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29/09/2025 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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Nonostante la grave sciagura mineraria in Indonesia, i prezzi degli "industriali" al LME non hanno registrato aumenti significativi. In particolare, il Rame è rimasto stabile |
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Le acciaierie e i rivenditori italiani riescono a mantenere la tendenza al rialzo dei prezzi per i prodotti piani. Al contrario, il mercato dei prodotti lunghi fatica a seguire la stessa dinamica |
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Sebbene la miniera di Grasberg, la più grande produttrice d'oro a livello globale, sia stata colpita da una sciagura, il valore dell'Oro in Borsa è rimasto insolitamente contenuto |
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L'imminente pausa festiva in Cina blocca le quotazioni in Dollari di Molibdeno, Cobalto e Titanio su valori stazionari |
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I prezzi dei ferrosi continuano la discesa in Italia, contrastando la crescita registrata in Turchia, spinta dai nuovi obblighi d'acquisto interno di rottami. Situazione delicata per i non ferrosi, il cui andamento futuro è strettamente legato ai prossimi assetti del listino LME |
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Il Dollaro ha messo sotto pressione l'Euro con un guadagno di circa un punto percentuale negli ultimi otto giorni, ma il "biglietto verde" sembra stia per esaurire la sua spinta |
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Le recenti tensioni sui mercati dei metalli hanno riportato gli indici ai livelli di due settimane fa, senza mostrare al momento prospettive di rapida ripresa. Per la prima volta da inizio agosto, si registra un arretramento del valore medio settimanale in relazione all'EU ETS-CBAM |
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più risparmio e meno preoccupazioni |
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Il lavoro nelle miniere è tra i più rischiosi e uno se ne accorge solo quando avvengono delle sciagure. Nella miniera indonesiana di Grasberg, la seconda più grande nel mondo come volumi estratti di minerale di Rame, oltre a Oro e Molibdeno, dove nel catino del sito, essendo a “cielo aperto”, la scorsa settimana ha avuto luogo una frana di dimensioni rilevanti. Le persone coinvolte sono state sette, due i morti accertati e le altre ancora disperse. La reazione dei mercati e in particolare al LME è stata immediata sul Rame, andando a superare il momento di massimo relativo registrato a metà settembre. Una crescita decisamente scomposta e poi ricondotta in pochissime sedute di Borsa ai livelli attesi di crescita per il “metallo rosso” e che prevedevano un consolidamento in ripresa poco al di sopra dei 10mila USD 3mesi. Gli altri “industriali” si sono mossi di conseguenza e quindi in crescita, seppure presentando delle correzioni al rialzo molto al di sotto del punto di massimo generale che aveva registrato il listino LME a metà di questo mese e come già evidenziato in precedenza. Una visione che va vista nel suo insieme, partendo proprio dall’evoluzione dell’indice LMEX, che a quota 4334 si è posizionato in crescita di soli 4 punti dal precedente massimo di chiusura ottava del 12 settembre. Una serie ripetuta di aumenti dei prezzi dei metalli era comunque nell’aria e ora occorrerà verificare quanti di essi avranno i presupposti, non tanto di crescere ulteriormente, ma di confermare i livelli raggiunti al termine della scorsa “cinquina” di sedute LME. Le aspettative sul Rame rimangono soddisfacenti e un risultato da considerare tale sarebbe quello di vedere il metallo al termine della settimana con la quotazione USD 3mesi ancora a cinque cifre. L’indebolimento della “backwardation” rappresenterà per lo Zinco il fattore di massima incertezza, dove l’eccessiva presenza di denaro su posizioni rialziste potrebbe rappresentare il più importante elemento per collocare il suo prezzo in un avvio di debolezze ripetute. La contingenza dell’aumento “monstre” del prezzo della barra di ottone, che comunque avrebbe avuto luogo anche senza gli avvenimenti della miniera indonesiana, subirà un inevitabile adeguamento verso il basso viste le prospettive di debolezza dei valori di Rame e Zinco al LME. La situazione della quotazione della Zama, strutturata in base ai valori medi settimanali, difficilmente potrà contemplare nei prossimi otto giorni l’attesa variazione verso il basso dello Zinco, pertanto il valore di mercato continuerà ad attestarsi sui massimi relativi raggiunti alla metà di questo mese. L’Alluminio riporrà in buon ordine le aspettative di ulteriori rialzi e quindi un nuovo “affaccio” alla linea dei 2700 USD 3mesi. L’abbondanza di denaro rialzista non rappresenterà certo un elemento a favore del consolidamento in ripresa della quotazione LME del metallo, dove la rapida ricerca di un punto d’incontro tra domanda e offerta, arresterà la lenta e inesorabile discesa della quotazione dell’Alluminio nel breve periodo. La deludente risposta del listino LME alle sollecitazioni esterne di fatti imponderabili, colpirà in maniera importante il Nichel, alle prese con una più che probabile pressione negativa sul suo prezzo, il cui mantenimento di soglia oltre quota 15mila Dollari 3mesi potrebbe essere un elemento di forte criticità al termine di questa settimana. Il fermo produttivo della Cina per festività nei primi sette giorni di ottobre renderà il prezzo del Piombo come un oggetto amorfo e quindi ancorato alla linea dei 2mila USD 3mesi, in attesa di un riallineamento degli ordinativi su questo metallo da parte delle aziende cinesi. Lo Stagno attende le mosse degli utilizzatori, i quali pur risultando guardinghi non stanno disdegnando l’attuale quotazione LME del metallo, consapevoli che un’ulteriore riduzione del suo valore sarà un’ipotesi poco percorribile nel breve periodo. |
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Il mercato italiano dei semilavorati di acciaio può realmente considerarsi un’enclave, dove le dinamiche internazionali che generano i prezzi di “lunghi” e “piani” non sono tenuti in grande considerazione dai produttori e di riflesso da rivenditori e centri servizio. Il tutto a scapito degli utilizzatori e della competitività delle loro offerte, che verranno a breve minate da un’applicabilità del CBAM, che si preannuncerà molto “creativa” in ambito prezzi e a vantaggio di chi vende. Il “fortino” italiano dei prezzi è in particolare dei “piani” è stretto d’assedio da un andamento fortemente negativo dei rottami, che in soli otto giorni hanno registrato una regressione media di valore, prossima al 2% e come rilevato dall’indice MetalWeek™ di settore. Una visione d’insieme di opposta interpretazione che ha riguardato il coil lavorato a caldo (benchmark MetalWeek™ HRC 560 Euro/tonnellata) e quello a freddo (benchmark MW CRC 640 Euro), entrambi in aumento dell’1% settimanale, mentre non ha riportato variazioni il “galvanizzato” (benchmark MW HDG 660 Euro). Un approccio non condiviso dai produttori nordeuropei, che continuano a tenere invariati tutti gli allestimenti e questa linearità della visione complessiva dei prezzi degli allestimenti “piani” è in atto dalla quarta settimana di agosto. Il quadro riepilogativo dei prezzi praticati in Italia e quelli che stanno determinando i listini di vendita nelle aree oltre le Alpi, portano alla determinazione di un vantaggio competitivo a favore dei coil prodotti in Italia in un intervallo compreso tra i 10 e i 20 Euro per tonnellata. I “lunghi”, come sta accadendo da alcune settimane, rendono più veritiero un aspetto di mercato fatto di un reale stato di difficolta sul lato offerta, aprendo a una domanda che stenta a crescere anche di fronte a una più che concreta azione da parte di acciaierie e rivenditori nell’abbassare sensibilmente i prezzi. Una sorta di ultima chiamata che si tradurrà in settimana con una diminuzione del 2% della billetta e in linea con l’arretramento dei valori dei rottami e un qualcosa che va oltre l’ostacolo con 3 punti percentuali di ribasso per il tondino per le armature. La resistenza alle diminuzioni dei “lunghi”, si propone in forma piena solo per i profili impiegati in carpenteria, mentre voci sempre più insistenti di adeguamenti verso il basso di circa 10 Euro/tonnellata e riservati alla clientela primaria, riguardano la vergella. La pubblicazione dei listini riferiti ai tubi saldati, in crescita secondo le previsioni (20 €/ton), trovano ragione sulla base della costante crescita dell’HRC italiano, ma contrastati dall’appiattimento dell’importante riferimento turco, invariato dalla seconda settimana di settembre. La crescita del prezzo del rottame HMS 1/2 in Turchia, ha come causa principale la stretta sulle origini dei rottami, che il Governo di Ankara ha definito al 25% minimo di provenienza interna. La misura ha prodotto una risalita dei prezzi sia sul mercato con resa CFR per l’esportazione che di quello scambiato all’interno, portando a più 1,8% gli incrementi dei due riferimenti. Gli effetti sono stati immediati sui semilavorati di punta destinati ai mercati esteri, come rebar e vergella, in aumento rispettivamente di 5 e 10 Euro per tonnellata nelle modalità d’imbarco FOB. Nel corso della prima settimana di fissazione per gli extra lega degli acciai inossidabili con riferimento novembre, si può affermare che nulla sia avvenuto. Una serie di zeri sta certificando che tutti gli elementi che portano alle variazioni dei valori hanno dato un esito complessivamente nullo. I produttori stanno anche considerando di non imprimere ulteriori tensioni rispetto ai prezzi attuali, neutralizzando così gli aumenti effettivi registrati nelle quattro settimane utili per le definizioni degli extra del mese di imminente avvio. Gli ultimi giorni di settembre saranno quelli determinanti anche per la definizione conclusiva del valore del contributo energia sulla base del PUN rilevato nel corso del mese. I dati non si sono ancora stabilizzati in un contesto pienamente ribassista, ma se risultassero sufficienti i riferimenti in diminuzione del massimo relativo e del dato della media elaborata sui principali gruppi di valori del periodo (MetalWeek™ PUN benchmark), lo spazio per il ribasso di 1 centesimo di Euro per chilogrammo del sovrapprezzo, sarebbe possibile. |
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La miniera Grasberg, colpita da una frana e di cui ne abbiamo parlato in precedenza, tra i suoi primati ha anche quello di essere il più grande sito estrattivo di Oro a livello mondiale. Una particolarità di non poco conto, vista l’attuale quotazione di Borsa del “metallo guida”, ma che porta a fare delle riflessioni importanti su quella che è la reale dimensione del mercato dell’Oro e di quanto viva di elementi propri e totalmente scollati dalla realtà. Il ripristino a pieno regime della miniera indonesiana richiederà parecchi mesi, ma questa notizia non ha arrecato turbative nella determinazione del prezzo dell’Oro, segnale evidente che il metallo si sta muovendo in ambiti di determinazione che esulano dalla naturale definizione del prezzo di Borsa tra le componenti domanda e offerta. I dati ormai iconici che riguardano l’Oro sono rappresentati dalle soglie infrante e da quelle a divenire prossime, prima fra tutte quella dei 3800 Dollari per oncia, ormai a un non nulla nel suo raggiungimento. Il metallo più sorprendente nella sua progressione al rialzo resta comunque l’Argento, dove la sua fase incrementale pare inarrestabile, soprattutto per la velocità di attraversamento dell’area riferita ai 45 Dollari per oncia, avvenuta in meno di una seduta, quella del 26 settembre. Gli eccessi prima o poi si pagano, questo direbbe una logica sapiente e saggia, ma per il comparto speculativo il momento di pensare a un arresto nell’inserimento di denaro su questo metallo è un’ipotesi più che remota e nessuno è in grado di conoscere quando tutto questo si fermerà. Il Platino è ormai votato alla causa rialzista di Oro e Argento, dove il comparto speculativo ha riposto repentinamente le remore di tenere ai margini della “gozzoviglia” questo metallo, che punterà rapidamente a collocarsi oltre i 1600 Dollari per oncia e visti per l’ultima volta a febbraio 2013. Le spie di allarme si sono accese e in maniera ripetuta per il Palladio, segnali di “warning” che riguardano l’eccesso di crescita del suo prezzo di Borsa e che potrebbe mancare il superamento di soglia a quota 1300 USD/ozt, assente in archivio da due anni esatti. |
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Alla vigilia del lungo periodo di vacanza in Cina, i prezzi dei principali metalli utilizzati dal settore che realizza leghe medicali non hanno registrato movimenti nei valori di quotazione in Dollari. La componente valutaria risulterà quindi determinante per le valorizzazioni in Euro di Cobalto, Molibdeno e Titanio, che partiranno con riscontri decisamente penalizzanti rispetto agli otto giorni precedenti, in relazione a un allineamento cambio a favore della moneta statunitense di un punto percentuale. Una situazione che andrà seguita con grande attenzione, anche se la fase di rinforzo del Dollaro rispetto all’Euro pare essere al suo culmine nel caratteristico intercalare di tendenze che sta da lungo tempo caratterizzando i rapporti di cambio tra queste due valute. Il Nichel è ripiombato in una fase di significativa negatività nella determinazione del prezzo USD 3mesi, passato in un ridottissimo numero di sedute LME dal posizionamento di massimo relativo, il terzo nel corso del mese a ridosso dei 15500 Dollari e ora trovarsi in un contesto di valorizzazione opposto. La linea prezzo da salvaguardare i questo frangente di Borsa sarà quella dei 15100 USD 3mesi, dove non saranno da mettere in secondo piano le seppur sparute intromissioni del comparto speculativo che punterà a ottenere una discreta marginalità sul Nichel in ottica ribassista. Un momento di attesa anche per le ferroleghe nelle definizioni in Dollari, le cui variabilità saranno quindi solo parametrabili alle variazioni dettate dalle definizioni in ambito valutario e che dovrebbero essere meno esigenti per le quantificazioni in Euro rispetto alla settimana scorsa. |
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Gli argomenti sono molti e tutti interessanti, ma da qualche parte occorre incominciare. La difficile scelta è caduta sui ferrosi e le loro instabili definizioni dei prezzi, condizionate da varie dinamiche e non sono solo relative ai mercati. La nuova disposizione di legge che impone al comparto siderurgico turco di impiegare almeno un quarto del fabbisogno di rottami di origine interna, ha generato un improvviso innalzamento della quotazione dell’HMS 1/2; il valore medio è passato da 334 a 340 Dollari/tonnellata con resa CFR e da 320 a 326 per quello riferito alla piazza interna. Una situazione diametralmente opposta in ambito italiano, con l’indice MetalWeek™ sceso a quota 299,20 Euro/tonnellata, correggendo al ribasso di ulteriori 5,53 Euro il suo riferimento settimanale. Nella campagna di riduzioni, le classifiche maggiormente coinvolte sono state le demolizioni E1 tra i 5 e i 10 Euro, il frantumato E40 in un intervallo compreso tra i 10 e i 15, così come il lamierino E8 in tutte le sue derivazioni di specifica. La tenuta dei valori precedenti è invece da osservare e con interesse, per la demolizione leggera E3 e per le torniture. Il luccichio dei prezzi delle quotazioni dei metalli sottoforma di rottami potrebbe avere solo il Rame e le sue leghe come beneficiari. La pressione sarà forte in termini di blocco dei rialzi del listino degli “industriali”, ma senza eccessi significativi di ribassi. I “rottami rossi”, cresciuti in media di circa 200 Euro/tonnellata negli ultimi otto giorni, si possono considerare ai massimi dei valori di mercato, così come le leghe, in particolare l’Ottone, che con più 150 Euro, spingerà le trafilerie a agire rapidamente nella riduzione di questo incremento. L’Alluminio è atteso a riconfermare i valori di tutti i suoi rottami, in un quadro piuttosto deludente della sua quotazione LME, mentre il Nichel, nuovamente interessato a una flessione del riferimento di Borsa, tenderà a orientare verso il basso di 10 Euro i valori dei rottami austenitici e duplex. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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EU ETS CBAM: EU Emissions Trading System - Indice dedicato al valore medio settimanale (€/tonnellata) ai fini della quantificazione economica della quota CBAM di riferimento |
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