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17/03/2025 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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Le variazioni positive diffusamente persistenti al LME nel corso dell’ultima settimana andranno sicuramente rimodulate sulla base dei consumi effettivi di metalli e leghe da parte dei comparti produttivi a livello globale |
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Le quotazioni dei semilavorati “piani” risultano più reattive alle sollecitazioni imposte da fattori rilevanti, come la crescita dei prezzi dei rottami, diversamente a quello che sta avvenendo tra i “lunghi” |
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L’Oro ha varcato ufficialmente la soglia dei 3mila Dollari per oncia. Uno scenario che in molti davano per imminente, ma che sta mettendo un elevato livello di inquietudine tra gli utilizzatori diretti di “preziosi” |
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Il prezzo in Dollari del Cobalto è ritornato ai livelli del 2023, un recupero avvenuto in meno di quattro settimane |
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Il mercato turco dei rottami di acciaio sta mettendo pressione a quello italiano; acciaierie, fonderie e mandatarie dovranno adeguare velocemente i prezzi verso l’alto. Le quotazioni dei non ferrosi seguono gli andamenti dei metalli al LME |
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Negli ultimi otto giorni è prevalsa la stabilità tra Euro e Dollaro, in crescita la parità virtuale da 1.069 a 1.073, ma ancora al di sotto del cambio effettivo |
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Il deludente dato di crescita dell’indice LMEX nel corso dell’ultima settimana pone numerosi interrogativi sulla tenuta dei prezzi degli “industriali” nell’immediato futuro. L’EU ETS-CBAM ha fermato la sua flessione, ma resta al di sotto della valorizzazione media settimanale dei 70 Euro |
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più risparmio e meno preoccupazioni |
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04 aprile primo appuntamento con |
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La domanda che nessun imprenditore o amministratore delegato intende porsi è la seguente: la mia azienda o l’azienda che dirigo sta andando a gonfie vele; perché questo? A volte oltre a degli indiscussi e indiscutibili meriti nella gestione dell’imprese “che vanno bene” si celano dei fattori che si intersecano tra loro, ma che devono essere individuati e valutati per verificare se tra essi non si insinui una sorta di “vulnus” che potrebbe essere dannoso, se non letale, per le sopravvivenze delle aziende stesse. I prezzi, nel senso più allargato del termine e delle materie prime trattate in questo contesto, devono seguire l’analisi metodologica appena menzionata, ovvero: una quotazione non può salire o scendere in maniera incondizionata e a oltranza. Le quotazioni Dollari 3mesi che attualmente sono in essere al LME rappresentano dei “numeri” straordinari nelle loro dimensioni se confrontati con quelli di tempi più o meno recenti. Il prezzo attuale del Rame, in rapporto a quello di dieci e cinque anni fa, agli inizi della pandemia, mostra dei valori in positivo rispettivamente del 75 e del 95%; allo stesso modo per l’Alluminio, che presentava quotazioni di meno 50 e meno 70, nelle stesse sequenze temporali. Un elemento da non sottovalutare è anche quello dell’ultimo andamento dell’indice LMEX su base settimanale, cresciuto, ma non in maniera così rilevante e limitando a 1,5 % la variazione e che sicuramente cela una sorta di riserva da parte degli utilizzatori rispetto alle quotazioni attuali del listino londinese dei metalli; nella realtà dei fatti le cose non stanno andando comunque verso delle attese favorevoli per chi le materie prime le impiega, a cominciare dal Rame. L’andamento del “metallo guida” sarà ancora rialzista e questo per via di una persistente quota di denaro posta a supporto di prossime aspettative di rialzi e paradossalmente introdotta proprio da chi si attende una prossima inversione di tendenza, ovvero dagli utilizzatori dello stesso metallo. La corsa dello Zinco verso nuovi livelli di prezzo più elevati non si fermerà prima di un suo ritrovato posizionamento oltre i 3mila Dollari 3mesi, come avvenne a fine dello scorso dicembre. L’attuale equilibrio tra domanda e offerta presente al momento nelle sedute LME, lascia spazio a considerazioni di certo non orientate a vedere lo Zinco in una fase di imminenti ribassi. Le leghe a base di Rame e Zinco potrebbero comunque riservare significative sorprese nei termini delle loro quotazioni di mercato, non tanto in riferimento alla Zama, che come appena accennato avrà degli andamenti direttamente proporzionali rispetto al valore di Borsa del suo metallo preponderante, ma relativamente all’Ottone. La “lega gialla” dovrà trovare un giusto equilibrio tra tre elementi, il Rame e lo Zinco, ovviamente e la collocazione del cambio tra Euro e Dollaro, con quest’ultimo evidenziare un persistente stato di debolezza e che gioverà per rendere fattibile una sorta di neutralizzazione dei valori USD effettivamente quotati al LME e quindi determinare un’area di stabilità riferita ai prezzi domestici dell’Ottone. La deludente collocazione di prezzo dell’Alluminio in rapporto alle evoluzioni rialziste degli altri “industriali”, apre il tema su una presa d’atto da parte degli utilizzatori, che i conti vanno fatti in relazione alla cruda realtà dei consumi effettivi di metalli in campo produttivo. L’appiattimento delle quotazioni poco al di sotto della linea dei 2700 Dollari 3mesi non lascia spazio a puntate rialziste in tempi brevi per l’Alluminio LME. Una pausa di riflessione se la prenderà anche il Nichel, ma dall’alto del suo massimo relativo, la cui quotazione in area 16700 USD 3mesi non si riproponeva in Borsa dalla seconda metà di ottobre. Le criticità dei prezzi di alcuni metalli sul mercato cinese, come la forte crescita del Cobalto, sta trascinando il Piombo in un’inaspettata sequenza di rialzi, che hanno portato il metallo a popolare aree di grafico non più viste da tempo, pur in un clima d’incognita dettata da una componente eccessiva di denaro con connotazione “lunga”. La veemente salita del prezzo 3mesi in Dollari dello Stagno rappresenta nella sua estrema sintesi quanto stia avvenendo al LME, dove l’incertezza quasi totale sul futuro dell’economia globale si alimenta in forme di congetture che portano a gestire delle quotazioni decisamente inadeguate, come il riferimento a quota 36mila USD dello Stagno. |
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Un mondo, quello dei semilavorati di acciaio, che si sta da tempo avvitando su sé stesso, soprattutto per i temi trattati, dove la pochezza degli argomenti, sempre gli stessi, come le preoccupazioni che portano poi alle inevitabili lamentele, cadono ormai nella sterile e frustrante ripetitività. Gli spunti che si possono trarre per rilevare dei temi di cambiamento giungono solo dalle variazioni dei prezzi e dove la visione dei “piani” presenta una maggiore positività rispetto a quella dei “lunghi”. Le quotazioni dei coil sulla piazza continentale collocata nella parte occidentale, Italia compresa, anche nel corso della settimana appena conclusa non hanno avuto degli andamenti omogenei nei loro indirizzi. Il mercato domestico è stato contraddistinto da una nuova conferma di variabilità rialzista dell’1% per il laminato a caldo (benchmark MetalWeek™ HRC 610 Euro/tonnellata), di stabilità per il lavorato a freddo (benchmark MW CRC 655 Euro) e dalla rimodulazione verso il basso di 1 punto percentuale per il “galvanizzato” (benchmark MW HDG 695 Euro), a parziale storno dell’importante aumento registrato due settimane fa. La risposta dei produttori dell’Europa del nord è stata prudenziale, confermando i valori definiti otto giorni prima. L’accenno ai “lunghi”, fatto in precedenza, trova come punti di visione meno negativa l’invariabilità del valore della billetta da ormai una quindicina di giorni e una timida crescita di 5 Euro per tonnellata per il riferimento della vergella, ma solo sul valore minimo della forchetta di prezzo definita per le prossime quattro settimane. Le note non sono positive per il resto dei semilavorati in barre e matasse, con il rebar cedere ulteriori 2 punti percentuali e 1 per gli allestimenti destinati alle lavorazioni di carpenteria. I produttori di tubi saldati e i ritrafilatori guardano ormai con sempre più attenzione, per non dire trepidazione a quello che sta avvenendo in Turchia nel loro comparto, dove si è registrata un’ulteriore revisione al rialzo su base settimanale del 2% e portando a 3 la variazione da inizio marzo. La costante variazione al rialzo dei prezzi dei rottami HMS 1/2, sempre per rimanere in ambito turco, ha portato a far crescere i prezzi FOB del tondino per armature di 5 Euro e 10 per la vergella, in questo caso la variazione settimanale più consistente dalla fine di gennaio. Il buon stato di salute del Nichel al LME, oltre ad una relativa stabilità del cambio tra Euro e Dollaro, sta condizionando i dati delle proiezioni delle variazioni extra degli acciai inossidabili austenitici, orientati in crescita tra i 2 e i 4 centesimi di Euro per chilogrammo. La situazione risulta invece meno definita per ferritici e martensitici, che mutano gli intervalli per il prossimo mese tra dati invariati e una flessione entro i due centesimi di Euro per chilogrammo. L’attenuazione della tendenza della valorizzazione del PUN, avvenuta in prossimità del “giro di boa” del mese di marzo, lascia aperta la possibilità di un cambio d’indirizzo in merito alla quantificazione del contributo energia determinato dalle acciaierie del settore inossidabili e quindi anche la diminuzione di un solo centesimo di Euro per chilogrammo sarebbe un segnale estremamente distensivo e quindi apprezzabile dagli utilizzatori diretti di questi semilavorati. |
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I metalli preziosi non appartengono più all’articolato e complesso mondo delle commodities. Un titolo a tutta pagina che in un futuro anche prossimo potrebbe fare la comparsa su un qualsiasi quotidiano, anche tra quelli del comparto finanziario che seguono le “modaiole” tendenze editoriali degli ultimi tempi. Un fine di verità comunque c’è, adesso che l’Oro ha formalmente varcato i 3mila Dollari per oncia, tetto paventato da tempo, ma mai effettivamente superato. La ridotta quota di sottostante fisico presente sui mercati, una quasi totale assenza di nuove concessioni minerarie autorizzate e men che meno di attività perlustrative nell’individuazione di nuovi siti, lascia intendere che le Banche, dalle Centrali a quelle che da sempre vedono nell’Oro un asset privilegiato e strategico, punteranno per un tempo non precisato ad una costante rivalutazione dei loro forzieri e “nulla più”. Un quadro alquanto inquietante e non per essere tacciati di complottismo, lascia intendere che un disegno molto preciso sia già stato delineato tra i grandi e pochi decisori a livello globale sui destini di tutti noi, comuni abitanti di questo pianeta. Il comparto speculativo, molto ondivago negli ultimi tempi, pare stia facendo del pragmatismo il suo attuale piano operativo e con il fiuto di un cane segugio, dare adito a trasformare le attuali tendenze in una moltiplicazione di prodotti finanziari, come gli ETF, da proporre a investitori bulimici di facili guadagni, il più delle volte solo sulla carta. La pressione imposta dall’Oro sta sovvertendo l’intero comparto dei “preziosi” e in particolare per quanto riguarda l’Argento, dove i suoi utilizzatori diretti e molti di essi appartenenti al settore industriale, risultare delle vere e proprie vittime sacrificali. La propensione alla crescita del prezzo USD per oncia dell’Argento non tenderà ad attenuarsi nel corso della settimana, anche se non è ancora sufficientemente chiaro se il varco posto quota 34 Dollari sarà la sua nuova collocazione in un ambito di stabilità. Il Platino ha seguito il turbine rialzista dell’Oro, posizionando in alcuni frangenti della seduta conclusiva della settimana scorsa il riferimento USD/ozt oltre quota mille a distanza di quattro settimane, ma dando anche l’impressione di un massimo relativo difficilmente superabile nell’immediato, pur riprendendosi il terzo gradino d’importanza come valore, alla stregua del Palladio. L’ormai quarto metallo nella scala dei valori dei metalli preziosi, il Palladio per l’appunto, seguirà un andamento “pacatamente” rialzista, una rarità nel convulso modo di essere del comparto negli ultimi tempi. |
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I riferimenti delle leghe del comparto medicale stanno subendo forti scompensi di valore, oltre che per la situazione valutaria, ancora favorevole all’Euro rispetto al Dollaro, anche per gli andamenti dei prezzi dei principali metalli presenti nelle composizioni. Le direzionalità delle tendenze degli elementi di lega non sono univoche, in fortissimo rialzo il valore del Cobalto USD, nell’ultima settimana è salito del 26%, mentre Molibdeno e Titanio, ambedue nei parametri espressi in Dollari, sono scesi rispettivamente di 1 punto virgola 3 e di 0,8 in frazione di unità. La situazione del Cobalto merita alcune righe di approfondimento; in particolare per l’annullamento in meno di quattro settimane di una lunghissima fase fatta di perdite costanti che lo avevano portato a pareggiare la situazione di minimo rilevata nel gennaio del 2016 e ora a posizionarsi alla quotazione di mercato fatta segnare nel 2023 tra i mesi di luglio e novembre. Le aspettative di rinforzo per il Cobalto sono ancora elevate, pertanto nelle prossime settimane non è da escludere un ulteriore ricollocamento sulla base dei valori registrati nell’annualità 2023. Una fase importante la sta attraversando anche il Nichel, ora posizionato ai massimi da circa cinque mesi, ma in particolare aver lasciato una situazione di minimo relativo a inizio febbraio che aveva portato il metallo ad affacciarsi alla preoccupante linea dei 15mila USD 3mesi, che se fosse stata valicata verso il basso avrebbe portato il metallo a una grave crisi in termini di collocazione del suo prezzo di Borsa. Le prospettive del Nichel in questo particolare momento sono molto positive in termini di tenuta del prezzo LME, soprattutto nell’ambito della quotazione in prossimità dei 16700 Dollari 3mesi. La base Cromo, tra le ferroleghe, continua ad avere un andamento piuttosto lineare nel riferimento USD per libbra, frutto di una domanda di questa materia piuttosto costante da parte di acciaierie e fonderie. Un campanello d’allarme si è acceso invece per il Tungsteno, momentaneamente non in grado di mantenere i progressi evidenziati due settimane fa e mettendo a segno una diminuzione dello 0,8% in riferimento alla quotazione Dollari per chilogrammo. |
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L’evoluzione dei prezzi dei rottami di acciaio sul mercato turco non è una semplice rendicontazione periodica di una serie di andamenti definibili ordinari e circoscritti alla piazza di riferimento e a quelle di prossimità, tra esse l’europea e più nel dettaglio la nostra. La politica “autarchica-daziaria” messa in atto dall’amministrazione Trump, che ha come uno dei capisaldi la difesa delle produzioni siderurgiche a stelle e strisce non tiene conto di innumerevoli fattori, ma su tutti, due in particolare: la catena di approvvigionamento delle materie prime, leggi rottami, e l’arretratezza tecnologica degli impianti produttivi locali, degli autentici ammassi di ruggine, elementi che non potranno sostenere a lungo gli intenti protezionistici della Casa Bianca in tema prodotti ferrosi sottoforma di semilavorati. La quotazione turca dell’HMS 1/2 con resa CFR è cresciuta dell’11%, dal momento di minimo relativo del 2 Dicembre scorso, all’ultima disponibile di venerdì 14 marzo. Un termine di paragone utile per poter verificare quanto nello stesso lasso di tempo i prezzi medi delle classifiche quotate in Italia si siano mosse in crescita. Il dato risulta sorprendente nella contestualizzazione di valore Euro per tonnellata, pari a 3,5 punti percentuali, registrando una crescita di 6 se attualizzata in Dollari e ai dati puntuali del cambio. Un differenziale di 5 punti percentuali calcolato in relazione alla valuta statunitense, ma che acciaierie, fonderie e mandatarie di emanazioni dirette, dovranno dare giuste argomentazioni verso i commercianti, che sia ancora remunerativo vendere in Italia i lotti di rottami e non più limitarsi alle ormai laconiche “messe cantate” su questo tema, non ultima quella tenuta a Bruxelles una decina di giorni fa. I riscontri settimanali riferiti ai rottami non ferrosi non sono andati certo nella direzione di un mercato particolarmente effervescente in ambito italiano, i cui valori in crescita non hanno superato i 5 Euro/tonnellata per le classifiche riferite alle demolizioni, sia la E1 che la E3 e per il lamierino E8. Il rottame frantumato E40 è stato rivisto al rialzo di 10 Euro, ma il “premio mulino” resta sempre ai limiti della remunerabilità e al di sotto dei 40 Euro per tonnellata, stabili invece i prezzi riferiti alle torniture. Nelle risicate variazioni settimanali appena riportate, l’indice di riferimento MetalWeek™ dedicato ai prezzi medi dei rottami ha rilevato una crescita di 1,48 Euro, fissando il riferimento settimanale a 331,90 per tonnellata. I rottami non ferrosi hanno avuto degli adeguamenti rialzisti in termini di prezzi nella diretta commisurazione dei valori dei metalli al LME e conseguentemente rapportati alla situazione del cambio tra Euro e Dollaro. Le principali valorizzazioni in aumento si sono viste tra le “leghe rosse” entro i 50 Euro per tonnellata e i 40 per quelle “gialle” (ottone). Le note negative hanno riguardato le categorie riferite all’Alluminio, i cui valori sono risultati in diminuzione fino a 15 Euro per tonnellata e a quelle correlate agli inossidabili, con variazioni verso il basso comprese tra i 10 Euro per gli austenitici e i 20 per i duplex, dove a pesare continua ad essere la marcata debolezza della quotazione del Molibdeno. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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EU ETS CBAM: EU Emissions Trading System - Indice dedicato al valore medio settimanale (€/tonnellata) ai fini della quantificazione economica della quota CBAM di riferimento |
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