Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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20/12/2021 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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- LA PORTA DEL NUOVO ANNO - |
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Nelle prossime due ottave non si respirerà un clima vacanziero alla Borsa LME |
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La forte contrazione delle immatricolazioni di auto nel mese di novembre preoccupa le acciaierie. La consapevolezza che il 2021 sarà irripetibile, prende sempre più consistenza |
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Nei tentativi di crescita dei prezzi dei preziosi, si intravvede un barlume di ottimismo per il 2022 |
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L’anno si chiude con il Cobalto ancora in crescita ed il Molibdeno che sta provando a mettersi alle spalle un secondo semestre 2021 molto deludente |
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Le acciaierie italiane lasciano intendere che gennaio sarà il mese dell’inversione di tendenza per i prezzi dei rottami. Il mercato dei metalli proverà a vivacizzarsi dopo le feste |
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La Federal Reserve agirà con una politica restrittiva sui tassi a partire dal prossimo marzo. L’attendismo della BCE lascia l’Euro in balia del Dollaro USD |
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L’indice Baltic Dry Index perde il 25% in soli otto giorni e ritorna ai livelli di metà aprile. L’incremento su base 12 mesi è comunque del 75% |
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Le porte sono fatte per essere aperte o chiuse e per seguire un ordine cronologico degli eventi, meglio dire chiuse e aperte. Il 2021 è in via di conclusione, fra dieci giorni tutto si identificherà nel 2022, è l’anno che ci stiamo mettendo alle spalle si tramuterà in uno dei tanti termini di confronto ai fini statistici, ma non sarà così ovvio. Negli ultimi dodici mesi, è innegabile, molte cose sono cambiate e alcune di queste lo saranno anche in modo irreversibile. L’anno che sta per terminare ha messo in forte discussione metodologie di lavoro, assodate da tempo, soprattutto nell’ambito del “market intelligence”. Il vero cambiamento epocale è stato il dover mettere in campo una serie di azioni che mai prima d’ora avevano avuto la necessità di essere applicate, come il prendere decisioni, vere, su come dover predisporre dei “piani strategici di approvvigionamento” tali da garantire degli adeguati flussi di forniture ai reparti produttivi, curando più gli aspetti quantitativi, in termini di tonnellaggi, che quelli prettamente economici, fatti di soli prezzi. Il voltarsi indietro non serve a nulla, così come rimuginare sulle opportunità non colte, ma ad oggi, a fronte di quello che si è vissuto in questi ultimi dodici mesi, da un punto di vista prettamente lavorativo, la sola esperienza data da anni di lavoro e di rapporti consolidati con i propri fornitori, non saranno più sufficienti. Il 2022 rappresenterà l’ultima e irreversibile occasione per adottare, in pianta stabile, il “market intelligence”, quello vero, fatto di azioni semplici e immediate, rispetto alle dinamiche imposte dai mercati e dalle Borse di riferimento, LME in primo luogo. La settimana scorsa le quotazioni degli “industriali” hanno avuto uno dei consueti allineamenti generalizzati del listino, avvenuto durante la seduta di Mercoledì 15. Il metallo che ha subito il maggior impatto negativo è stato il Rame, con una perdita, in rapporto al prezzo USD 3mesi, del 2.6% in un solo giorno. La situazione per il “metallo rosso” si è ora stabilizzata sui valori medi degli ultimi 10 giorni, ma è stata una bella occasione per chi l’ha potuta cogliere, utilizzando proprio gli strumenti di cui si è parlato in precedenza. Il Rame avrà una chiusura d’anno molto interessante, con quotazioni in costante rialzo. Le prossime due ottave vedranno l’Alluminio recuperare in modo significativo quello che nel corso dell’ultimo mese ha formato una stringa di quotazioni estremamente deboli. La crescita del prezzo USD 3mesi non deve essere vista come l’inizio di un trend rialzista, che già ad inizio gennaio potrebbe generare un indirizzo di segno opposto. Lo Zinco proseguirà nel suo rafforzamento, anche alla luce di una consapevolezza da parte degli utilizzatori, che l’attuale prezzo del metallo è frutto di un efficace bilanciamento tra domanda e offerta negli scambi di Borsa. Il Nichel si trova in prossimità di un’ennesima soglia di criticità, che vede la quotazione USD 3mesi vicina al massimo della crescita del periodo. Il Nichel può essere definito la promessa mancata di questo 2021. La fase di rinforzo del Piombo subirà una nuova spinta nei prossimi giorni, anche supportata dal clima generale che si sta respirando al LME. Lo Stagno chiuderà l’anno ancora in crescita dopo una fase di regressione del prezzo, avvenuta la scorsa ottava. |
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Il dato sulle immatricolazioni di auto, anno su anno e riferito al mese di novembre nell’Unione Europea, UK e paesi EFTA, attestato a meno 17.5% come dato medio, peserà e non poco, sul futuro del mercato dei semilavorati di acciaio. Le cose non vanno sicuramente meglio in Italia, dove il trend negativo si è spinto al 24.6%. La crisi dei microchips, più dovuta a disfunzioni di carattere logistico/doganale che di reale carenza produttiva, come era evidente già da parecchio tempo, ha rappresentato solamente un pretesto per celare una preoccupante contrazione della capacità di spesa per l’acquisto di autoveicoli nuovi nel “vecchio continente”, contrariamente a quello che sta facendo registrare il mercato dell’usato, con un picco del 150% in rapporto al volume di affari rispetto a dodici mesi fa. Le acciaierie ricorderanno il 2021 come uno degli anni più “ricchi” per i risultati economici, dal secondo dopoguerra ad oggi. La sensazione è comunque quella di un atleta che vince una competizione sportiva, sapendo di potersi affermare facilmente, perché “ultra dopato”, pensando di poter eludere i controlli del dopo gara. Il doping in questo caso non sono gli anabolizzanti, ma i prezzi dei semilavorati definiti senza precise logiche di mercato da parte delle acciaierie e determinati soprattutto da azioni, anche vessatorie, nei confronti di una clientela messa nelle condizioni di operare in uno stato di immeritata profonda frustrazione. La ricerca del “doping finanziario” da parte delle acciaierie sta comunque avendo un seguito, per il 2022 si chiamerà “contributo energetico”, ma questo potrà essere annullato efficacemente con opportune azioni di “market intelligence” da parte di clienti e utilizzatori. Nelle ultime battute dell’anno emergono ancora numerose isterie sui prezzi, dovuti essenzialmente alle situazioni contingenti della domanda di ciascun allestimento. Le quotazioni dei “piani” risentono di diverse particolari criticità, dove ad una carenza di disponibilità non ancora totalmente risolta, come nei laminati a freddo o di forte rincaro dello Zinco per i galvanizzati, non si percepiscono prezzi in diminuzione, anzi l’HDG risulta in aumento tra l’uno ed il 3% su base settimanale. Una situazione diametralmente opposta per il laminato a caldo, dove l’eccedenza di offerta ha permesso alle acciaierie italiane di operare una ennesima riduzione del 2% con cadenza settimanale, tanto che il calo dell’HRC riferito a dicembre, si è collocato in una forchetta tra i 40 e gli 80 Euro/tonnellata. Il calo del prezzo della billetta in Italia del 2% negli ultimi otto giorni, ha sortito degli effetti immediati su tutti i “lunghi”, con la barra per la carpenteria ed il rebar in diminuzione di un punto percentuale nello stesso periodo. L’imminenza delle festività natalizie e la rinuncia a “mettere giù ordini” da parte degli utilizzatori di vergella ha sostanzialmente bloccato il mercato di questo semilavorato, con richieste di ordinativi sporadici alle acciaierie del nord-Europa e della Turchia, con l’effetto di una totale stabilità dei prezzi Euro/tonnellata. |
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Le fissazioni dei metalli preziosi non seguono le stagionalità e quindi, anche in questo periodo, non occorre abbassare la guardia su dinamiche di Borsa e tendenze. La Federal Reserve, fino all’atteso annuncio di Mercoledì 15 Dicembre, ha come cristallizzato gli scambi, tanto che, Argento, Platino e Palladio, con i prezzi in ulteriore calo, hanno dato molti grattacapi al comparto speculativo-finanziario. L’Oro, non incluso nell’elenco, non è stato risparmiato da questa ulteriore ondata di ribassi, ma come detto in altre circostanze, il metallo seppure in una fase di costante “basso profilo” sta reggendo egregiamente all’urto diffuso, nel quale si è imbattuto l’intero comparto. Il momento non è certo negativo per l’Oro, anche se è opportuno avere delle aspettative, al momento, non troppo alte. La situazione dell’Argento è in via di miglioramento, sebbene il percorso di crescita del prezzo richiederà dei tempi piuttosto lunghi, anche a causa di un popolamento di soglia del prezzo USD/ozt che sta incontrando un discreto gradimento tra gli operatori del comparto industriale e buona parte di quello speculativo. Il Platino sta riflettendo quella che è la situazione generale della Borsa, abbastanza bene per quello che si è visto negli ultimi dieci giorni, ma il quadro generale è a dir poco deludente per il metallo, se si considera che solo ad inizio novembre il Platino aveva una collocazione stabile oltre i mille Dollari per oncia. Il contesto generale orientato verso una maggiore propensione all’iniezione di liquidità sul comparto dei preziosi, avrà un riflesso positivo anche per le sorti del Platino nelle prossime settimane. Un finale d’anno letteralmente “da brividi” per il Palladio che, dopo aver toccato il suo massimo relativo su base trimestrale nella terza settimana di novembre ha poi solo conosciuto ribassi, accumulando una performance negativa del 27% nelle ultime quattro settimane, rapportato al prezzo in Dollari per oncia. Nel corso delle ultime due sedute della scorsa ottava, sono comunque emersi riscontri più confortanti in termini di tendenza, anche se è ancora prematuro giudicare questi riposizionamenti di natura positiva del prezzo USD del Palladio come un sostanziale e duraturo cambio di indirizzo. |
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Il momento del Cobalto verso la diminuzione non è ancora stato individuato e non sarà di certo a breve. Il metallo non potrà crescere con questi ritmi ancora a lungo, ma neanche invertire il segno della variazione, questo anche per il fatto che sul mercato cinese i prezzi settimanali dei semilavorati di Cobalto sono stati ancora in aumento, con il raffinato a più 3.3%, la polvere a più 4.7% e il solfato a più 5%. Nel corso dell’ultima ottava la quotazione ufficiale di mercato del Cobalto, espressa in Dollari, è cresciuta del 2.6%. Il dato su tutto il 2021 è invece del più 115% nel riferimento Dollari/chilogrammo e del più 128% per il valore espresso in Euro; un riscontro estremamente penalizzante per via dei mutati equilibri tra le due monete. Il Molibdeno ha posto fine alla sua fase di decrescita del prezzo, sebbene su base annua i dati mostrino un quadro decisamente positivo, per non dire, anche in questo caso, fuori da un logico controllo del prezzo, con il metallo salito dell’87.5% nel riferimento in Dollari, riferimento che ha avuto la sua massima espansione nel corso della terza settimana di giugno, con una crescita che toccò il 113%, rispetto al valore di inizio gennaio. L’escursione annuale del Titanio ha avuto numeri estremamente classificabili nella normalità, con un valore di crescita che si è aggirato intorno all’8% nella quotazione in Dollari per tonnellata. La stessa cosa vale per la quotazione del Nichel LME USD 3mesi, variato del 17% tra gennaio e dicembre. Nel completare il quadro sulle variazioni annuali, mancano soltanto le ferro-leghe, con la base Cromo cresciuta dell’87% nel riferimento Dollari per libbra e quella Tungsteno, del 12% per la quotazione USD/tonnellata. |
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La parabola ascendente dei prezzi dei rottami di acciaio, iniziata verso metà ottobre, potrebbe avere termine proprio a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno. I segnali non mancano, sebbene l’indice MetalWeek abbia rilevato un nuovo incremento settimanale, anche se di scarsa entità, da 453.89 a 455.58 Euro/tonnellata. La crescita si è avuta sostanzialmente per l’incremento, su base ottava, delle demolizioni E1 ed E3, che nel corso degli ultimi otto giorni hanno avuto un apprezzamento medio di 10 Euro/tonnellata, per ogni classifica. Le note dolenti giungono dai rottami di derivazione industriale, come il lamierino E8, in sensibile calo rispetto alla settimana precedente, fino a sfiorare i 20 Euro/tonnellata. L’incertezza del momento e le prospettive non più rosee sui consumi di semilavorati, soprattutto per quelli “piani”, richiederanno una certa prudenza nelle definizioni future dei prezzi dei rottami, già a partire dal mese di gennaio. La vivacità degli scambi riscontrata nelle ultime due sedute settimanali alla Borsa LME, dopo lo scivolone generalizzato in quella di Mercoledì 15 Dicembre, lascia ben sperare i commercianti di rottami di metalli e leghe, almeno in ottica rivalutazioni delle giacenze “a terra” e soprattutto per tutto quello che riguarderà gli ambiti di Rame e Alluminio. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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MetalWeek™ vi da appuntamento a lunedì 03 gennaio 2022 |
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