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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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09/05/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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Il forte riposizionamento ribassista del listino LME determina dei nuovi equilibri di tendenza nel breve termine |
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Le acciaierie sono preoccupate sulla tenuta dei volumi di vendita, molto positive le stime sui ricavi |
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L’innalzamento dei tassi da parte della FED potrebbe portare ulteriori turbative nella definizione dei prezzi dei metalli preziosi |
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Il comparto dei medicali non risente della diffusa ondata di riduzioni dei prezzi di metalli e acciai |
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La caduta libera dei prezzi di tutti i rottami non sta determinando momenti di eccessiva tensione tra chi vende e chi compra |
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La Federal Reserve ha scelto la linea dura sui tassi di interesse, una decisione che comunque era attesa da tempo |
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I metalli annullano in due ottave i progressi fatti registrare nei primi quattro mesi dell’anno |
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Crisi della materia primaeriorganizzazione della produzione |
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Martedì 10 maggio, alle ore 17 |
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Compagnia delle Opere Meccanica propone un webinar dedicato alle possibili azioni concrete per arginare, dal lato delle imprese, la crisi della materia prima e la riorganizzazione della produzione. |
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Partecipano: • | Giovanni Gemmani | President e Co Owner @ SCM Group | • | Matteo Bombardi | Commercial Director Rodacciai | • | Marco Barbero | Analista commodity Metalweek | Modera: Mauro Frassinelli | Torni e Dintorni |
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La fase di arretramento del listino è ancora in piena evoluzione. Il mese di maggio sta rappresentando per la Borsa LME il riposizionamento generale dei prezzi USD degli “industriali” ai livelli di inizio anno. Un gap che resta positivo rispetto all’indice LMEX di circa due punti percentuali sul periodo 2022, ma che evidenzia un’incisiva azione di arretramento di tutte le quotazioni dei metalli del 16% rispetto al picco massimo di evoluzione dei prezzi del listino registrato nella seconda settimana di marzo. Le ragioni di questi ribassi sono principalmente due, una di carattere macroeconomico, riguardante la contrazione globale della domanda di metalli, l’altra di natura finanziaria, all’indomani dell’intervento della Federal Reserve sui tassi di interesse, che renderà più oneroso prendere in prestito denaro per dar vita ad azioni di carattere speculativo in ambito LME. Il Rame, essendo il metallo di riferimento dell’intero listino, sta guidando questa fase di arretramento generale, con il prezzo USD 3mesi ricollocato al livello della prima decade dello scorso ottobre, prima delle vicende del “LME week”. Il denaro che sta ruotando intorno al “metallo rosso” si riduce ottava dopo ottava e questo non sta giocando a favore in termini di un imminente riposizionamento rialzista del Rame. Una situazione che potrebbe essere diversa per l’Alluminio, in quanto la flessione che ha avuto il metallo in questi giorni, molto decisa, ha portato il valore di riferimento USD 3mesi ad un punto di svolta e quindi prossimo all’avvio di un momento rialzista. La struttura attuale del prezzo dello Zinco non lascerebbe dubbi su una veloce ripresa del prezzo, ma il condizionale resta d’obbligo in funzione del clima generale delle prossime sedute LME. Il Nichel rappresenterà, in positivo, la sorpresa del listino, in ragione del sussulto rialzista che il metallo ha avuto sul finale di seduta di venerdì, apprezzandosi di quasi il 2% rispetto alla chiusura “official” dello stesso giorno. Un dato molto significativo per il Nichel, anche se parlare di trend rialzista risulta prematuro. La flessione del Piombo non è ancora giunta a termine e nelle prossime sedute l’indirizzo ribassista si manifesterà sicuramente più marcato. Un percorso che ha già conosciuto lo Stagno la settimana scorsa, con il riposizionamento del prezzo USD 3mesi nuovamente sotto soglia 40mila, valore mai più riproposto da inizio gennaio e fascia di prezzo che rappresenterà la costante di breve periodo. |
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Per il settore siderurgico il mese di maggio rappresenta già tempo di bilanci e questo non è certamente un bel segnale. I numeri, in termini di tonnellaggi di acciaio venduti, non stanno andando bene e le maggiori defezioni si stanno avendo nei settori che solo dodici mesi fa rappresentavano il vero motore della crescita, come elettrodomestici e automotive. Le quantità di semilavorati utilizzati dal “bianco” sono in contrazione di oltre il 3%, mentre la stima, ma è un dato di proiezione ancora da verificare rispetto ai consumi reali, riferita al settore dell’auto si mantiene in crescita su base annua vicino al 5%. I piani di aiuto e sostegno all’economia, il cosiddetto Next generation EU e in Italia il PNRR, contribuiranno alla crescita annua dei consumi di “lunghi” in una misura stimabile tra il 2 ed il 2.5%, che andrebbe ad incrementare il riscontro comparativo 2021 su 2020, fissato al 6%. Un dato in forte aumento sarà invece quello dei ricavi riferiti all’esercizio 2022, le previsioni parlano di una crescita del valore aggregato per l’intero comparto siderurgico europeo del 30% rispetto al fatturato 2021. Il timore di gestire un’importante frenata dei consumi di acciaio, presumibilmente a partire dal mese di settembre, sta mettendo in agitazione le principali acciaierie europee e che, soprattutto sui “piani”, stanno agendo preventivamente su riduzioni mirate per i prezzi dei principali allestimenti. L’Italia sta agendo in modo mirato sulla base dei consumi e più specificatamente sulle disponibilità di materiale presente sul mercato, tanto che lo zincato a caldo, scarsamente reperibile sul mercato, ha confermato la quotazione della settimana precedente. In calo ulteriore sono risultati invece i laminati a freddo e a caldo, rispettivamente del 4 e del 2%. Più lineare la scelta dei produttori nordeuropei che hanno optato, per ciascuna tipologia di “piano”, una correzione al ribasso del 3%. Il segno meno sta caratterizzando anche le variazioni dei “lunghi” con profili per carpenteria e rebar, copiare la diminuzione settimanale della billetta, scesa del 2%. Il prezzo della vergella sul mercato europeo risulta ancora fermo ai valori delle settimane precedenti, segno che il mercato continua ad essere sufficientemente vivace per non dover motivare un adeguamento al ribasso del prezzo base di riferimento. La “svalutazione competitiva” della Lira turca sta producendo i suoi effetti sui prezzi FOB dei “lunghi”, rebar e vergella risultano entrambi in calo di 20 Euro/tonnellata, ovviamente dazi esclusi. |
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La Federal Reserve ha messo in chiaro che la politica “accomodante” sul credito è ormai un evento da consegnare agli annali della storia. L’adeguamento al rialzo dello 0.5% dei tassi, una misura così decisa non si vedeva dal 2000, porterà ulteriore incertezza nella determinazione e quindi di indirizzo, nella formazione dei prezzi di tutti i metalli preziosi, a cominciare dall’Oro. L’accesso al credito più oneroso, renderà il prezzo dell’Oro maggiormente instabile, principalmente per una ragione: la natura di asset finanziario che sta via via assumendo il metallo. La spiegazione di questo fenomeno è riconducibile essenzialmente nell’analisi dell’evoluzione della quotazione che l’Oro ha avuto negli ultimi tempi in rapporto al “fisico” e dal punto di vista finanziario in termini di “future”. I detentori di lingotti d’Oro non hanno sicuramente avuto grandi guadagni nella prima parte del 2022, fermandosi ad un risicato 3%, sebbene le aspettative di margine fossero decisamente più ampie, dopo lo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina. I guadagni importanti li hanno portati “a casa” coloro che hanno operato sull’Oro seguendo un approccio di tipo finanziario, in questo caso, nei primi quattro mesi dell’anno 100 Dollari investiti il primo Gennaio, sono diventati 118 alla fine di aprile. La “carta” sta pagando più del metallo, almeno in questo momento, ma nel breve non si intravvedono cambi di “sentiment”. Il prezzo dell’Oro sta beneficiando di un momento di equilibrio quasi perfetto tra le componenti domanda e offerta, con il conseguente prolungamento dell’attuale fase di stabilità della quotazione in Dollari per oncia. La situazione riferita all’Argento risulta estremamente delicata, con il prezzo USD/ozt ancora fortemente condizionato da un eccesso di concentrazione di denaro “corto”, che condannerà il metallo ad un’ulteriore contrazione del suo valore, ben al di sotto del minimo relativo attuale. Il comparto speculativo spingerà con forza il prezzo del Platino verso un nuovo momento di minimo, con importanti marginalità in ottica ribassista. Un quadro d’insieme più stabilizzato lo dovrebbe mettere in evidenza il Palladio, non per una crescita del prezzo USD/ozt a breve, ma per aver già subito l’azione di ridimensionamento del prezzo durante la settimana appena chiusa, facendo registrare una contrazione del valore espresso in Dollari di oltre dieci punti in termini percentuali. |
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Un settore, quello delle leghe per usi medicali, che risulta essere in controtendenza rispetto all’attuale indirizzo ribassista generalizzato di metalli e acciai. In una combinazione di eventi, del tutto casuali, i soli segni “più” che stanno accompagnando le evoluzioni dei prezzi di riferimento, riguardano da vicino questo comparto, come Cobalto, Molibdeno, Nichel e Ferro Cromo. Il Cobalto sta continuando a crescere per frazioni di punto percentuale, la scorsa settimana ha aggiunto lo 0.5 alla serie positiva di riferimenti settimanali, ma è pur sempre da rilevare la costante discesa delle quotazioni dei semilavorati sul mercato cinese, fortemente condizionato dalle restrizioni per i lockdown in aree sempre più vaste del Paese. La maggior diminuzione è stata riscontrata sul prezzo del solfato di Cobalto, meno 3.7%, più contenute le riduzioni del raffinato e della polvere, rispettivamente dello 0.5 e dello 0.3%. Il Molibdeno sta proseguendo a fasi alterne e negli ultimi otto giorni ha recuperato, seppur parzialmente, il calo fatto registrare nel periodo di riferimento precedente con una crescita dello 0.2%, nulla di significativo, questo è vero, ma denota che il metallo è sempre al centro degli interessi del settore siderurgico, suo maggiore utilizzatore. Uno scarso interesse viene rilevato invece per il Titanio, ancora ancorato ad un livello di prezzo decisamente insostenibile. Il Nichel sarà da seguire con molta attenzione, soprattutto alla luce di alcuni movimenti rialzisti evidenziati sul finire della scorsa ottava. Le ferroleghe continuano a fornire al mercato le consuete indicazioni, ovvero prezzo in crescita per la base Cromo, ancora salito dell’1.5% nel riferimento Dollari per libbra e altalenante per il Tungsteno, ritornato in fase decrescente, facendo segnare un punto percentuale in meno nel valore USD per chilogrammo rispetto ad otto giorni fa. |
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Le variazioni al ribasso dei prezzi di tutti i rottami, ferrosi e non, stanno assumendo delle dimensioni importanti. Non sarebbe corretto parlare di tracollo delle quotazioni, soprattutto per metalli e leghe, ma di riposizionamento su valori di riferimento, quelli della Borsa LME, più consoni alle condizioni reali dei mercati. Continuando l’analisi sui “non ferrosi” non bisogna dimenticare che gli scambi di rottami sono destinati a contrarsi ulteriormente, dove la parabola discendente dei prezzi dei metalli sta portando compratori e venditori verso una complicità d’intenti, seppure dalle motivazioni contrapposte, a non dare vita a delle attività di business significative. Nella quasi totale mancanza di domanda e offerta, la determinazione dei prezzi risulta un’impresa ardua, potendo solo procedere con degli algoritmi convenzionali per ricavare il valore di ciascun rottame, che piuttosto parlare di quotazioni reali. Le ultime tre settimane sono state terribili per i metalli LME, la quotazione USD 3mesi del Rame ha ceduto il 9% e quella dell’Alluminio il 14%, questo per limitare la visione ai due “driver” principali di mercato e a significare la fase particolare del momento. La situazione risulta più tesa e ingarbugliata per quanto riguarda il comparto dei “ferrosi”, con i prezzi in autentica caduta libera. L’indice MetalWeek sui rottami sicuramente è in grado di fare maggiore chiarezza su quello che sta avvenendo. L’attuale riferimento di indice è a 433.97 Euro/tonnellata, con un arretramento su base settimanale di 100.20 Euro, che riporta l’indice MetalWeek al livello dello scorso 28 Febbraio, azzerando così la parabola rialzista che a partire da quella data aveva contraddistinto le quotazioni nei mesi di marzo e aprile. Le classifiche maggiormente penalizzate da questa pesante ricollocazione ribassista dei prezzi sono state le demolizioni, in particolare la E3, con un ribasso settimanale medio di oltre 110 Euro/tonnellata ed il lamierino E8 riportare un ribasso di circa 50 Euro negli ultimi otto giorni. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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I prezzi del gas e dell'energia elettrica sono alle stelle, il conseguente rincaro esponenziale delle bollette incide sempre più sulla gestione ordinaria delle imprese |
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