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18/12/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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La nuova rimodulazione del rapporto di cambio tra Euro e Dollaro ha sensibilmente mutato gli equilibri effettivi di tutti i valori degli “industriali” quotati alla Borsa LME |
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La Cina lancia l’allarme sui consumi di prodotti primari in forte calo. In Italia i prezzi dei semilavorati stanno andando in ordine sparso con HRC e billetta che registrano delle battute d’arresto in termini di aumenti |
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L’Oro e l’Argento riacciuffano delle soglie di prezzo che sembravano lontane fino a qualche giorno fa. La speculazione spinge comunque verso nuovi ribassi |
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Cobalto e Molibdeno non mutano i loro orientamenti di prezzo anche in questo finale d’anno. Il Nichel, nonostante il recupero, risulta ancora avvolto da uno stato d’incertezza |
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Il mercato dei non ferrosi attende una fase più chiara già in avvio di 2024, mentre per gli acciai l’anno si chiude con valori incerti soprattutto sulle classifiche meno selezionate |
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Il Dollaro USD dovrà trovare rapidamente la sua collocazione abituale per scongiurare una nuova ripresa dell’inflazione negli USA |
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I prezzi dei metalli, espressi in Dollari, portano alla crescita di tutti gli indicatori di riferimento, anche quelli su base dodici mesi |
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Essere aggiornati sulle principali tendenze di mercato, è una necessità, non una scelta! |
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Il concetto di “deroga”, molto comune nel mondo della meccanica relativamente a partite di prodotti che non rispettano totalmente le prescrizioni tecniche o progettuali, ma definibili eccezionalmente accettabili, può essere applicato al listino LME della scorsa settimana. Le quotazioni viste nella seconda parte dell’ottava non hanno certo rispettano le logiche attualmente sostenibili dai mercati e quindi devono essere accettate in “deroga”. Il cambio di passo repentino dei prezzi di Borsa è riconducibile ad un solo fattore, ovvero l’improvviso stato di debolezza del Dollaro USD all’indomani della decisione della Federal Reserve di abbandonare la politica monetaria intransigente degli ultimi anni, a favore di una più accomodante fatta di tassi in discesa in almeno tre momenti nel corso del nuovo anno. L’Euro in meno di otto giorni ha recuperato l’1,7% sulla valuta statunitense, andando così a diluire l’effetto crescita del listino londinese dei metalli, il cui indice LMEX, calcolato sui valori in Dollari, è salito del 2,77% su base settimanale. Il Rame ha catturato su di sé la maggior parte delle attenzioni e subito tramutate in una consistente crescita del riferimento USD 3mesi, fino a toccare l’1,73% rispetto al valore di apertura settimanale, pareggiando così lo scostamento valutario tra Euro e Dollaro degli ultimi otto giorni. Lo spazio di crescita del Rame in rapporto alla quotazione USD non sarà ancora molto, anche in considerazione del fatto che l’accumulo di liquidità rialzista venutosi a creare sulle sue posizioni di Borsa risulta al momento eccessivo. La crescita su base otto giorni dello Zinco è andata oltre la soglia di rivalutazione dell’Euro sul Dollaro del 3,8%, riportando il metallo a varcare la linea dei 2500 USD 3mesi dalla fine di novembre. Le aspettative sullo Zinco saranno quelle di un possibile consolidamento di prezzo sulla media dei valori registrati la settimana scorsa e questo in termini di escursione massima. I prezzi delle leghe con basi Rame e Zinco si baseranno sui fattori di equilibrio tra prezzi di Borsa e il rapporto di cambio Euro e Dollaro, oltre alla sempre più rarefatta domanda di “fisico” in vista della lunga pausa natalizia. L’Ottone non dovrebbe subire importanti fluttuazioni, soprattutto nella determinazione della quotazione della barra, mentre la Zama risentirà direttamente della percentuale di Zinco presente in ciascuna specifica di composizione. La settimana dell’Alluminio si è chiusa in una zona di massimo relativo, determinando un incremento al netto del fattore valutario di 3 punti percentuali. Il prezzo USD 3mesi dell’Alluminio sarà comunque appesantito da un forte eccesso di liquidità lunga che limiterà sensibilmente un possibile rinforzo della sua quotazione di Borsa. La vivacità delle sedute LME ha portato innegabili benefici anche al Nichel, riaffacciatosi oltre la soglia dei 17mila Dollari 3mesi dopo quattro settimane e producendo un saldo di quotazione positivo dello 0,8% sul valore base Euro. L’accumulo della liquidità “lunga”, come nel caso dell’Alluminio, sarà l’elemento con cui il Nichel si dovrà confrontare in un suo possibile rinforzo di quotazione a stretto giro. Il Piombo risulta dopo il Rame il metallo che ha beneficiato in forma minore della franchigia valutaria, apprezzandosi dell’1% oltre tale soglia. La struttura del prezzo USD 3mesi del Piombo risulta in perfetto equilibrio tra domanda e offerta, elemento questo che porterà a quotazioni di Borsa piuttosto piatte. Lo Stagno risulta come sempre un mondo a sé stante, con il valore USD 3mesi ancora destinato a rinforzarsi nel corso delle prossime due ottave 2023 e quindi in netta contrapposizione con l’orientamento generale dell’intero listino LME. |
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Un finale d’anno che non si potrà definire certamente tranquillo sotto diversi aspetti, in primo luogo la situazione della domanda di semilavorati “piani” e “lunghi” in costante contrazione a livello globale, sebbene in alcune aree del pianeta, India in particolare, viene ancora ostentato un certo ottimismo, ma dal tono decisamente autoreferenziale. Le prime avvisaglie di una decisa rimodulazione dei consumi in ambito negativo, giungono dalla Cina con le principali acciaierie che producono pani di ghisa lamentare un consistente calo negli ordinativi interni, che nelle prime due settimane di dicembre hanno registrato una flessione del 4% in termini di tonnellate rispetto all’ultima di novembre. Un dato significativo, anche se valutabile sempre con elevata riserva, risulta essere la consistente contrazione della quotazione del Minerale di Ferro alla Borsa Dalian, sceso del 4,5% nel corso dell’ultima settimana. Le notizie non sono certamente incoraggianti in Italia per quanto riguarda la situazione prezzi dei “piani”, che nonostante la crescita dell’1% del laminato a freddo (benchmark MW CRC 745 Euro/tonnellata) e del 2 del “galvanizzato” (benchmark MW HDG 775 Euro), nello specifico anche a causa della ripresa del prezzo dello Zinco al LME, occorre evidenziare la flessione del laminato a caldo (benchmark MW HRC 645 Euro) di un punto percentuale su base settimanale. I prezzi dei coil nordeuropei sono variati in blocco nella misura massima dell’1% e quindi su tutte e tre le famiglie di allestimenti. Il maggior stato di tensione sulla piazza nazionale si sta percependo sui “lunghi”, con la quotazione della billetta fornire indicazioni di mercato alquanto contrastanti. La maggior parte delle acciaierie ha optato per la diminuzione del riferimento settimanale dell’1%, ma in alcune zone e soprattutto da parte di strutture produttive di medie dimensioni del comparto, si sta facendo largo l’ipotesi che sulla consegna prima decade di gennaio venga applicata una revisione al rialzo del prezzo della billetta del 2% resa partenza. Una situazione che a cascata sta generando forte incertezza, con i produttori di profili per carpenteria che in forma prudenziale hanno già deciso di adeguare in aumento dell’1% i prezzi, mentre tra quelli di rebar e vergella permane una situazione di attesa, ma non certo si parla di diminuire i riferimenti di mercato dei due semilavorati ottenuti dai processi di laminazione delle billette. L’interruzione della fase di crescita del coil HRC non viene presa minimamente in considerazione da parte dei produttori di tubo saldato e dei ritrafilatori di sbozzati, che anzi stanno tentando la carta dei rialzi dei listini di un ulteriore punto percentuale, ma con forti resistenze tra la clientela, anche quella di seconda fascia. L’effetto Dollaro ha avuto benefici effetti sulle importazioni di rottami da parte delle acciaierie turche, che hanno potuto beneficiare di un consistente “sconto valutario”, anche se sarà di breve durata. I prezzi FOB del tondino per armature e della vergella hanno mantenuto i livelli raggiunti la settimana precedente, senza dimenticare l’importanza del fattore stagionalità nei mercati dell’Europa occidentale. L’ultimo parziale di fissazione degli extra lega per gli inossidabili con riferimento gennaio si apre con una situazione di relativa incertezza, determinata da numerosi elementi, come la nuova collocazione del prezzo del Nichel alla Borsa LME per gli austenitici e un non certo alterato stato di tensione sui prezzi delle ferroleghe per ferritici e martensitici. Le stime di previsione sui valori di allestimento riconducibili al mese prossimo potrebbero considerare delle rimodulazioni rialziste su tutte le famiglie di inox in una forbice di valori compresa tra i 2 ed i 3 centesimi di Euro per chilogrammo rispetto al listino generale attualmente in vigore. La modulazione del PUN non è certo al momento un dato di grande attendibilità e così dovrebbe essere nei giorni a venire, con i consumi di energia elettrica in discesa da parte delle grandi industrie, energivore e non. L’attuale revisione del contributo energia su gennaio andrebbe a collocarsi intorno ai 5 centesimi di Euro per chilogrammo al ribasso, ma come detto, non risulta un dato stabilizzato e quindi di possibile applicabilità per il mese prossimo. |
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L’improvvisa debolezza del Dollaro ha generato significativi mutamenti di equilibrio tra le quotazioni dei metalli preziosi. Un contesto di elevata provvisorietà nella nuova definizione dei prezzi USD/ozt dell’intero listino, la cui parola fine si avrà non appena la valuta statunitense rientrerà in più congeniali e consoni parametri di gestione dei valori rispetto alle altre Divise. I “cassettisti” di Oro e Argento ricorderanno a lungo questo Natale, vista l’improvvisa crescita dei prezzi dei due metalli, rispettivamente dell’1,1 e del 2,3%, su base settimanale, con i valori ritornati sopra le soglie dei 2mila e dei 24 Dollari per oncia. Gli speculatori comunque hanno già steso le reti per una pesca copiosa di lauti margini in ottica “corta” e perciò ribassista, che potrebbe iniziare a produrre i suoi primi risultati tra gli ultimi giorni di quest’anno ed i primi del prossimo. L’anello debole di questa nuova fase di rialzi dei prezzi si deve individuare nel crescente accumulo di denaro sulle posizioni in acquisto di tutti i metalli preziosi ed in questo il comparto speculativo si sta muovendo in ottica diametralmente opposta. L’Oro non potrà reggere a lungo in termini di permanenza di prezzo oltre i 2mila USD/ozt, così come l’Argento avrà considerevoli problemi a mantenersi oltre la linea dei 24 Dollari per oncia. Il Platino subirà un ridimensionamento in un ambito di diretta proporzionalità rispetto alle quotazioni di Oro e Argento riscontrabili nelle prossime sedute, anche se gli speculatori non stanno giudicando prioritaria l’azione su questo metallo. Una situazione ai limiti del paradosso è quella che si sta verificando sul Palladio che, all’indomani della decisione della FED, si è apprezzato del 15,4% nel valore USD/ozt. La spinta rialzista registrata nella seconda parte della settimana non presenta certo i requisiti della sostenibilità per il Palladio, ma questo episodio porta alla determinazione che la liquidità presente in Borsa su questo asset è ancora sufficientemente ampia, non rappresentando certo un dettaglio di secondaria importanza. |
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Il fattore vacanze risulta assumere un aspetto del tutto marginale quando si parla di Cobalto e Molibdeno. Negli ultimi otto giorni gli orientamenti dei prezzi dei due metalli non sono mutati, con il Cobalto in ulteriore contrazione, ha aggiunto 4 punti percentuali al conteggio ribassista del suo valore USD di mercato, mentre il Molibdeno ne ha sommati 2 in fase incrementale. Nelle prossime due settimane gli scenari sui due metalli non muteranno, anche se il rallentamento dei consumi, soprattutto in ambito europeo, potrebbe portare ad un sostanziale appiattimento della curva di crescita del prezzo in Dollari del Molibdeno. Il Titanio ha confermato i valori fissati nell’ottava precedente e così dovrebbe essere per le prossime due, vista la limitata giacenza di materia prima nei depositi di smercio. La vicenda del Nichel andrà soppesata con grande attenzione, il cui esito all’apertura dei mercati nei primi giorni del 2024 potrebbe disegnare un contesto diverso da quello visto dalla fine dell’estate. Gli speculatori in questo frangente non hanno nessun punto di contatto con il Nichel, semmai la recente crescita del prezzo USD 3mesi è più da ricercare tra gli utilizzatori diretti ed indiretti del metallo, confidenti che nel nuovo anno il prezzo di riferimento in Borsa sarà decisamente più alto di quello visto nell’ultimo deludente trimestre 2023. L’effetto Dollaro è stato un elemento di primaria importanza nel dare vivacità al mercato delle ferroleghe, con la base Cromo confermare la sua striscia positiva di rinforzi, più 1,5% rispetto al rilevamento USD per libbra di otto giorni fa ed il Tungsteno ritoccare al rialzo dello 0,1 in parziale di punto il precedente riferimento Dollari per chilogrammo. |
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I mercati stanno entrando in un cono d’ombra che avrà un’ampiezza di circa due settimane per via delle vacanze di fine anno. Una situazione che nel comparto dei non ferrosi sta assumendo contorni fortemente incerti a causa dello “smottamento valutario” dopo la decisione della Federal Reserve di mutare la rotta in termini di politica sui tassi. I prezzi USD alla Borsa degli “industriali” sono ritornati a crescere e anche in modo importante negli ultimi giorni, ma il fattore di conversione Euro/Dollaro, come nel caso del Rame, ha reso nulla questa variazione nei mercati dell’Eurozona e per gli altri metalli, Alluminio e Nichel in primo luogo, gli incrementi sono stati decisamente gestibili. La chiusura delle fonderie e delle raffinerie tra la fine di questo mese e l’inizio di gennaio metterà in pausa forzata gli scambi di lotti di rottami, i cui prezzi attuali sono giudicati da molti trasformatori decisamente sopra la soglia della convenienza economica e soprattutto superiori ai valori medi delle ultime quattro settimane. Le acciaierie e le fonderie sono fortemente scettiche sulla tenuta degli attuali riferimenti Euro/tonnellata dei rottami, particolarmente in avvio d’anno. Il 2024 potrebbe aprirsi con delle importanti revisioni verso il basso delle principali classifiche e nello specifico per quelle che generano la maggior quota di efficienza reddituale in fase fusoria, come le demolizioni e le torniture. Un occhio di riguardo verrà invece sempre riservato ai rottami più selezionati, come il lamierino E8, ancora in crescita di 5 Euro nell’ultima settimana e il frantumato E40, che per un gioco di aggiustamenti verso il basso delle demolizioni pesanti E1 ed il valore insito attribuito alla classifica in questione, ha portato il premio di lavorazione a superare i 60 Euro per tonnellata. L’indice MetalWeek sui valori medi dei rottami in acquisto da parte di acciaierie e fonderie è risultato ancora in sensibile aumento, con una crescita di 3 Euro su base settimanale e posizionando il riferimento a 357,59 per tonnellata. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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MetalWeek™vi da appuntamento a lunedì 08 gennaio 2024 |
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