziale e al successivo stop dei reparti lavorazione bramme e billette. I riscontri settimanali dei prezzi dei semilavorati paiono non rispondere a quanto appena riferito, con i prezzi di “piani” e “lunghi” nella maggior parte dei casi con le frecce di tendenza ancora puntate verso il basso. Le quotazioni dei coil sul mercato italiano risultano ancora deboli, anche se il “caldo” conferma il prezzo fissato una decina di giorni fa (benchmark MW 600 Euro/tonnellata). Le cose sono invece meno stabili per quanto riguarda il “freddo”, in calo del 2% (benchmark MW 680 Euro) e del “galvanizzato” (benchmark MW 720 Euro), in discesa di un punto percentuale, tutto questo ad evidenziare un’ulteriore frenata dei consumi da parte dei trasformatori di “piani”. Gli adeguamenti periodici nel nord-Europa, sempre più lineari e meno governati da estemporanei fattori emotivi, hanno come costante il segno meno solo per l’allestimento CRC, con una variazione dell’1%, mentre per HRC e HDG i valori rimangono gli stessi di otto giorni fa. Nel comparto dei “lunghi” la billetta scende del 2% settimanale; un’indicazione solo parzialmente seguita dai profili per carpenteria, che rispetto alla settimana scorsa hanno prodotto un ripiegamento pari al punto percentuale. La vergella continua a mantenersi piatta nel suo riferimento di base, questo a segnare un limite al momento invalicabile sotto l’aspetto reddituale per i produttori. Non ben definita nell’indirizzo risulta invece la quotazione del rebar, ritornato a crescere in modo importante dopo che la scorsa settimana aveva fatto segnare una marcata discesa. L’adeguamento settimanale del tondino per armature è del più 4%, con un saldo in lieve vantaggio di 10 Euro/tonnellata rispetto ai listini di quindici giorni fa e solo per la clientela ordinaria. La tenuta del prezzo del coil HRC gioca a favore dei produttori di tubi saldati e dei ritrafilatori, che stanno difendendo strenuamente i loro listini a fronte di una clientela sempre più esigente in termini di richieste sconti. Un più che probabile incremento dei prezzi dei coil di certo non renderà semplice un pronto adeguamento al rialzo delle quotazioni dei tubi, ma ridurrà sensibilmente le istanze di ribassi da parte dei clienti. L’atteggiamento delle trafilerie turche sui “lunghi” è quello di un accorto attendismo su come si evolveranno i mercati internazionali, sia per gli effetti dell’azione cinese di stimolo all’economia, sia per il paventato arresto diffuso di produzione in molti siti produttivi di Italia ed Europa occidentale. I riscontri sui prezzi FOB si traducono in una sostanziale stabilità per il rebar, mentre per la vergella vengono concessi degli sconti particolari, fino a 5 Euro/tonnellata, per la sola clientela di primaria rilevanza in termini di consumi. Gli inossidabili si sono mossi ancora verso il basso nel corso di questa settimana con una discesa omogenea tra austenitici, ferritici e martensitici e nell’ordine di un centesimo per chilogrammo. Un dato significativo in attesa della diffusione degli extra lega per il mese di novembre, che potrebbero essere in calo rispetto a quelli visti ad ottobre. La discesa del PUN negli ultimi giorni della settimana scorsa apre all’ipotesi di una conferma del valore del sovrapprezzo energia applicato nel mese in corso anche per il mese di novembre. |
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L’incertezza sugli sviluppi della crisi israelo-palestinese alimenta la variabilità dei prezzi dei metalli preziosi, con l’Oro al centro di movimenti particolarmente interessanti nella prospettiva di breve periodo. Lo scenario nel corso degli ultimi otto giorni è mutato più volte per il “metallo guida” del comparto, con quota 2mila Dollari per oncia risultare alla sua portata ad inizio settimana, manifestarsi come ipotesi poco plausibile nelle giornate centrali e ritornare di forte attualità proprio nelle fasi conclusive della seduta di Venerdì 27 Ottobre. Gli elementi sono tornati tutti alla ribalta per vedere l’Oro per la terza volta in questo 2023 varcare la soglia dei 2mila USD/ozt, a cominciare dall’importante quantificazione della liquidità “lunga”, che al momento risulta ottimale per il significativo balzo rialzista. La domanda di rito, a quel punto, sarà per quanto tempo la crescita dell’Oro potrà durare. La speculazione, non occorre dimenticarlo, sarà il vero motore di questa proiezione e quindi gli investitori tradizionali legati al “fisico” dovranno operare uno stretto presidio sui possibili mutamenti di indirizzo, che potrebbero essere repentini e quindi nello spazio di poche sedute. La pressione sull’Oro potrebbe mettere in difficoltà il resto del listino, a cominciare dall’Argento, che seppure presenti una situazione di Borsa e di volume di denaro con potenzialità di indirizzo in termini incrementali, non riuscirà ad esprimere pienamente il suo momento positivo di crescita. Una settimana che non sarà facile anche per il Platino, con poca liquidità disponibile su aperture di nuove posizioni rialziste e con il comparto speculativo finanziario che potrebbe valutare il trasferimento dei capitali investiti su questo metallo alla volta dell’Oro. L’effetto inevitabile sarebbe quello di una rapida azione di collocamento ribassista del prezzo Dollari per oncia del Platino. Il lungo perdurare dello stato di minimo relativo della quotazione USD/ozt del Palladio, potrebbe giungere a conclusione in tempi molto veloci. L’attuale momento di equilibrio tra le componenti ribassiste e rialziste che stanno governando le escursioni di Borsa del metallo portano ad una prevalenza di queste ultime, segno che il prezzo del Palladio è pronto a risalire la china. |
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Una semplice combinazione o anche in questo comparto l’effetto Cina ha portato una positività congiunta nella definizione dei valori settimanali di Cobalto e Molibdeno? Il Cobalto ha registrato una crescita del 2,4% nel valore in Dollari, mentre il Molibdeno USD ha ripreso a salire con un parziale del 3,5% dopo ben cinque settimane di ribassi consecutivi. Le prospettive sui due metalli permangono rialziste, sebbene accomunati da un eccesso di denaro “lungo”, che se nel caso del Cobalto potrebbe rappresentare un momento di arresto nella sua crescita, per il Molibdeno un prossimo frangente di ribasso significherebbe l’avvio di una nuova fase di contrazione del prezzo dalla durata non definibile. La situazione del Titanio resta immutata e come detto più volte, segna una particolare modalità di quotazione, più orientata su valori di prospettiva e di opzioni che di movimenti certi sui tonnellaggi “a terra”. Il Nichel ha messo in evidenza una serie di segnali importanti in ambito tendenza della quotazione Dollari 3mesi al LME. Un momento di variabilità che una volta tanto per il Nichel ha significato valori in crescita dopo circa due mesi di continui riposizionamenti verso il basso; da inizio settembre all’imminenza della fine di ottobre il decremento è stato di oltre 12 punti percentuali. Le ferroleghe continuano a soffrire di una limitata richiesta diretta da parte di acciaierie e fonderie e gli effetti si stanno vedendo nella loro complessa stabilizzazione dei prezzi di riferimento. La base Cromo, che fino alla scorsa settimana aveva dato segnali di marcata invariabilità nella sua resa metallica più diffusa (Cr 60 - 70% + C 6 - 8%), negli ultimi otto giorni ha riportato un calo del 5% nell’unità di quotazione Dollari per libbra. La situazione non è migliore per il composto di Tungsteno, con un parziale settimanale in discesa ancora in decimali di punto, lo 0,7 nella definizione di valore USD per chilogrammo. |
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L’azione cinese ha indubbiamente portato movimento tra i prezzi dei metalli industriali, con il listino LME crescere di quasi un punto e mezzo nell’ultima settimana. La variazione al rialzo dei prezzi non è comunque coincisa con una crescita dei flussi di lotti tra i magazzini dei commercianti e le bocche dei forni di fonderie e raffinerie. La causa di questo sostanziale immobilismo è dovuta principalmente alla ridotta attività commerciale che stanno riscontrando le aziende che si trovano a stretto contatto con gli utilizzatori di semilavorati, veri arbitri dei trend di mercato. I prezzi dei rottami sono risultati in crescita rispetto ad otto giorni fa, con il Rame e le sue leghe aver riportato i maggiori incrementi, la proiezione nei prossimi giorni risulta incerta in termini di rinforzo ed una volta tanto, occorre dare ragione agli acquisitori di materie prime sotto forma di rottami nel muoversi con doverosa prudenza. I valori dei rottami di Alluminio saranno condizionati più dai volumi delle disponibilità “a terra” che dalle dinamiche del metallo quotato in Borsa. Un occhio di riguardo andrà riservato al Nichel e soprattutto sulla sua possibile evoluzione, non tanto in termini di un netto rialzo, ma di arresto della sua fase ribassista al LME, con innegabile vantaggio per la stabilizzazione dei prezzi dei rottami degli inossidabili austenitici. I ferrosi continuano a mantenersi relativamente stabili in relazione alle più marcate riduzioni dei semilavorati di diretta correlazione, questo in particolare sui “piani”. Il rottame lavorato e ottenuto dalla frantumazione, la classifica E40, risulta sempre visto con un occhio di riguardo da parte delle acciaierie, le quali stanno mantenendo alto il suo riferimento, soprattutto in rapporto alle demolizioni, in discesa di 5 Euro/tonnellata. Una battuta d’arresto lo ha subito anche il lamierino E8, principalmente in sede di raccolta di lotti medio piccoli presso le officine di produzione, tra i 5 ed i 10 Euro per tonnellata, anche se le fonderie, più attente alle ottimizzazioni fusorie in termini di resa, non stanno temporeggiando sugli acquisti di rottame ottenuto dalle lavorazioni di coil, nastri e bandelle. L’indice MetalWeek sui rottami di acciaio è ritornato a scendere, questo in relazione al rilevamento precedente, ma sostanzialmente stabile rispetto al dato di quindici giorni fa, con un valore medio ora collocato a 324,88 Euro/tonnellata. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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