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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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14/11/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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La nuova spinta rialzista del listino LME è coincisa con l’improvvisa debolezza del Dollaro USD |
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Le quotazioni dei “piani” sono sempre più interconnesse tra Italia e nord Europa. I produttori italiani di rebar sfidano il mercato aumentando i prezzi settimanali |
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I metalli preziosi riacquistano la loro centralità grazie ad una situazione di scarsa chiarezza sui movimenti del Dollaro |
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Il Nichel unico elemento di lega a crescere in un contesto generale di importanti ribassi per gli altri metalli |
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La marcata flessione settimanale del Dollaro rende meno onerose le fluttuazioni dei prezzi di tutti i rottami rapportati all’Euro. I ferrosi non mancano di vivacità |
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L’inspiegabile crollo del Dollaro alla pubblicazione dei dati positivi sull’inflazione USA, riporta il cambio con l’Euro ai livelli della quarta settimana di Giugno 2022 |
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La fase di ripresa dei prezzi dei metalli alla Borsa LME non si arresta e gli indici di settore crescono sensibilmente |
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La spinta rialzista vista nelle ultime due sedute di Borsa, potrebbe essere giunta al punto di massima espansione. La crescita del listino LME è coincisa con la pubblicazione negli USA degli incoraggianti dati sull’inflazione, in aumento del 7.7% su base annua e molto al di sotto delle stime. La logica che ha portato i prezzi degli “industriali” a crescere in modo così repentino dal primo pomeriggio del 10 Novembre non è assolutamente chiara, soprattutto per la nuova collocazione del cambio tra Euro e Dollaro, con la Divisa europea produrre un sorprendente recupero di oltre il 2.5% rispetto a quella statunitense e questo nella sola giornata di giovedì. Le cose che non tornano sono molte, soprattutto in ambito valutario, con il deprezzamento del Dollaro autentico vettore per la corsa al rialzo degli “industriali”. Una situazione che può essere definita oltre il limite del paradosso, dove il forte e improvviso deprezzamento del Dollaro USD ha praticamente annullato gli incrementi di prezzo espressi in Euro dell’intero listino LME. In ulteriore sintesi e alla luce di quello che sta accadendo in Borsa, in tutto il mondo, la sola economia che subirà gli aumenti degli “industriali”, l’indice LMEX è salito negli ultimi otto giorni del 5.9%, sarà quella a stelle e strisce. Le analisi di prezzi e tendenze vanno comunque condotte sulla base delle “quotazioni madre” e quindi sulle indicazioni espresse in Dollari per tonnellata, con le elaborazioni che hanno riportato degli elementi di importanza fondamentale sulle dinamiche future della struttura dei valori di diversi metalli. Il Rame, come sempre accade, risulta essere l’origine di questo nuovo turbine destabilizzante, che in pratica pur non trovando un minimo comune denominatore con lo “scalino” prodotto al LME una decina di giorni fa, ha determinato una continuità di linea rialzista che ha portato questo metallo ai massimi dalla quarta settimana dello scorso giugno. L’inerzia rialzista della quotazione USD 3mesi del Rame porterà a delle ulteriori situazioni di aumento della sua quotazione di Borsa, considerando tutto ciò una nuova referenza statistica di massimo relativo, evitando che questa possibile ulteriore impennata del “rosso” possa indurre alcuni utilizzatori a procedere con acquisti di natura difensiva sul Rame. Un ultimo dettaglio, ma altamente significativo, riguarda la concentrazione di denaro “lungo” sul metallo, che ha raggiunto un livello verso l’alto di natura inusuale. Lo Zinco si trova in un contesto di struttura di prezzo diametralmente opposto rispetto a quello del Rame, essendo questo metallo uno dei pochi che beneficerà di questa ondata rialzista che sta coinvolgendo il listino LME. La crescita su base settimanale dello Zinco, in rapporto al valore USD 3mesi, è stata del 4% e ricollocandosi oltre la soglia dei 3mila Dollari, area questa in cui il metallo fino allo scorso mese di settembre trovava la sua costante consuetudine di posizionamento. L’aspettativa sullo Zinco sarà quindi quella di un ulteriore rinforzo del prezzo di Borsa e a supporto di tale indicazione occorre guardare la quota che il denaro “lungo” che sta interessando il metallo, collocata entro i limiti di tolleranza. Le principali leghe che interessano i due metalli appena citati, ovvero Ottone e Zama, assumeranno delle formazioni di prezzo diametralmente opposte. La Zama continuerà a progredire in diretta correlazione con quello che avverrà sullo Zinco, mentre l’Ottone subirà in modo piuttosto tumultuoso le inevitabili vicende che vedranno protagonista il Rame, tutto questo in considerazione degli sviluppi prossimi del rapporto di cambio tra Euro e Dollaro. L’Alluminio si trova ora in una collocazione di prezzo USD 3mesi sicuramente innaturale, sebbene con prospettive di incremento ancora possibili. Il vantaggio del Dollaro, improvvisamente debole, non sta facendo percepire a pieno questa situazione, ma il denaro “lungo”, decisamente sopra soglia, lascerebbe supporre nel breve ad una sua improvvisa ricollocazione verso il basso del valore di Borsa. La corsa rialzista del Nichel sarà uno dei temi maggiormente dibattuti in questa ottava. Il contesto di oscillazione di prezzo nel quale il metallo si inserirà, seppur vagamente ricorderà quello che avvenne ad inizio marzo, anche se il tutto si svolgerà in termini estremamente più contenuti, il superamento della soglia dei 28mila USD è quasi certa, ma per un tempo limitato. Il Piombo sta seguendo la “moda del momento”, prezzi elevati non più riproposti da tempo e fortemente alimentati da una componente di denaro “lungo” fuori controllo. La linea di fine corsa è prossima per questo metallo, sebbene la situazione generale LME lo riposizionerà nelle zone di massimo relativo già esplorate nella seconda parte dello scorso mese di agosto. Il grande timore che aleggia tra gli utilizzatori di Stagno è quello legato alla reperibilità di metallo “fisico” nel caso avesse luogo una nuova fase di regressione del prezzo USD. La possibile carenza di materia prima sul mercato è il vero effetto volano della momentanea crescita dello Stagno al LME. |
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Una divisione di prospettive sempre più nitide tra i comparti dei “piani” e dei “lunghi”, è quello che è emerso nel corso dell’ultima settimana. Il mercato dei semilavorati di acciaio, sia ben inteso, non sta attraversando un momento interessante sia nei tonnellaggi venduti, sia per le prospettive di breve e medio periodo, ma se non altro nella “metà del cielo dei lunghi” il coraggio di forzare la direzione che stanno prendendo gli eventi risulta più marcata rispetto che dalle parti dei “piani”. Il settore dei coils continua ad essere, sul lato prezzi, ingarbugliato in una sequela confusionaria di quotazioni sui mercati italiani e d’oltralpe, con numerosi incroci di valori sulle basi allestimento. La settimana ha visto l’ennesima rassegna di prezzi in diminuzione sotto forma di corpose variazioni in punti percentuali. Il riferimento dell’HRC ha messo in evidenza una comunione d’intenti tra le acciaierie italiane e del nord-Europa con una diminuzione periodica del 2% sulle rispettive produzioni. La gamma dei prezzi del CRC ha invece fatto registrare una personalizzazione di linea a seconda dei bacini di produzione, con il meno 4% per l’origine italiana e l’1% di diminuzione per la nordeuropea, dove i prezzi trovano il punto di contatto tra la parte alta della forchetta sui prezzi Italia e quella bassa proposta dalle acciaierie basate oltre le Alpi. Le quotazioni si mantengono discretamente competitive per i nostri prodotti sull’HDG, dove nella zona settentrionale d’Europa pare al momento non esserci l’interesse a colmare il gap di valore. Le variazioni che hanno interessato i coils zincati, meno 4% per l’Italia e meno 2 per la parte nord dell’Europa, mantengono importante il divario di prezzo, ora identificabile in circa 40 Euro per tonnellata. I produttori di rebar stanno tentando di dare una svolta al mercato, portando a più 3% il prezzo del tondino per le armature rispetto ad una settimana fa. La mossa risulta in piena controtendenza rispetto al prezzo della billetta, in calo del 2% settimanale e della barra per la carpenteria, tornata a scendere dell’1%, sempre su base otto giorni. La crisi non sta concedendo momenti di pausa anche ai produttori europei di vergella, che per smuovere un mercato dai toni asfittici, puntano ora sulla strategia dei ribassi pesanti, l’ultimo in ordine di tempo, quello di Giovedì 10 Novembre, è stato del 4% rispetto alla quotazione precedente. La piazza turca risponde alla ridotta propensione mondiale della domanda di semilavorati “lunghi” con i prezzi FOB dei due prodotti più rappresentativi, il tondino per le armature e la vergella, con dei cali settimanali di rilievo, rispettivamente 15 e 20 Euro/tonnellata. Il Nichel in sensibile crescita, nonostante la debolezza del Dollaro sull’Euro, sta solo mitigando le stime di rialzo degli inossidabili austenitici, con gli AISI 303 e 304 in aumento di 3 centesimi per chilogrammo, il 304L di circa 4 ed il 316 prossimo ai 10. La situazione risulta più stabile per martensitici e ferritici, i cui elementi di lega beneficiano maggiormente della favorevole situazione del cambio. I valori indicati sono, come sempre, valutati al netto del calcolo del sovrapprezzo dovuto per i maggiori costi imputati dalle acciaierie per il caro-energia. |
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La veloce corsa al ribasso del Dollaro, la cui lettura è del tutto indecifrabile, ha dato una nuova, seppur momentanea, vitalità ai prezzi di tutto il comparto dei metalli preziosi. La crisi d’identità del Dollaro non è certamente un episodio da prendere alla leggera, la cui caduta verticale, per quello che ci riguarda più da vicino nei confronti dell’Euro, ha raggiunto dei livelli che solo ad inizio della scorsa settimana parevano irrealizzabili in così breve tempo. Il comparto speculativo finanziario non ha visto sicuramente di buon occhio il collocamento del rendimento del Treasury Bond decennale a quota 3.81% e quindi sotto la soglia del tasso FED del quattro. I metalli preziosi sono nuovamente entrati nella “porta girevole” degli investimenti riferiti ai beni rifugio, con questi riguadagnare, momentaneamente, la fiducia degli investitori a scapito del Dollaro. L’Oro sulla base di questo improvviso e inaspettato cambio di scenario ha avuto subito modo di recuperare in modo significativo il suo riferimento di prezzo in Dollari per oncia, oltrepassando rapidissimamente quota 1700 e che solo ad inizio della scorsa ottava pareva un obiettivo lontano da raggiungere in tempi brevi. La realtà del momento sta sicuramente premiando l’intero asse del listino dei preziosi e tra questi l’Oro entra a pieno titolo. Il “metallo guida” avrà ancora frangenti di recupero importanti, ma non occorre dimenticare il ruolo che ha l’Oro nei confronti del comparto speculativo-finanziario, il quale non attenderà un minuto di più nell’aprire posizioni “corte” e quindi al ribasso, al raggiungimento del momento di massimo relativo, la cui evidenza sarà a breve. L’allerta dovrà essere massima anche per l’Argento diretto verso un contesto di apice momentaneo della quotazione USD/ozt, senza considerare l’aspetto non secondario di un accumulo consistente di denaro “lungo”, da leggere come momento di prossimità nella chiusura delle posizioni rialziste più importanti. Il Platino terminerà a breve la sua interessantissima parentesi fatta di importanti ricollocamenti positivi di soglia del prezzo in Dollari per oncia e non ultimo, l’aver visto il valore del metallo oltre quota mille, cosa che non accadeva da oltre cinque mesi. La situazione di diffusa ripresa delle quotazioni dei metalli preziosi non ha escluso il Palladio, sempre al centro di dinamiche fortemente speculative, seppur di nicchia. L’effetto crescita diffusa del listino ha avuto risvolti estremamente positivi in ottica prezzo USD/ozt anche da queste parti, con un incremento settimanale pari a otto punti percentuali. Il ricollocamento del Palladio oltre quota 2mila Dollari non risulta comunque un dato dal sicuro consolidamento e la sua permanenza in tale area dipenderà molto dalla situazione generale che si determinerà in Borsa da oggi e nelle sedute a seguire. |
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Un nuovo scenario si aggiunge a quelli già presenti nell’articolato panorama d’insieme delle leghe per usi medicali, la debolezza del Dollaro nei confronti di tutte le valute e in modo particolare con l’Euro. Le diminuzioni dei prezzi di riferimento che hanno interessato da molti mesi a questa parte il Cobalto e di recente il Molibdeno, sono sempre state in buona parte compensate negativamente dalla costante forza del Dollaro nei confronti dell’Euro, tanto che gli utilizzatori di questi due metalli hanno percepito solo parzialmente le variazioni a loro favore. Nei giorni scorsi alcune cose sono cambiate, dove alle ormai consuete diminuzioni settimanali dei riferimenti USD di Cobalto e Molibdeno, rispettivamente del 7 e dello 0.3%, si deve considerare la scivolata del Dollaro rispetto all’Euro, che su base ottava ha superato i tre punti percentuali. Una “tara” che porta forti benefici sia tra quei metalli, come il Titanio, che negli ultimi otto giorni non ha evidenziato variazioni nei confronti del riferimento USD, sia nei confronti del Nichel, in grande spolvero nelle ultime sedute LME. La crescita del prezzo del metallo degli ultimi giorni è stata la naturale prosecuzione di quello che aveva già messo in evidenza sul finire della prima settimana di novembre. Il mese in corso ha visto la quotazione USD 3mesi del Nichel in costante crescita, riportando nelle due cinquine di sedute di novembre un incremento di valore prossimo al 20% e dove lo sconto valutario Euro/Dollaro del 3.5%, a parità di periodo, ha apportato un indubbio benefico effetto in sede di acquisto per gli utilizzatori di questo metallo. Le buone notizie proseguono sicuramente per chi deve acquistare ferroleghe, con le basi Cromo e Tungsteno in calo significativo nelle rispettive unità di fissazione indicate in Dollari. Il Ferro-Cromo ha riportato una flessione del prezzo USD/libbra di quasi l’11% rispetto all’ottava precedente, mentre il composto di Tungsteno, sempre in dollari, ma per chilogrammo, ha registrato una contrazione di valore dello 0.4% su base settimanale. |
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La quadratura dei conti è una predisposizione di coloro che nella vita professionale hanno scelto di svolgere lavori di indirizzo amministrativo, diciamolo senza enfasi o retorica, occorre “mestiere” e dove questo esiste, si fa “arte” nelle mansioni svolte. Un fenomeno sicuramente da studiare è quello che è avvenuto la settimana scorsa nel mondo dei metalli, ovviamente dovuto al semplice caso degli eventi, ma sicuramente da far impallidire d’invidia anche le figure professionali che tutti i giorni svolgono, nelle funzioni aziendali di finanza e controllo, il loro lavoro. La bizzarra storia delle quotazioni dei metalli non aveva mai prodotto un insieme di quadrature pressoché perfette negli incroci tra le quotazioni USD della Borsa LME ed i valori del fixing tra Euro e Dollaro. I complottisti, ma lungi dall’esserlo, potrebbero scrivere pagine e pagine al riguardo, ma i riscontri dei dati citati in precedenza hanno fornito dei risultati che sarebbero da “incorniciare”. Le importanti variazioni dei prezzi dei metalli industriali al LME, indicati in Dollari per tonnellata, sono state pressoché annullate dall’incredibile apprezzamento dell’Euro nei confronti della Divisa statunitense, anche se sarebbe più corretto invertire l’ordine dei fattori e quindi dire deprezzamento del Dollaro nei confronti della Moneta europea. L’entità delle variazioni dei due metalli principali per la determinazione della maggior parte dei prezzi dei rottami non ferrosi, ovvero Rame e Alluminio, al termine delle scorribande dei loro valori di Borsa in Dollari, hanno riportato delle variazioni quantificabili, in termini assoluti, tra i 10 ed i 20 Euro per tonnellata, che renderanno incredibilmente inalterati o quasi, i valori di tutti i rottami ad essi riferiti, leghe comprese. Un riallineamento di quotazioni che potrebbe durare e anche a lungo, allargandolo a quei metalli che ora risultano meno ancorati a questo allineamento, come Nichel, Piombo e Stagno, ma a breve destinati a dei significativi ridimensionamenti nei valori in Dollari delle quotazioni LME. La componente prezzi dei ferrosi vede nuovamente in crescita le classifiche legate alle demolizioni, soprattutto le pesanti E1, fino a 15 Euro/tonnellata e le più correlate a queste tipologie di rottami, come il frantumato E40 e le torniture, con aumenti settimanali in entrambi i casi nell’ordine dei 10 Euro/tonnellata. Il lamierino E8 non ha fatto registrare nessuna variazione negli ultimi otto giorni, ma visti gli incrementi generalizzati dei prezzi degli altri rottami e la forte carenza di questa classifica sul mercato, non sarebbero da escludere cambi, in positivo, della sua quotazione. L’indice MetalWeek sui prezzi dei rottami acquistati dalle acciaierie riporta una variazione di periodo estremamente contenuta ed entro i 5 Euro/tonnellata. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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