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13/11/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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La Cina non vede i metalli industriali come il fulcro del piano di rilancio della sua economia ed il listino LME risente di questa scelta |
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Le acciaierie muovono i prezzi dei semilavorati verso l’alto, ma gli utilizzatori risultano resilienti agli aumenti di “piani” e “lunghi” |
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Le discese dei prezzi dei metalli preziosi sono frutto di decise azioni speculative “corte” dopo i massimi delle settimane scorse |
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Il Molibdeno si riporta ai livelli di prezzo di due settimane fa e ritorna a formare il tandem di crescita in coppia con il Cobalto. Il Nichel si affida agli utilizzatori per una ripresa del prezzo LME |
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I commercianti non si lamentano dei volumi scambiati sui non ferrosi, ma le marginalità sono minime. I rottami di acciaio risentono della situazione incerta sui semilavorati |
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Il possibile cambio di direzione della politica monetaria della BCE riporta il Dollaro a guadagnare sull’Euro |
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Una settimana difficile per tutti gli indici legati ai metalli, titoli minerari compresi, in controtendenza i noli “bulk” ritornati a crescere in modo importante |
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Essere aggiornati sulle principali tendenze di mercato, è una necessità, non una scelta! |
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I metalli industriali trovano una sempre più difficile collocazione in termini di fulcro delle dinamiche congiunturali in molte aree economiche mondiali. La permanenza generalizzata sui massimi relativi di molti elementi che compongono il listino LME è risultata effimera, con il solo Piombo mostrare una forma di contrasto ad una diffusa regressione di valore degli altri metalli, portando in questo modo l’indice LMEX a contrarsi dell’1,32% su base settimanale e quindi a lambire la soglia dei meno 10 punti percentuali dall’inizio dell’anno. La Cina resta l’ultimo lembo di corda a cui gli “industriali” possano appigliarsi per pensare ad una loro rivitalizzazione in termini di quotazioni Dollari 3mesi, ma le continue azioni di stimolo all’economia interna messe in campo da Pechino puntano più sull’acciaio che sui metalli. Il Rame, sulla base di quanto appena detto, non risulta avere al momento un ruolo determinate per il difficile rilancio dell’economia cinese, sempre attanagliata e rallentata nel suo sviluppo dalla fumosa situazione del mercato immobiliare. La discesa del “metallo rosso” al LME nel corso dell’ultima settimana è stata molto importante, con una regressione dell’1,6% rispetto al riferimento 3mesi, collocandosi nuovamente in prossimità della linea degli 8mila Dollari a distanza di tre settimane. Negli ultimi tempi questa soglia ha rappresentato una sorta di zoccolo duro per il Rame e quanto avvenuto nel recente passato, potrebbe avere luogo anche nelle sedute di Borsa di questa ottava. L’area test a quota 2600 USD 3mesi da parte dello Zinco è stata archiviata con scarso successo, con il metallo che nelle ultime giornate LME ha ripiegato sulla linea dei 2550 Dollari, sosta temporanea, con la soglia dei 2500 come base ideale di equilibrio tra domanda e offerta. Le leghe non potranno che avere decorsi ribassisti nei loro riferimenti di mercato, anche se la nuova vitalità del Dollaro rispetto all’Euro rallenterà sensibilmente l’incidenza delle diminuzioni. L’Ottone potrebbe risentire di un’azione di “conguaglio” tra i valori di Rame e Zinco, con l’eventualità di una blanda ripresa del primo ed una possibile ulteriore discesa del secondo e quindi non mutare in modo significativo gli attuali orientamenti delle basi prezzo. La Zama subirà in presa diretta il ridimensionamento di valore dello Zinco e così del suo attuale posizionamento di massimo relativo, sebbene molti utilizzatori non avessero visto nel recente incremento di prezzo della lega un elemento di preoccupazione. L’Alluminio, da solo, non sarà in grado di imporre una linea autonoma nella determinazione del suo riferimento LME, questo a significare che seguirà l’andamento complessivo del listino di Borsa, con l’attuale valore USD 3mesi a rappresentare il momentaneo massimo relativo. La picchiata ribassista del Nichel non ha ancora come dato certo il suo punto di arresto e che molto probabilmente non avrà neanche quota 17mila Dollari come bacino di contenimento dopo innumerevoli settimane di ribassi. Il Piombo rappresenta il solo elemento di positività all’interno di un listino LME poco incline alle fasi incrementali dei prezzi, sebbene la sua evoluzione del prezzo USD 3mesi non sarà di ulteriore rinforzo. La quotazione dello Stagno negli ultimi tempi specchia in modo fedele le aspettative di mercato dei suoi utilizzatori diretti, i quali risultano accondiscendenti nel considerare l’attuale collocazione di Borsa una base prezzo ben assestata. |
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La vicenda dei rincari dei semilavorati di acciaio finirà quasi certamente con una “doccia fredda” e vista la stagione e le temperature che incominciano ad essere un po’ più rigide delle settimane scorse, non sarà una sensazione gradevole per i riceventi. I pretendenti a subire, metaforicamente, il getto d’acqua prossima allo zero termico sono essenzialmente due, gli utilizzatori e le acciaierie. L’epilogo pare già scritto e saranno proprio le seconde a soccombere alla cura “tonificante” e con esse buona parte dei centri servizio e distributori di prodotti siderurgici. Le mosse degli utilizzatori sono volte ad evitare questa apparente azione di vessazione da parte dei loro fornitori con un comportamento di resilienza a fenomeni di mercato imposti arbitrariamente, quasi a livello di aperta provocazione. Le acciaierie non potranno vincere questo confronto, basato essenzialmente su nervi e polsi fermi, cosa che a partire dal 2020 gli utilizzatori di “piani” e “lunghi” sono diventati veri maestri nel governarli e gestirli a loro vantaggio. Un pretesto o per meglio dire un alibi per dare spazio alla campagna di amenti autunno inverno dei prezzi dei semilavorati nella sfera d’influenza europea occidentale, ha trovato come fonte ispiratrice la situazione di crescita in Cina del valore dell’Iron ore; un contesto rialzista che non presenta punti d’inversione di tendenza da quasi quattro settimane, con il 14,5% di incremento complessivo. La progressione del minerale di ferro non potrà avere sviluppi infiniti alla Borsa Dalian e proprio nella terza sessione della seduta di Venerdì 10 Novembre ha iniziato ad evidenziare alcuni limiti di tenuta. Le prime mosse dei produttori nazionali di “piani” sulle nuove determinazioni dei prezzi settimanali non sono state di certo incisive, con avvisaglie di modifica dei prezzi solo sulla gamma alta dei valori di vendita e quindi affrancando momentaneamente dagli aumenti annunciati la clientela primaria o strategica nelle dinamiche commerciali. L’esito di questa prima revisione prezzi ha visto la correzione univoca pari al punto percentuale per “caldo”, “freddo” e “galvanizzato”, producendo i seguenti benchmark MetalWeek: HRC 605 Euro/tonnellata, CRC 695 Euro e HDG 730 Euro. Nella restante area di mercato, sfera occidentale dell’Europa, il solo laminato a caldo ha riportato una variazione settimanale più alta della soglia di cambiamento, al pari di quella italiana, con un 2% di crescita. La billetta Italia, con un rialzo di 2 punti rispetto al riferimento di otto giorni fa, ha messo in evidenza che anche tra i “lunghi” le acciaierie hanno voglia di fare le cose con piglio. Una situazione di prezzo che ha avuto anche riflessi sulla vergella, ritornata a muoversi come quotazione; il 2% dopo ben nove settimane consecutive di valore inalterato. I produttori di profili comuni per la carpenteria leggera e dei tubi saldati non hanno ancora definito l’entità di crescita dei listini periodici e con essi anche i ritrafilatori. Nel comparto del rebar le acciaierie non stanno esitando ad imprimere con decisione una costante revisione al rialzo del tondino, con un ulteriore 2% di crescita settimanale. La complessa fase di reperibilità di rassicuranti tonnellaggi di rottami da parte delle acciaierie turche, oltre ad una sempre più critica difesa della Lira rispetto al Dollaro USD, ha indotto la maggior parte dei produttori di stanza nel Paese a procedere con ulteriori aumenti delle quotazioni FOB, significativo quello del rebar, fino a 5 Euro/tonnellata e molto importante quello che ha interessato la vergella, toccando i 20 Euro di aumento. La decisa riduzione del valore LME del Nichel sta mettendo in seria difficoltà le acciaierie che producono inossidabili austenitici, con una situazione che se non svolterà rapidamente nella seconda parte del periodo di fissazione extra per dicembre vedrà delle stime di ridimensionamento dei prezzi tra i 5 ed i 7 centesimi di Euro per gli AISI 303, 304, 304L e di oltre 8 per l’AISI 316. La tenuta di molte materie prime che interessano gli allestimenti di ferritici e martensitici renderanno più agevoli le fissazioni dei valori mensili di prossima definizione, che per il momento restano allineate ai riferimenti del mese in corso. L’andamento del PUN risulta decisamente scostante, con rilievi che nel corso dell’ultima settimana hanno toccato nuovamente i valori di massimo relativo registrati nella terza settimana di ottobre; un elemento che allo stato attuale andrebbe a determinare una correzione al rialzo del contributo energia tra 1 e 2 centesimi di Euro per il mese di dicembre. |
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Le quotazioni dei metalli preziosi hanno conosciuto pesanti riposizionamenti verso il basso, che non si vedevano da mesi e in alcuni casi, da anni. La ragione principale di questi crolli è da ricercare in un massiccio smobilizzo delle posizioni “lunghe” da parte del comparto speculativo-finanziario, con conversione delle stesse in contestualizzazioni “corte”. Le turbolenze, già forti di loro, hanno preso poi ulteriore vigore dall’effetto panico scaturito dagli investitori di metallo “fisico” che hanno pensato bene di uscire dai loro investimenti, salvando il salvabile nel caso di presenze nel mercato da meno di dodici mesi o erodendo significative quote di marginalità per coloro che avevano scelto di inserirsi precedentemente. Il capro espiatorio non è facile da trovare, ma certo l’aver soffiato sul fuoco delle recenti crisi geopolitiche, anche grazie agli organi d’informazione specializzati in tematiche economiche, ha indotto molti a riversarsi sui metalli preziosi, certi di marginalità rassicuranti. La regola ineluttabile che nelle Borse, di qualsiasi connotazione, il denaro non si genera, non si estingue, ma si sposta, ha fatto sì che le ingenti perdite subite da molti abbiano generato dei guadagni di straordinaria rilevanza per pochi e tra essi sicuramente gli operatori finanziari. L’Oro non è certo collocato in un’area di elevato allarme operativo, ma la contrazione del suo riferimento Dollari per oncia di circa il 3% nella prima decade di novembre avrà turbato i sonni di qualcuno. Il “metallo guida”, forte della sua attribuzione, non potrà reiterare ancora a lungo questa situazione di debolezza e quindi il valore di Borsa che si registrerà nel corso di questa settimana potrebbe rappresentare un buon motivo per attivarsi “lunghi” in un contesto di natura finanziaria. La situazione risulta decisamente più articolata per l’Argento, visto anche il suo rilevante impiego in ambito industriale. La traccia grafica, al netto dei valori USD/ozt, è molto simile a quella dell’Oro, anche se nella settimana qualcosa muterà, con il riscontro dell’Argento ancora destinato a puntare ulteriormente verso il basso, andando così a lambire la soglia dei 22 Dollari per oncia. Gli speculatori hanno già inserito nei loro schermi radar il Platino, di certo il metallo che al momento è in grado di rappresentare il maggior potenziale di crescita in termini di marginalità finanziaria, non appena il tandem Oro e Argento riprenderanno a viaggiare all’unisono in termini rialzisti. Il momento della “ripartenza” del Platino è prossimo, ma occorrerà attendere ancora qualche seduta di Borsa. Il paradosso ha raggiunto livelli di imponenza straordinaria parlando del Palladio. La speculazione ha deciso di portare all’eccesso un accanimento sul metallo, aprendo in maniera seriale posizioni “corte” e vista la platea ristretta che opera sul Palladio, gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Nel solo mese di novembre la discesa del riferimento USD/ozt è stata del 13% con l’effetto di riportare il valore di questo metallo ai livelli di Settembre 2018, con un indirizzo quasi certo di risalita, ma non ancora definibile nella sua quantificazione complessiva. |
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L’andamento altalenante della quotazione del Molibdeno USD lo ha riportato ad agganciarsi momentaneamente al trend di costante crescita del Cobalto. Il Molibdeno avanza e indietreggia seguendo l’intercedere del gambero, con l’ultimo rilevamento quasi a pareggiare il valore registrato nell’ultima ottava di ottobre. La ricerca di questa instabilità di fondo del valore del Molibdeno non è chiara, ma non può passare in secondo piano la natura “sottile” del sottostante di quotazione, con gli operatori del comparto siderurgico che quasi privi nei loro depositi di questa materia prima portano a generare gli anomali movimenti dei prezzi. Il Cobalto USD consolida il suo valore con frazioni di punto percentuale, come sua abitudine recente, lo 0,9 è stato il riscontro registrato negli ultimi otto giorni. Una vitalità complessiva che ha suscitato un sussulto anche per il Titanio, coinvolto positivamente dal movimento rialzista di Molibdeno e Cobalto, evidenziando una crescita del 2% dal suo ultimo momento di variazione del riferimento, risalente alla prima settimana di ottobre. La collocazione relativa del suo momento finale di ribasso per il Nichel risulta ancora un dato incerto. L’asticella del minimo relativo viene collocata, settimana dopo settimana, ad un livello sempre più basso, con posizionamenti di fine ottava che in avvio delle stesse vengono considerati non possibili. Le ipotesi peggiori, da molto tempo a questa parte, si stanno verificando con un alto livello di sequenzialità, tanto che al momento il Nichel vede ben visibile l’orizzonte dei 17mila Dollari 3mesi della quotazione LME e forse anche qualcosa di più peggiorativo. La mancanza di linearità delle quotazioni, da parecchio tempo, sta interessando anche le ferroleghe. La base Cromo ha trovato il suo terzo momento consecutivo di crescita con un parziale della quotazione Dollari per libbra in rinforzo dell’1,5% rispetto agli otto giorni precedenti, mentre il Tungsteno ha corretto al ribasso il suo riferimento USD/chilogrammo dello 0,3% su base settimanale. |
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La necessità di alimentare i forni, anche se al minimo livello di esercizio, costringe fonderie e raffinerie ad adottare una pianificazione degli approvvigionamenti di “piccolo cabotaggio”, non certo sgradita ai commercianti. Nelle rendicontazioni settimanali dei ricavi, i commercianti hanno avuto la gradita sorpresa di una seppur blanda crescita dei tonnellaggi in uscita dai piazzali, anche se è meglio non fare cenni sulle performance reddituali, vista l’instabile situazione della Borsa LME. I prezzi degli “industriali” non hanno delle condotte certe nelle loro tendenze e questo elemento, per paradosso, rappresenta un contesto operativo che gioca a favore dei commercianti, i quali hanno come obiettivo quello della rotazione elevata delle giacenze “a terra”, autentico rilevatore del buon presidio dei flussi di cassa per ogni azienda che si occupa di commercio di rottami non ferrosi. I punti di maggiore criticità hanno sempre gli stessi nomi e questi si chiamano Rame, Alluminio e Nichel. L’analisi parte proprio da quest’ultimo metallo ed in chiave rottami di inox austenitico, con il riferimento Nichel LME destinato a toccare nuovi minimi relativi e che quindi rallenterà le richieste di molte acciaierie, ma soprattutto fonderie ad approvvigionarsi di rottami. La situazione su Rame ed Alluminio risulta più definibile in ambito degli spazi di quotazione, con i due metalli ormai prossimi a toccare i loro nuovi minimi del periodo. I ferrosi negli ultimi giorni hanno subito due aggiustamenti consecutivi che hanno interessato, a fasi alterne, tutte le principali classifiche. Le correzioni, contrariamente a quello che sta avvenendo in ambito semilavorati, sono risultate con il segno meno rispetto ai valori della settimana precedente, anche se comprese nei 5 Euro/tonnellata. La quantificazione di queste variazioni ha comunque inciso nel cambiamento dell’indice MetalWeek riferito al valore medio dei rottami acquistati dalle acciaierie, ora posizionato a 328,98 Euro/tonnellata, rispetto a 330,02 del rilevamento settimanale precedente. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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Si ricorda che il servizio è per uso personale. L’Associato non può copiare, distribuire, rivendere, ritrasmettere o altrimenti rendere disponibili a terzi, in alcuna maniera, le informazioni presenti se non all’interno dell’azienda. |
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