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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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10/10/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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Il maggior problema che sta avendo la Borsa LME in questa fase è l’eccesso di denaro presente in molte componenti del listino, segno evidente che i prezzi sono ancora alti |
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Il nuovo pacchetto di sanzioni che riguarda l’acciaio russo avrà la sua piena applicazione solamente tra dodici mesi |
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Nel complesso una settimana molto positiva, sebbene anche nel comparto dei preziosi la crescita oltre misura delle posizioni “lunghe” preoccupa molti operatori |
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Cobalto e Molibdeno prendono strade differenti, il Nichel mantiene un livello di stabilità che tranquillizza il comparto |
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Il mercato italiano resta fermo sotto diversi aspetti, in mancanza di indicazioni interne le vicende delle piazze estere assumono maggior rilievo |
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Il cambio tra Euro e Dollaro si trova nell’area della parità virtuale, ma il “biglietto verde” ha dato segnali di ulteriore rinforzo |
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La momentanea salita dei prezzi degli “industriali” muove al rialzo i principali indici di settore |
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Oggi come non mai, poter disporre di una serie di informazioni sugli andamenti previsionali dei metalli, risulta fondamentale, visto l’elevato livello di instabilità dei mercati. |
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Nella ciclicità degli eventi, la Borsa LME sta mettendo in evidenza un momento di elevata instabilità o per meglio dire, quello che significa operare in un contesto dove gli utilizzatori sono i veri indiscussi arbitri nelle dinamiche di fissazione delle quotazioni degli “industriali”. I fattori che stanno governando la determinazione dei prezzi di Borsa sono essenzialmente due: uno di carattere interno, la consistenza della domanda di “fisico” dei vari metalli e l’altro esterno, determinato dal rapporto di cambio tra il Dollaro USD e le altre valute, in particolare il “cross” con l’Euro. Il vero problema che sta affliggendo la Borsa LME è in questo momento l’eccesso di denaro presente su tutte le posizioni del listino e questo elemento, così come si sta evolvendo, non lascia molto spazio circa la tenuta dei prezzi attuali nel contesto di breve periodo. Il Rame pur mettendo in mostra una buona progressione in avvio di ottava, ha dovuto poi ripiegare sulla linea del prezzo USD 3mesi dell’ultima seduta di settembre. La fase ribassista del Rame è ancora in atto, stimando il suo epilogo solo al raggiungimento del minimo relativo, ipotizzabile in area 7400 USD 3mesi. Le manovre di carattere finanziario, seppure di debole entità, interesseranno lo Zinco, anch’esso alle prese con la fase di storno dai massimi del periodo. Un maggiore equilibrio tra domanda e offerta, permetterà al metallo di mantenere un profilo di relativa stabilità in rapporto alla quotazione in Dollari sulla scadenza 3mesi. I consumatori di leghe di ottone, in modo particolare di barra, non potranno farsi molte illusioni su ulteriori cali di prezzo, stante la situazione attuale di Rame e Zinco, poiché sul finale della scorsa settimana i produttori italiani hanno optato per una diminuzione importante del riferimento base Euro/tonnellata, doppia rispetto all’effettivo scostamento al ribasso dei prezzi LME dei due principali elementi di lega. Gli utilizzatori di Zama, dal canto loro, non potranno beneficiare dell’importante diminuzione della quotazione LME dello Zinco, per effetto di una significativa ripresa del Dollaro rispetto all’Euro e per gli adeguamenti sui costi energetici sempre più alti. L’Alluminio ha retto bene l’urto dei ribassi generalizzati delle componenti principali del listino LME, chiudendo con un saldo positivo su base settimanale di oltre sei punti percentuali in riferimento alla quotazione USD 3mesi. La tenuta del prezzo dell’Alluminio ai livelli attuali è quindi più che una semplice ipotesi, anche se risulterà momentaneamente preclusa la via di un ulteriore rinforzo rialzista. Il Nichel ha recuperato completamente la consistente e repentina riduzione del prezzo LME avvenuta all’inizio della settimana scorsa, l’equilibrio tra i fattori domanda e offerta determinerà una sostanziale stabilizzazione del prezzo nel corso delle prossime sedute. La progressione del prezzo LME del Piombo, più 8% settimanale, ha permesso al metallo di rivedere quota 2mila Dollari a distanza di sei settimane. Il possibile rinforzo del prezzo del Piombo, che potrà aver luogo nella prima parte di questa settimana, non presenterà la caratteristica strutturale di fenomeno duraturo nel breve periodo. La parabola ribassista dello Stagno non sta vedendo ancora l’epilogo, il tutto ulteriormente amplificato dalla collocazione di nicchia di questo metallo e quindi dall’assenza di segnali che in un lasso di tempo ridotto possano indurre ad una significativa inversione di tendenza della quotazione di Borsa. |
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L’ottavo pacchetto di sanzioni che la Commissione Europea ha disposto nei confronti della Russia, contiene al suo interno numerose misure restrittive che riguardano anche i semilavorati di acciaio. L’attenta analisi di questa disposizione, in riferimento ai prodotti siderurgici, denota comunque una sorta di “rilascio lento” nelle modalità di attuazione e quindi, come tutti quanti ci auguriamo, alle date delle effettive applicazioni dei blocchi totali alle importazioni di acciaio russo, la guerra sul suolo ucraino possa rappresentare un tristissimo ricordo. Le misure disposte si articolano in un nugolo di date e di tonnellaggi nelle loro effettive applicazioni, che mettono in evidenza un significativo numero di “mani” coinvolte nella stesura della disposizione numero otto di embargo e quindi aver dato ascolto alle istanze degli interessi locali, leggi Unione Europea, oltre al corollario degli immancabili omissis sparsi qua e là nel testo pubblicato da Bruxelles. La lastra prodotta dalle acciaierie russe potrà entrare indisturbata nella UE fino ad un massimo di 3.7 milioni di tonnellate/anno e a tutto il 2024, mentre la billetta “made in Russia” nei prossimi dodici mesi avrà un tetto all’importazione di 487mila tonnellate. Il limite ultimo del 30 Settembre 2023 riguarderà invece il blocco alle importazioni da Paesi terzi che utilizzano acciaio russo per le loro produzioni. Le misure di embargo saranno estese anche ai siti produttivi posti sul suolo ucraino e ora arbitrariamente definiti dal Cremlino territori russi (Donetsk, Luhans’k, Zaporizhzhya e Kherson). All’ombra di questo nuovo embargo esiste un comparto e soprattutto un mercato, quello siderurgico, che sta soffrendo la mancanza di domanda e che quindi dovrà fare i conti con le migliaia di tonnellate di prodotti russi che entreranno nell’area doganale della UE, che parametrati ai “chiari di luna” attuali, rappresenteranno una quota veramente considerevole. I prezzi dei “piani” sul mercato italiano, con la sola eccezione del laminato a freddo, fermo alle quotazioni di due settimane fa, riportano degli ulteriori ribassi, con il “caldo” in diminuzione del 3% e il “galvanizzato” sceso di un punto percentuale. I produttori nord-europei di coils hanno focalizzato la loro attenzione sull’HRC portando in riduzione dell’1% il suo riferimento settimanale e lasciando inalterati, anche in questa tornata di aggiornamenti, i valori di CRC e HDG. La billetta prodotta in Italia è scesa su base ottava di un ulteriore 1%, guidando al ribasso le quotazioni di alcuni “lunghi”, come nel caso del rebar, che ha toccato il 4% di riduzione, annullando così la progressione rialzista che le acciaierie avevano tentato di imporre all’indomani della riapertura dopo le vacanze di agosto. Una strenua resistenza nel mettere mano ai listini la stanno praticando i produttori di profili per carpenteria e di vergella, che nonostante le domande sempre più latenti dei loro semilavorati da parte degli utilizzatori non stanno variando i riferimenti per la sesta settimana consecutiva. L’effetto rincari dei prezzi locali dei rottami si sta facendo sentire in modo importante sul mercato turco, con i prezzi FOB dei tondini per le armature e della vergella accomunati da un incremento settimanale quantificabile in 20 Euro per tonnellata. Una settimana di relativa stabilità per gli inossidabili con gli austenitici AISI 303 e 304 muoversi tendenzialmente verso dei ribassi da 1 a 5 centesimi di Euro per chilogrammo e per il 304L da 2 a 7; il 316 si inserisce invece in una forchetta di intervallo a cavallo dello zero, tra i più 3 ed i meno 2 centesimi di Euro/chilogrammo. Le proiezioni riferite agli extra lega dei martensitici e dei ferritici non rilevano variazioni significative rispetto ai dati della settimana precedente. I valori sono riferiti sulla base delle variazioni periodiche dei prezzi di Borsa LME, delle quotazioni delle ferroleghe e dei rottami, senza quindi considerare il dato correttivo del contributo energia, definito e applicato arbitrariamente da ciascun produttore di semilavorati. |
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L’effetto crescita causato da un’eccezionale concentrazione di denaro che sta interessando l’intero listino dei metalli preziosi, potrebbe a breve essere solamente un ricordo. La consistente massa di denaro che si è riversata in Borsa, ha permesso a tutti i preziosi di crescere in modo significativo negli ultimi dieci giorni. I dati parlano in modo eloquente sull’incremento dei prezzi USD/ozt: Oro più 1.5%, Argento più 5.4% e Platino più 6%, il Palladio merita un discorso a parte. L’evoluzione rialzista di tutti i metalli dovrà essere seguita con la massima attenzione nei giorni a venire e senza alcuna esclusione. Il nuovo sforamento dell’Oro verso il basso, oltrepassando quota 1700 USD/ozt deve attivare più di un campanello d’allarme, soprattutto in funzione dell’agile crescita con cui il metallo a metà della scorsa settimana aveva raggiunto nuovamente il suo massimo relativo a distanza di un mese. La prospettiva nel breve periodo, vista la recentissima progressione negativa, è quella di rivedere l’Oro correggere al ribasso il riferimento Dollari per oncia. Una tendenza che accomunerà anche gli altri metalli, in primo luogo l’Argento, il cui momento di crescita potrebbe essere giunto all’epilogo, anche a causa dell’eccessivo accumulo di denaro, risultato il più consistente dell’intero listino. La via del ribasso risulterà essere quindi per l’Argento la caratterizzazione settimanale, con la soglia dei 20 Dollari per oncia risultare il suo nuovo tetto del massimo relativo. Il Platino si concederà il lusso di un ulteriore allungo per quanto riguarda il suo riferimento USD/ozt, una situazione che alla luce di quello che avverrà per Oro e Argento risulterà fuorviante e quindi occorrerà adottare un approccio estremamente prudente sul metallo. Un semplice ritardo di natura tecnica, ma anche il Platino si avvierà verso un consistente ridimensionamento del prezzo in Dollari per oncia. Il Palladio, come detto in precedenza, merita un discorso a parte poiché esula dalle dinamiche di fissazione che stanno caratterizzando gli altri metalli del comparto. Gli operatori finanziari che ultimamente muovono con sfrontata sicurezza i numeri del Palladio determineranno a breve una fase di volatilità con indirizzo rialzista, con il conseguente innalzamento della quotazione USD/ozt, il cui effetto sarà quello di considerare l’attuale prezzo la soglia di minimo relativo per le prossime settimane. |
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Il dualismo Cobalto e Molibdeno si è nuovamente spezzato. Nel corso dell’ultima settimana i riscontri dei prezzi USD dei due metalli sono stati estremamente interessanti nelle loro dinamiche di sviluppo. Il Cobalto ha registrato una variazione pari a zero rispetto alle indicazioni settimanali precedenti, mentre il Molibdeno ha riportato una contrazione di valore significativa, pari al 2.8%, abbandonando così il “percorso positivo netto” che il metallo aveva fatto segnare durante l’intero mese di settembre. L’assegnare una connotazione al momentaneo storno del Molibdeno è piuttosto prematuro, a pesare sulla performance settimanale non brillante è sicuramente la forte contrazione di consumi di acciaio e leghe speciali, oltre alla quasi totale assenza degli operatori cinesi sui mercati per via della Festa Nazionale. Il rallentamento della fase ribassista che aveva conosciuto il prezzo del Titanio USD due ottave fa, ha subito una nuova accelerazione nella scorsa, riposizionando il metallo verso il basso del 4.5%, un dato che potrebbe essere ulteriormente accresciuto in questa, soprattutto se gli sviluppi delle quotazioni di Cobalto e Molibdeno non dovessero fornire risconti positivi nei prossimi giorni. Il Nichel LME sta letteralmente “galleggiando” su un intervallo di quotazioni USD 3mesi che non lasciano intravvedere movimenti significativi di indirizzo in entrambe le direzioni, fornendo quindi un segnale marginale di stabilità all’intero comparto delle leghe per usi medicali. La componente valutaria riferita alla forza dell’Euro rispetto al Dollaro, che se da un lato è l’unico fattore di variazione per la base Cromo, sempre ancorata al valore USD/libbra di due settimane fa, dall’altro per gli utilizzatori del composto di Tungsteno comporta un doppio svantaggio, essendo il suo riferimento cresciuto dello 0.4% nell’indicazione Dollari per chilogrammo. |
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L’incognita LME pesa come un macinio sul mercato dei rottami di metalli e delle leghe. La possibile ulteriore contrazione dei prezzi degli “industriali”, a livello di listino di Borsa, sta paralizzando il comparto dei non ferrosi. Le parti in causa, commercianti da una parte e fonderie e raffinerie dall’altra, stanno facendo di tutto per non incontrarsi, questo anche a livello personale, per non dare adito alla manifestazione di opinioni sul momento e quindi tenere come dati riservati i tonnellaggi presenti nei propri piazzali. Le posizioni più pericolose, in prospettiva di variazione dei prezzi, riguarderanno le voci di interesse riferite a Rame e Zinco, mentre per quanto riguarda l’Alluminio i commercianti potranno avere qualche argomentazione in più sulla tenuta dei valori attuali dei rottami. Una fase priva di spunti, ma soprattutto di richieste, è quella che sta attraversando il mercato italiano dei ferrosi. Nel corso dell’ultima settimana si sono registrate due impercettibili variazioni, una verso il basso e l’altra verso l’alto, per le classifiche riferite a demolizioni e lamierino. I rottami nella denominazione E3 (demolizione) sono risultati in calo di circa 5 Euro/tonnellata, mentre quelli ottenuti dalle lavorazioni di coils e nastri hanno riportato un incremento massimo di 5 Euro e solo nella specifica del “palabile”. L’indice MetalWeek ™ non ha registrato variazioni degne di importanza, con il valore settimanale fissato a 326.48 Euro/tonnellata rispetto ai 326.52 di otto giorni fa. Il panorama internazionale risulta sicuramente più vivace rispetto alle dinamiche che si stanno manifestando a casa nostra. I prezzi di riferimento nei principali mercati di prossimità sono tutti in crescita, con l’ulteriore aggravio della debolezza dell’Euro nel caso di riscontri espressi in Dollari. La piazza turca ha fornito indicazioni in crescita per l’HMS e il frantumato, entrambi a più 5 USD/tonnellata nelle rese CFR, le demolizioni navali a più 15 Dollari e il DKP a più 10 Dollari, sempre per tonnellata e sempre su basi settimanali. Nell’area nordeuropea le quotazioni dell’HMS sono salite di 10 Euro/tonnellata sia per il via terrestre che per quello destinato all’imbarco resa FOB. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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Metalweek™ Oltre Today ha cambiato aspetto! |
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