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09/10/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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Una fase di Borsa che lentamente sta volgendo al termine. La sensazione è che molti utilizzatori abbiano assistito in maniera troppo passiva ad una situazione che sarà di difficile replicabilità in tempi brevi |
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Le quote di salvaguardia sui “piani” sono già esaurite, ma i consumi risultano in calo continuo. Le acciaierie del nord Europa puntano a stimolare la domanda di coil con diminuzioni di prezzi mai viste in tutto il 2022 |
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I minimi toccati la settimana scorsa rappresentano una soglia quasi invalicabile. Un elemento positivo, ma che non porrà il listino dei preziosi in una situazione di ripresa importante |
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Il Cobalto doppia in una settimana l’incremento totalizzato negli ultimi due mesi. Il Molibdeno continua a scendere, così come il Nichel, sempre atteso ad un momento di svolta |
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Le quotazioni dei rottami di acciaio sono tornate ai livelli di inizio giugno, la tenuta dei prezzi delle classifiche più pregiate è legata a dei fattori di convenienza per le acciaierie. Il comparto dei non ferrosi spera nel consolidamento verso l’alto dei valori dei metalli dopo l’evento del LME Week |
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Il Dollaro USD ha allentato decisamente la morsa sull’Euro, capace di recuperare lo 0,3% su base settimanale, ma resta a meno 1,4% in riferimento alle ultime quattro settimane |
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Gli indici sui metalli sono tutti in arretramento del 3% rispetto ad otto giorni fa. Un riscontro parziale significativo che fissa ad oltre dieci punti percentuali i decrementi dall’inizio dell’anno di ciascun indicatore statistico |
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Il concetto di frequenza, associato all’ambito formativo, si sposa molto bene per cercare di comprendere meglio questa fase così particolare nella determinazione dei prezzi degli “industriali” al London Metal Exchange. Alla pari di uno studente universitario che porterà a compimento il suo corso di laurea più velocemente se eleva il livello di presenze alle lezioni, gli utilizzatori di metalli devono seguire con maggiore proattività le sedute LME. Non c’è bisogno di particolari algoritmi o elaborazioni di discutibile modernità, lo specifico dello studio delle dinamiche evolutive dei prezzi delle materie prime si attua con la frequenza ed il presidio degli eventi, la combinazione più efficace per non essere sopraffatti dagli stessi. Il concetto di frequenza, riferito ai prezzi LME, non è quello di vedere sugli schermi degli smartphone o sui monitor, i numeri che “friggono” a volte in modo isterico, ma studiarli preventivamente, perché mai nulla avviene per caso. Una frequenza assidua nell’analisi di certi fenomeni non richiede un elevato numero di ore nella quotidiana organizzazione del proprio lavoro, occorrono alcuni minuti, ma tutti i giorni, per prevenire qualsiasi cambiamento in Borsa. Nelle ultime due settimane il comparto speculativo-finanziario è ritornato a frequentare il London Metal Exchange in modo importante, puntando ad un’operatività “corta” e producendo un sensibile calo dei prezzi di buona parte del listino. Un fenomeno non casuale, considerando che per tutta la settimana avrà luogo a Londra l’evento annuale del “LME Week” dove tutti gli operatori legati alla Borsa dei metalli si daranno appuntamento, ufficialmente, per un confronto di idee su prezzi e tendenze degli “industriali”. Gli utilizzatori durante la settimana del LME Week non potranno abbassare la guardia, pur consapevoli che molti movimenti di tendenza che avranno luogo nei giorni del “sodalizio” londinese e nei successivi dieci, risulteranno più forvianti che di pragmatico indirizzo, per chi i metalli li impiega davvero. Allo stato dell’arte il listino LME si trova in una fase decisamente interlocutoria, anche alla luce di quello che è avvenuto nel corso della seconda seduta di Venerdì 6 Ottobre, con i prezzi orientati alla crescita. L’evidenza che il Rame abbia abbandonato uno dei “minimi storici” risulta al momento un’ipotesi plausibile, con il metallo che ha equiparato il piazzamento di soglia a 7900 USD 3mesi, visto l’ultima volta a maggio. La struttura del prezzo del Rame si trova ora in perfetto equilibrio, una ragione di più per enfatizzare lo stato di attesa in questa settimana così particolare. L’idea fatta da molti sullo Zinco è quella di un valore di massimo relativo ormai raggiunto, sebbene la linea dei 2500 Dollari 3mesi non risulta essere un valore che sia oggetto di discordia tra venditori e compratori. Le quotazioni delle leghe risentiranno delle incertezze correlate ai valori di prossimità di Rame e Zinco, con quest’ultimo risultare determinante nell’assetto di piazzamento del valore della Zama, ai massimi dallo scorso maggio. Le recenti quotazioni dell’Ottone denotano prudenza nelle fissazioni dei prezzi base da parte dei produttori, che non hanno voluto trasmettere a pieno la variabilità al ribasso del Rame e quindi gli eventuali prossimi movimenti di crescita dei prezzi della “lega gialla” dovrebbero riportare una franchigia tra gli 80 ed i 100 Euro per tonnellata. La spinta ribassista torna ad affievolirsi sull’Alluminio, nonostante che il prezzo LME non verrà correlato ad un pronto incremento del riferimento Dollari 3mesi. La deriva ribassista del Nichel è ancora in atto, anche se non deve costituire un elemento di secondaria importanza la prossimità della quotazione LME in un’area di contenimento dalla sua complessa valicabilità. La ripresa dell’attività produttiva in Cina determinerà per numerosi metalli un cambio di passo, sicuramente tra questi ci sarà il Piombo, dato in crescita e pronto a recuperare il terreno perduto negli ultimi otto giorni. Lo Stagno si troverà ad affrontare l’ennesimo bivio nella direzionalità del riferimento LME. La difficile situazione produttiva in termini di utilizzo di questo metallo lascia intendere che l’indirizzo della quotazione di breve periodo sarà ancora debole, con l’aggravio di una possibile fase di volatilità ribassista, che andrà a comprimere ulteriormente il valore di Borsa dello Stagno. |
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Le quote di salvaguardia per l’ultimo trimestre dell’anno si sono chiuse in pochi giorni, questo in particolare per i “piani”, mentre sui “lunghi”, a seconda dei codici doganali di riferimento, risultano ancora discreti tonnellaggi liberi. La saturazione fulminea dei volumi legati alle salvaguardie UE potrebbe essere considerata come una buona notizia, ma se si va in profondità, i movimenti di merce in uscita dai magazzini doganali presso i porti sono riconducibili a ordini fatti molti mesi fa, ovvero quando le filiere delle lavorazioni degli acciai stavano gestendo ancora volumi di tutto rispetto. L’ingresso di coil presso i magazzini degli utilizzatori e dei centri servizio, oltre alle malcelate quote che sono andate a rinfoltire direttamente gli stock di alcune acciaierie, con provenienza dalle “quarantene” doganali, non sono un bel segnale per i movimenti di mercato e soprattutto per il collocamento di produzioni di diretta derivazione siderurgica dagli stabilimenti nazionali. La settimana scorsa il mercato italiano dei “piani” ha subito un duro colpo da parte di una concorrenza nord-europea molto agguerrita, la quale ha definito cali importanti su tutti gli allestimenti: HRC meno 5%, CRC in discesa dell’uno ed una riduzione del 3% per l’HDG. I produttori casa nostra hanno invece puntato sulla sola riduzione dell’1% del prezzo del laminato a caldo (benchmark MW a 610 Euro/tonnellata), lasciando immutati i riferimenti del laminato a freddo (benchmark MW 725 Euro) e del galvanizzato (benchmark MW 765 Euro). Nel comparto dei “lunghi” il semilavorato di riferimento, la billetta, non ha riportato variazioni negli ultimi otto giorni, cosi come la vergella. La discesa dei prezzi ha continuato invece ad interessare i profili commerciali per la carpenteria ed il rebar, in entrambi i casi la diminuzione è stata di un punto percentuale. I produttori di tubi saldati ed i ritrafilatori sono giunti alla stregua di non ascoltare più lamentele e rimostranze da parte dei clienti, mostrandosi fermi a non concedere più adeguamenti al ribasso dei propri listini, ormai collocati in aree dalle risicate marginalità aziendali. Il problema utili sta attanagliando anche le acciaierie turche, dove ad una relativa stabilità dei prezzi FOB riservati ai clienti dai consumi ordinari di vergella e tondino per armature, sono state costrette ad incrementare di circa 5 Euro/tonnellata quelli praticati nei confronti di coloro che costituiscono i portafogli primari. Nel corso della seconda settimana di fissazione degli extra lega riferibili a novembre, sono emersi degli equilibri molto curiosi su tutti e tre i principali allestimenti. Nel comparto degli austenitici le attuali variazioni del Nichel, se mantenute tali alla Borsa LME da qui e fino al 20 Ottobre, determineranno l’annullamento delle crescite dei valori con validità mese in corso, andando così a copiare, nella quasi totalità, quelli in vigore a settembre. La situazione su ferritici e martensitici risulta più articolata, con una riduzione del valore dell’incremento apportato sul listino attuale, stimabile tra i 2 ed i 3 centesimi di Euro per chilogrammo. Le cose non stanno andando affatto bene in tema di adeguamento del contributo energia, con una previsione, che se confermata nelle prossime settimane in riferimento al PUN, porterebbe ad un incremento del sovrapprezzo in vigore di ulteriori 2 centesimi di Euro per chilogrammo. |
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L’allentamento della pressione del Dollaro rispetto alle altre valute risulta, almeno sulla carta, un elemento di relativa positività per il comparto dei “preziosi”. La corsa della Divisa statunitense ha sovvertito tutti gli equilibri del listino di Borsa di questo settore, producendo sensibili riduzioni dei prezzi di ciascun metallo. La speculazione ha giocato un ruolo determinante nella compressione delle quotazioni Dollari per oncia, sebbene nelle ultime sedute settimanali ha ridotto notevolmente il suo peso operativo, segno evidente che le soglie toccate da tutti i metalli preziosi hanno raggiunto lo zoccolo duro e quindi i loro rispettivi limiti invalicabili di prezzo. Nella difficoltà del momento, questo non può essere considerato un elemento secondario di valutazione e soprattutto di indubbio peso in termini di ripresa dei riferimenti USD/ozt di tutti i metalli. L’Oro ripartirà da un livello di prezzo visto per l’ultima volta tra fine febbraio ed inizio marzo, che fu il preludio di una fase incrementale della quotazione Dollari per oncia che portò il metallo a toccare il secondo valore più alto di sempre nella prima decade di maggio. L’attuale situazione non presuppone una replicabilità di quella serie di circostanze, sarebbe sufficiente per il momento definire per l’Oro un percorso di crescita con cadenza costante, risultando comunque alla sua portata. L’Argento registra al momento un percorso analogo a quello dell’Oro, con la quotazione attuale del metallo paragonabile a quella registrata lo scorso marzo. L’effetto correttivo del comparto speculativo sul prezzo Dollari per oncia è pressoché nullo, sebbene abbia avuto un ruolo determinante nello stabilire il minimo relativo della settimana appena conclusa. La ripresa del prezzo dell’Argento negli ultimi due giorni della scorsa ottava risulta al momento più l’accumulo finanziario di una reazione d’istinto di molti utilizzatori di metallo, che un reale avvio di una fase di rialzi consecutivi. Una cosa è comunque emersa: il prezzo di Borsa dell’Argento si baserà nel breve dai soli scambi di “fisico” tra coloro che impiegano il metallo nei loro processi produttivi, senza alcun apporto correttivo di connotazione speculativa. Il Platino è ancora territorio di conquista del comparto finanziario, il quale sta mantenendo un posizionamento “corto”, sebbene prossimo ai realizzi. L’attenzione e lo studio delle imminenti mosse degli speculatori risultano quindi determinanti per intercettare il prossimo indirizzo del Platino, che verosimilmente sarà rialzista. La forzatura al ribasso del prezzo del Palladio sarà possibile soprattutto per le dinamiche speculative ribassiste ancora in piena evoluzione. Un elemento comunque da non sottovalutare risulta l’attuale valore del metallo, mai così basso nella valorizzazione Dollari per oncia da cinque anni a questa parte. |
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La dimensione della crescita del riferimento in Dollari del Cobalto si colloca ormai oltre lo stato dell’incertezza. Negli ultimi tempi questo metallo ha messo in risalto che la fase più opaca nella determinazione della sua quotazione di mercato appartiene ormai al passato e durata quasi quindici mesi, dopo la determinazione del massimo relativo a 82mila USD/tonnellata tra Marzo e Aprile 2022 e secondo soltanto a quello assoluto del Marzo 2018 a 93750 Dollari. Un decremento a dir poco “siderale” di quasi 52500 Dollari per tonnellata, prima che il Cobalto riprendesse a risalire la china. Nel corso dell’ultima settimana il metallo è cresciuto del 12,1%, quasi doppiando l’incremento accumulato, ottava dopo ottava, tra metà luglio e la prima di ottobre, pari a 6,3 punti percentuali, anche se a breve non è da escludere una momentanea interruzione nella sua azione di consolidamento. Il Molibdeno sta invece riducendo settimana dopo settimana il suo riferimento di mercato, con il parziale degli ultimi otto giorni a meno 3,2% rapportato alla quotazione in Dollari e seppure giunto ad un minimo relativo importante, risulta ancora possibile un ulteriore posizionamento verso il basso già nel corso di questa settimana. La mancanza di lotti significativi sul mercato ha invece smosso la quotazione del Titanio, tornato a crescere dopo un Settembre fatto di quotazioni piatte, con un incremento dell’1,5% nel riferimento in Dollari. La sfera di massima incertezza si tocca comunque parlando del Nichel, con il prezzo LME scivolato verso il basso di un ulteriore 0,7% rispetto al già deludente dato della settimana precedente. Il contesto generale di quotazione del Nichel, almeno sulla carta, risulta positivo, con gli utilizzatori diretti ed indiretti di questo metallo che dovranno ragionare su un possibile contesto di irripetibilità dell’attuale quotazione di Borsa in proiezione futura. Le ferroleghe riportano una situazione di prezzi immutati sia per la base Cromo, espressa in Dollari per libbra, sia per quella Tungsteno, nell’unità USD per chilogrammo. Il leggero apprezzamento dell’Euro sul Dollaro nell’ordine dello 0,3% settimanale, risulta essere un piccolo vantaggio per tutti gli utilizzatori di queste materie prime. |
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La linea che le acciaierie italiane stanno imponendo al mercato dei rottami è quella di trasmettere attraverso le mandatarie una ridotta propensione verso gli acquisti di materia prima. Gli effetti sono stati ben visibili con i primi indirizzi di prezzo relativi alla classifica delle demolizioni E3, che su base settimanale ha riportato una diminuzione di circa 20 Euro/tonnellata, mentre la E1 al momento registra una contrazione di 5, ma anche in questo caso non si esclude che nel corso della settimana il dato di variazione verso il basso prenderà maggiore corpo. Non è chiara ed in apparente contraddizione, la linea adottata per la valorizzazione del rottame frantumato E40 e del lamierino E8, con il primo confermare la quotazione di otto giorni fa ed il secondo riportare addirittura un incremento di 5 Euro tonnellata. La ragione è una sola e riguarda l’efficienza fusoria di queste due tipologie di rottami, che portano le acciaierie a poter razionalizzare con maggiore efficacia i fattori di produzione, primo fra tutti quello dell’energia elettrica, negli ultimi tempi ritornata a salire. La significativa riduzione dei valori delle classifiche meno pregiate ha inciso notevolmente sulla valorizzazione complessiva dell’indice MetalWeek sui prezzi medi dei rottami acquistati dalle acciaierie, al momento a quota 315,50 Euro per tonnellata e collocato sulla stessa linea di quotazione di inizio giugno. Le aspettative non sono quindi delle più rosee, con una stima di posizionamento dell’indice MetalWeek sui rottami che al termine di questa settimana potrebbe collocarsi in area 310 Euro/tonnellata, a seguito di ulteriori riduzioni dei prezzi, con il coinvolgimento di tutte le classifiche. I non ferrosi si troveranno alle prese con le schizofrenie del LME Week, che mai come quest’anno cade in un momento dove il mercato dei metalli non sta attualmente intercettando una linea di direzionalità. La certezza di alcuni elementi, come i valori troppo bassi di Rame e Nichel, risultano certamente un fatto assodato tra i commercianti, i quali stanno mostrando stupore sull’assenza di richieste da parte di fonderie e raffinerie, vista l’eccezionalità dei posizionamenti di valore di questi due metalli alla Borsa LME. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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Si ricorda che il servizio è per uso personale. L’Associato non può copiare, distribuire, rivendere, ritrasmettere o altrimenti rendere disponibili a terzi, in alcuna maniera, le informazioni presenti se non all’interno dell’azienda. |
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