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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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18/07/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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I valori LME non mostrano a pieno le potenzialità di crescita degli “industriali”, ma sotto tali livelli di prezzo è difficile ipotizzare nuove collocazioni |
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Le fasi ribassiste dei prezzi di “piani” e “lunghi”, potrebbero subire, anche in Europa, delle significative inversioni di tendenza, ancor prima del mese di agosto |
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Le quotazioni del “Mercoledì nero” del 15 Dicembre 2021, sono state doppiate da tutti i metalli preziosi la settimana scorsa |
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I prezzi di Cobalto, Molibdeno e ferroleghe sono sempre più bassi, sul Nichel le uniche aspettative rialziste, ma dipenderà molto sul clima che si respirerà questa settimana al LME |
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Le acciaierie italiane non potranno sottovalutare i movimenti al rialzo dei prezzi internazionali dei rottami di acciaio. Gli scambi su metalli e leghe sono limitati alle ridotte necessità di approvvigionamenti del periodo |
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La pressione del Dollaro sull’Euro continua ad essere sempre alta, ma la “giocata” potrebbe essere ad elevato rischio per gli USA |
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La possibilità di aprire rotte “sicure” sul grano dell’Ucraina, ha subito avuto ripercussioni positive sui noli “bulk” |
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Oggi come non mai, poter disporre di una serie di informazioni sugli andamenti previsionali dei metalli, risulta fondamentale, visto l’elevato livello di instabilità dei mercati. |
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La storia ci insegna che l’essere umano ha come sua dote innata quella di adattarsi ai cambiamenti e da essi trarne vantaggi inimmaginabili. La sintesi è questa, risulta comunque ovvio che tutto non si raggiunge con semplicità e neppure con innaturale distacco rispetto alla soluzione che, doverosamente, deve essere trovata. Negli ultimi tempi in campo economico stiamo vivendo una di queste fasi cruciali o per essere più precisi dobbiamo porre un definitivo rimedio alla crisi del 2008, trovando, da parte dei Governi occidentali e con esse le Banche Centrali, umiltà e tantissimo coraggio nel porre un definitivo rimedio, che le “élite” poste sulle due rive dell’Oceano Atlantico, non hanno, volutamente, mai cercato di risolvere. L’aver agito sulla leva monetaria da parte della Federal Reserve non ha sortito l’effetto sperato nella contrazione del fenomeno inflattivo, che ormai può essere definito fuori controllo negli Stati Uniti. Le cose semplici sono da sempre quelle che rendono evidenti, fenomeni che non vogliono essere assolutamente spiegati. Dallo scorso 16 Marzo 2022, data del primo determinante cambio di paradigma della politica monetaria della FED, da “accomodante” a “restrittiva”, al 15 Giugno, i tassi sul Dollaro USD sono aumentati dell’1.50%, ma nello stesso periodo i rendimenti del Treasury Bond decennale sono balzati all’insù dell’1.29%, portando il differenziale tasso di sconto, rendimenti Buoni Tesoro USA fino a 1.7 punti percentuali a favore di questi ultimi. La stessa cosa sta avvenendo nell’Eurozona, con delle forchette ancora più ampie, anche in considerazione del fatto che la BCE agirà sui tassi solo a partire da questo giovedì e che il rendimento riferito al “Bund” tedesco è all’1.13% e quello sul nostro BTP risulta al 3.36%, questo al netto degli sviluppi della crisi politica in corso. La possibilità di ridurre a livello zero la componente di rischio ha così indotto l’intero comparto speculativo ad abbandonare totalmente il settore delle commodity ed i metalli industriali non hanno fatto eccezione. La variazione negativa dell’indice LMEX riferita al periodo metà marzo, metà luglio è stata del 32%, rendendo così le quotazioni degli “industriali” asciugate in modo assoluto del fattore speculativo. L’adattabilità alle situazioni avverse da parte dell’essere umano, che nel mondo del lavoro e degli affari, legata ad un’attività d’impresa, si può riassumere con una sola parola, esperienza, oggi più che mai, deve essere messa in pratica. L’attuale struttura dell’intero listino LME non ha precedenti assoluti, pertanto risulta un’operazione alquanto complessa determinare, con un basso livello di errore, se le attuali quotazioni USD 3mesi, siano effettivamente a rappresentare le rispettive soglie minime di riferimento. Un esercizio che comunque deve essere svolto e che alla luce di quanto avvenuto negli ultimi dieci giorni alla Borsa LME, trova ora una serie di indizi sufficienti per determinare delle linee di tendenza dei prezzi piuttosto veritiere. Il Rame, soprattutto nel corso dell’ultima seduta settimanale, ha messo in evidenza un buon recupero, che lascia ben sperare in ottica di consolidamento della sua quotazione USD 3mesi, anche se è opportuno precisare che il “metallo rosso” non sarà protagonista di una vorticosa azione rialzista. L’ulteriore flessione del prezzo USD 3mesi dell’Alluminio ha finalmente trovato un punto di arresto sotto la soglia dei 2400 Dollari, con domanda e offerta trovarsi concordi sull’attuale livello di sostenibilità attorno a questo valore. Lo Zinco non ha ancora concluso la sua fase ribassista e quindi al momento risulta prematuro poter parlare di ripresa del prezzo di questo metallo. Il Nichel si trova in una fase molto interessante, con il prezzo LME posizionato decisamente sotto soglia e quindi destinato a ricollocarsi velocemente e decisamente, sopra la linea delle ultime quotazioni. Una situazione tutto sommato tranquilla accompagnerà l’ottava del Piombo, dopo che la settimana scorsa il metallo ha finalmente toccato il minimo relativo del periodo. Lo Stagno concederà ai propri utilizzatori un’ulteriore settimana di “franchigia”, sebbene alcuni movimenti di denaro “lungo” si siano già evidenziati nel corso dell’ultima settimana di Borsa. |
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Un giudizio troppo riduttivo e scontato considerare che i prezzi dei semilavorati di acciaio possano ancora diminuire per molto tempo. Con dati alla mano, la scorsa ottava potrebbe essere stata l’ultima, in ordine di tempo, a presentare dei listini, tra “lunghi” e “piani”, con valori di riferimento sostanzialmente ribassisti. La ridotta produzione di rottami da parte del comparto industriale inizia a preoccupare le acciaierie in molte parti del mondo, tanto che trader ed emissari hanno operato per conto dei loro clienti, turchi e della zona del “far East”, cinesi compresi, strappandosi letteralmente di mano lotti di HMS 1/2 con imbarchi dal porto di Rotterdam e generando così una crescita su base settimanale del prezzo di questo rottame (resa FOB) di oltre il 10%. I prezzi dei “piani”, sulla piazza nazionale, non sono stati poi così “amichevoli” nei confronti degli utilizzatori, anzi, come nel caso dell’HRC, il prezzo non si è mosso rispetto agli otto giorni precedenti e sul laminato a freddo si è registrata una crescita fino a 30 Euro/tonnellata. L’unico allestimento che sul mercato italiano ha proseguito nella sua spirale ribassista è stato lo zincato a caldo, in un intervallo compreso tra i 10 ed i 30 Euro/tonnellata. Le tracce dei prezzi provenienti dall’Europa del Nord sono state tutte accompagnate dal segno meno, seppure con intensità differenti, passando degli 80 Euro/tonnellata del CRC, ai 30 dell’HRC e con un riferimento intermedio sull’HDG contemplato nei 20 Euro. La prossima settimana il quadro generale dei “piani”, potrebbe essere, in tutta Europa, decisamente differente, con i segni meno delle variazioni, essere sempre più rarefatti. I semilavorati “lunghi”, fatta salva un’ancora decisa azione ribassista della billetta, di un ulteriore 6% su base settimanale, i principali prezzi dei prodotti di riferimento non stanno più seguendo l’andamento del supporto di laminazione e mentre la barra per carpenteria e la vergella sul mercato europeo hanno riportano delle frazioni di aggiornamento verso il basso, rispettivamente di 30 e 10 Euro/tonnellata, il rebar Italia ha fatto segnare un incremento, seppur lieve, di 10 Euro. La cosa da rimarcare è che sul mercato interno il tondino per le armature non riportava più una correzione positiva da ben 12 settimane, un ulteriore segnale anticipatore di una sorta di cambiamento di tendenza a strettissimo giro, forse ancora prima dell’avvio delle ferie. Gli effetti del pagamento delle materie prime, leggi rottami, a dei prezzi superiori rispetto alle medie recenti si stanno manifestando con relativa intensità sul mercato turco, soprattutto nel riferimento della vergella FOB, in crescita fino a 60 Euro/tonnellata; invariata invece la quotazione FOB del rebar. |
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L’esistenza di una linea convenzionale non molto conosciuta, ma estremamente importante per l’andamento del mercato dei metalli preziosi, vale a dire il 15 Dicembre 2021, definito anche “Mercoledì nero”, aveva dato l’impressione che i prezzi USD/ozt, avessero toccato in quella data il loro minimo tecnico assoluto. Per usare uno “slang” da giovani verrebbe da pensare che: “i metalli preziosi non se li fila più nessuno”, al momento risulta questa la miglior analisi tecnico-sintetica del comparto. L’Oro a partire da Lunedì 11 Luglio è scivolato sotto la linea di demarcazione dello scorso dicembre (1769.40) e da quel momento il calo non ha avuto più freni, fino a chiudere le contrattazioni di Venerdì 15 a quota 1707.84 USD/ozt e andando anche sotto il precedente minimo relativo del Marzo 2021. La prospettiva legata alla ripresa del prezzo in Dollari dell’Oro non deve solo limitarsi ad un freddo auspicio di cortesia verso coloro che hanno proceduto a degli investimenti sul “fisico” in tempi più o meno recenti, ma per ristabilire un ordine di merito negli “asset” di investimento, con la Divisa Dollaro USD, decisamente sopravvalutata se rapportata alla situazione economica statunitense, estremamente preoccupante. L’Oro presenterà nel corso delle sedute settimanali ancora un’inerzia ribassista, che lo collocherà sotto la soglia dei 1700 Dollari per oncia. L’Argento ci sta facendo percorrere un viaggio all’indietro molto più ampio rispetto a quello dell’Oro e per andare a rivedere il limite di 18.74 USD/ozt, occorre arrivare al mese di Luglio 2020, due anni esatti, intervallati da momenti in cui il metallo aveva fatto registrare delle fasi di massimo assoluto da dieci anni a questa parte, con il prezzo in Dollari oltre quota 27. Le aspettative sull’Argento sembrerebbero meno preoccupanti rispetto a quelle dell’Oro, anche se il riferimento medio di tendenza non si discosterà molto dai valori fatti registrare nelle ultime sedute di ottava. Il Platino non sta fornendo elementi di relativo interesse tra gli investitori e il suo riferimento USD/ozt sta copiando le linee del grafico prezzi dell’ultimo trimestre del 2018, come suo ultimo momento di minimo relativo precedente all’attuale. La prospettiva di un rialzo del prezzo del Platino rientra ancora tra le eventualità, seppure non molto percorribili nel breve termine, ma la tenuta del prezzo in Dollari sugli attuali livelli risulta un dato estremamente probabile. Il Palladio, se viene affrancata la “sparata” degli oltre 3mila Dollari per oncia, del 7 Marzo, senza dimenticare che il giorno 8 il Nichel subì il “delisting” LME, occorre considerare il ruolo che ha il magnate russo Vladimir Potanin, attraverso Norilsk, la ha sugli equilibri di questi due metalli e cosa importante, se il signor Potanin si dovesse presentare a Bruxelles non andrebbe a generare alcun incidente diplomatico, visto che la Commissione Europea non ha voluto, sponte sua, colpire le attività di estrazione mineraria sul suolo russo di Palladio e Nichel. I timori che si erano presentati su una limitata disponibilità di Palladio sul mercato si sono notevolmente attenuati e di conseguenza anche il prezzo in Dollari per oncia ha seguito un importantissimo decremento su base settimanale, il 16%, decisamente troppo marcato per non poterlo considerare un valore soggetto ad un’imminente correzione rialzista. |
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Il comparto dei metalli per usi medicali, già pesantemente colpito da una fase di importanti ribassi nelle settimane precedenti alla scorsa, con la diminuzione diffusa di molti parametri di prezzo, soprattutto in ambito LME, ha risentito ulteriormente nel peggioramento di una situazione negativa di settore, già in fase evolutiva da lungo tempo. La flessione del Cobalto USD è proseguita con un ulteriore 2.4% settimanale, totalizzando così sul mese in corso un decremento pari a dieci punti percentuali. La situazione sul mercato cinese, riferita ai semilavorati di Cobalto, non è sicuramente migliore rispetto alla variazione del valore di Borsa precedentemente riportato, anzi le frazioni negative di variazione sono addirittura superiori, con meno 3% per il solfato e meno 4 per la polvere, ma riveste un significato particolare il dato di prezzo invariato, nello stesso intervallo di tempo, della materia prima ottenuta dal processo di raffinazione del metallo. Le cose non stanno andando meglio per il Molibdeno, anch’esso in chiusura negativa sul riferimento ufficiale di mercato del 4.3%, anche se per questo metallo giocherà una partita fondamentale quello che accadrà da qui alla fine del mese ed anche nel mese di agosto, sulle piazze internazionali di scambio dei rottami, anche se l’indotto italiano si chiamerà fuori per il periodo vacanziero. A semplice ragione di menzione, due parole sul Titanio, risultato bloccato al valore di inizio luglio. Le attenzioni maggiori dovranno essere concentrate sul Nichel, la cui altalena di quotazione potrebbe riservare interessanti sorprese, con un significativo rovesciamento di tendenza, da ribassista a rialzista, se la situazione generale che si respirerà alla Borsa LME, volgerà verso aperture in senso di ottimismo. La situazione di mercato delle ferroleghe è avviata verso un deciso indirizzo di ridimensionamento dei valori di mercato, con la base Cromo riportare un ulteriore aggiustamento ribassista, l’1.3% nel riferimento USD per libbra, anche se meno marcato rispetto ai due precedenti ed al ritorno alla diminuzione del prezzo in Dollari/chilogrammo del Tungsteno, il 2%, dopo ben quatto ottave consecutive di valore invariato. |
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Il mese di agosto incombe, così come la necessità di fare il punto della situazione dopo queste ultime convulse settimane in tutti e due i comparti. La riferibilità dei prezzi LME, in rapporto alle quotazioni dei rottami di metalli e leghe, seppure ai minimi termini, rappresenta pur sempre un indicatore di tendenza non di certo sconfessabile. I valori dei “piazzali” sono scesi notevolmente ed al momento non c’è nessuna media prezzo che tenga per giustificare delle vendite remunerative sui lotti in giacenza, con la sola esclusione dei realizzi effettuati sui “transiti” di rottami, acquistati e venduti sul momento, ma anche in questo caso occorre tenere ben presente che le ferie inizieranno tra sole due settimane. Le acciaierie italiane hanno invece derubricato, con un laconico “dopo il periodo di fermo delle attività di produzione per le vacanze di Agosto”, il momento in cui, a settembre, daranno ordine alle mandatarie di operare nuovamente acquisti di rottami. La ridotta attività produttiva del comparto manifatturiero in questi ultimi due mesi, associata ad un massiccio smobilizzo di lotti di rottami da parte dei commercianti, per via di una continua riduzione dei prezzi, lascerà “a terra” pochissime tonnellate e tutto questo sarà a vantaggio di chi vende e non di chi compra. Il timore di rimanere senza materia prima per l’alimentazione dei forni elettrici sta spingendo le acciaierie dell’Europa del Nord, di Turchia e area “Far East”, Cina compresa, a pesanti azioni di approvvigionamento e gli effetti si sono subito visti sui prezzi. Il rottame HMS 1/2 con imbarco a Rotterdam resa FOB è cresciuto dell’11%, superando i 370 USD/tonnellata e non da meno quello consegnato su “gomma” presso le acciaierie di Francia, Germania e Benelux, salito del 20%, oltrepassando i 330 Euro/tonnellata. Una situazione che le acciaierie italiane non possono sottovalutare e che se anche in forma poco evidente stanno cercando di porre parzialmente rimedio, avendo apportato delle correzioni mirate su alcune classifiche, come la demolizione E3 (tra i più 15 ed i più 20 Euro/tonnellata) ed il lamierino E8 (tra più 5 e più 15 Euro). L’indice MetalWeek sui rottami, grazie a queste variazioni seppur minime, è ritornato a crescere, cosa che non accadeva dal 19 Aprile 2022, totalizzando in questo periodo una perdita di valore di oltre 260 Euro per tonnellata. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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I prezzi del gas e dell'energia elettrica sono alle stelle, il conseguente rincaro esponenziale delle bollette incide sempre più sulla gestione ordinaria delle imprese |
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