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27/11/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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Tra gli estremi di Rame e Nichel un listino fatto di valori sostanzialmente stabili e dal difficile indirizzo di tendenza |
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I prezzi dei “piani” continuano a crescere, mentre tra i “lunghi” la discesa della billetta mette incertezza |
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L’Oro e l’Argento ritornano ai massimi relativi degli ultimi due mesi con movimenti più legati al “fisico” che alla speculazione |
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Il mese di novembre è stato decisamente deludente per le quotazioni di Cobalto e Molibdeno |
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I metalli e le leghe confermano le variazioni prezzi viste la settimana precedente. Gli aumenti dei rottami di acciaio aprono alla situazione di crescita dei semilavorati |
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Il Dollaro stabilizza la sua momentanea fase di debolezza nei confronti dell’Euro e gli utilizzatori di metalli ringraziano |
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Gli indici riferiti ai metalli rispecchiano il momento di stallo del comparto. I noli sono vicini al 60% di incremento su base 12 mesi |
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Gli “industriali” hanno chiuso la settimana in linea con gli indirizzi di tendenza visti in apertura, con Rame e Nichel collocarsi agli opposti ed il resto del listino assumere un tono decisamente neutro. La variazione su base otto giorni dell’indice LMEX, in crescita dello 0,36%, mette bene in evidenza il clima che si è respirato a Londra. Gli spunti di interesse si sono concentrati su due metalli, Rame e Nichel per l’appunto, con il primo gestire la crescita del proprio riferimento USD 3mesi in un ambito di relativo controllo, mentre il secondo essere ormai inghiottito in un vortice di ribassi continui, dove la fine è difficile da individuare. Gli utilizzatori si stanno muovendo in uno stretto contesto di bisogno con il calendario giocare un ruolo determinante nel definire i loro piani di approvvigionamento delle materie prime quotate al LME. Lo sguardo viene quindi rivolto verso il comparto speculativo finanziario, che nonostante la sua ridottissima attività negli ultimi tempi sui metalli industriali, risulta generare l’unico effetto di significativa variabilità all’interno del listino, con un quasi totale disinteresse sulle vicende di Alluminio e Zinco. La collocazione del prezzo USD 3mesi del Rame risulta comunque molto interessante, con il metallo che oltre a registrare il massimo relativo degli ultimi due mesi, ha trovato nella linea degli 8400 Dollari il suo elemento di demarcazione nell’individuazione del trend di brevissimo periodo. La spinta al rialzo avvenuta nelle ore conclusive della seduta di Venerdì 24 lascia intendere che persiste nel mercato una consistente forma di approvazione sull’attuale collocazione di prezzo del Rame. Lo Zinco ha messo in evidenza che la recente struttura di prezzo è frutto di un sostanziale bilanciamento tra domanda e offerta, dove i soli utilizzatori del metallo stanno determinando il fattore di fissazione del suo riferimento USD 3mesi. Le leghe con base Rame e Zinco risentono quindi di questa fase di stallo dei due metalli di riferimento, anche se non occorre essere troppo confidenti sulla durata prolungata di tale situazione. Le aree che i prezzi di Ottone e Zama andranno a popolare a breve non saranno pertanto collocate più in basso delle attuali. L’Alluminio continuerà ad avere un andamento sostanzialmente lineare con pochi sussulti e quindi con un ridottissimo livello di escursione del suo riferimento Dollari 3mesi. Le cose si complicano per il Nichel, alle prese con una delle fasi più complesse degli ultimi anni in riferimento alla definizione del suo prezzo di Borsa. Le soglie di minimo relativo che sembravano di difficile superamento si sono susseguite in rapida successione, partendo da quota 18mila a seguire ed ora anche quella individuata nel valore di 16mila USD 3mesi, ha una buona probabilità di essere varcata verso il basso. La discesa del Piombo era tra i fenomeni maggiormente attesi in avvio della scorsa ottava e questo è avvenuto. I movimenti speculativi su questo metallo sono ancora fortemente attivi e se prima la messa in campo di denaro “lungo” aveva permesso al Piombo di crescere oltre misura, ora quello “corto” lo piloterà verso delle sequenze ravvicinate di minimi relativi. Lo Stagno chiuderà il mese nella stessa collocazione di prezzo in Dollari in cui l’aveva iniziato, con il solo dettaglio che ad inizio novembre la soglia di USD 24mila rappresentava un livello di varco verso l’alto, mentre adesso rappresenterà un limite di superamento verso il basso. |
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L’azione rialzista dei prezzi italiani dei “piani” persiste, questo è quanto hanno deciso le nostre acciaierie e l’intera filiera distributiva di coil nastri e lamiere spianate, come centri servizio e rivenditori. Lo “scalino” sulle quotazioni attuato meno di dieci gironi fa ha visto un rinforzo alla fine della scorsa settimana, con i prezzi lasciare ormai inesorabilmente i minimi relativi registrati nella prima metà di novembre. L’allestimento che ha registrato il maggior incremento sulla piazza nazionale è stato il laminato a caldo, con una crescita del 2% (benchmark MW HRC 630 Euro/tonnellata), mentre per laminato a freddo (benchmark MW CRC 710 Euro) e galvanizzato a caldo (benchmark HDG 745 Euro) gli aumenti sono risultati pari al punto percentuale. L’adeguamento dei “piani” nel resto dell’Europa occidentale ha avuto come comune denominatore l’1% nella salita dei riferimenti settimanali. Un elemento non secondario è ora rappresentato dai differenziali di prezzo tra il mercato italiano e quello nordeuropeo, dove gli utilizzatori nazionali si trovano ad acquistare i semilavorati a dei prezzi più vantaggiosi rispetto ai concorrenti oltre le Alpi. I differenziali si attestano tra i 10 ed i 40 Euro/tonnellata, elementi che rendono una consapevole evidenza per le nostre acciaierie nel disporre di potenziali ulteriori margini incrementali da imputare ai “piani” già nel corso di questa settimana. Nel comparto dei “lunghi” il prezzo della billetta riporta un’importante diminuzione del 2%, a dimostrazione di una certa difficoltà per i produttori del semilavorato di base per le laminazioni nel collocare lotti importanti verso i trasformatori. La serie di aumenti della billetta, registrati fino alla settimana scorsa, ha indotto gli utilizzatori diretti di questo semilavorato intermedio a rivedere verso l’alto i prezzi di molti dei prodotti di realizzazione diretta, come i profili commerciali per la carpenteria, più 2% ed il rebar, in ulteriore salita di un punto percentuale su base settimanale. La difficile situazione relativa alle vendite di vergella ha indotto i produttori di barra in rotoli ad assumere un atteggiamento di prudenza nella correzione in aumento delle quotazioni, puntando in questo modo a smuovere le intenzioni di acquisto da parte dei clienti. Gli aumenti dei coil HRC, oltre all’atteso rialzo dei prezzi di alcune tipologie di “barrami” complementari, hanno determinato le prime istanze di crescita delle quotazioni dei tubi saldati con valori oscillanti tra l’1 ed il 2%, sebbene produttori e ritrafilatori hanno già annunciato ulteriori revisioni rialziste a stretto giro, lamentando una scarsa reperibilità di bobine e “sbozzati”. L’incremento significativo dei costi legati agli approvvigionamenti di rottami da parte delle acciaierie turche (E6 più 3,5% settimanale) ha portato alla inevitabile crescita dei prezzi FOB dei principali allestimenti “lunghi”, con il tondino per armature in aumento di 5 Euro/tonnellata e la vergella di 10 Euro nel corso degli ultimi otto giorni. Gli acciai inossidabili sono ormai proiettati in uno scenario che guarda al nuovo anno, essendosi ormai chiusa la prima settimana di fissazione degli extra lega con decorrenza Gennaio 2024 e questo in attesa dei listini ufficiali di dicembre. Gli austenitici risentono della cronica situazione della debolezza del Nichel LME, anche se una leggera rimodulazione rialzista del Dollaro verso l’Euro ha ridotto leggermente l’impatto effettivo del costante deprezzamento del metallo. Gli AISI 303 e 304 sono stimati, su gennaio, in diminuzione tra i 2 ed i 3 centesimi di Euro per chilogrammo, il 304L in calo di 3 ed il 316 fino ad un massimo di 5 centesimi di Euro. Le ferroleghe stanno mettendo in seria difficoltà gli equilibri di fissazione di ferritici e martensitici, con stime di valorizzazione verso il basso nell’ordine di 2 centesimi di Euro per chilogrammo. L’andamento del PUN settimanale non ha riportavo divergenze rispetto a quello degli otto giorni precedenti, pertanto l’attribuzione del sovrapprezzo energia non dovrebbe differire dalla precedente previsione, collocata in un intervallo di crescita tra i 2 ed i 3 centesimi di Euro per chilogrammo. |
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Una situazione di difficile interpretazione in termini di tendenze è quella che si sta verificando nel comparto dei metalli preziosi. Le quotazioni Dollari per oncia di Oro e Argento sono ai loro massimi relativi degli ultimi due mesi, con il “metallo guida” posizionarsi a ridosso della soglia psicologica dei 2mila USD. I motivi di queste nuove ritrovate energie sulle tendenze dei prezzi non trovano spiegazioni sufficientemente plausibili, soprattutto in termini di bilanciamento tra “beni rifugio”, con il Dollaro recuperare la settimana scorsa buona parte di quello che aveva concesso alle altre valute, Euro in primo luogo. Il posizionamento del prezzo dell’Oro oltre la soglia dei 2mila Dollari per oncia non sarà un fattore di lunghissima durata, ma neppure passeggero, con la speculazione che al momento sta rivestendo un ruolo secondario, in considerazione del fatto che la maggior parte dei movimenti di Borsa trovano nel “fisico” il loro effetto propulsivo. La prudenza deve comunque essere massima, così come l’attenzione nell’osservare il verificarsi di criticità improvvise, generabili da scostanti azioni speculative. L’Argento è tornato nuovamente al centro dell’attenzione, con la nuova collocazione di prezzo assumere una valenza marcatamente speculativa, ma che costringerà il comparto industriale a correre ai ripari e quindi ad alimentare una connotazione di domanda la cui determinazione finale sarà quella di un prezzo USD/ozt destinato ancora a crescere. Il Platino sfrutterà il momento positivo di Oro e Argento con una correzione al rialzo del prezzo, ma non bisogna far passare in secondo piano l’origine prettamente speculativa dei suoi movimenti di Borsa e quindi verificare costantemente il livello dei capitali presenti su questo asset, per poter tracciare eventuali dismissioni preventive. L’attenzione dovrà essere massima anche sul Palladio, dove l’eccessiva presenza di denaro “rialzista” sulle posizioni di Borsa, potrebbe generare a breve una repentina inversione di tendenza, che farebbe così perdere in breve tempo il terreno recuperato nelle ultime due settimane. |
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Le dimensioni dei cali dei prezzi in Dollari di Cobalto e Molibdeno stanno assumendo grandezze sempre più significative, negli ultimi otto giorni il primo è sceso dello 0,6%, mentre lo 0,8 ha riguardato il secondo. L’approssimarsi del fine mese porta anche ad un momento di analisi di quello che è avvenuto nelle ultime quattro settimane ed i dati non sono certo positivi, sia per il Cobalto, che per il Molibdeno, diminuiti rispettivamente di 4,5 e 13,6 punti percentuali nei riferimenti USD. Un mese da segnare tra quelli positivi lo può senza dubbio annotare il Titanio, con una crescita del 2,2% tra ottobre e novembre, elemento che deve trovare il suo fondamento nella ridotta disponibilità “a terra” di questa materia prima. Il Nichel è prossimo a volgere le spalle anche a quota 16mila Dollari 3mesi alla Borsa LME; una quotazione che fino a poco tempo fa pareva irraggiungibile e che nel solo mese di novembre ha portato ad una discesa del 10,9% del suo riferimento USD di Borsa. Il punto di svolta per il Nichel, a tutti gli effetti, non sembra ancora prossimo, anche se a breve dovrà mostrare inevitabilmente un limite di arresto ad una corsa verso il basso che sta assumendo dimensioni paradossali. I prezzi delle ferroleghe continuano a mantenersi costanti nelle tendenze riportate nelle ultime settimane. La base Cromo ha fatto segnare una variazione negativa del 2% nel riferimento Dollari per libbra e su base ottava, mantenendo comunque in territorio positivo dell’1% il riferimento sull’intero mese. Un Novembre non certo negativo lo ha fatto registrare anche il Tungsteno, che su base quattro settimane ha riportato un incremento del prezzo USD/chilogrammo dell’1,9%, comprendendo l’ultimo parziale di più 0,67% degli ultimi otto giorni. |
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I prezzi dei rottami non ferrosi hanno mantenuto costanti i riferimenti di variazione registrati la settimana precedente. La particolarità di questa affermazione risulta pertanto interessante su due metalli in particolare, Rame e Nichel, che nel mantenere inalterate le loro progressioni dei prezzi di Borsa, hanno portato all’esatto raddoppio delle variazioni delle quotazioni dei rottami di riferimento (nel caso del Nichel gli inox austenitici), rispetto a due settimane fa, sebbene e con direzionalità opposte. I restanti metalli hanno prodotto la somma di variazioni prossime allo zero, portando a livelli quasi nulli gli effetti di variabilità dei prezzi dei rottami ad essi correlati. I commercianti guardano con elevato interesse questo momento, con prospettive di incremento dei prezzi, che nel caso del Rame potrebbe rivelarsi anche dai toni importanti, sebbene di effimera durata. Le richieste di materie prime da parte di fonderie e raffinerie sono sempre più ridotte, ma un elemento da non sottovalutare per i trasformatori è la limitata disponibilità di rottami sui mercati di prossimità, leggi le principali piazze italiane. La sempre più determinata azione di rialzi dei prezzi dei semilavorati da parte delle acciaierie ha portato finalmente ad una rimodulazione adeguata e coerente dei riferimenti delle principali classifiche dei rottami ferrosi. Gli intervalli delle variazioni in crescita tra i 5 ed i 10 Euro per le demolizioni E1 ed E3 e per il lamierino E8, copiano in gran parte i movimenti rialzisti riportati dalle principali famiglie di semilavorati “piani” e “lunghi”, almeno degli ultimi otto giorni. I conti comunque non tornano, in quanto già da due settimane i prezzi di coil e lamierati hanno fatto registrare aumenti di circa il 5%, senza quasi alcuna variazione di aumento delle quotazioni dei rottami. L’indice MetalWeek ha riportato un significativo incremento settimanale, portando il valore medio dei rottami acquistati dalle acciaierie a quota 333,83 Euro/tonnellata, rispetto al dato precedente di 328,02 Euro. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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