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02/04/2024 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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Le due ottave LME con sedute ridotte, da dieci a otto, determineranno importanti momenti di assestamento per i prezzi di tutti i metalli industriali quotati a Londra |
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Il crollo del prezzo del minerale di ferro in Cina è un dato non certo correlabile con le diminuzioni dei valori di “piani” e “lunghi” in Europa, ma significativo per evidenziare un calo dei consumi di acciaio a livello globale |
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Il comparto speculativo-finanziario è pronto ad avviare una coraggiosa e allo stesso tempo necessaria azione ribassista sulla quotazione record dell’Oro |
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Il Molibdeno e il Cobalto registrano variazioni vicine allo zero. Il Nichel scende all’indomani degli aumenti fissati dalle acciaierie sui semilavorati con questo metallo in lega |
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La stabilità del listino LME porta alla sostanziale linearità dei prezzi dei rottami di metalli e leghe. Le acciaierie scelgono di ridurre i valori su tutte le classifiche |
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Il mese di marzo si è chiuso all’insegna della stabilità, sebbene l’Euro abbia perso valore nell’attribuzione della parità virtuale con il Dollaro |
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I noli “bulk” crollano del 17% su base settimanale, ma restano positivi del 30 sul dato a dodici mesi. Gli indici riferiti ai metalli si muovono con variazioni vicine allo zero |
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più risparmio e meno preoccupazioni |
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Il numero delle sedute in occasione delle vacanze di Pasqua si riduce sensibilmente al LME per l’osservanza delle ricorrenze, passando da dieci a otto su base bi-settimanale. Un dettaglio non da poco e che da sempre mette gli operatori di Borsa in uno stato di apprensione, soprattutto per l’apertura post vacanziera, che quest’anno coinciderà anche con la prima seduta del mese di aprile. Gli ultimi movimenti degli “industriali” non sono stati certamente catalogabili in ordinari, con tutti i metalli del listino LME aver messo in evidenza che le attuali quotazioni USD 3mesi dovranno inevitabilmente subire delle evoluzioni, indipendentemente dagli indirizzi. Il Rame resta il più criptico e questa affermazione si evince osservando il grafico della sua linea di quotazione, sostanzialmente piatta e arroccata sulla soglia degli 8850 Dollari 3mesi. Una fase di stallo, dove non si comprende chi attende chi, ovvero se il listino LME aspetta le future mosse del Rame o il Rame stesso aspettare i cambiamenti di quotazione da parte del resto della compagine degli “industriali”. Le mosse del “metallo rosso” sono sostanzialmente condizionate da uno stato di equilibrio tra le componenti domanda e offerta, con gli utilizzatori che vedono l’attuale riferimento LME più come un momento per operare acquisti che uno per aspettarsi delle ulteriori diminuzioni, con la soglia degli 8900 USD 3mesi veramente ad un passo. Le velleità dello Zinco sono quelle di ricollocarsi in un’area di quotazione più consona e rapportata alla media dei valori LME degli ultimi due mesi. La strada del recupero non sarà imminente, anche perché la massa delle vendite su questo metallo sta creando una “inerzia” ribassista che lo porterà a scendere ulteriormente nel corso della settimana. Le definizioni dei prezzi delle leghe a base di Rame e Zinco rimarranno quindi vincolate più che ai movimenti dei due metalli, sebbene la Zama potrà beneficiare del momento di appannamento del suo elemento principale, al posizionamento del rapporto di cambio tra Euro e Dollaro, importante punto di snodo per la fissazione delle “basi” dell’Ottone nei prossimi giorni. L’Alluminio ha messo a segno una nuova serie di risultati positivi, portando il valore USD 3mesi della scorsa ottava in un contesto di massimo relativo e visto per l’ultima volta tra dicembre e gennaio. Le aspettative rimangono rialziste per l’Alluminio, anche se occorrerà essere prudenti nell’attribuire a questo livello di prezzo un fattore di soglia invalicabile verso il basso in ottica di breve periodo. Il Nichel è nuovamente alle prese con una situazione di prezzi minimi e soprattutto con una collocazione, quella in area 16mila Dollari 3mesi, che nelle ultime sedute è stata molto “battuta” dal metallo. Le aspettative sul Nichel non sono certo delle più rosee, con il valore LME ancora instabile è orientato ulteriormente verso il basso, nonostante una chiusura di settimana con qualche cenno di reazione positiva. I segnali giunti dal Piombo sono stati netti e inequivocabili, ovvero che la prossimità dei 2mila USD 3mesi non risulta al momento congeniale per questo metallo, riposizionandosi già nella seduta di giovedì 28 marzo ben al di sopra di tale soglia. La lettura dei futuri movimenti dello Stagno non risulta semplice e questo alla luce degli ultimi tentennamenti in Borsa, con la quotazione 3mesi in Dollari appiattirsi dopo un’aspettativa di volatilità rialzista che non ha avuto alcun effetto, rendendo così molto guardinghi gli utilizzatori diretti di questo metallo. |
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Un dato geograficamente lontano, ma con innegabili aspetti di condizionamento anche sulle dinamiche europee relativamente alle definizioni dei prezzi dei semilavorati “piani” e “lunghi”, giunge dalla Cina. Il minerale di ferro quotato alla Borsa Dalian (resa media 62%) nel corso dell’ultima settimana ha subito un ribasso dell’1%, ma quello che fa più riflettere è il calo su base mensile, con una flessione di 12 punti percentuali, riportando il valore dell’Iron Ore 62% ai livelli di fine agosto. Un segnale importante che porta alla giusta dimensione tutte le misure atte a sostenere in modo innaturale il comparto della siderurgia cinese da parte del Governo di Pechino. Le ultimissime revisioni ribassiste dei prezzi dei semilavorati nel Vecchio Continente non hanno certo una filiazione diretta con l’evoluzione cinese della materia prima necessaria per alimentare gli impianti a ciclo integrale, ma mettono in evidenza lo stato globale di eccesso d’offerta delle produzioni in uscita dalle acciaierie. Il mercato italiano dei “piani” con le riduzioni degli ultimi otto giorni ha messo bene in evidenza la situazione d’inadeguatezza tra i volumi offerti da acciaierie e centri servizio, rispetto a quelli domandati dagli utilizzatori. Gli effetti si sono tradotti in una serie di revisioni ribassiste dei prezzi dei coil, con il laminato a caldo in discesa del 4% (benchmark MetalWeek™ HRC 665 Euro/tonnellata), il “freddo” in diminuzione del 3 (benchmark MW CRC 760 Euro/ton) ed il “galvanizzato” in calo di 2 punti percentuali (benchmark MW HDG 790 Euro/ton). Nel resto dell’Europa occidentale le cose non sono andate meglio, con i riferimenti settimanali in arretramento dell’1% per l’HRC, del 3 per il CRC, portandosi a meno 10 Euro/tonnellata sotto il miglior prezzo italiano e una contrazione del 2% per l’HDG. I “lunghi” risultano da tempo molto più reattivi alle dinamiche univoche delle riduzioni dei valori dei semilavorati di riferimento, nell’ultima settimana è stata la billetta a ricoprire il ruolo di contrasto con il 2% di aumento. Una voce decisamente fuori dal coro se messa a confronto con i prodotti di diretta derivazione, con il tondino per le armature e la vergella in diminuzione del 2 e i profili per carpenteria segnare l’1% di riduzione. Il comparto dei tubi saldati, attonito da un andamento dei prezzi e soprattutto da consumi e ordinativi deludenti, continua ad arroccarsi sull’argomento della difficile reperibilità di coil da trasformare (HRC), ma questa è anche la prima settimana del secondo trimestre per liberare nuove quantità di semilavorati sotto il regime delle salvaguardie UE. Le strategie commerciali delle acciaierie turche sui prezzi dei principali prodotti “lunghi” risultano molto incerte, con un occhio ai profitti e l’altro alle evoluzioni dei valori di vendita nei mercati di prossimità. Il risultato di questa azione “bi-fronte” ha determinato degli aumenti dei prezzi FOB di 5 Euro/tonnellata per la vergella ed il rebar, ma solo per ordini di medi e piccoli tonnellaggi, lasciando invariati i riferimenti per la clientela primaria. Gli utilizzatori di acciai inossidabili austenitici attendevano con una certa trepidazione la diffusione degli extra lega per il mese di aprile, così come le acciaierie. Il lungo periodo degli adeguamenti verso il basso è momentaneamente terminato e questo grazie alla finestra di aumento del Nichel al LME. La serie 300 degli AISI ha fatto registrare degli aumenti significativi, con il 303/304 in crescita di 12 centesimi di Euro per chilogrammo, il 304L in salita di 16 e il 316 fissare l’adeguamento a più 20 centesimi. Una situazione diametralmente opposta per i ferritici e i martensitici, che hanno riportato in entrambi gli allestimenti una riduzione degli extra su aprile di 3 centesimi di Euro per chilogrammo. Nelle righe precedenti si è parlato di effetto momentaneo degli aumenti sugli austenitici; un possibile nuovo arretramento degli extra potrebbe avere luogo nel mese di maggio se il Nichel confermerà gli attuali valori di Borsa, che al momento sarebbero traducibili in diminuzioni tra i 4 ed i 6 centesimi di Euro. L’incertezza del fattore cambio e una relativa instabilità dei prezzi di alcune ferroleghe non porterebbero ad escludere un ricollocamento rialzista tra 1 e 2 centesimi di Euro su maggio per i riferimenti extra lega di ferritici e martensitici. Una certa indulgenza è stata invece adottata dalle acciaierie sul contributo energia per il mese in corso, sceso di 2 centesimi rispetto al dato di marzo, sebbene i valori del PUN su rilevazione giornaliera e nell’intervallo delle ultime quattro settimane davano dei valori di adeguamento in crescita. |
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La fase “inventariale” dell’Oro sta presentando molti elementi di fine corso. Una frase criptica che si può spiegare con maggiore chiarezza con il riscontro di un inizio, seppur limitato, della fuoriuscita di alcuni lotti di metallo fisico dai forzieri in cui risultava quasi interamente segregato. La componente finanziaria che da diverse settimane ha scelto di rimanere ai margini dell’impetuosa crescita dell’Oro sta ora tracciando, ma ancora a livello di strategia, i primi piani d’intervento per avviare un rischioso, così almeno nelle prime battute, piano d’intervento “corto”; in termini più diretti, puntando al ribasso del riferimento Dollari per oncia. Una flessione del prezzo dell’Oro, anche in termini di una frazione di punto, potrebbe determinare una sorta di psicosi collettiva, soprattutto da parte dei “cassettisti” del metallo, con una significativa ondata di vendite e quindi traducibile con la diminuzione del suo riferimento in Borsa. L’Argento sarà strettamente collegato agli avvenimenti dell’Oro; il metallo con più applicazioni industriali tra i “preziosi”, nella giornata di giovedì 28 marzo e pur crescendo dell’1,4%, non ha varcato la soglia dei 25 Dollari per oncia e questo anche per una determinante assenza dell’apporto di denaro da parte del comparto speculativo-finanziario. Le aspettative sull’Argento sono di un rinforzo del prezzo attuale, anche se più per effetto dell’Oro, che per una crescita effettiva del suo fabbisogno da parte degli utilizzatori diretti. La maggior concentrazione di denaro speculativo è al momento riscontrabile sul Platino, con buona probabilità considerato dagli operatori finanziari come il parcheggio momentaneo della liquidità da impiegare in un secondo tempo sull’Oro. L’effetto ammasso di moneta ha dato innegabili benefici al Platino, rimanendo oltre quota 900 Dollari per oncia, ma come detto pocanzi, la risultante della crescita potrebbe avere una connotazione temporanea. Il ristretto mondo che ruota intorno agli investimenti legati al Palladio sta valutando positivamente la recente risalita del prezzo in Borsa, con gli speculatori che operano su questo “asset” rimanere confidenti su un ulteriore rinforzo del suo valore Dollari per oncia. |
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Il Molibdeno conferma il valore in Dollari fissato la settimana precedente, mentre il Cobalto USD prosegue nella sua tendenza rialzista fatta di piccoli progressi, con una variazione dello 0,4% negli ultimi otto giorni. La sostanziale stabilità dei prezzi di questi due metalli mette in risalto uno stato di palpabile preoccupazione tra gli utilizzatori diretti sul loro regolare flusso di reperibilità anche in chiave futura e questo nonostante le richieste del comparto siderurgico abbiano toccato ormai livelli minimi. Una situazione analoga è riscontrabile per il Titanio, bloccato con il suo prezzo di indicazione ai massimi del periodo, nonostante una struttura di mercato molto particolare e solo riferibile a questo metallo. Il Nichel è ripiombato ai minimi relativi che aveva solo abbandonato qualche settimana fa e con il giusto il tempismo per adeguare al rialzo i prezzi su base mensile di molti semilavorati che presentano una percentuale rilevante di questo metallo in composizione. Le aspettative del prezzo del Nichel alla Borsa LME non sono certamente improntate al miglioramento del suo riferimento USD 3mesi e questo soprattutto in un’ottica di breve periodo. Le ferroleghe si stanno adeguando alle loro effettive dinamiche di mercato, con la base Cromo che ha nella componente “a terra” e quindi della disponibilità reale di merce pronta consegna un fattore di non secondaria importanza. I flussi in ingresso di questa materia prima presso i punti di stoccaggio dei rivenditori non stanno più seguendo delle cadenze regolari, sia per la forte diminuzione dei fabbisogni da parte di acciaierie e fonderie, che per l’incerta e poco chiara geolocalizzazione dei lotti in navigazione. Il tutto, per la base Cromo, si traduce in un incremento di valore dello 0,5% riferito al prezzo Dollari per libbra rispetto alla settimana precedente. La specificità dell’impiego del Tungsteno risulta essere un elemento penalizzante nella determinazione periodica del suo riferimento di mercato, con una riduzione dell’1,5% su base ottava della quotazione USD per chilogrammo. |
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I rottami non ferrosi hanno chiuso la scorsa settimana con variazioni dei rispettivi prezzi di pertinenza molto vicine allo zero, segno che le quotazioni LME hanno raggiunto punti di definizione decisamente significativi. Le aspettative ora saranno più che di crescita dei valori dei rottami di metalli e leghe, con la sola momentanea eccezione di quelli correlati all’Alluminio, di linearità dei riferimenti e che comunque non potranno considerare secondarie le propensioni agli acquisti di semilavorati da parte dei comparti manifatturiero e industriale. Il Rame ed il Nichel continueranno ad essere gli osservati speciali, con il primo sempre più atteso verso una nuova fase rialzista o per meglio dire d’interruzione di una preoccupante concatenazione di prezzi orientati verso il basso e il secondo atteso ad intercettare il suo minimo relativo al LME e possibilmente in tempi rapidi. I commercianti e insieme a loro, fonderie e raffinerie, risultano sempre più insofferenti nell’operare in questo ambito d’incertezza determinato da un’anomala stabilità del listino di Borsa degli “industriali”. Le acciaierie e le fonderie hanno sensibilizzato le mandatarie a rivedere in chiave ribassista i prezzi di tutte le classifiche, anche del lamierino E8, che negli ultimi tempi aveva beneficiato di una specie di protezione dalle revisioni in discesa dei prezzi. Il rottame ottenuto dalle lavorazioni di coil nastri e bandelle ha subito una riduzione negli ultimi otto giorni fino a 10 Euro/tonnellata, dove determinante è stata la situazione ordini dei semilavorati “piani” in ulteriore contrazione. Le demolizioni sono risultate ancora in discesa, con E1 ed E3 accomunate da adeguamenti verso il basso fino a 15 Euro rispetto alla fissazione settimanale precedente e le torniture fermarsi a 5 come parametro di riduzione. La necessità di garantire un flusso costante di rottame ottenuto dalla frantumazione ha spinto le acciaierie a concedere una sorta di premialità ai lotti medio piccoli della classifica E40 con una crescita fino a 10 Euro rispetto alla definizione precedente. La preponderante spinta verso il basso dei prezzi in fase di acquisto da parte di acciaierie e fonderie ha avuto un inevitabile impatto negativo nella determinazione settimanale dell’indice MetalWeek™ di 7,31 Euro, con un valore complessivo di riferimento a 344,63 per tonnellata. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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Si ricorda che il servizio è per uso personale. L’Associato non può copiare, distribuire, rivendere, ritrasmettere o altrimenti rendere disponibili a terzi, in alcuna maniera, le informazioni presenti se non all’interno dell’azienda. |
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