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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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11/07/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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La fase delle forti oscillazioni dei prezzi sta volgendo al termine. La parità tra Euro e Dollaro rappresenta un elemento di non facile interpretazione in ottica LME |
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Una situazione fatta di molte incertezze, la prima è legata alla durata della fase di riduzione dei prezzi di molti semilavorati |
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La ricerca da parte degli investitori di “asset” dal rapido smobilizzo, sta penalizzando tutti i metalli preziosi. I dati positivi provengono dal solo Palladio |
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I prezzi di Cobalto e Molibdeno continuano a scendere, annullando i progressi del primo trimestre 2022, incertezza per il futuro del Nichel |
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L’imminenza delle vacanze non produce spunti di interesse per metalli e leghe. I prezzi dei rottami di acciaio sono sempre più bassi |
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La parità tra Euro e Dollaro è ormai un dato di fatto, la BCE dovrà mettere in atto azioni efficaci per contenere la crescita dell’inflazione |
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Il solo dato positivo è quello riferito alla crescita del valore delle azioni del comparto minerario |
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Oggi come non mai, poter disporre di una serie di informazioni sugli andamenti previsionali dei metalli, risulta fondamentale, visto l’elevato livello di instabilità dei mercati. |
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Il listino LME della scorsa settimana ha messo ancora in evidenza un limitato livello di stabilità, con i prezzi dei metalli soggetti a forti condizionamenti di provenienza esterna rispetto alla Borsa londinese. Al quadro macro-economico mondiale, tendente verso una congiuntura dal marcato stampo recessivo, si è aggiunta, per chi utilizza metalli nell’area dell’Eurozona, la questione valutaria, ora che il Dollaro si trova a pochi centesimi dalla parità assoluta con l’Euro. In dodici mesi la nostra Divisa ha perso circa il 15% del suo valore rispetto alla statunitense e per vedere le due monete in area di parità occorre ritornare al mese di Dicembre del 2002. Una situazione questa, di pesante penalizzazione per l’acquisto dei metalli e in maniera più allargata, per tutte quelle materie prime che hanno come base di riferimento il Dollaro USD. L’ultima ottava LME, come detto, ha messo ancora in evidenza un’elevata oscillazione delle quotazioni di tutti gli elementi del listino, dove Rame e Nichel hanno prodotto le escursioni più pronunciate. Il “metallo rosso” sembrerebbe essere giunto al termine della sua lunga parabola ribassista, andando a pareggiare il dato USD 3mesi del Novembre 2020. Le ultime sedute di Borsa sono state significative per il Rame e per il suo indirizzo futuro, il cui obiettivo è quello di recuperare in tempi brevi la linea degli 8mila Dollari nel riferimento 3mesi. L’Alluminio continuerà a “galleggiare” sui valori registrati nelle ultime due settimane, senza che nell’immediato si potranno manifestare per il metallo episodi di significativa rilevanza finalizzati ad un cambio di passo diverso dall’attuale. L’escursione sotto il livello dei 3mila Dollari 3mesi ha sortito un effetto benefico per lo Zinco, prontamente ritornato sopra tale soglia. L’episodio ha rappresentando una valida “finestra” di opportunità per gli utilizzatori più veloci ed attenti e in grado di interpretare a loro favore le specifiche dinamiche del mercato. La via del rialzo della quotazione dello Zinco sarà comunque legata a fattori esterni, come il clima che si respirerà al LME in questa settimana e a quello che avverrà intorno al Rame. L’accenno al Nichel, fatto in precedenza, si riferiva al momento di difficoltà che sta vivendo il metallo in relazione alla sua quotazione LME. L’analisi sul cambio di indirizzo del prezzo del Nichel deve necessariamente essere condotta suddividendola per ottave. La rappresentazione grafica è quella definita a “gradini” discendenti, con le fasi di regressione del prezzo variabili tra le cinque e le otto sedute. Un percorso di ridimensionamento del prezzo USD del Nichel che da inizio giugno alla seduta LME di venerdì scorso, ha totalizzato una perdita di valore di oltre il 25%. Una fase di compressione del prezzo USD 3mesi del metallo, che necessariamente continuerà fino a quando il Nichel non avrà nuovamente la sua ordinaria collocazione operativa all’interno della Borsa LME. Il Piombo si è messo in luce la scorsa settimana come unico metallo in grado di produrre, per alcune sedute, convincenti riscontri rialzisti. La situazione generale di Borsa ha comunque reso difficile il mantenimento del momento di crescita del Piombo, determinando in questo modo un accumulo di posizioni “short” che hanno dato il via ad un fenomeno di volatilità di natura ribassista che ha annullato rapidamente il momento precedente di crescita, contesto questo che proseguirà anche nei prossimi giorni. La discesa dello Stagno è prossima alla conclusione, i riferimenti fatti segnare dal metallo sul finire della scorsa ottava non possono sicuramente fornire dei riferimenti attendibili sulla sua reale collocazione di valore, rappresentando quindi delle interessanti opportunità di acquisto per gli utilizzatori. |
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Una sensazione diffusa tra gli utilizzatori è che la fase in corso da un paio di mesi, che vede i prezzi dei semilavorati di acciaio in costante diminuzione, a breve possa interrompersi nell’imminenza delle ferie. La costante azione di riduzione dei prezzi dei rottami non potrà durare all’infinito ed un loro conseguente momento di adeguamento al rialzo, soprattutto per una più che probabile pressante richiesta da parte dei commercianti verso mandatarie e acciaierie, potrebbe, in prima battuta, arrestare la curva al ribasso dei prezzi dei semilavorati, per poi far seguire una stagione di rialzi degli stessi alla ripresa delle attività lavorative di inizio settembre. Nella dinamica del resoconto settimanale delle quotazioni, qualcosa al riguardo si è già visto sul galvanizzato a caldo e proprio sulla piazza italiana. Il prezzo dell’HDG è cresciuto di 10 Euro per tonnellata sulla gamma relativa ai tonnellaggi di media e bassa richiesta, mentre per la clientela primaria, il riferimento è risultato in ulteriore calo di 20 Euro rispetto a quello definito otto giorni fa. Una decisione dal chiaro intento difensivo per i produttori italiani, visto che oltralpe lo zincato a caldo ha visto una contrazione generalizzata che non ha superato il punto percentuale. La riduzione del 7% del prezzo del laminato a freddo Italia potrebbe invece inquadrarsi nell’ottica di una variazione cumulativa da qui fino alla fine di questo mese, con l’intento di smuovere una domanda decisamente stanca, soprattutto sulla piazza nazionale. Un atteggiamento di relativa apertura se si considera che il CRC nel nord-Europa replica il prezzo di otto giorni fa. Le acciaierie di due tra le principali zone europee di produzione di “piani”, poste da una parte all’altra delle Alpi, hanno visto adottare il medesimo approccio di rettifica del prezzo dell’HRC con dei ribassi del 3% sui rispettivi specifici allestimenti. La forte riduzione del prezzo settimanale della billetta prodotta in Italia, con un calo dell’8%, ha sparigliato le carte nel settore dei “lunghi”. Gli effetti non si sono fatti attendere, soprattutto sui prodotti dove la committenza di casa nostra risulta molto attenta a possibili variazioni di prezzo, come la barra per carpenteria ed il rebar. La barra ha subito una riduzione nell’ordine di 50 Euro per tonnellata, mentre il tondino per le armature è sceso di 40. Un dato che deve fare riflettere su un’eventuale “ultima chiamata” dedicata al ribasso dei prezzi semilavorati prima delle ferie. L’assenza di variazione della quotazione europea della vergella nel corso dell’ultima settimana e la crescita, sempre negli ultimi otto giorni, del prezzo FOB del pari prodotto turco di 50 Euro/tonnellata, al quale si affianca un adeguamento al rialzo di 40 Euro circa per quanto riguarda il tondo per cemento armato, per pari provenienza e resa, sono elementi da non sottovalutare. |
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L’approfondimento di settore merita prima una digressione su un tema già affrontato più volte, vale a dire il rendimento dei Treasury Bond decennali USA. Il recente picco dei saggi di interesse sul titolo più rappresentativo del debito pubblico USA, oltre il 3%, ha come precedente due soli episodi negli ultimi dieci anni, il mese di Ottobre 2018 e quello di Dicembre 2013, senza disturbare, a tal proposito, ciò che avvenne nel biennio 2006 – 2008 con rendimenti medi al di sopra del 4% e sappiamo tutti come sono poi andate a finire le cose. La quotazione dell’Oro tra il 2013 ed il 2018, visse un lungo periodo di “stagnazione”, ancorato ad un dato medio intorno ai 1250 USD/ozt. L’attuale riferimento risulta più alto di oltre 500 Dollari per oncia, ma questo sta a dimostrare che in presenza di rendimenti alti dei bond USA, gli investimenti effettuati in modo “fisico” sui metalli preziosi, in modo particolare sull’Oro, risultano meno performanti ed il concetto di “bene rifugio”, a trovare sempre meno seguaci. Nei prossimi giorni l’Oro non si discosterà molto da quello che ha fatto vedere nell’ultima quindicina di giorni, con il prezzo USD/ozt ancora agganciato alla linea dei 1750 Dollari, senza escludere momentanee escursioni anche al di sotto di tale livello. Un po’ più di sereno si dovrebbe vedere dalle parti dell’Argento, sebbene parlare di netta ripresa della quotazione USD/ozt risulta un’ipotesi non possibile a brevissimo termine. La reazione seguita alla fase di minimo relativo del Platino nell’arco degli ultimi venti mesi, avvenuta sul finale della scorsa ottava, risulta essere al momento più una reazione di contrasto che un fenomeno dalla connotazione più strutturata. L’avvio di settimana potrà fornire ulteriori utili riscontri per verificare i presupposti della generazione di una duratura progressione dalla connotazione “lunga”. Una situazione opposta per il Palladio, alle prese con una forte tensione rialzista del prezzo USD/ozt, generata dalla conferma di voci che rilevano una ridotta disponibilità di “fisico” sul mercato ed un significativo rallentamento dell’attività estrattiva in molte parti del mondo. |
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Una fase di importanti flessioni per i prezzi di tutti i metalli di riferimento del comparto delle leghe per usi medicali. I dati espressi in termini percentuali sono di rilievo, sebbene in alcuni casi, come per il Cobalto, il saldo su base 12 mesi risulta ancora, in termini assoluti, in territorio positivo. Negli ultimi otto giorni proprio questo metallo ha evidenziato un importante riposizionamento verso il basso del valore di mercato espresso in Dollari, cedendo l’8.5% rispetto al rilevamento settimanale precedente, riportando così l’attuale riferimento del Cobalto al livello dello scorso novembre. I prezzi dei semilavorati sul mercato cinese, seppure in fase ribassista, denotano un relativo rallentamento nell’azione di diminuzione, con solfato, raffinato e polvere, contenuti in un intervallo di variazione compreso tra il 2.6 ed il 2.7%. Un qualcosa di altrettanto particolare sta avvenendo per il Molibdeno, che da dodici mesi a questa parte sta producendo un’alternanza di prezzi collocata in un “range” dalla difficile decifrabilità, anche se occorre considerare che il suo attuale riferimento USD risulta quasi 2.5 volte più alto rispetto al valore fatto segnare nel Luglio del 2020, punto minimo del Molibdeno negli ultimi cinque anni. Nella collocazione attuale, il metallo ha fatto comunque registrare una variazione negativa di cinque punti percentuali rispetto ad otto giorni fa. Il Titanio sta proseguendo nella sua lenta fase di ridimensionamento, aggiungendo un risibile 1.5% alla serie delle riduzioni settimanali iniziate ad inizio giugno. Le riflessioni sul futuro del Nichel sono molte ed è diffusa l’opinione che le difficoltà per questo metallo non siano ancora terminate, pertanto l’aggiustamento ribassista del prezzo USD 3mesi sembrerebbe non mettere ancora la parola fine alla vicenda. Un analogo approccio di riflessione occorre farlo sulle ferroleghe ed in particolare sulla base Cromo, che nel corso dell’ultima ottava ha fatto registrare un ulteriore arretramento del prezzo USD per libbra del 6%. Una delle cause di questa decisa retrocessione del Ferrocromo è da ricercare nell’attuale ridotto utilizzo da parte delle acciaierie dello strumento del “reverse factoring” per lo smobilizzo attraverso gli istituti di credito delle fatture emesse dai fornitori a loro carico. La bassa richiesta di Tungsteno, associata ad una limitata disponibilità di “fisico” sul mercato, sta trovando giustificazione rispetto alla duratura invariabilità del prezzo in Dollari. |
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Il comparto dei non ferrosi è praticamente immobilizzato dalla continua flessione degli “industriali” alla Borsa LME. Le prospettive sul mese di luglio sono pressoché inesistenti, se si considera anche il fatto che siamo a sole due settimane dall’inizio delle ferie. Un periodo notoriamente di osservazione e di attesa e quindi di rinvio delle decisioni di acquisto al mese di settembre, che mai nell’eccezionalità degli eventi di queste ultime settimane, fa registrare tra tutti gli operatori un sentimento di difficile interpretazione che definirlo, d’incognita, è fin troppo riduttivo. Nell’incertezza dei prezzi dei rottami di metalli e leghe ne esiste un’altra dalle connotazioni fin troppo evidenti, in questo caso si parla di “ferrosi” e della costante parabola ribassista delle quotazioni di tutte le classifiche. La situazione legata ad una domanda di rottami prossima allo zero, da parte delle acciaierie, sta determinando una costante diminuzione dei prezzi, il tutto finalizzato alla conduzione di indirizzo dei riferimenti delle classifiche Euro/tonnellata che nel prossimo mese di settembre potrebbero risultare ulteriormente al ribasso rispetto agli attuali valori. Per ritrovare un riferimento analogo dell’indice MetalWeek, attualmente a 266.25 Euro/tonnellata, con dato tendenziale a 257.30 nei prossimi giorni, occorre tornare alla terza settimana del Dicembre 2020. Un dato che merita una serie di riflessioni e che non esonera nel coinvolgimento nessun protagonista del comparto (acciaierie, mandatarie, commercianti e utilizzatori di semilavorati). L’analisi che viene condotta si riferisce al lamierino E8; il differenziale tra il prezzo di riferimento medio del mese di Dicembre 2020 e quello rilevato la settimana scorsa risulta di 10 Euro/tonnellata a favore di quest’ultimo riscontro (un dato analogo è riconducibile per le demolizioni), ma quello che risulta in totale controtendenza è il valore del semilavorato correlato a questa tipologia di rottame, il coil HRC, che nello stesso periodo ha riportato un incremento di quotazione (valore base) di circa 150 Euro/tonnellata; ogni menzione di riflessione risulta opportunamente superflua. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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I prezzi del gas e dell'energia elettrica sono alle stelle, il conseguente rincaro esponenziale delle bollette incide sempre più sulla gestione ordinaria delle imprese |
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