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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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05/12/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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La fase di aumenti diffusi potrebbe giungere a termine in tempi molto ristretti. La speculazione finanziaria non è interessata a lunghe permanenze in Borsa a causa dell’elevato costo degli interessi sugli impieghi di capitale |
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Un secondo semestre 2022 da dimenticare, le acciaierie sono alla ricerca di un punto di discontinuità per mettere fine alla curva calante dei prezzi |
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Gli indirizzi di politica monetaria delle Banche Centrali, sono la vera fonte di condizionamento degli andamenti dei prezzi dei metalli preziosi |
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Il futuro del prezzo del Nichel è l’unico elemento di incertezza in un comparto che non sta presentando spunti di significativa variabilità negli indirizzi di tendenza |
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La situazione attuale dei prezzi LME non aiuta alla definizione di valori sostenibili per i rottami di metalli e leghe. I ferrosi si muovono sulla base degli interessi specifici delle acciaierie |
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L’Euro presenta un profilo di crescita nel rapporto con il Dollaro USD oltre le proprie possibilità, a breve non è da escludere un’inversione significativa di tendenza |
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La nuova fase di crescita dei metalli apre nuove prospettive di profitti per il settore minerario. Le azioni in Borsa hanno superato il 20% di incremento su base dodici mesi |
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Essere aggiornati sulle principali tendenze di mercato, è una necessità, non una scelta! |
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Oggi come non mai, poter disporre di una serie di informazioni sugli andamenti previsionali dei metalli, risulta fondamentale, visto l’elevato livello di instabilità dei mercati. |
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La mancanza di punti di riferimento attendibili e certi, rappresenta il principale fattore di criticità della fase interpretativa dell’attuale situazione di mercato riferita alla Borsa LME. I prezzi degli “industriali” stanno conoscendo una nuova importante evoluzione rialzista, a meno di un mese dalla precedente, il cui effetto fu un repentino ridimensionamento, che portò il listino LME a cedere circa il 5% dal punto di massimo relativo. La situazione attuale è la medesima, con tutti i metalli, Stagno a parte, evidenziare degli accumuli di denaro “lungo” decisamente insostenibili, anticamera di importanti rovesciamenti di indirizzo sul fronte prezzi LME 3mesi. Agli assertori che dietro questi fenomeni di esplosione dei prezzi ci sia la mano del comparto speculativo-finanziario occorre fare un’operazione di de-contestualizzazione importante e prendere atto della presenza di operatori di questo settore che svolgono interventi con la modalità del “mordi e fuggi”. Il costo del denaro per mantenere aperta una posizione in Borsa oltre la giornata di esecuzione, il cosiddetto “overnight”, è al momento del 4.2% su base annua, valore che peraltro deve essere calcolato sull’ammontare totale del lotto LME, ad esempio una posizione di Rame LME costa, in termini di finanziamento, circa 25 Dollari al giorno. È quindi fondamentale per gli utilizzatori conoscere quelli che saranno i limiti massimi di questa nuova fase espansiva dei prezzi LME 3mesi e soprattutto per singolo metallo, più che in termini generali, con l’indice LMEX settimanale che ha riportato il 6.8% di incremento. Il Rame presenta uno degli accumuli di denaro più consistenti e questo elemento non è certo un dato da sottovalutare. Il metallo sarà in grado di espandere il suo raggio di azione in ambito prezzo LME 3mesi fino a lambire gli 8600 Dollari, ma non oltre e poi prendere la china ribassista. La situazione dello Zinco è diametralmente opposta, nonostante l’accumulo di denaro abbia raggiunto un livello di rilievo. La spinta rialzista è ancora in piena evoluzione per lo Zinco con spazi di manovra ancora ampi e destinato a ritoccare i massimi relativi più recenti, primo fra tutti quello della seconda settimana di novembre. Le leghe a base di Rame e Zinco sono quindi estremamente sotto tensione dal punto di vista prezzi, per Ottone e Zama si prospetta una settimana non facile, dove se possibile, risulta opportuno attendere tempi migliori per gli acquisti. L’Alluminio rientra tra i metalli che presenteranno nelle prossime sedute dei margini di azione contenuti in ambito espansivo, nonostante la possibilità di raggiungere dei momentanei livelli di massimo relativo e che non dovranno essere confusi come momenti di avvio di una fase rialzista di ampio respiro. Nell’ambito di una diffusa tensione dei prezzi del listino LME, un occhio di attenzione particolare va sempre dedicato al Nichel, dove la propensione rialzista è prossima all’esaurimento, anche a causa di una domanda effettiva di metallo poco consistente. La fase finale di questa diffusa crescita del listino LME porterà un consistente vantaggio al Piombo, raggiungendo così i livelli di massimo visti lo scorso mese di agosto, ma sarà anche il più penalizzato al cambio di indirizzo della Borsa. Lo Stagno non deluderà le attese di chi qualche settimana fa è risultato confidente sulla possibilità di un’ulteriore decrescita del riferimento LME 3mesi. La situazione attuale presenta un sostanziale equilibrio tra domanda e offerta, con la consapevolezza che il collocamento ideale della quotazione dello Stagno è ad un livello ancora più elevato. |
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Gli ultimi movimenti dei prezzi di “lunghi” e “piani” mettono in evidenza una certa proattività da parte delle acciaierie a contrastare una tendenza generalizzata di ribassi, fenomeno che ha caratterizzato la quasi totalità della seconda parte di questo 2022. Il maggior problema per produttori e rivenditori è quindi quello di smuovere i prezzi dei semilavorati in presenza di una domanda decisamente asfittica. La tanto paventata riduzione produttiva non ha sortito l’effetto sperato, questo anche per effetto di una dislocazione così ampia delle giacenze di prodotti e la necessità di molti, soprattutto nei settori della rivendita e della trasformazione dei coils, di far quadrare i conti rispetto ad una quota di ricavi in forte contrazione e con i costi in ascesa esponenziale per via dell’incremento della componente energia. Un dato importante al riguardo viene dalla gestione pressoché univoca della fissazione settimanale dei prezzi dei “piani” in tutta la parte occidentale dell’Europa, Italia compresa. Le quotazioni sono risultate sostanzialmente invariate su tutti gli allestimenti, con il solo distinguo per il laminato a freddo di casa nostra, in calo di circa 20 Euro tonnellata e solo sulla parte alta del prezzo. I movimenti più significativi si stanno avendo sui “lunghi”, anche per una maggiore differenziazione dimensionale dei produttori. L’indicazione del riferimento settimanale della billetta, in rialzo di 10 Euro/tonnellata, ha prodotto nel campo dei laminati reazioni di forte contrasto alla decisione. Gli utilizzatori di rebar stanno “annusando” la possibilità di chiudere affari importanti forzando le trattative, questo nonostante la variazione in aumento di un punto percentuale del tondino. Le situazioni su vergella e profili per carpenteria risultano più fluide a seguito di voci sempre più insistenti che stanno giungendo dalla Turchia, dove non si escludono a breve importanti adeguamenti al rialzo su questi prodotti. La fase di considerevole riduzione della componente energia ha permesso ai produttori degli inossidabili di diminuire in modo significativo gli extra lega per il mese in corso. Gli austenitici 303 e 304 sono scesi di 0.16 Euro/chilogrammo rispetto a novembre, mentre il 304L ed il 316 sono risultati in calo rispettivamente di 0.13 e 0.10 rispetto al listino precedente. Le diminuzioni hanno interessato anche i ferritici, con una media mensile di 0.25 Euro/chilogrammo e di 0.27 per i martensitici. Le stime di quotazione per il mese di Gennaio 2023 sono ancora in un contesto di favore per gli austenitici, ma per via del costante apprezzamento del Nichel il margine di vantaggio si sta assottigliando, 8 centesimi per gli AISI 303 e 304 e 7 per il 304L e il 316. I differenziali di calo risultano più consistenti per ferritici e martensitici, sempre al netto della componente energia, collocabili in un intervallo compreso tra gli 11 e 12 centesimi di Euro per chilogrammo. |
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La divisione tra falchi e colombe all’interno nel “Board of Governors” della Federal Reserve non ha ancora reso chiaro in quale direzione si muoverà la Banca Centrale USA in tema di tassi d’interesse a dicembre. Una qualche forma di compromesso verrà sicuramente trovata, puntando ad un ammorbidimento della linea fortemente restrittiva degli ultimi tempi. Nel possibile impatto ridotto dei costi di finanziamento, il comparto speculativo non ha perso l’occasione per puntare sul rialzo dei prezzi di tutti i metalli preziosi. L’Oro ha messo in atto un ragguardevole ricollocamento rialzista, riportando il prezzo per oncia in prossimità dell’importante soglia dei 1800 Dollari, livello che non si riproponeva dal mese di agosto. Il momento ideale d’incontro tra domanda e offerta risulta comunque essere qualche punto percentuale sotto questa linea, ma il fatto acquista importanza in ottica di una nuova area di collocamento del prezzo dell’Oro. La situazione dell’Argento risulta più articolata, essendo presenti una serie di elementi di tensione nella componente prezzo, non ultimo un livello di denaro “lungo” decisamente critico in termini di accumulo eccessivo. La spinta rialzista sarà ancora presente per alcune sedute, ma il dato dovrà essere soppesato con grande attenzione soprattutto dal comparto industriale. Il superamento della linea dei mille Dollari per oncia, ha rappresentato per il Platino un momento di indubbia riqualificazione del suo prezzo, venuto dopo un lungo periodo di appannamento. La sensazione è comunque quella che attorno al Platino sia in atto un’importante azione di smobilizzo di posizioni “lunghe”, con il prezzo che sarà destinato a scendere in maniera importante. Una lettura difficile resta sempre quella dell’andamento del prezzo USD/ozt del Palladio, anche se sempre meno slegato rispetto alle dinamiche generali di Borsa, con l’attuale punto di minimo relativo costituire uno snodo di indirizzo dai possibili risvolti positivi. |
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L’importante momento di variabilità dei prezzi alla Borsa LME ha spostato la maggior parte delle attenzioni sul Nichel, ritornato a crescere in modo significativo dopo una parentesi di flessione nel riferimento USD 3mesi, durata circa tre settimane. La quota di massimo relativo di 30mila Dollari, raggiunta nella precedente fase ascendente del prezzo del Nichel, non dovrebbe essere replicata in questa nuovo momento rialzista del metallo, risultando comunque un dato incrementale di ragguardevole entità se si considera che solo otto giorni fa il valore di Borsa era collocato 10 punti percentuali al di sotto. La spinta rialzista dell’intero listino LME sta volgendo al termine e questa situazione non potrà escludere dal movimento ribassista lo stesso Nichel. Il contorno del comparto non ha prodotto indicazioni che non fossero già ben delineate nelle settimane precedenti, con il Cobalto continuare nella sua inesorabile corsa al ribasso, aggiungendo un ulteriore meno 1.5% sul riferimento di mercato in Dollari ed il Molibdeno riportare la stessa variazione percentuale, ma in forma d’incremento. Il Titanio non sta conoscendo limiti nel suo arretramento, con una differenza in negativo del 6% rispetto al dato USD della settimana scorsa e cosa ancora più significativa, collocato ora a meno di due punti percentuali dal valore in Dollari riportato il giorno dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. Le ferroleghe presentano delle variazioni di prezzo di entità più che accettabili, seppure con segni differenti nel contesto dei riferimenti settimanali. La base Cromo risulta in calo dell’1.3% per libbra di metallo in Dollari, mentre il composto di Tungsteno è cresciuto in termini infinitesimali, lo 0.15% nell’unità di prezzo indicata in USD per chilogrammo. |
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L’ultimo mese di questo 2022 si è aperto in modo tumultuoso e tra numerose incertezze sul lato prezzi, a riprova di un controverso anno lavorativo e con chi opera nel settore dei rottami vivere le vicissitudini di questi ultimi tempi sempre in prima linea. Le dinamiche delle quotazioni dei rottami ed in modo particolare di metalli e leghe, assumono un immediato ritorno dalle dinamiche di variazione dei prezzi LME, anche repentine, come sta accadendo da circa una settimana. I giorni di lavoro effettivo in questo mese di dicembre saranno veramente una manciata e vedendo quello che sta avvenendo in Borsa, la notizia non può che assumere un contorno positivo, soprattutto per i commercianti. Un contesto di mercato in “stand by” fino a gennaio inoltrato, in attesa di linee di quotazione più nitide e certe risulta essere l’opzione più accreditata o per meglio dire, più auspicata. Le incertezze che accompagnano il futuro delle tendenze di quasi tutti i metalli, ma in modo particolare di Rame, Alluminio e Nichel, costringeranno i commercianti a produrre listini con valori estremamente prudenziali, essendo tutti consapevoli della provvisorietà dello stato attuale listino LME. L’evidenza di importanti eccessi di tonnellaggi per quanto riguarda le differenti classifiche dei rottami di acciaio, sta caratterizzando questo ultimo frangente d’anno anche nel comparto dei ferrosi. Le significative riduzioni dei prezzi legati alle demolizioni, la E3 (leggera) fino a 15 Euro/tonnellata e la E1 (pesante) fino ad un massimo di 10, mette in evidenza la poca predisposizione all’acquisto da parte delle acciaierie, girando alle mandatarie il gravoso compito di immagazzinare i lotti in ingresso presso i loro piazzali, con l’incognita su gennaio, in termini di prezzi e riavvio forni. Il lamierino E8 si inserisce in questo contesto di incertezza con dei valori in controtendenza, facendo registrare degli incrementi su base settimanale oltre i 10 Euro/tonnellata, sebbene il dato di 5 sia quello più diffuso. La differenziazione delle tendenze dei prezzi e le entità dei volumi interessati per ciascuna classifica ha portato l’indice settimanale MetalWeek sui rottami a chiudere in negativo, il riferimento è sceso di oltre 2 Euro, passando così da 352.82 a 350.43 per tonnellata. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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