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22/02/2021 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA
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Una settimana da ricordare per la crescita dell’indice LMEX, ma null’altro di buono
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Gli aumenti di fine anno rappresentano un ostacolo per
i nuovi ordini
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Il denaro sul comparto si sta contraendo e i prezzi dei metalli ne risentono
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La situazione non cambia, sempre più Cobalto e Nichel, ma il Molibdeno li segue
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La prudenza blocca il mercato dei metalli. Il mercato turco dell’acciaio è in ripresa
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Il cambio tra Euro e Dollaro USD resta equilibrato
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La fase espansiva dei prezzi dei metalli spinge gli indici a dei livelli sempre più alti
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Nella lunga storia della Borsa LME fenomeni
come quelli a cui stiamo assistendo sono accaduti già molte volte e questo
è solo l’ultimo in ordine di tempo. Nei casi precedenti si sono tutti
risolti con lo scoppio della “bolla” e la conseguente ricollocazione dei
prezzi dei metalli al di sotto dei rispettivi punti di partenza delle
azioni rialziste. Le motivazioni che stanno alla base di questo aumento
diffuso degli “industriali” sono molteplici, dall’avvio del processo di
“decarbonizzazione” del pianeta, alla partenza dell’azione vaccinale
anti-Covid, fino alla conclusione delle festività legate al Capodanno
cinese. È evidente che dietro a questi fenomeni, eccezionali o ciclici, la
speculazione non perde l’occasione di agire. Non è il caso di essere
pervasi da un senso di frustrazione, questo ovviamente per quanto riguarda
gli utilizzatori; è una fase che avrà il suo epilogo in circostanze
impreviste. Il consiglio è quello di muoversi sugli acquisti per lo
stretto necessario e attendere momenti più propizi per pianificazioni
importanti. I tempi per l’avvio di una fase ribassista generalizzata del
listino LME non sono certamente dietro l’angolo, ma anche in questi
frangenti occorre osservare i movimenti dei metalli, soprattutto nella
struttura di crescita delle rispettive quotazioni e qualcosa di nuovo sta
emergendo. L’Alluminio è sicuramente da tenere sotto controllo nelle
prossime giornate di Borsa. La spinta rialzista non è più quella delle
sedute migliori, il sospetto è che la speculazione stia iniziando la sua
azione di smobilizzo diffuso, proprio da questo metallo. Il Rame ha
evidenziato un drastico cambio di passo a metà della scorsa ottava e gli
effetti si sono visti con una progressione del 6% del prezzo USD 3mesi a
partire da Mercoledì 17 e una situazione analoga la sta vivendo il Nichel,
proprio da uno spunto avuto nel corso dell’ultima seduta di settimana. Gli
altri metalli, Stagno a parte, che ormai da mesi è una cosa a sé,
legheranno strettamente le loro tendenze agli sviluppi generali della
Borsa LME, ma con il Piombo meno strutturato alla crescita rispetto allo
Zinco.
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La situazione dei
semilavorati piani è stata ben illustrata dall’ultimo comunicato ASSOFERMET, che ha
formalmente richiesto alla Commissione Europea di rimodulare, se non addirittura
annullare, le misure che stanno alla base delle salvaguardie all’importazione dai
Paesi extra UE, che scadranno il 30 Giugno prossimo. A partire dal mese di Novembre
2020 il mercato ha fornito, come detto più volte, indicazioni poco attendibili sui
prezzi dei “piani”. L’azione da parte di ASSOFERMET giunge in un momento propizio,
ora occorrerà dare continuità alla proposta da parte dei vertici dell’associazione
italiana che raggruppa i commercianti dei comparti ferro e metalli. Al momento, è
innegabile, la situazione non è facile, con i prezzi dei coils e dei prodotti di
diretta derivazione che non accennano a scendere. Le acciaierie “tengono il punto”
sui prezzi gonfiati tra dicembre e inizio gennaio, ma questa situazione non può
essere procrastinata per molto tempo ancora. Gli effetti dell’aumento del rottame
HMS 1/2 in Turchia e nell’area Mar Nero sono già evidenti su tutte le linee dei
prodotti “piani”, tanto che la quotazione CIS dell’HRC resa FOB è cresciuta del 3%
rispetto alla scorsa settimana restando, al netto dei dazi, pur sempre 100 Euro/ton
al di sotto della media del “caldo” prodotto in Italia, mentre l’HRC FOB turco si
attesta con un vantaggio di circa 70 Euro/ton. Il CRC italiano e quello dell’Europa
del nord non hanno riportato variazioni su base settimanale, mentre lo zincato a
caldo fa registrare un aumento rispetto al laminato a freddo di 10 Euro/ton in
Italia e di 50 Euro/ton nel nord-Europa, questo è un differenziale veramente
importante. Il mercato dei “lunghi” mette in evidenza maggiori criticità su alcuni
mercati, a partire dal prodotto di base, vale a dire la billetta. La maggiore
contraddizione giunge proprio dalla Turchia, nonostante l’aumento del rottame i
produttori locali hanno scelto di riposizionare del 3% verso il basso il prezzo FOB
delle billette, rispetto alla settimana precedente. Per rimanere in Turchia da
segnalare, su base ottava, l’aumento del 2% della vergella. In ultimo alcune
considerazioni sul comparto rebar il cui prezzo continua a diminuire in Italia al
ritmo del 2% settimanale, mentre sui mercati di Turchia e Medio Oriente ha riportato
un aumento prossimo al 3%.
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L’evidenza che è in atto
un cambiamento, seppur momentaneo, sulle strategie di investimento da parte del
comparto speculativo, si evince dall’andamento generale dei prezzi dei metalli
preziosi. La fase della congiuntura economica è tutt’altro che chiara, meglio
definirla confusionaria e forsanche in preda al panico. Gli elementi di turbolenza
non mancano, a incominciare dalla crescita sconsiderata delle “criptovalute”, la più
nota, il Bitcoin, sta conoscendo una fase espansiva del suo valore che da inizio
anno ad oggi è stata del 90% e con una propensione rialzista ancora forte. L’idea di
convertire queste forme di investimento in cartamoneta, tendenzialmente di colore
verde, pare essere al momento l’unica strategia. Una vera e propria forma di razzia
che sta contagiando miliardi di persone nel mondo, sicuramente più del Covid. In
aggiunta a questo l’ipocrisia dei sostenitori della “svolta green” del pianeta, a
supporto di questo un dato a dir poco inquietante, i cosiddetti “minatori” (coloro
che elaborano gli algoritmi per ottenere un’unità di moneta digitale) stanno
consumando, mensilmente, in termini di energia elettrica, il doppio del fabbisogno
di un’intera nazione come l’Irlanda. In tutto questo uno dei massimi fautori del
Bitcoin è Elon Musk e la zona di massima “estrazione” delle criptovalute, il
continente asiatico, non è di certo un esempio virtuoso di eco-sostenibilità e dove
i gruppi elettrogeni diesel sono spesso la più affidabile fonte di generazione di
energia elettrica. Un rifugio da possibili cataclismi è quindi una virtù che fa
parte dell’indole delle persone e in questo la prevenzione è fondamentale. Il “bene
rifugio” per eccellenza, l’Oro, non se la sta passando benissimo, negli ultimi tempi
il prezzo ha solo conosciuto fasi di contrazione, dall’inizio dell’anno il prezzo
USD/ozt è sceso del 4% e i tempi per una ripresa consolidata del suo riferimento non
sono di sicuro brevi. Una crescita consistente dell’Oro sarà il segnale di un
ritorno a pratiche più ortodosse in ambito finanziario. L’Argento, nonostante tutto,
sta reggendo, in questo la tenuta del prezzo sopra la linea dei 27 USD/ozt è un
elemento molto positivo e non sarà un problema mantenere questo livello per l’intera
ottava. Il Platino, tra alti e bassi, ha riportato un nuovo record storico superando
la soglia dei 1300 USD/ozt, la cosa da tenere presente e che non si sta ancora
parlando di “fine corsa”. Il Palladio, dal canto suo, non è ancora entrato in una
fase ben delineata di crescita, sebbene le sue potenzialità restano alte.
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Il Cobalto continua a
crescere e gli effetti sulle leghe a base di questo metallo si stanno ripercuotendo
non solo sui prezzi, ma anche sulla reperibilità delle stesse sul mercato. La
disponibilità del Cobalto è strettamente correlata alla sua “problematica”
estrazione, che avviene in molte parti del mondo e Stati che presentano una
situazione geopolitica alquanto precaria. Non ultimo come effetto di condizionamento
della costante azione della volatilità rialzista del prezzo del Cobalto, il
crescente impiego di questo metallo nella realizzazione di componenti elettronici,
in stretta correlazione “green”. L’incremento su base settimanale del Cobalto è
stato nuovamente importante, il 9,5% nel riferimento USD per chilogrammo e quello
che più conta è che il trend rialzista non fornirà, a breve, segnali di
rallentamento. Il Molibdeno, in questo contesto, non è certamente un comprimario,
con una correzione al rialzo su base settimanale del 5,5% del riferimento di mercato
espresso in Dollari. Le leghe che hanno come metallo di riferimento il Nichel stanno
subendo e continueranno a subire, gli stessi effetti di condizionamento sulla
falsariga di Cobalto e Molibdeno. La quotazione LME del Nichel è in una fase
particolare, dove il raggiungimento della soglia 19mila USD 3mesi sta rappresentando
un trampolino di lancio verso il livello dei 20mila. Il Titanio continua a
progredire in modo costante al passo dello 0,5% settimanale nel valore USD, tanto
che sul dato parziale del metà mese la sua progressione è stata dell’1,8% rispetto
al Dollaro e dell’1,4% nel controvalore in Euro. Il dato sul Titanio sta a
significare un fermento non del tutto sopito nel settore siderurgico. La situazione
del comparto delle ferroleghe non è variata rispetto ad otto giorni fa con il
ferro-cromo ancora in crescita, il 3,4% nel riferimento in Dollari per libbra ed il
3,2% in chilogrammi per Euro. Un incremento che sempre in Euro, ma sul mese di
Febbraio, sfiora il 10%. Per una ferrolega che cresce un’altra in fase di stallo, la
base Tungsteno non ha registrato variazioni nel riferimento USD per la seconda
ottava consecutiva, beneficiando del solo effetto di rafforzamento dell’Euro nei
confronti del Dollaro con circa due decimi di punto percentuale persi.
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Non molte settimane fa l’argomento dei prezzi dei rottami
di metalli e leghe veniva trattato in poche righe, a causa delle quotazioni LME
alquanto stabili. Ora tutto è cambiato o meglio, occorre approcciarsi in modo
differente e in questo la prudenza è una virtù imprescindibile. Le variazioni che
hanno subito le quotazioni degli “industriali” al London Metal Exchange hanno il
carattere della eccezionalità, basta pensare al Rame, che ha aperto il 2021 con un
prezzo di mille Dollari in meno nel riferimento 3mesi rispetto a quello attuale. In
questo il Nichel ha fornito una progressione ancora più sorprendente con un dato
vicino ai 3mila Dollari nello stesso periodo. Una situazione delicata, dove tutti gli
attori del comparto devono fare la loro parte, a cominciare da quello industriale,
utilizzatore di semilavorati in metallo e leghe, nonché produttore di rottami. In
questo momento la vendita dei rottami non è una “riffa”, si rischia di rimanere a mani
vuote e con giacenze invendute; meglio agire con prudenza, considerando che il rischio
per i commercianti di non commutare in vendita quello che si è acquistato, è molto
alto. In questo fonderie e raffinerie non giocano un ruolo secondario e su di loro
ricade l’incombenza di dare il corretto equilibrio a tutto il mercato dei rottami. In
breve il concetto: la consueta prudenza che viene usata nel momento dell’acquisto dei
rottami da parte di fonderie e raffinerie deve essere gestita in maniera
irreprensibile, ovvero gli aumenti dei prezzi dei semilavorati devono essere
trasferiti adeguatamente sui prezzi di acquisto dei rottami. Il blocco di questo
trasferimento di valore da parte dei possessori degli impianti fusori avrebbe
ripercussioni sulla liquidità circolante con conseguenze dirette sulla scarsa
disponibilità di rottami sul mercato. Le notizie che giungono dalla principale piazza
di prossimità per i rottami di acciaio, vale a dire quello turco dell’HMS 1/2,
sono decisamente positive in ottica prezzi, con un aumento del resa FOB di 10
Euro/ton. In Italia i prezzi non sono ancora stati condizionati dalla variazione
turca, anzi da rilevare un’ulteriore diminuzione del lamierino E8 su base
settimanale, fino ad un massimo di 10 Euro/ton, sulle proposte di acquisto di alcune
mandatarie di acciaierie.
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice
ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di
Londra.
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman
Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago
(USA).
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones
industrial metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli
industriali.
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources –
Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e
metallurgiche europee.
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il
mercato dei noli marittimi. Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla
rinfusa e non liquide).
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